Gli agrumi – II parte Il mandarino – Il mandarancio – Il pompelmo

Il mandarino

Con tale termine si è soliti designare un gruppo di agrumi abbastanza eterogeneo ma di notevole importanza economica di livello mondiale, seconda solo all’arancia; e del resto, anche per quanto attiene alla loro classificazione botanica, esistono varie correnti di pensiero. In Italia le varietà commercialmente più diffuse sono quella Avana, il mandarino comune, ed il mandarino tardivo di Giaculli.

Una volta, nel tempo pregresso di un’Italia economicamente più povera, i mandarini erano il caratteristico frutto invernale da consumare solo a Natale, quando servivano anche ad addobbare l’albero natalizio di casa. Il frutto è simile all’arancia ma più piccolo e, come tutti gli altri agrumi, è un’autentica miniera di proprietà salutari; del mandarino in particolare si può utilizzare tutto.

La buccia, utilizzata peraltro anche nella produzione di liquori, è piena di ‘limonane’, un prezioso antiossidante che contrasta l’invecchiamento; la si può consumare macerata nel tè; dalla buccia si ricava inoltre un olio essenziale in grado di alleviare tensioni nervose, stitichezzaaerofagiaacneseborreainsonnia, ritenzione idrica.

La polpa, anche se in misura minore rispetto all’arancia, è ricca di Vitamina C, utile a prevenire il raffreddore e protegge mucose e capillari; la Vitamina P invece contrasta laritenzione idrica e favorisce la diuresi; ed infine la polpa contiene calcio, potassio efibre, indispensabili per le ossaintestino e regolatrici della pressione arteriosa, ed ancora il bromo, che ha proprietà calmanti e rilassanti, e soprattutto i carotenoidi.

Gli scienziati del National Institute of Fruit Tree Science, ma anche altri studi paralleli, sostengono che il mandarino avrebbe proprietà antitumorali e proteggerebbe il cuore. Studi condotti a campione di 1000 persone evidenzierebbero che bere un bicchiere di succo di mandarino al giorno ridurrebbe il rischio di sviluppo di tumore al fegato.

Gli specialisti australiani sostengono, invece, che il consumo di arance e mandarini  riduce del 50% le probabilità di cancro del tratto digestivo e del 20% di ictus. La Vitamina C, di cui è ricco il mandarino è utile altresì a combattere le rughe e schiarire le macchie di pelle, rendendola soda e compatta. La buccia di mandarino può anche rivelarsi utile per unsalutare massaggio alle gambe, facilitando il riassorbimento dei liquidi: il che non è un aiuto da poco per chi soffre di cellulite.

In Italia la produzione del mandarino si localizza soprattutto in Sicilia e Calabria, con raccolta che va da dicembre a gennaio; nell’attuale situazione storica però la sua importanza è stata sminuita dalla diffusione sul mercato del mandarancio, meno calorico e con minore scarto.

Il mandarino in definitiva è un frutto prezioso per le sue proprietà nutrizionali, gradevole al palato e perciò ben accetto ai più piccini e alle persone anziane  per il suo sapore dolce e questo tuttavia è anche il suo limite: la presenza di zuccheri è doppia che nelle arance, e con un indice di sazietà non troppo elevato: per chi segue un regime ipocalorico è opportuno consumarne con moderazione, ma non scartarlo dalle diete, considerandone le eccezionali proprietà terapeutiche.

Il mandarancio

Le origini del mandarancio sono incerte: alcuni studiosi ritengono che esso sia di una varietà molto antica, originaria della Cina o in generale dell’Estremo Oriente; altri la ritengono un ibrido fra mandarino e arancio, dolce o amaro, altri ancora sono dell’opinione che essa sia un ibrido fra mandarino e chinotto.
I frutti, di color arancione, hanno la buccia arancione facile da togliere, polpa dolce e ricca di succo, semi piccoli e appuntiti, anche se oggi molte varietà sono apirene.

Numerose sono le varietà offerte sul mercato: dal gruppo delle classiche Clementine, il cui nome deriva da Clemente Rodier, il frate missionario che le coltivò per primo in Algeria, alle Satsuma, coltivate in Giappone da più di quattro secoli. Le varietà più note di Clementine sono la Monreal,  Di NulesOrovalTardivo. La loro maturazione è più precoce rispetto ai mandarini, rispetto ai quali sono anche più resistenti al freddo.

Di seguito i valori nutrizionali per una quantità pari a 100 grammi. (Fonte: tabella dei valori nutrizionali).

Il pompelmo

Il suo nome è nato dalla fusione di due termini, di cui uno olandese ‘pompoen’: grosso, ed uno giavanese ‘limoes’: limone; in pratica la parola pompelmo significa ‘grosso limone’. Questo frutto, completamente assente dalle nostre tavole fino a circa quarant’anni fa, è oggi di rilevante importanza nella nostra alimentazione.

Come la maggior parte degli agrumi, appartiene al genere Citrus della famiglia delle Rutacee; è il frutto di un albero sempreverde dai piccoli fiori bianchi. La buccia è di color giallo tendente al verdognolo, ma esistono tre varietà di pompelmo:

  • gialla, particolarmente adatta per i succhi;
  • rosa, ibridata con l’arancio moro, dalla buccia sempre gialla ma con  venature rosate, molto più dolce;
  • rossa, per ulteriori ibridazioni soprattutto con l’arancio moro; i risultati conseguiti sono ottimi: il frutto va diventando sempre più dolce e colorato mentre la buccia va assottigliandosi.

Al momento i pompelmi rosa o rosso sono solo varietà di quello giallo, ma è anche possibile che la coltivazione si avvii entro breve tempo verso una specie autonoma del citrus. Commercialmente parlando negli USA sono stati già introdotti due nuovi cultivar del pompelmo rosa, e cioè la Star Ruby nel 1970 e la Rio Red nel 1984, entrambe vendute con la denominazione Rio Star, ottenute mediante esposizione a radiazioni ionizzanti. Molti esperti sono dell’opinione che la varietà bianca sia la più gustosa.

I frutti, dal peso compreso fra i 200 e i 500 grammi, sono destinati al consumo ‘naturale’; la pianta tuttavia può produrne anche di peso superiore ai 2 Kg, che di solito sono destinati alla produzione di succhi. Le origini non sono sicure. Secondo una corrente di pensiero, esattamente come tutti gli altri agrumi, proverrebbe dall’Estremo Oriente e quindi sarebbe stato noto al Vecchio Mondo anche in tempi anteriori alla scoperta dell’America; secondo un’altra teoria, non suffragata peraltro da prove certe che del resto mancano anche alla prima teoria, sarebbe originario degli arcipelaghi oceanici dei Carabi o della penisola della Florida: a tal riguardo, in sostanza, i botanici non hanno certezze.

I maggiori produttori mondiali oggi sono Israele, il Texas in USA, il Sudafrica, l’Algeria; in Italia si coltiva per lo più in Liguria, in Campania, negli agrumeti della Piana di Catania e della Conca d’Oro in Sicilia.

Appena diffuso, e specialmente negli Stati Uniti degli anni Ottanta, al pompelmo vennero ascritte moltissime proprietà curative, preventive e farmacologiche: non c’era disfunzione organica che esso non curasse, anche diverse, se non in contrasto fra di loro ed anzi anche in campo scientifico erano numerose le riviste di divulgazione ad esaltare la stretta connessione fra bellezza della pelle e pompelmo, a suggerire molteplici diete a base dello stesso frutto o incoraggiare e promuovere l’uso dell’agrume come disinfettante, zanzarifugo o anche come spermicida.

Oggi, sedatosi il clamore della moda, il discorso si è riportato nei termini meno clamorosi e più equilibrati. Si sa per certo che il pompelmo agisce da disinfettante e stimolante dell’apparato digerente, per cui se ne consiglia l’uso al termine di pasti abbondanti anche di sera; il pompelmo giallo poi col suo minor contenuto di zuccheri, è preferibile al altri agrumi come arance e mandarini.

Ed ancora, dal punto di vista nutrizionale, il pompelmo è molto ricco di fibre, di Vitamine A, B, C, di quell’autentico tesoro che sono i flavonidi, potenti antiossidanti che aiutano il fegato e prevengono malattie cardiovascolari ed infiammatorie, nonché di pectine; dimostra inoltre tutta la sua efficacia in alcune diete dimagranti riducendo l’assorbimento dei cibi durante il transito intestinale, grazie alle sue proprietà ed alla azione ben precisa della fenilalanina contenuta nel frutto.

Fra le varie qualità poi il pompelmo rosa contiene meno Vitamina C ma più fruttosio: tale caratteristica da un lato ne fa un frutto particolarmente adatto agli sportivi che, praticando sport attivo anche intenso, hanno bisogno di energia immediatamente disponibile, dall’altro la maggiore dolcezza ne fa un frutto gradito ai bambini ed a chi in generale non gradisce il gusto aspro del pompelmo; ultima, ma non per importanza, è infine la sua apprezzabile proprietà diuretica.

Né è da poco la notizia secondo cui un pool di ricercatori in Israele ha scoperto che è sufficiente mangiare un pompelmo rosa al giorno per abbassare del 20% i livelli di colesterolo LDL, quello ‘cattivo’, proteggendo così il proprio apparato circolatorio.

Un po’ più controverso è invece l’utilizzo del pompelmo come coadiuvante nelle terapie didisintossicazione dalle droghe pesanti: secondo alcuni esperti alcuni principi attivi, di cui il frutto è ricco, la bergamottina e la naringenina, sarebbero in grado di calmare in parte le crisi di astinenza ed il pompelmo sarebbe usato dunque in luogo di blando metadone in versione naturale.

Quanti vantaggi in termini di fitness e salute e tutti racchiusi in un unico frutto! da cercare di consumare possibilmente fresco dal momento che la Vitamina C è solita degradare col passar del tempo!

Per  gli estimatori e quotidiani consumatori di questo agrume, ove ci sia uncontemporaneo uso di farmaci sedativi o ansiolitici o antistaminici o in presenza di cardioprotettori si potrebbe verificare un ostacolo al corretto funzionamento delle terapie in atto, ed anche l’assunzione di pillole anticoncezionali potrebbe essere vanificata da un determinato uso del pompelmo, sia come frutto sia come succo.

Alcune sostanze, fra cui la già menzionata bergamottina ed altre ancora, di cui  il pompelmo è ricco, note come furanocumarine, agendo sul complesso degli enzimi epatici responsabili dell’elaborazione di molte famiglie di farmaci, interferiscono notevolmente con l’azione di questi ultimi, alterandone gli effetti. In particolare, un frutto intero al giorno o un bicchiere di succo possono essere sufficienti ad alterare una terapia farmacologia: nei casi sopra descritti, sarebbe opportuno consultare un medico.

Nella buccia poi sono contenuti importanti principi attivi quali il pinene, il limonane, il linaiolo, il citrale, con un contenuto in oli pari al 21%: a tali sostanze si riconosce in generale un’azione antidepressiva e sulla circolazione, oltre che capacità di stimolare la struttura del talamo nel diencefalo. Negli ultimi tempi l’olio di buccia di pompelmo va acquisendo in misura sempre maggiore un ruolo nell’aromaterapia.

L’estratto dei semi di pompelmo, ricco di bioflavonidi e glucosidi, con la forza della sinergia di tutti i suoi principi attivi è efficace contro 800 tipi di batteri e 100 varietà difunghi, non danneggia la flora batterica intestinale, stimola e rinforza il sistema immunitario, non ha effetti collaterali eccetto che in soggetti sensibili che possono avere una leggera irritazione intestinale.

I semi contengono infatti le Vitamine A, C, E ed ancora selenio e zinco, con i quali tutti si combattono i radicali liberi, contribuendo a mantenere integre le cellule, ritardandone l’invecchiamento. Già oggi è positivo l’utilizzo dei semi medesimi, ancorché a livello sperimentale, per la cura dell’ulcera gastrica. A tal riguardo un recente studio condotto dal Medical College dell’Università polacca ‘WladYslaw II Jagiello’ di Cracovia ha dimostrato l’efficacia delle polveri di semi di pompelmo nella riduzione delle ulcere gastriche nelle cavie da laboratorio.

Di seguito i valori nutrizionali per una quantità pari a 100 grammi. (Fonte: tabella dei valori nutrizionali).

 

 E dunque? Ecco i benefici che un uso costante e corretto della frutta in generale, e degli agrumi in particolare, può apportare, inquadrati naturalmente nel complesso di un’alimentazione equilibrata, completa e corretta, per come delineata nella inossidabileDieta Mediterranea, che trova la sua esemplificazione pratica nelle varie Piramidi Alimentari. 

Per il momento buona aranciata, gustosa limonata, ottima cedrata, la più strepitosa spremuta di pompelmo a tutti: sono fresche, sono genuine, costano poco e soprattutto fanno bene!

http://magazine.paginemediche.it

Gli agrumi – II parte Il mandarino – Il mandarancio – Il pompelmo

Il mandarino

Con tale termine si è soliti designare un gruppo di agrumi abbastanza eterogeneo ma di notevole importanza economica di livello mondiale, seconda solo all’arancia; e del resto, anche per quanto attiene alla loro classificazione botanica, esistono varie correnti di pensiero. In Italia le varietà commercialmente più diffuse sono quella Avana, il mandarino comune, ed il mandarino tardivo di Giaculli.

Una volta, nel tempo pregresso di un’Italia economicamente più povera, i mandarini erano il caratteristico frutto invernale da consumare solo a Natale, quando servivano anche ad addobbare l’albero natalizio di casa. Il frutto è simile all’arancia ma più piccolo e, come tutti gli altri agrumi, è un’autentica miniera di proprietà salutari; del mandarino in particolare si può utilizzare tutto.

La buccia, utilizzata peraltro anche nella produzione di liquori, è piena di ‘limonane’, un prezioso antiossidante che contrasta l’invecchiamento; la si può consumare macerata nel tè; dalla buccia si ricava inoltre un olio essenziale in grado di alleviare tensioni nervose, stitichezzaaerofagiaacneseborreainsonnia, ritenzione idrica.

La polpa, anche se in misura minore rispetto all’arancia, è ricca di Vitamina C, utile a prevenire il raffreddore e protegge mucose e capillari; la Vitamina P invece contrasta laritenzione idrica e favorisce la diuresi; ed infine la polpa contiene calcio, potassio efibre, indispensabili per le ossaintestino e regolatrici della pressione arteriosa, ed ancora il bromo, che ha proprietà calmanti e rilassanti, e soprattutto i carotenoidi.

Gli scienziati del National Institute of Fruit Tree Science, ma anche altri studi paralleli, sostengono che il mandarino avrebbe proprietà antitumorali e proteggerebbe il cuore. Studi condotti a campione di 1000 persone evidenzierebbero che bere un bicchiere di succo di mandarino al giorno ridurrebbe il rischio di sviluppo di tumore al fegato.

Gli specialisti australiani sostengono, invece, che il consumo di arance e mandarini  riduce del 50% le probabilità di cancro del tratto digestivo e del 20% di ictus. La Vitamina C, di cui è ricco il mandarino è utile altresì a combattere le rughe e schiarire le macchie di pelle, rendendola soda e compatta. La buccia di mandarino può anche rivelarsi utile per unsalutare massaggio alle gambe, facilitando il riassorbimento dei liquidi: il che non è un aiuto da poco per chi soffre di cellulite.

In Italia la produzione del mandarino si localizza soprattutto in Sicilia e Calabria, con raccolta che va da dicembre a gennaio; nell’attuale situazione storica però la sua importanza è stata sminuita dalla diffusione sul mercato del mandarancio, meno calorico e con minore scarto.

Il mandarino in definitiva è un frutto prezioso per le sue proprietà nutrizionali, gradevole al palato e perciò ben accetto ai più piccini e alle persone anziane  per il suo sapore dolce e questo tuttavia è anche il suo limite: la presenza di zuccheri è doppia che nelle arance, e con un indice di sazietà non troppo elevato: per chi segue un regime ipocalorico è opportuno consumarne con moderazione, ma non scartarlo dalle diete, considerandone le eccezionali proprietà terapeutiche.

Il mandarancio

Le origini del mandarancio sono incerte: alcuni studiosi ritengono che esso sia di una varietà molto antica, originaria della Cina o in generale dell’Estremo Oriente; altri la ritengono un ibrido fra mandarino e arancio, dolce o amaro, altri ancora sono dell’opinione che essa sia un ibrido fra mandarino e chinotto.
I frutti, di color arancione, hanno la buccia arancione facile da togliere, polpa dolce e ricca di succo, semi piccoli e appuntiti, anche se oggi molte varietà sono apirene.

Numerose sono le varietà offerte sul mercato: dal gruppo delle classiche Clementine, il cui nome deriva da Clemente Rodier, il frate missionario che le coltivò per primo in Algeria, alle Satsuma, coltivate in Giappone da più di quattro secoli. Le varietà più note di Clementine sono la Monreal,  Di NulesOrovalTardivo. La loro maturazione è più precoce rispetto ai mandarini, rispetto ai quali sono anche più resistenti al freddo.

Di seguito i valori nutrizionali per una quantità pari a 100 grammi. (Fonte: tabella dei valori nutrizionali).

Il pompelmo

Il suo nome è nato dalla fusione di due termini, di cui uno olandese ‘pompoen’: grosso, ed uno giavanese ‘limoes’: limone; in pratica la parola pompelmo significa ‘grosso limone’. Questo frutto, completamente assente dalle nostre tavole fino a circa quarant’anni fa, è oggi di rilevante importanza nella nostra alimentazione.

Come la maggior parte degli agrumi, appartiene al genere Citrus della famiglia delle Rutacee; è il frutto di un albero sempreverde dai piccoli fiori bianchi. La buccia è di color giallo tendente al verdognolo, ma esistono tre varietà di pompelmo:

  • gialla, particolarmente adatta per i succhi;
  • rosa, ibridata con l’arancio moro, dalla buccia sempre gialla ma con  venature rosate, molto più dolce;
  • rossa, per ulteriori ibridazioni soprattutto con l’arancio moro; i risultati conseguiti sono ottimi: il frutto va diventando sempre più dolce e colorato mentre la buccia va assottigliandosi.

Al momento i pompelmi rosa o rosso sono solo varietà di quello giallo, ma è anche possibile che la coltivazione si avvii entro breve tempo verso una specie autonoma del citrus. Commercialmente parlando negli USA sono stati già introdotti due nuovi cultivar del pompelmo rosa, e cioè la Star Ruby nel 1970 e la Rio Red nel 1984, entrambe vendute con la denominazione Rio Star, ottenute mediante esposizione a radiazioni ionizzanti. Molti esperti sono dell’opinione che la varietà bianca sia la più gustosa.

I frutti, dal peso compreso fra i 200 e i 500 grammi, sono destinati al consumo ‘naturale’; la pianta tuttavia può produrne anche di peso superiore ai 2 Kg, che di solito sono destinati alla produzione di succhi. Le origini non sono sicure. Secondo una corrente di pensiero, esattamente come tutti gli altri agrumi, proverrebbe dall’Estremo Oriente e quindi sarebbe stato noto al Vecchio Mondo anche in tempi anteriori alla scoperta dell’America; secondo un’altra teoria, non suffragata peraltro da prove certe che del resto mancano anche alla prima teoria, sarebbe originario degli arcipelaghi oceanici dei Carabi o della penisola della Florida: a tal riguardo, in sostanza, i botanici non hanno certezze.

I maggiori produttori mondiali oggi sono Israele, il Texas in USA, il Sudafrica, l’Algeria; in Italia si coltiva per lo più in Liguria, in Campania, negli agrumeti della Piana di Catania e della Conca d’Oro in Sicilia.

Appena diffuso, e specialmente negli Stati Uniti degli anni Ottanta, al pompelmo vennero ascritte moltissime proprietà curative, preventive e farmacologiche: non c’era disfunzione organica che esso non curasse, anche diverse, se non in contrasto fra di loro ed anzi anche in campo scientifico erano numerose le riviste di divulgazione ad esaltare la stretta connessione fra bellezza della pelle e pompelmo, a suggerire molteplici diete a base dello stesso frutto o incoraggiare e promuovere l’uso dell’agrume come disinfettante, zanzarifugo o anche come spermicida.

Oggi, sedatosi il clamore della moda, il discorso si è riportato nei termini meno clamorosi e più equilibrati. Si sa per certo che il pompelmo agisce da disinfettante e stimolante dell’apparato digerente, per cui se ne consiglia l’uso al termine di pasti abbondanti anche di sera; il pompelmo giallo poi col suo minor contenuto di zuccheri, è preferibile al altri agrumi come arance e mandarini.

Ed ancora, dal punto di vista nutrizionale, il pompelmo è molto ricco di fibre, di Vitamine A, B, C, di quell’autentico tesoro che sono i flavonidi, potenti antiossidanti che aiutano il fegato e prevengono malattie cardiovascolari ed infiammatorie, nonché di pectine; dimostra inoltre tutta la sua efficacia in alcune diete dimagranti riducendo l’assorbimento dei cibi durante il transito intestinale, grazie alle sue proprietà ed alla azione ben precisa della fenilalanina contenuta nel frutto.

Fra le varie qualità poi il pompelmo rosa contiene meno Vitamina C ma più fruttosio: tale caratteristica da un lato ne fa un frutto particolarmente adatto agli sportivi che, praticando sport attivo anche intenso, hanno bisogno di energia immediatamente disponibile, dall’altro la maggiore dolcezza ne fa un frutto gradito ai bambini ed a chi in generale non gradisce il gusto aspro del pompelmo; ultima, ma non per importanza, è infine la sua apprezzabile proprietà diuretica.

Né è da poco la notizia secondo cui un pool di ricercatori in Israele ha scoperto che è sufficiente mangiare un pompelmo rosa al giorno per abbassare del 20% i livelli di colesterolo LDL, quello ‘cattivo’, proteggendo così il proprio apparato circolatorio.

Un po’ più controverso è invece l’utilizzo del pompelmo come coadiuvante nelle terapie didisintossicazione dalle droghe pesanti: secondo alcuni esperti alcuni principi attivi, di cui il frutto è ricco, la bergamottina e la naringenina, sarebbero in grado di calmare in parte le crisi di astinenza ed il pompelmo sarebbe usato dunque in luogo di blando metadone in versione naturale.

Quanti vantaggi in termini di fitness e salute e tutti racchiusi in un unico frutto! da cercare di consumare possibilmente fresco dal momento che la Vitamina C è solita degradare col passar del tempo!

Per  gli estimatori e quotidiani consumatori di questo agrume, ove ci sia uncontemporaneo uso di farmaci sedativi o ansiolitici o antistaminici o in presenza di cardioprotettori si potrebbe verificare un ostacolo al corretto funzionamento delle terapie in atto, ed anche l’assunzione di pillole anticoncezionali potrebbe essere vanificata da un determinato uso del pompelmo, sia come frutto sia come succo.

Alcune sostanze, fra cui la già menzionata bergamottina ed altre ancora, di cui  il pompelmo è ricco, note come furanocumarine, agendo sul complesso degli enzimi epatici responsabili dell’elaborazione di molte famiglie di farmaci, interferiscono notevolmente con l’azione di questi ultimi, alterandone gli effetti. In particolare, un frutto intero al giorno o un bicchiere di succo possono essere sufficienti ad alterare una terapia farmacologia: nei casi sopra descritti, sarebbe opportuno consultare un medico.

Nella buccia poi sono contenuti importanti principi attivi quali il pinene, il limonane, il linaiolo, il citrale, con un contenuto in oli pari al 21%: a tali sostanze si riconosce in generale un’azione antidepressiva e sulla circolazione, oltre che capacità di stimolare la struttura del talamo nel diencefalo. Negli ultimi tempi l’olio di buccia di pompelmo va acquisendo in misura sempre maggiore un ruolo nell’aromaterapia.

L’estratto dei semi di pompelmo, ricco di bioflavonidi e glucosidi, con la forza della sinergia di tutti i suoi principi attivi è efficace contro 800 tipi di batteri e 100 varietà difunghi, non danneggia la flora batterica intestinale, stimola e rinforza il sistema immunitario, non ha effetti collaterali eccetto che in soggetti sensibili che possono avere una leggera irritazione intestinale.

I semi contengono infatti le Vitamine A, C, E ed ancora selenio e zinco, con i quali tutti si combattono i radicali liberi, contribuendo a mantenere integre le cellule, ritardandone l’invecchiamento. Già oggi è positivo l’utilizzo dei semi medesimi, ancorché a livello sperimentale, per la cura dell’ulcera gastrica. A tal riguardo un recente studio condotto dal Medical College dell’Università polacca ‘WladYslaw II Jagiello’ di Cracovia ha dimostrato l’efficacia delle polveri di semi di pompelmo nella riduzione delle ulcere gastriche nelle cavie da laboratorio.

Di seguito i valori nutrizionali per una quantità pari a 100 grammi. (Fonte: tabella dei valori nutrizionali).

 

 E dunque? Ecco i benefici che un uso costante e corretto della frutta in generale, e degli agrumi in particolare, può apportare, inquadrati naturalmente nel complesso di un’alimentazione equilibrata, completa e corretta, per come delineata nella inossidabileDieta Mediterranea, che trova la sua esemplificazione pratica nelle varie Piramidi Alimentari. 

Per il momento buona aranciata, gustosa limonata, ottima cedrata, la più strepitosa spremuta di pompelmo a tutti: sono fresche, sono genuine, costano poco e soprattutto fanno bene!

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Insetti e zanzare, l’essenza di pompelmo li allontana Basterebbe la sostanza contenuta negli agrumi, nootkatone, per allontanare gli insetti in maniera naturale

zanzara sangue
CONTRO LE FORMICHE

formicheCaldo anticipato: eco difese contro gli attacchi delle formiche

Assalti ad ambienti, dispense ed alimenti. Le misure di prevenzione, i rimedi naturali, quelli meno tossici.

INFEZIONI BATTERICHE

98450564 carrelloOcchio al carrello e alla manopola, pieni di batteri

Uno studio Usa: si mettono le mani su microrganismi fecali ed escherichia coli

IL CONSIGLIO

zanzaraRepellenti per insetti, provate quelli naturali

Oggi sono disponibili sul mercato spray naturali che sfruttano le proprietà deterrenti di alcune essenze vegetali come la citronella.

È tornata la stagione degli insetti e, ancora una volta, si ripropone il problema degli spray e deirepellenti tossici. Numerose sono leconseguenze negative che possono causare gli insetti: le punture o i morsi di questi animali infatti sono più pericolosi di quanto si possa pensare e, ogni anno, provocano migliaia di infezioni batteriche.

L’atteggiamento indolente delle persone è dovuto a due fattori, dice Marc Dolan ricercatore al laboratorio di malattie infettive CDC a Fort Collins. «È difficile per le persone ricordarsi di usare un repellente – dice lo scienziato –. Ed è risaputo che spesso ci si dimentica di usare questi prodotti ogni volta che si esce di casa».

Tra l’altro, i repellenti sono difficili da vendere. Questo perché contengono una sostanza chimica vecchia di 60 anni e chiamata DEET (ildietiltoluamide, uno degli insettorepellenti più efficaci: liquido, oleoso, incolore e inodore. Protegge per 4-8 ore ed è più resistente al calore rispetto ad altri prodotti). Ma «alle persone non piacciono proprio i prodotti che sono oggi disponibili – aggiunge Dolan –. Non gli piace l’odore che hanno e la loro consistenza oleosa. Molti si preoccupano delle sostanze chimiche presenti in questi ultimi poiché finiscono a diretto contatto con la loro pelle».

È per questo che i ricercatori stanno cercando di sviluppare un insetticida completamente naturalefatto da una sostanza chimica naturale, ilnootkatone, che è stata trovata nell’albero di cedro giallo in Alaska e negli agrumi come il pompelmo.

Dolan ha recentemente dimostrato l’efficacia di questa sostanza contro le zanzare attraverso alcuni esperimenti. La sostanza funziona anche contro lezecche e gli studiosi pensano che lavorerà bene anche contro gli acari e i pidocchi.

Essendo poi una sostanza naturale, non è tossica e, secondo gli esperti, si potrebbe addirittura bere. Non a caso, il nootkatone è classificato ufficialmente come un prodotto sicuro.

Dolan è a capo di un team di ricercatori che stanno studiando questa sostanza e dice che potrebbe anche essere inserita nei saponi e nei filtri solari, così le persone non dovrebbero applicare due prodotti diversi sulla loro pelle per allontanare gli insetti e proteggersi dai raggi del sole.

La sostanza è eco-friendy perché «una singola applicazione del 2% di questa soluzione può difendere contro le punture fino a 42 giorni e al 97% di efficacia» sostiene Dolan. Tra l’altro, è una sostanza volatile e quindi non persiste a lungo nell’ambiente. Il problema potrebbe essere il costo: a causa della sua difficoltà di estrazione, al momento questa sostanza è molto cara – 4.000 dollari al kg per la forma più pura. Gli esperti stanno tuttavia lavorando anche in questo senso per usarne quantità sempre inferiori senza sacrificarne l’efficacia.

http://gogreen.virgilio.it/news/ambiente-energia/insetti-zanzare-essenza-pompelmo-allontana.html