Bisfenolo A: è ancora un pericolo. Presente nelle lattine per alimenti

La comunità scientifica è divisa: dopo la messa al bando dei biberon contenenti bisfenolo A, cosa fare con tutte le lattine per alimenti che contengono la pericolosa sostanza?

bisfenolo a lattine
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Torniamo a parlare di bisfenolo A, sostanza usata per la produzione di plastiche tra cui il policarbonato, saltata agli “onori” della cronaca perché utilizzata per produrre biberon, pur essendo una sostanza pericolosa.

Proprio per la sua dannosità, il BPA è stato in passato messo al bando nei mercati di Stati Uniti, Canada e di alcuni stati europei. Fortunatamente nei primi mesi del 2011 anche l’Italia si è dovuta attivare per proteggere i cittadini più giovani adeguandosi ad una normativa europea: ladirettiva 2011/8/EU, che ha vietato in tutto il territorio comunitario la vendita e importazione di biberon contenenti BPA.
Notizia che ha sollevato gli animi dei cittadini d’Europa, data l’alta pericolosità della sostanzain questione, anche se non ha risolto del tutto le azioni di tutela: il bisfenolo A continua ad essere presente in prodotti dedicati agli adulti tra cuivernici per lattine, prodotti farmaceutici econfezioni alimentari.
 
Risalgono ad anni fa le prime ricerche statunitensi (US Centers for Disease Control and Prevention, CDC) che correlavano il verificarsi di problemi cardiaci negli adulti e di problemi nello sviluppo sessuale nei bambini alla presenza di bisfenolo A negli oggetti di utilizzo quotidiano, tra cui tazze ebiberon in plastica.
 
Ora, però, l’allarme è più esteso perché si parla anche di tonno, fagioli, zuppe e quant’altro: tutti cibi che finiscono quotidianamente nelle case dei cittadini italiani e potrebbero essere conservati in confezioni realizzate con vernici o componenti dannose per la salute degli uomini. Citiamo direttamente il sito Efsa, European Food Safety Authority: «l’esposizione al BPA attraverso glialimenti è dovuta al suo impiego in talune materie plastiche e altri materiali. Ad esempio il BPA è usato nel policarbonato, un tipo di plastica rigida trasparente. Il policarbonato viene utilizzato per produrre recipienti per uso alimentare come le bottiglie per bibite con il sistema del vuoto a rendere, le stoviglie di plastica (piatti e tazze) e i recipienti di plastica. Residui di BPA sono presenti anche nelle resine epossidiche usate per produrre pellicole erivestimenti protettivi per lattine e tini. Il BPA può migrare in piccole quantità nei cibi e nelle bevande conservati in materiali che lo contengono».
 
E sebbene la stessa autorità europea abbia assicurato che un cittadino medio sia esposto ogni giorno ad una dose di BPA inferiore alla soglia limite, i dubbi persistono. È bene infatti precisare che, a fronte di una dose giornaliera tollerabile (DGT o  TDI) di 0,05 milligrammi/chilogrammo di peso corporeoche può essere ingerita ogni 24 ore, i risultati delle analisi Efsa hanno confermato come l’esposizione al BPA sia di gran lunga inferiore alla DGT di 0,05 mg/kg p.c. sia negli adulti che nei neonati.
 
I dati, però, vanno ponderati con la storica decisione europea di mettere al bando i biberon contenenti tale sostanza. Sempre il comitato di esperti Efsa commenta in una nota finale sulla presunta non tossicità del BPA a basse dosi: «i membri del gruppo di esperti CEF riconoscono che alcuni studi recenti segnalano effetti avversi sugli animali esposti al BPA durante lo sviluppo, a dosi di molto inferiori a quelle impiegate per determinare l’attuale TDI. Questi studi evidenziano alterazioni biochimiche del sistema nervoso centrale, effetti sul sistema immunitario e una maggior predisposizione al tumore della mammella. Purtuttavia tali studi presentano parecchie lacune. Al momento non è possibile valutare l’importanza di questi riscontri per la salute umana, ma, se in futuro si rendessero disponibili nuovi dati in merito, il gruppo di esperti riconsidererà questo parere».
 
Per concludere, come da tempo sostiene Vittoria Polidori, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace: «sostanze così pericolose non dovrebbero essere utilizzate nemmeno nei prodotti destinati agli adulti. Ogni giorno siamo esposti a un cocktail di composti chimici da cui non possiamo difenderci, se non con un’attenta e assoluta prevenzione nel loro utilizzo».