Sport per gli anziani, tariffe in aumento e nuove agevolazioni. Leggi qui le novità

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Ritornano i corsi per gli anziani a Sesto San Giovanni, ma con una sgradita sorpresa:aumenti dei costi delle lezioni anche di 30 euro per i partecipanti. Tuttavia, con le nuove regole dell’Isee (indicatore della situazione economica equivalente) dovrebbero essere molti quelli che riusciranno ad accedere alle tariffe agevolate.

Da quest’anno, infatti, al momento dell’iscrizione ai corsi sportivi “Anni azzurri”organizzati dall’amministrazione comunale in collaborazione con le associazioni sportive, dedicati agli anziani, gli over 60 dovranno presentare l’attestazione Isee che consentirà – a chi ha una situazione economica equivalente inferiore ai 20mila euro annui – di accedere alle tariffe agevolate.

Anche in una situazione di crisi economica come quella che stiamo vivendo – ha commentato l’assessore allo Sport Felice Cagliani – l’amministrazione ha deciso di continuare a garantire un servizio importante per la qualità della vita come quello dello sport per anziani. Per poter sostenere le consistenti spese di gestione del servizio abbiamo deciso di chiedere un contributo agli utenti, garantendo però la maggiore equità sociale con l’utilizzo dell’Isee. In questo modo possiamo garantire non solo la continuità dei corsi, ma anche la loro qualità. Naturalmente chiediamo di partecipare maggiormente a queste spese solo a chi ha una condizione sociale ed economica adeguata”.

In sostanza, le tariffe massime per i corsi 2012/2013 passeranno, dagli attuali 125 euro all’anno per tutti, a 160 euro all’anno per i corsi di ginnastica in palestra (60 minuti a lezione con frequenza bisettimanale), a 190 euro all’anno per i corsi di ginnastica e nuoto(30 minuti + 30 minuti a lezione bisettimanale) e a 220 euro all’anno per i corsi di nuoto (60 minuti a lezione bisettimanale). La tariffa annuale comprende anche la visita medica gratuita al Centro di Medicina sportiva di via Manin.

Chi non raggiunge i 20mila euro di Isee e presenterà – al momento dell’iscrizione (che si aprirà il 13 settembre per i rinnovi) o comunque entro il termine del 25 ottobre – il modulo Isee, sarà applicata la tariffa ridotta pari a 125 euro all’anno per qualsiasi tipologia di corso.

Ma come si fa ad ottenere la certificazione IseeClicca qui per le informazioni.

Di fronte alla necessità di modificare le tariffe annuali per i corsi sportivi della terza età – ha concluso Cagliani – abbiamo scelto di diversificare in base al costo degli impianti sportivi. La gestione di una piscina, infatti, è molto più onerosa di quella di una palestra. Il costo annuo dei corsi rimane comunque sostenibile, anche grazie all’utilizzo dell’Isee che ci consente di chiedere un contributo maggiore solo a chi se lo può permettere e risulta comunque il più basso rispetto alla media dell’offerta pubblica del nord Milano”.

 

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CASA DELL’ACQUA: LE SEGNALAZIONI, I SOLITI FURBETTI E LA PROPOSTA DI SESTONOTIZIE. 5 CENTESIMI AL LITRO PER QUELLA GASSATA. E CON IL RICAVATO SI POTREBBE REALIZZARE UNA NUOVA POSTAZIONE IN UN ALTRO QUARTIERE

 
 

Sesto San Giovanni –    La voce che circola in citta’ e’ stata confermata anche da qualche segnalazione alla nostra redazione. Alla “Casa dell’Acqua” (zona Spazio Arte/di fronte alla scuola di via Cavallotti) ci sarebbe chi – come sempre in Italia – esagera. In che senso? Ci sarebbero persone (qualcuno arriva a dire che si tratterebbe anche di ristoratori stranieri) che con cadenza periodica farebbero il “pieno” d’acqua (soprattutto gassata) addirittura con delle grandi taniche. Al di la’ del fatto che non spetta a noi verificare se cio’ che ci viene segnalato corrisponda al vero, di certo possiamo dire che mettere un prezzo di 5 centesimi al litro per il prelievo d’acqua gassata potrebbe essere un’iniziativa utile e positiva. Infatti i 5 centesimi al litro porterebbero a evitare sprechi e comportamenti che non esitiamo a definire (se confermati) “quanto meno inopportuni”. E poi, con la somma dei 5 centesimi al litro incassati da Comune, si potrebbe realizzare una nuova “Casa dell’Acqua” in un’altra zona di Sesto. 

Sesto, salvato da due angeli in tuta arancione

Volontarie di Sos soccorrono a fine turno un sestese colpito da infarto per strada

di Rosario Palazzolo

 

Silvia Furlotti (a sinistra) e Fabrizia Foschi, con in mano il defibrillatore (Spf)

Silvia Furlotti (a sinistra) e Fabrizia Foschi, con in mano il defibrillatore (Spf)

Sesto San Giovanni, 7 agosto 2012 – Quattro giorni fa era stato soccorso da due angeli, volontari dell’associazione sestese Sos che, pur trovandosi fuori dal servizio, gli hanno salvato la vita con il massaggio cardiaco. Nel fine settimana i carabinieri di Sesto sono riusciti anche a dare un nome al sessantenne che venerdì, poco prima delle 10, aveva accusato un malore mentre passeggiava in via Marx. L’uomo era stato piegato da un attacco cardiacoSoltanto l’intervento insperato quanto tempestivo di due giovani volontarie lo ha salvato. Dopo aver avvertito i soccorsi, alcuni passanti sono corsi nella sese dell’Sos, distante alcune centinaia di metri, chiedendo aiuto. In quel momento erano presenti Silvia Furlotti, 21 anni, e Fabrizia Foschi, 28. 
 

«Abbiamo eseguito tutte le procedure di primo intervento – raccontano – in attesa dell’arrivo di un’ambulanza. All’inizio pensavamo a un malore per il caldo ma per scrupolo – proseguono – abbiamo portato uno dei tre defibrillatori che l’associazione ha avuto in dotazione grazie al contributo degli Alpini di Sesto». Lo strumento è stato preziosissimo. «Abbiamo imparato a utilizzarlo nel corso di primo soccorso di 120 ore». Quindi hanno praticato il massaggio cardiaco in strada impedendo che l’infarto avesse la meglio. 
 

L’uomo è stato trasferito all’ospedale Bassini di Cinisello, dove è ancora in terapia intensiva. Ma la storia sfortunata non si esaurisce qui. Privo di documenti, nessuno è stato in grado di riconoscerlo. I medici, dopo aver stabilizzato le sue funzioni cardiache, hanno avvertito i carabinieri chiedendo un aiuto per l’identificazione. Nelle 24 ore successive non sono arrivate denunce di scomparsa né segnalazioni. A preoccupare i militari anche il fatto che in una tasca dei pantaloni, l’uomo aveva con se uno smalto da bambina. C’era il timore, poi rivelatosi infondato, che qualche bambino fosse da solo in un appartamento ad aspettarlo. Così è stata organizzata una vasta ricerca a cominciare dal quartiere di Cascina Gatti. Una fotografia dell’uomo è stata mostrata in tutti i bar e i luoghi di incontro della zona, fino a quando un amico lo ha riconosciuto. Ha confermato di averlo visto per l’ultima volta venerdì mattina mentre si allontanava per recarsi a Milano. Infine è stato contattato un familiare che ora si occuperà di lui. 
 

rosario.palazzolo@ilgiorno.net

Lacrime sotto canestro “Una perdita per lo sport italiano”

Sono venuti a mancare i supporti di sponsor vitali per la squadra. Mazzoleni ringrazia comunque Diana Bracco: “Ha creduto nel nostro lavoro”

di Laura Lana

 

Una partita del Geas Basket

Una partita del Geas Basket

Sesto San Giovanni, 3 agosto 2012 – La caduta del Geas Basket è iniziata un giorno e mezzo fa. Un terremoto, più che una scivolata. Perché la partita sembrava ormai chiusa. Grossi investitori non si erano fatti avanti, per carità. Ma in qualche modo si era trovata la quadra per continuare l’avventura nella massima serie e lo scorso 6 luglio era stata completata l’iscrizione al campionato di A1 per la nuova stagione. Ieri, invece, la notizia choc: il club rossonero rinuncia a disputare il torneo.


«Sono venuti meno i supporti di sponsor vitali per la realizzazione del progetto», le motivazioni di patron Mario Mazzoleni affidate a un comunicato stampa, da cui traspare tutta l’amarezza di dover mettere temporaneamente un punto a una storia ripresa nel 2008, quando la società tornò a calcare il prestigioso parquet dell’A1 con coah Roberto Galli e il compianto presidente Natalino Carzaniga.

Non inizia certo nel migliore dei modi l’era di Giorgio Oldrini, l’ex sindaco chiamato a guidare la polisportiva sestese con le sue 12 sezioni: «È stata una decisione obbligata. Purtroppo si è concluso il ciclo di sponsorizzazione della Bracco e non abbiamo potuto contare su altri fondi». Main sponsor e testimonial in questi anni, Diana Bracco ha ricevuto i personali ringraziamenti di Mazzoleni: «Ha creduto nel nostro lavoro e ha sostenuto la crescita di un vivaio giovanile tra i migliori degli ultimi anni». A mancare è stato quell’abbraccio che il patron ha sempre aspettato dalle forze economiche e sociali del Nord Milano.

«È una perdita per tutto lo sport italiano, non solo sestese, e il simbolo di una difficoltà che sta colpendo il movimento sportivo nazionale e cittadino – commenta l’assessore allo Sport Felice Cagliani -. L’attività del settore giovanile, che il Geas ha annunciato di voler proseguire, ci vedrà sostenitori partecipi e convinti». Un vero peccato. Perché proprio nei giorni scorsi Cagliani aveva incontrato la Bcc e altri operatori, aveva scritto una lettera ai consiglieri comunali per chiedere l’adesione alla Cooperativa «Amici del Geas», aveva concordato con la società i lavori per farla tornare al PalaFalck e il cantiere era pronto a partire.

Troppo tardi, quest’anno non ci sarà nessun fischio di inizio per uno dei club più blasonati d’Italia con 8 scudetti e una Coppa Europa in palmares lungo 57 anni. «La Pro Sesto si è salvata, forse il calcio ha più appeal. Ma anche nel mondo del pallone fallimenti e difficoltà sono all’ordine del giorno – conclude Oldrini -. Queste vicende devono farci riflettere: è giunto l’anno zero per un rinnovamento della gestione e dei costi dello sport».

laura.lana@ilgiorno.net

Verso la Città della Salute E’ tempo del bando-fiume

A novembre il Pirellone aprirà il bando di gara per la realizzazione e la gestione delle strutture. Chiusura fissata per settembre 2012. E da marzo 2014, via ai cantieri. da chiudere entro dicembre 2015

di Laura Lana

 

Le ex aree falck di Sesto san Giovanni (foto Bettolini)

Le ex aree falck di Sesto san Giovanni (foto Bettolini)

Sesto San Giovanni, 1 agosto 2012 — Ancora una volta tre piani istituzionali si intersecano tra loro, per lanciare Sesto nel futuro. Regione, Comune e ministero dell’Ambiente. Tre partite diverse per un solo obiettivo: dare avvio alla riqualificazione delle aree Falck con la Città della Salute, il maxipolo sanitario che riunirà l’Istituto dei Tumori e il Neurologico Besta.

Il governatore Roberto Formigoni mantiene la parola e, per ora, va dritto per la sua strada: a novembre il Pirellone vuole mettere a bando la realizzazione e la gestione delle strutture. «Si tratta di unagara lunga, che resterà aperta per quasi un anno, con l’aggiudicazione fissata per settembre 2013», spiega Edoardo Marini, assessore all’Urbanistica di Sesto.

 I lavori dovrebbero poi partire a marzo 2014 con la fase zero per arrivare chiavi in mano al massimo a dicembre 2015 con il “rustico” di un distretto tecnologico che si estenderà per 129mila metri quadri all’interno degli oltre 400mila metri di parco urbano, tra la nuova ferrovia a ponte di Renzo Piano e la Pagoda.

Nel frattempo si aspetta il via libera definitivo da parte del ministero dell’Ambiente per le bonifiche del milione e mezzo di metri quadrati di ex acciaierie sestesi.
In questi giorni, infine, gli uffici tecnici di piazza della Resistenza stanno lavorando alla variante al Piano dei Servizi del Pgt, il piano di governo del territorio. Aperto e già chiuso il periodo delle osservazioni, sono infatti adesso in corso le controdeduzioni dell’amministrazione comunale.

Nessuna pioggia di documenti, sono arrivate solo cinque osservazioni. Tra queste anche la richiesta di inserimento tra i servizi previsti della funzione di eccellenza— il maxipolo sanitario— così da poter procedere senza problemi con la gara indetta a novembre dalla Regione.

Ed è qui che iniziano i malumori del Pdl. «È la prova provata di quello che abbiamo sempre sostenuto in questi mesi: l’accordo urbanistico esiste sulla base del Pgt e non del piano Falck, come invece ci aveva raccontato l’allora sindaco Giorgio Oldrini— lamenta il consigliere azzurro Antonio Lamiranda—. Anche senza l’approvazione in tutta fretta, a settembre, del piano integrato di intervento, la Città della Salute poteva comunque essere vincolata dal Pgt». La vecchia amministrazione avrebbe così usato la scusa della candidatura sestese a ospitare il complesso sanitario dei record solo per mettere in cassaforte il progetto di Renzo Piano in tempi brevi. 
Accuse che vengono respinte dal neo assessore Marini.«La Regione chiedeva diverse condizioni: avere un’area pubblica per poter interloquire tra istituzioni. Solo grazie all’approvazione del piano, il Comune è diventato da subito proprietario delle aree a differenza di Milano».

Entro fine settembre le risposte degli uffici alle osservazioni dovrebbero approdare in Giunta. Oltre alla variante al Piano dei servizi del Pgt, ci sarà poi da preparare quella al pii che arriverà invece in aula di consiglio comunale.«Più che l’ospedale in sé, saranno le strutture ricettive e i servizi di supporto a portare inevitabilmente delle variazioni in un’area che era stata pensata come verde pubblico— conclude Marini—. Sicuramente dovremo poi approfondire alcuni elementi legati alla mobilità».

laura.lana@ilgiorno.net

PIANO CON LE PAROLE! SENTENZA DELLA CASSAZIONE: E’ REATO DIRE “NON HAI LE PALLE”

 
 

Sesto San Giovanni –    Una notizia curiosa, che può interessare il modo di esprimersi di molti sestesi. Rivolgersi a qualcuno dicendogli “non hai le palle” e’ un reato e, per questo, puo’ costare una condanna e il pagamento di un risarcimento dei danni. La quinta sezione penale della Cassazione ha per questo annullato, con rinvio al giudice civile, l’assoluzione pronunciata dal tribunale di Potenza nei confronti di un giudice di pace di Brindisi, accusato di ingiuria ai danni di un avvocato, per avergli rivolto la frase incriminata. L’episodio era avvenuto al tribunale di Taranto e il giudice del merito, considerando il fatto che l’imputato e la parte offesa sono cugini, aveva minimizzato l’accaduto dicendo che si trattava soltanto di una “contesa familiare”. Per la Suprema Corte (sentenza n.30719), “a parte la volgarita’ dei termini utilizzati, l’espressione ha una evidente e obiettiva valenza ingiuriosa, atteso che con essa si vuole insinuare non solo e non tanto la mancanza di virilita’ del destinatario, ma la sua debolezza di carattere, la mancanza di determinazione, di competenza e di coerenza, virtu’ che, a torto o a ragione, continuano ad essere individuate come connotative del genere maschile”. Inoltre, il fatto che l’ingiuria venne pronunciata in un “contesto lavorativo” – l’ufficio giudiziario – “a voce alta” ed era “udibile anche da terze persone”, mette in luce, secondo gli ‘ermellini’, “il pericolo di lesione della reputazione” della parte offesa, il quale “non poteva essere aprioristicamente escluso sulla base di una pretesa evoluzione del linguaggio e volgarizzazione delle modalita’ espressive”. (AGI) 

Il misterioso caso della Rana-Toro

Nell’estate di 45 anni fa tutti i giornali italiani ed esteri si interessarono di un fatto di cronaca che portò per mesi la città di Sesto San Giovanni alla ribalta. Pubblichiamo il servizio che il quotidiano “Libero” realizzò il 7 luglio 2005.

Per quelli che forse si ricorderanno del curioso episodio, che tanto agitò gli animi in quel lontano 1966, riportiamo l’intervista al giornalista Giuseppe Gallizzi da parte della collega Cristiana Lodi.
Invitiamo chi ha vissuto quei momenti ad esporre la loro impressione e fornire ulteriori particolari sulla vicenda.
 
Nel 1966, tra pecore e cani sgozzati, l’ululato di un grosso batrace scosse la palude di Sesto San Giovanni. Si fermò l’Italia e partì la caccia al mostro. Ma la verità era che…
All’epoca i corrispondenti dalle province venivano pagati 35 lire a riga. Chi più scriveva più intascava. E quell’estate i cronisti erano riusciti a campare alla grande, nonostante la calma piatta ( e feriale) di notizie. Il successo fu dovuto al mostro misterioso che allignava sul fondo di un’angusta palude. A Sesto San Giovanni, dietro le fabbriche della Falk. Era il 1966, si stampava col piombo e internet era ancora di là da venire. La cronaca si metteva insieme facendo il giro delle stazioni dei carabinieri e dei commissariati di polizia. Niente telefono, si usava andare di persona a suonare il campanello al brigadiere. Mattino, pomeriggio e alla sera tardi, prima che le rotative cominciassero a girare. Il brigadiere Zanotti, in servizio a Sesto, quell’estate fu artefice senza accorgersene, della fortuna dei corrispondenti della zona e non soltanto di loro. La grande notizia partì proprio dalla sua caserma e fece il giro dell’Italia. Titoli a nove colonne sui giornali nazionali, che schierarono gli inviati speciali. Protagonista sempre lui: ” Il mostro della palude di Sesto”. Un mistero mai svelato, del quale oggi ci racconta volentieri Giuseppe Gallizzi, 32 anni al Corriere della Sera, come cronista e poi come redattore capo. Fu l’autore dello scoop, e il mostro lo vide ” nascere”. In quegli anni stava all’Informatore, settimanale di Sesto San Giovanni, ma era anche attivissimo corrispondente ( dalla zona) per il quotidiano di via Solferino. Dice Gallizzi: « È successo tutto durante il giro del pomeriggio. Mi aprì il portone il solito Zanotti. Che portava la divisa perfettamente stirata. ” Novità brigadiere?”, domandai. ” Niente, tutto a posto per oggi”, fu la risposta. Tutto a posto un corno, pensai io » , ricorda il giornalista, « mi ostinai e tornai alla carica: ” Proprio niente signore?”. E lui: ” C’è la carogna di una pecora giù alla palude e la gente da quelle parti già dice che la notte sente ululare” » . È fatta, pensò il cronista. E andò di corsa allo stagno, che era fondo quasi 5 metri nel punto più alto ed era grande come un campo di pallone. La carcassa ovina era là, a 10 centimetri dalla riva, in via Della Pace. Due metri più avanti c’era pure un cane. Sgozzato, sussurrò qualcuno. Luigi Rossi, capo della Protezione animali ( si chiamava così), particolarmente versato in anfibiologia, guardò la povera bestia e sentenziò: « Il caso è misterioso, il meticcio presenta squarci alla gola, come fosse stato azzannato o finito a unghiate » . Non c’è dubbio: il mostro si nasconde nella palude. Bastò un titolo sul giornale del mattino, e la psicosi fu generale. « La gente di Sesto, centro notoriamente operoso e quindi uso a lunghi e pacifici sonni riparatori, la notte non chiude più occhio » , scriveva il grande Dino Buzzati. Stando alle cronache, il terrificante ululato saliva dalle acque melmose appena il buio calava. Un innocuo ranocchione (ululone), in fondo a un fiume? Macché, Giuseppe Gallizzi ricorda le parole della gente che ormai passava le notti in bianco: « Non è un gracidare, il verso assomiglia di più a un lungo muggito ( così: muuuhmuuuh…) e si sente anche sei- sette volte in una notte » . Arrivarono i pompieri, la polizia, i carabinieri e i battitori con i gambali alti. Armati di mazze di ferro e retini, cominciarono la caccia. Il postino Ernesto Bottoli, che veniva da Mantova, diede subito il suo parere: « Secondo me è una ranagolia, detta anche ranatoro. Quattro anni fa ne trovarono cinque o sei nel lago Inferiore di Mantova; sono anfibi che rivano dalla California, a zampe distese arrivano fino a 70 centimetri di lunghezza. Alcuni mesi fa ne hanno uccisa una anche nel Cremonese, con una bomba a mano » . Ma un mostro è sempre un mostro, se attacca si può anche sparare. E un tale decise di mettergli una taglia di 50 mila lire sulla testa. « A quel punto fu guerra dichia-arrata » , dice Gallizzi, « c’era la folla in via Della Pace e la fila di macchine fino a Monza, la gente veniva da tutta la Lombardia per assistere alle battute. Gli ambulanti avevano portato in riva all’acquitrino le bancarelle, con le bibite e i panini col salame. Pagine e pagine sui giornali, io ero diventato amico del brigadiere e così il mio giornale aveva sempre qualche ululato in più, rispetto agli altri. Si campò così due mesi » . Alla fine i pompieri svuotarono lo stagno, e sul fondo i pescatori Francesco Panchieri e Antonio Martinelli, trovarono una rana-toro che pesava 7 etti e 80 grammi. Il mostro fu catturato con una rete e la storia finì. Ma a Sesto, quando arriva l’estate qualcuno sente ancora ululare.
Cristiana Lodi

Abbonamento ‘salva tasche’ Vedere la Pro Sesto costa solo 2 euro

Il presidente onorario Massimo Nava ha deciso di offrire abbonamenti al prezzo di 35 euro, per dare a tutti la possibilità di andare allo stadio

 

 

Massimo Nava, presidente onorario della Pro Sesto (Spf)

Massimo Nava, presidente onorario della Pro Sesto (Spf)

 

Sesto San Giovanni, 21 luglio 2012 – La scure della crisi miete vittime? E la Pro sesto lancia, per i tifosi, la tessera “spending review’’. La squadra di Sesto San Giovanni, iscritta al campionato di Serie D, lancia l’abbonamento “salva tasche”: meno di 2 euro a partita, poco più del costo di un caffè

“In un periodo in cui la crisi è così forte – dice il presidente onorario Massimo Nava – abbiamo deciso di offrire abbonamenti al prezzo di 35 euro. Meno di 2 euro a partita per dare un po’ a tutti la possibilità di venire allo stadio cercando anche di fronteggiare la concorrenza televisiva dei grandi club’’.

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Città della Salute, c’è la scelta: la sede sarà all’ex area Falck Inizio lavori nel marzo 2014. Chiusura: dicembre 2015

Riunito, sabato mattina a Palazzo Lombardia, il tavolo istituzionale che ha stabilito la sede della Città della Salute e della Ricerca, il progetto scientifico-sanitario che integrerà gli Istituti Tumori e Besta

Milano, 30 giugno 2012 – Oggi, a Palazzo Lombardia, si è riunito il Tavolo istituzionale per stabilire quale dovrà essere la sede della Città della Salute e della Ricerca, il progetto scientifico-sanitario che integrerà gli Istituti Tumori e Besta. Presenti, Roberto Formigoni, presidente di Regione Lombardia, Filippo Basso dirigente del Ministero della Salute, il sindaco di Sesto San Giovanni Monica ChittòGiuseppe De Leo, predente dell’istituto Tumori e Alberto Guglielmo, presidente di Besta, che hanno indicato all’unanimità l’area ex Falck di Sesto San Giovanni.
Assente, invece, come già preannunciato da una lettera arrivata sulla scrivania di Formigoni nei giorni scorsi, il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. “Constato con dispiacere – è stato il commento di Formigoni – che il Comune di Milano, dopo aver condiviso tutti i passaggi del nostro cammino dall’inizio dell’anno a oggi, compresa la necessità di individuare l’area con la massima rapidità (ne fanno fede i verbali approvati sempre all’unanimità) abbia scelto di non partecipare oggi. D’altra parte l’unica proposta messa in campo da Milano in questi sei mesi è stata la caserma Perrucchetti, ma è ormai evidente a tutti che il Ministero della Difesa, che ne è il proprietario, non ha nessuna intenzione di concederla. Perciò un ulteriore rinvio avrebbe voluto dire concedere tempo al nulla”.

Prima di arrivare alle decisione definitiva, si è passati attraverso rinvii e analisi di proposte alternative, ma la decisione è infine giunta. Nei mesi scorsi erano spuntati nomi come il Niguarda e ilPoliclinio; “due aree prestigiose – ha detto Formigoni – ma nessuna delle due praticabile, per l’insufficienza delle superfici libere”. Scartata anche l’ipotesi, pure circolata, di non realizzare un nuovo complesso ma di ristrutturare i due edifici attuali. I quali tuttavia, ha detto Formigoni citando il parere dei tecnici “hanno una notevole vetustà immobiliare, non sono quindi adattabili agli elevati standardche bisogna prevedere per il futuro; inoltre sono in aree carenti di collegamenti e parcheggi”. Il presidente della Regione ha aggiunto che “i 32 milioni già stanziati dalla Giunta serviranno a garantire la perfetta funzionalità di Besta e Tumori per i prossimi 4-6 anni”.

Ora, dopo il passaggio in Giunta, si dovrà costruire e sottoscrivere entro marzo 2013 un Accordo di Programma. Nel frattempo entro settembre si procederà con le opere di bonifica dell’area, quindi a novembre sarà indetta la garada aggiudicare nel settembre 2013I lavori potranno iniziare nel marzo 2014, e chiudersi per il dicembre 2015.
Già stabilita inoltre la spartizione dei finanziamenti: fino a 350 milioni da parte della Regione Lombardia40 milioni dal Ministero della Salute (per nuovi macchinari e tecnologie del Besta), oltre a 50 milioni che il concessionario anticiperà, recuperandoli poi con la successiva gestione di servizi non sanitari, come guardiani, pulizie, ristorazione, ecc.

A chi infine ha fatto osservare che scegliendo l’area Falck si esce da Milano, Formigoni ha fatto notare che dal punto di vista sostanziale questo non è vero: la Città della Salute sarà a pochi metri dalla fermata della linea 1 della Metropolitana Milanese. Di più: “La Città della Salute sarà il più grosso contributo alla realizzazione della Città Metropolitana”.

Tavolo istituzionale a Palazzo Lombardia (foto Newpress)