DANNI PROVOCATI DALL’AMIANTO: AGISCI SUBITO CON IL CODACONS Se sei rimasto vittima sul posto di lavoro o per esposizione ambientale a polveri di amianto malattie asbesto correlate, puoi agire con il CODACONS per il risarcimento del danno!

 



Vittima dell'amianto? Ottieni risarcimento del danno con il Codacons

Ogni anno migliaia di persone si scoprono affette da gravi patologie derivanti dall’esposizione a fibre di amianto: questo minerale è infatti responsabile di patologie gravi ed irreversibili, tra le quali anche una gravissima forma di cancro, denominata “Mesotelioma.

Molte persone gravemente ammalate non sanno che, con molta probabilità, la loro patologia deriva da lavori svolti – anche decine di anni fa – in posti di lavoro, quali cantieri, officine, fabbriche che producevano amianto o lavoravano manufatti che lo contenevano o semplicemente in fabbriche dove l’amianto era presente nei macchinari o sulle coperture. 

Nel 1992 con la legge n. 257 l’Italia ha messo al bando tutti i prodotti contenenti amianto, vietando l’estrazione, l’importazione, la commercializzazione e la produzione di amianto e di prodotti contenenti tale minerale.

Ma questo pericoloso minerale aveva già minato la salute di migliaia di lavoratori che, come nel caso del mesotelioma, sviluppano la malattia asbesto correlata solo dopo 30 o 40 anni dal contatto.

Nonostante la legge, poi, non tutti i luoghi di lavoro che contenevano o lavoravano o semplicemente smaltivano l’amianto sono stati bonificati, cosicchè decine di persone si sono rivolte al Codacons avendo sviluppato patologie asbesto correlate solo perché abitavano in quartieri dove pericolose fabbriche sono state bonificate solo dopo più di quindici anni o, purtroppo, non lo sono state affatto.

Molti non sanno che quando un familiare si scopre affetto da tali gravi malattie anche i parenti che con essi vivono o che semplicemente li assistono sviluppano un autonomo diritto al risarcimento di quel danno che la giurisprudenza definisce come “danno parentale”. 
Se rientri tra i soggetti che si sono ammalati a causa dell’amianto o che hanno perso un familiare per tale ragione contatta il Codacons e fatti assistere nella causa di risarcimento del danno. 

Avv.Carlo Rienzi, presidente CodaconsPER OTTENERE UNA CONSULENZA GRATUITA scarica il modulo qui sotto:


compilalo ed invialo insieme a:

  • Copia della carta di identità e del codice fiscale e recapiti telefonici ed e mail per essere contattati
  • Cronistoria dell’accaduto
  • Documentazione sanitaria comprovante la patologia contratta (mesotelioma-asbestosi-broncopatie cronico ostruttive- carcinoma asbesto correlato- etc…)
  • Informazioni in tuo possesso sulla società presso la quale si è svolta l’attività lavorativa e sua attuale sede

a: 

CODACONS
Azione AMIANTO
Viale delle Milizie, 9
00195 Roma 

N.B – La mancanza di un qualunque documento non pregiudica l’azione. Invia comunque la busta con tutti i documenti in tuo possesso. 

La tua documentazione verra’ valutata gratuitamente da un team di professionisti che ti contatteranno direttamente per illustrarti la strategia migliore per richiedere il risarcimento dei danni subiti. 

L’invio della suddetta documentazione non costituisce conferimento di mandato giudiziario, ma e’ richiesta esclusivamente al fine del suddetto esame gratuito della propria situazione.

Se dopo questa consulenza vorrai essere assistito legalmente potrai farlo alle condizioni che ti saranno illustrate.

http://www.codacons.it/articoli/danni_provocati_dallamianto_agisci_subito_con_il_codacons_228513.html

Cancro: per i nuovi farmaci basta l’ok europeo ed italiano

 

COMUNICATO STAMPA

CANCRO: “PER I NUOVI FARMACI BASTA L’OK EUROPEO E ITALIANO”

LA COMMISSIONE SANITÀ DEL SENATO APPROVA LA MOZIONE ANTI-RITARDI
Non serve un terzo livello, regionale, di valutazione. Il prof. Francesco De Lorenzo (presidente FAVO) e il prof. Stefano Cascinu (presidente AIOM): “Apprezziamo l’attenzione delle Istituzioni”

Roma, 9 luglio 2012 – La Commissione Igiene e Sanità del Senato impegna il Governo “ad intervenire, nell’ambito delle proprie competenze, affinché l’effettiva disponibilità dei nuovi farmaci antitumorali sia garantita in tutte le Regioni immediatamente dopo la loro registrazione da parte dell’AIFA – a garanzia dell’uniformità assistenziale sancita dalla Carta costituzionale – dato che si tratta di presidi farmaceutici che hanno già ricevuto una valutazione positiva, a livello sia europeo sia nazionale”. La Commissione, presieduta dal sen. Antonio Tomassini, accoglie il grido d’allarme sulle gravi diversità di accesso ai “nuovi” farmaci antitumorali tra le Regioni lanciato dalla FAVO (Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia) nella VII Giornata nazionale del malato oncologico. Una situazione dovuta a differenti meccanismi di valutazione per l’inserimento dei nuovi medicinali nei Prontuari Terapeutici Regionali (PTR). In una lettera inviata al Ministero della Salute, prof. Renato Balduzzi, la FAVO, insieme all’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) e alla Società Italiana di Ematologia (SIE), ha denunciato questa situazione preoccupante. “Apprezziamo la capacità delle Istituzioni – affermano il prof. Francesco De Lorenzo, presidente FAVO, e il prof. Stefano Cascinu, presidente AIOM – di ascoltare la voce dei pazienti, che non possono essere lasciati soli”. Oggi solo in poche Regioni e nella Provincia autonoma di Bolzano i farmaci innovativi oncologici sono messi a disposizione dei malati di cancro immediatamente dopo l’approvazione dell’AIFA (Agenzia Italiana del Farmaco), mentre nelle altre Regioni ciò avviene con ritardi anche fino a 50 mesi. “Tali difformità”, si legge nella mozione approvata dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato, “dipendono dall’inessenziale ripetizione costituita da un terzo livello di valutazione nelle Regioni dotate di un proprio prontuario terapeutico farmaceutico, ad opera di commissioni localmente costituite, la cui competenza scientifica e completezza di documentazione non possono certo essere superiori a quelle della Commissione europea EMA e dell’Agenzia nazionale AIFA (dove pure le Regioni sono presenti con propri esponenti scientifici e istituzionali)”. “Tale inessenziale valutazione di terzo livello determina, nelle Regioni dove è vigente, ritardi pregiudizievoli per la salute dei malati di tumore ed è in palese contrasto con l’atto d’intesa, con il quale le Regioni si sono impegnate a ridurre le diseguaglianze” è evidenziato nella mozione. “La difformità di trattamento – conclude il prof. De Lorenzo – rappresenta una violazione del principio contenuto nell’articolo 32, della Costituzione, che garantisce la tutela della salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, in forza del quale i malati di tumore hanno diritto, data la gravità della patologia, a ricevere sempre, ed ovunque residenti, la migliore assistenza possibile, in condizioni di uniformità nazionale”.

Leggi il testo della mozione

http://favo.it/comunicazioni/49-focus/970-per-i-nuovi-farmaci-basta-ok-europeo-italiano.html

Ospedali, tagliato un reparto su 10 L’assessore Bresciani : «via gli sprechi»italia,sanità

Nuovo giro di vite. «Basta primari per soli 30 posti letto» 
Alfieri (Pd) «Scelta preoccupante, in vista nuovi ticket»

(Fotogramma)(Fotogramma)

MILANO – In tempi di crisi la Lombardia non può più permettersi di avere un primario per soli 30 letti. Gli incarichi dirigenziali si sono moltiplicati negli anni, spesso per non far litigare sulle nomine l’università e gli ospedali. Così adesso il Pirellone dice basta: e nelle linee guida per il 2012 impone il taglio del 10 per cento delle unità ospedaliere. Si tratterà, in pratica, di ridurre il numero dei reparti, con accorpamenti che fanno presagire anche la perdita di posti letto per i malati.
Soprattutto nei poli universitari, i posti al vertice che possono superare i 100 mila euro l’anno si sono spesso sdoppiati, con la nomina di un primario ospedaliero e di uno universitario.

http://milano.corriere.it/milano/notizie/cronaca/11_novembre_22/ospedali-tagli-regione-reparti-1902257530510.shtml

Visite specialistiche intramoenia più care L’incremento pari al 20 per cento della quota della tariffa

 

Dal Senato sì alla manovra, tagli ai bonus per le famiglie Approvata la fiducia sul testo che passa alla Camera. Tra le novità tagli su asili nido, nuclei con figli e spese mediche. Il testo approvato con 161 sì e 135 no

Roma, 14 lug. (TMNews) – Il governo incassa lafiducia di palazzo Madama sulla manovra economica per il pareggio di bilancio nel 2014. Il decreto, dopo un esame lampo al Senato, passa all’esame della Camera che lo licenzierà definitivamente domani. I voti favorevoli sono stati161, i contrari 135 e 3 gli astenuti.

La stretta della manovra fiscale s’abbatte sulla famiglia con tagli su asili nido, nuclei con figli espese mediche. Il taglio lineare del 5% per il 2013 e del 20% a partire dal 2014 toccherà tutte le 483 agevolazioni fiscali anche quelle per le famiglie.

 

Per rafforzare la manovra il governo ha deciso di far entrare subito nel decreto il taglio di tutte le agevolazioni fiscali con l’obiettivo di recuperare un gettito pari a regime a 20 miliardi (4 miliardi nel 2013 e 20 miliardi a partire dal 2014). In pratica, la stretta verrà prima adottata ma potrebbe essere rimodulata se entro il 30 settembre 2013 il governo eserciterà la delega con la riforma fiscale.

Tra le altre detrazioni e deduzioni che subiranno il taglio lineare anche quelle per il risparmio energetico, le ristrutturazioni edilizie, il terzo settore e le Onlus, l’Iva, le accise e i crediti d’imposta.

Complessivamente l’importo della manovra finanziaria è lievitato arrivando a 79 miliardi di euro. A sorpresa viene anticipato l’ingresso del ticket sanitario. Si pagheranno 10 euro per le visite specialistiche e 25 euro per il codice bianco alpronto soccorso. Quanto alle pensioni chi ha 40 anni di contributi andrà in pensione un mese più tardi già a partire dal 2012, due mesi dopo nel 2013 e tre nel 2014.

Previsti anche tagli alle cosiddette rendite d’oro con un prelievo del 5% sulle pensioni superiori ai 90 mila euro l’anno e del 10% per chi supera i 150 mila euro. Capitolo deposito titoli. Chi ha azioni, obbligazioni o titoli di Stato subirà un prelievo di 34,20 euro fino a 50 mila euro, 70 fino a 150 mila, 240 tra 150 e 500 mila, 680 oltre i 500 mila.

 

Sanità, i malati di tumore costretti al “privato”

Polverini Zingarettidi Raffaele Gambari

Ecco a cosa può portare il blocco del turn over del personale nella sanità laziale: che un malato di tumore, quindi con una patologia grave, come segnala il sindacato autonomo Fials Confasl, quando viene dimesso da uno dei centri di eccellenza in oncologia della sanità romana, l’Istituto Idi ricerca e di cura Regina Elena, dove è in cura assistenziale, rischia di dover pagare di tasca propria esami, come una tac o un’ecografia e analisi complementari, per rispettare il calendario dei controlli programmatici, ricorrendo a centri privati perché ormai le liste di attesa nella sanità pubblica sono infiniti.

Questo, sempre secondo il sindacato, a seguito dei tagli imposti per il rientro dal deficit nella sanità laziale. Le conseguenze sui malati e sul loro diritto ad essere curati a costi e con tempi normali li illustra ad Affaritaliani.it il segretario regionale del Lazio della Fials Confsal Gianni Romano, che così risponde anche alle segnalazioni arrivate al centralino della sua organizzazione da malati che hanno chiesto spiegazioni sul rispetto dei protocolli per la cura delle malattie tumorali. .

Romano, cosa sta succedendo all’Ifo Regina Elena; il blocco delle assunzioni sta tagliando l’eccellenza pubblica come sostiene il suo sindacato?
“E’ davvero il caso di dire che con il blocco del turn over messo in campo dal commissario ad acta per la sanità Renata Polverini si impoveriscono le eccellenze cliniche del Lazio. Diventa desolante per l’Istituto di ricerca e di cura Regina Elena, polo oncologico del centro-sud d’Italia , che i pazienti in continuità assistenziale possano agognare di sottoporsi a degli esami, come un’ecografia o una tac e per eseguire queste particolari ricerche devono rivolgersi ad altri presidi sanitari. Il motivo? la pressante richiesta di malati provenienti anche da altre Regioni e il recente pensionamento di alcuni radiologi ha limitato e saturato la possibilità degli Ifo di effettuare le indagini complementari in regime di prenotazione tramite il Recup. In pratica a meno che il paziente non sia ricoverato o segua terapie in day hospital, all’Ifo come in altri poli di riconosciuta eccellenza, diventa difficoltoso fare lo screening , che comprende ad esempio la tac total body, 2 o 3 volte l’anno come prescritto dai protocolli di assistenza”.

Insomma, questo problema delle liste di attesa, da tempo sollevato dal suo sindacato, sta creando disagi pesanti per i cittadini e cosa sta provocando nel personale della sanità? 
“È sconfortante per il personale che presta servizio in un polo oncologico di eccellenza dire agli assistiti che l’esame complementare devono andare a farlo altrove e così non riuscire a garantire una continuità diagnostica più immediata e agevole. Già, ma altrove cosa dovrebbe significare se, per esempio anche al San Giovanni Addolorata le liste di attesa sono praticamente “chiuse” quanto al Policlinico è impossibile prendere un appuntamento tramite il Recup. Per chi se lo può permettere una via di uscita è quella di mettere mano al portafoglio. Il paziente allora potrebbe rivolgersi all’intra-moenia a pagamento, oppure ad un centro diagnostico non convenzionato. Qui una tac total body con mezzo di contrasto sta sui 650 euro, un’ecografia completa del tronco, dal collo alla pelvi, oltre i 300, in questo caso gli esami si possono fare in circa 15 giorni. E contando che un paziente in cura per queste patologie gode, si fa per dire, dell’esenzione dal ticket. Tuttavia, c’è da aggiungere che non è un vezzo che i pazienti in cura all’Ifo vogliano fare la Tac in sede ma è perché il macchinario è di ultimissima generazione e gli operatori sono degli eccellenti professionisti”.

Cosa chiedete allora di fare al presidente della giunta regionale Renata Polverini?
“Su queste segnalazioni pervenute alla nostra organizzazione invitiamo la presidente Polverini a dare chiarimenti dettagliati . Non basta che decreti l’abbattimento delle liste di attesa con la campagna “Mi state a cuore”. I cittadini si aspettano che alla propaganda seguano atti concreti. Come ad esempio quello di incaricare lo specialista di prenotare direttamente, dove e quando l’assistito deve eseguire le indagini complementari previste dai protocolli internazionali per il fallow up oncologico. Solo in questo modo si potrà avere la certezza che venga rispettato il calendario dei controlli programmatici e nello stesso tempo evitare ai pazienti il disagio della ricerca di un centro diagnostico dove fare gli esami senza intoppi burocratici”.

ROMA, MUORE 63ENNE OPERATO A TIROIDE. IL FIGLIO: “MEDICO CI DISSE TUTTO A POSTO”

Policlinico Casilino

ROMA – Nuovo caso di malasanità nella capitale, dopo la morte di un paziente del Policlinico Casilino, Giancarlo Palmieri, 63 anni, avvenuta il 9 giugno scorso dopo un mese di coma.
La procura ha avviato un’inchiesta sul vicenda e Stefano Moser, chirurgo di guardia in servizio la sera dell’8 maggio scorso, è ora indagato per omicidio colposo. Palmieri era stato ricoverato per un intervento di tiroidectomia retrosternale e l’intervento era perfettamente riuscito. Poche ore dopo l’operazione, secondo quanto riportato nella denuncia alla magistratura fatta dal figlio del paziente con l’assistenza dell’avvocato Maurizio Cecconi, l’uomo iniziò a manifestare però problemi respiratori. Avvisato dagli infermieri il chirurgo di guardia prescrisse la somministrazione per via venosa di Bentelan, senza recarsi, è detto nella denuncia, a visitare il paziente, e quindi senza «esaminare obiettivamente entità e natura dei disturbi rappresentati». Le condizioni di Palmieri cominciarono progressivamente a peggiorare: in particolare si verificò l’irrigidimento del collo. Sollecitato nuovamente dal personale e dai familiari del paziente, Moser «visibilmente infastidito» si legge nella denuncia, visitò Palmieri e alla domanda del figlio se la situazione fosse preoccupante avrebbe risposto: «No», raccomandando «di lasciare in pace il malato, perchè è tutto a posto». Ulteriori timori furono rappresentati dal figlio del paziente nel corso della notte, a fronte delle ripetute difficoltà del genitore a respirare, ma la risposta del chirurgo di turno, è sottolineato nella denuncia, era sempre che «era tutto normale». La situazione degenerò quando Palmieri diede evidenti segni di soffocamento: in particolare la testa e il collo si gonfiarono a dismisura. A quel punto il paziente fu sottoposto ad una Tac, e alle quattro del mattino, ad un nuovo intervento chirurgico nel corso del quale gli fu asportato, dalla tiroide, un grosso coagula da emorragia. Palmieri entrò in coma in quel momento e poi è deceduto. Il pm Gustavo De Marinis, magistrato di turno al momento del decesso, ha disposto il sequestro della cartella clinica e oggi ha affidato al dottor Cipolloni, dell’istituto di medicina legale ‘La Sapienzà, l’incarico di eseguire l’autopsia, che si terrà lunedì prossimo

http://www.leggo.it/articolo.php?id=126588&sez=ITALIA

Toglie il medico di torno e allunga la vita. Del 10%

Mele

Le mele non solo tolgono i medici di torno, come recita un famoso proverbio popolare, ma allunga anche la vita. Di un buon 10%: tutto merito dei polifenoli in essa contenuti, in grado di invertire i livelli dei marker dell’invecchiamento. La scoperta arriva da uno studio condotto sui moscerini della frutta della specie Drosophila melanogaster – apparentemente molto diversi dagli uomini, ma utilizzati per gli esperimenti grazie al loro Dna, con caratteristiche simili a quello umano – da cui emerge che i piccoli animaletti, grazie alla somministrazione dei polifenoli della mela, oltre a vedersi allungata la durata della vita si vedono preservate le capacità di camminare, arrampicarsi e muoversi.

 

I ricercatori della Chinese University of Hong Kong guidati da Zhen-Yu Chen nello studio pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistryspiegano che alcune sostanze nocive generate nel corpo, chiamate radicali liberi, causano cambiamenti indesiderati nell’organismo e sono coinvolte nel processo di invecchiamento e nell’origine di alcune malattie. E per contrastarli si deve partire dall’alimentazione: la frutta e la verdura, e soprattutto le tipologie dai colori vivaci come pomodori, broccoli, mirtilli e mele sono ottime fonti di antiossidanti.

 

Chen e colleghi spiegano inoltre che i loro risultati confermano quelli di altri studi, tra cui uno in cui le donne grandi consumatrici di mele hanno fatto registrare una diminuzione del 13-22% del rischio di malattie cardiache.

Liste di attesa, quarto Rapporto su informazione on line

Circa la metà dei siti web di Regioni e P.A. e strutture sanitarie riporta dati sui tempi d’attesa, con un trend in crescita negli ultimi cinque anni. E’ quanto risulta dall’indagine condotta dall’ufficio III della Direzione generale della Programmazione sanitaria e dei livelli essenziali di assistenza e dei principi etici di sistema del Ministero della Salute nel mese di novembre 2010. Si tratta della quarta indagine sull’utilizzo della rete Internet quale strumento di comunicazione di dati su tempi e liste di attesa nei siti web di Regioni e Pubbliche Amministrazioni, ASL, Aziende Ospedaliere, IRCCS e Policlinici, che fa seguito alle tre precedenti svolte nell’ottobre 2005, nel dicembre 2007 e nel novembre 2009.

La disponibilità delle nuove tecnologie di comunicazione, in particolare Internet e la rete  hanno modificato attitudini e prassi dell’informazione, trasformando l’accesso alle informazioni e facendolo divenire un diritto primario per tutti i cittadini.

In questo contesto di cambiamento, il controllo e la gestione delle informazioni inerenti alle liste d’attesa rappresenta uno degli aspetti critici di tutti i sistemi sanitari e la possibilità di rendere disponibili le informazioni specifiche di carattere quali-quantitativo sui tempi di attesa può essere considerato un elemento rilevante ai fini della trasparenza e della accountability nei confronti del cittadino e degli operatori sanitari.

http://www.salute.gov.it/dettaglio/phPrimoPianoNew.jsp?id=308

Triage

Wounded Triage France WWI.jpg

Il triage (/tri’aʒ/) (termine francese che indica cernita – smistamento) è un sistema utilizzato per selezionare i soggetti coinvolti in infortuni, gravi o leggeri che siano, secondo classi di urgenza/emergenza crescenti, in base alla gravità delle lesioni riportate o del loro quadro clinico.


Il metodo del Triage è utilizzato innanzitutto all’arrivo di tutti i pazienti in Pronto Soccorso, dove l’accesso alle cure non avviene sulla base dell’ordine di arrivo ma sulla priorità delle loro condizioni. In questo ambito permette di stabilire un ordine tra i soggetti che vi giungono, dando le apposite cure prima ai casi con una priorità maggiore e di seguito quelli con priorità minore. Il grado di urgenza di ogni paziente è rappresentato da un codice colore assegnato all’arrivo, dopo una prima valutazione messa in atto da un infermiere formato e preposto a questo compito.

Applicazione

Inoltre viene messo in pratica ogniqualvolta si verifica un’insufficienza dei mezzi e del personale rispetto ai soggetti che hanno bisogno di aiuto. Questo caso si può verificare tanto in caso di calamità, di disastri o di grandi eventi, cioè le situazione previste dalla Protezione Civile, quanto in un Pronto Soccorso. In caso di situazioni straordinarie, tipiche della Medicina delle catastrofi, il triage è funzionale a far sì che tutto l’impianto del soccorso funzioni efficientemente per salvare il maggior numero di persone, dovendo a volte scegliere di dirigere le cure solo verso chi, soccorso prontamente, ha più probabilità di sopravvivere.

Ogni giorno i Pronto Soccorso si trovano ad accogliere un gran numero di pazienti che presentano priorità diverse e diverse tipologie di problemi. Il paziente si reca in Pronto Soccorso accusando un insieme di sintomi, i quali forniscono l’elemento soggettivo della malattia. Quando il sintomo, ossia l’espressione di una condizione psicofisica percepita come gravemente alterata, è valutato come potenzialmente pericoloso dal paziente, il malato si rivolge al Pronto Soccorso.

Proprio per questa ragione è necessario mettere a punto un approccio che stabilisca un primo legame relazionale con il paziente diminuendo il suo stato d’ansia e, allo stesso tempo, basandosi sulle priorità assistenziali e sulla gravità clinica, stabilisca l’ordine con il quale i pazienti verranno sottoposti a visita medica.

Con il termine Triage in Pronto Soccorso si intende quindi un insieme di procedure codificate che permettono la valutazione delle priorità assistenziali delle persone che si presentano, stabilendo un ordine di accesso alla visita medica ponderato alla gravità dei sintomi accusati.

Gli obiettivi del Triage sono:

  • Assicurare immediata assistenza al malato che giunge in emergenza;
  • Indirizzare alla visita medica i pazienti secondo un codice di priorità;
  • Identificare le priorità e l’area più appropriata di trattamento;
  • Smistare i pazienti non urgenti;
  • Ridurre i tempi di attesa per la visita medica; (anche se per i pazienti meno gravi (codici bianchi), con il triage i tempi d’attesa potrebbero esser più lunghi, se confrontati ad un accesso alla sala visita basato solo sull’ordine d’arrivo in pronto soccorso);
  • Ridurre lo stato d’ansia;
  • Migliorare la qualità delle prestazioni professionali del personale in Pronto Soccorso;
  • Valutare periodicamente le condizioni dei pazienti in attesa;
  • Fornire informazioni sanitarie ai pazienti e ai loro familiari.

In situazioni di calamità (medicina delle catastrofi), un primo triage viene effettuato direttamente dai primi soccorritori sul cantiere, ovvero direttamente nel sito dell’evento. Tale triage, detto Triage Rapido, viene poi rivisto all’arrivo al PMA (Posto Medico Avanzato). La segnalazione del codice di gravità, in tali situazioni, viene effettuata normalmente con delle specifiche Triage Tag, dei braccialetti colorati e delle schede di accompagnamento che vengono assegnate ai feriti in attesa di evacuazione sanitaria.

Codici-colore

Il metodo del triage usa un codice colore per rendere universalmente identificabile l’urgenza del trattamento per ogni singolo soggetto. Questo codice colore si compone, in ordine di gravità, di quattro classi: bianco, verde, giallo e rosso. Il colore nero, considerato successivo al rosso, non identifica uno stato di gravità, ma un soggetto deceduto (nota bene: i codici colori possono cambiare da una nazione all’altra e all’interno di diversi protocolli di intervento).

Codice Bianco nessuna urgenza – il paziente non necessita del pronto soccorso e può rivolgersi al proprio medico.
Codice Verde urgenza minore – il paziente riporta delle lesioni che non interessano le funzioni vitali ma vanno curate.
Codice Giallo urgenza – il paziente presenta una compromissione parziale delle funzioni dell’apparato circolatorio o respiratorio, non c’è un immediato pericolo di vita.
Codice Rosso emergenza – indica un soggetto con almeno una delle funzioni vitali (coscienza, respirazione, battito cardiaco, stato dishock) compromessa ed è in immediato pericolo di vita.

In ambito ospedaliero possono essere utilizzati altri due colori:

Codice Nero il paziente è deceduto – Non Rianimabile / stato di massima allerta!
Codice Arancione il paziente è contaminato

Esiste anche il Codice Blu (Funzione vitale compromessa), che viene dato in ambito extraospedaliero dal personale di soccorso che sta attuando manovre di rianimazione quali il BLS (Basic Life Support) o la defibirillazione con defibrillatori automatici (DAE). Generalmente, un codice blu viene attivato in assenza del medico.

Il codice Arancione va applicato quando c’è un’emergenza NBCR (Nucleare Biologico Chimico Radiologico), e si utilizza il protocollo di triage all’inverso, giacché le persone coinvolte che sono state per meno tempo esposte all’agente contaminante hanno – solitamente – più possibilità di sopravvivenza.

Esistono anche forme di Triage psicologico, attuati all’interno dei protocolli di medicina delle catastrofi, che sono finalizzati ad una valutazione rapida dello stato di scompenso ideoaffettivo nelle vittime di situazioni di crisi e calamità. La loro classificazione prevede l’uso della scala “Psi1-Psi2-Psi3”, come sottospecificazione del codice-colore sanitario (ma solitamente si assegnano i codici Psi solo in caso dicodice verde sanitario).

Voci correlate