TUMORI: IN ITALIA AUMENTA LA SOPRAVVIVENZA MA GAP NORD-SUD

(AGI) – Roma, 14 nov. – In Italia la sopravvivenza dei malati di tumore continua ad aumentare, ma al Sud e’ di 4-10 punti percentuali piu’ bassa che al Centro-Nord. Lo rivela il rapporto dell’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum) 2011, dedicato alla sopravvivenza oncologica e basato sulle informazioni raccolte dai 31 Registri afferenti alla rete Airtum, che complessivamente copre il 38% della popolazione residente nel Paese. Secondo il rapporto, poi, se si considera l’insieme di tutti i tumori (esclusi quelli di vescica e cute), la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi dei malati oncologici e’ pari al 50% per gli uomini e al 60% per le donne, dato superiore alla media europea e simile a quello registrato nei Paesi scandinavi, mentre e’ inferiore a quello degli Stati del Nord America. Inoltre tra il 1990 e il 2007 il periodo di permanenza in vita dei malati di cancro in Italia e’ aumentato del 14% per gli uomini e del 9 per le donne. Miglioramento che permane anche a distanza di 10 e 15 anni dalla diagnosi.
  Tuttavia, si legge nel dossier, la sopravvivenza a 5 anni per i tumori di maggiore impatto sociale mostra che a fianco di neoplasie a buona prognosi permangono ancora tumori a prognosi infausta: la sopravvivenza e’ alta per alcune sedi tumorali quali tiroide (94%), mammella (87%), prostata (89%), cervice uterina (61%) e colon-retto (58%); e’ inferiore al 50% per le leucemie considerate nel loro insieme (43%) e per il tumore dello stomaco (29%); al di sotto del 20% per fegato (14%) e polmone (13%). Inoltre, negli uomini la sopravvivenza a 5 anni e’ di circa 10 punti percentuali piu’ bassa rispetto a quella delle donne. Nella gran parte dei tumori maligni la sopravvivenza appare inversamente proporzionale all’eta’. Le analisi hanno riguardato oltre 1.490.000 casi di tumore diagnosticati tra il 1990 e il 2007, con aggiornamento dello stato in vita al 31 dicembre 2008. “Il dato rassicurante e’ che nel nostro Paese la sopravvivenza dei malati di tumore cresce ancora, quello che fa piu’ riflettere e’ la permanenza di una differenza tra Centro-Nord e Sud che varia tra i 4 e i 10 punti percentuali in relazione ai diversi tumori”, ha spiegato Mario Fusco, direttore del Registro Tumori di popolazione della Campania, coordinatore del Rapporto, “il divario era gia’ noto, ma ora l’affermazione e’ rafforzata dall’accresciuta rappresentativita’ dei registri del Sud”. Le sopravvivenze piu’ basse rilevate al Sud, ha aggiunto l’esperto, “riguardano tumori diversi per prognosi e disponibilita’ d’interventi, tendono a persistere anche tra coloro che sono sopravvissuti al primo anno dopo la diagnosi e tra i malati che sopravvivono per piu’ di 5 anni dalla data di diagnosi. Cio’ significa che la piu’ bassa sopravvivenza non e’ limitata ai casi con malattia intercettata in stadio piu’ avanzato. Quest’ultimo elemento suggerisce che le criticita’ all’interno dei sistemi sanitari delle Regioni meridionali non siano limitate alla fase diagnostica, ma siano presenti anche nelle successive fasi di gestione della malattia”. Lo studio, finanziato dal ministero della Salute tramite il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM), e’ pubblicato come supplemento a Epidemiologia & Prevenzione, la rivista dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, e scaraicabile da www.registritumori.it. (AGI) .

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