29 Marzo 1982 – Stevie Wonder e Paul McCartney pubblicano il loro primo singolo Ebony and Ivory

Ebony and Ivory

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Ebony and Ivory
Artista Paul McCartney eStevie Wonder
Tipo album Singolo
Pubblicazione 29 marzo 1982
Durata 3 min : 41 s[1]
Album di provenienza Tug of War
Genere Rhythm and blues
Pop
Etichetta Parlophone/EMI (UK)
Columbia (US)
Produttore George Martin[1]
Paul McCartney – cronologia
Singolo precedente Singolo successivo
Temporary Secretary
(1980)
Take It Away
(198)
Stevie Wonder – cronologia
Singolo precedente Singolo successivo
That Girl
(1982)
Do I Do
(198)
Si invita a seguire lo schema del Progetto Musica

Ebony and Ivory è un celebre brano musicale del 1982 registrato in duetto da Paul McCartneyStevie Wonder.

Il brano fu pubblicato come singolo il 29 marzo 1982 dalla Parlophone/EMI in Europa e dalla Columbia Records negli Stati Uniti, ed inserito nell’album Tug of War di McCartney, oltre che in numerosi greatest hits di entrambi i cantanti.


Ad un primo livello il brano parla dell’ebano (nero) e dell’avorio (bianco), colori che rappresentano i tasti del pianoforte, ma può essere intuibilmente interpretato come l’armonia fra bianchi e neri, e quindi il brano ha come tema l’integrazionerazziale. Il nome del brano venne in mente a McCartney dopo aver sentito Spike Milligan dire “black notes, white notes, and you need to play the two to make harmony folks!” (“note nere, note bianche, e voi avete bisogno di suonarle entrambe per creare l’armonia“)[2].
Il brano

Anche se scritta da McCartney da solo, il brano venne registrato ed interpretato dal vivo sia da McCartney che da Wonder. Soltanto in occasione della realizzazione del video, i due dovettero registrare in sessioni differenti per via degli impegni di entrambi.

Successo e critiche

La canzone raggiunse la posizione numero uno sia nel Regno Unito che negli Stati UnitiEbony and Ivory rimase per sette settimane alla posizione numero uno della Billboard Hot 100, e fu il quarto più grosso successo dell’anno.[3] Per McCartney, si trattò della più lunga permanenza in cima alla classifica nella sua carriera da solista, e la seconda più lunga dell’intera carriera (dopo Hey Jude con iBeatles); anche per Wonder si trattò della più lunga permanenza in cima alla classifica dell’intera carriera.[4] La canzone è stata per cinque settimane prima nella classifica “Hot Adult Contemporary Tracks”.[5]

In seguito all’enorme successo del brano, Ebony and Ivory fu spesso oggetto di critiche e derisioni, che puntavano principalmente a considerarla “melensa”. Fu addirittura nominata come decima peggior canzone di tutti i tempi dalla rivista Blender magazine.[6] Ancora, nell’ottobre 2007, il brano è stato nominato il peggior duetto della storia dagli ascoltatori di BBC 6 Music.[7]

Ciò nonostante il brano è stato anche posizionato alla cinquantanovesima della classifica stilata da Billboard delle più grandi canzoni di tutti i tempi.[8]

Nella cultura popolare

Il brano è stato spesso parodiato in serie televisive come Willy il principe di Bel-AirFriendsTutti odiano ChrisSaturday Night Live, oltre che in film comeUndercover BrotherIndovina chi. In un episodio di I SimpsonSeymour Skinner e sua madre Agnes intonano il brano al karaoke. Inoltre in un episodio di Dr. House – Medical Division, il personaggio di Gregory House cita il brano per descrivere una relazione del collega Foreman. Nel videogioco Devil May Cry, il protagonista Dantechiama le sue due pistole Ebony ed Ivory.

Tracce

12″ Maxi[1]
  1. Ebony And Ivory – 3:41
  2. Rainclouds – Paul McCartney – 3:07
  3. Ebony And Ivory – Paul McCartney – 3:41
7″ Single[1]
  1. Ebony And Ivory – 3:41
  2. Rainclouds – Paul McCartney – 3:07

Classifiche

Classifica (1982)  ↓ Posizione
più alta  ↓
Regno Unito 1[9]
U.S. Billboard Hot 100 1[10]
U.S. Billboard AC 1[10]
Germania 1
Norvegia 1[11]
Australia 2
Svizzera 2[11]
Svezia 2[12]
Austria 3[11]
Giappone 1[13]

Note

  1. ^ a b c d Italiancharts
  2. ^ Martin, George (editor): Making Music, page 62. Pan Books, 1983. ISBN 0-330-26945-3
  3. ^ Billboard Year-End Hot 100 Singles – 1982
  4. ^ Whitburn, Joel, “Top Pop Singles: 1955-2006,” 2007.
  5. ^ The Billboard Book of Top 40 Hits, 6th Edition, 1996
  6. ^ Run for Your Life! It’s the 50 Worst Songs Ever! Article on Blender :: The Ultimate Guide to Music and More
  7. ^ Ebony and Ivory voted worst duet. BBC News, 2007-10-06. URL consultato il 2007-10-08.
  8. ^ [1]
  9. ^ Chart Stats – Paul McCartney And Stevie Wonder – Ebony And Ivory. BPI. URL consultato il 2008-08-06.
  10. ^ a b allmusic ((( Tug of War > Charts & Awards > Billboard Singles )))”. in allmusicBillboard. URL consultato il 2008-07-16.
  11. ^ a b c norwegiancharts.com – Paul McCartney & Stevie Wonder – Ebony & IvoryVG-lista. URL consultato il 2008-08-06.
  12. ^ swedishcharts.com – Paul McCartney – Ebony & Ivory. URL consultato il 2008-08-06.
  13. ^ List of number-one singles on the Japanese Oricon International Chart (1968-2000)

22 settembre 1969-Teoria del London Day Mirror

Leggenda della morte di Paul McCartney

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La leggenda della morte di Paul McCartney (talvolta citata come PID, Paul Is Dead), è una delle prime e più note teorie del complotto sul mondo del rock. La leggenda metropolitana iniziò a circolare dal 1969; la tesi era che il bassista dei Beatles fosse deceduto nel 1966 per un incidente stradale, e fosse stato sostituito da un sosia.

La leggenda, che ovviamente non è stata mai confermata e presenta oggettivamente non poche difficoltà, troverebbe le sue conferme proprio in “messaggi in codice” nascosti nel corso degli anni dagli stessi Beatles nelle loro opere.

La leggenda

La notte del 9 novembre 1966 Paul McCartney uscì dalla sala prove dopo un violento litigio con gli altri tre Beatles. Salì sulla sua auto per tornare a casa e lungo la strada raccolse una ragazza che faceva l’autostop. La ragazza si chiamava Rita e gli raccontò che stava scappando da casa perché era incinta e, contro il parere del suo ragazzo, aveva deciso di abortire. Solo in un secondo momento Rita realizzò che la persona al volante era Paul dei Beatles; la sua reazione esagitata spaventò e distrasse McCartney, che non vide il semaforo diventare rosso. Pur riuscendo a evitare l’urto con un altro veicolo, l’auto del beatle uscì di strada e si schiantò contro un albero, prendendo fuoco. Paul, sbalzato fuori dall’abitacolo, sbatté la testa contro l’albero. Sia Paul che Rita persero la vita. (Secondo una variante dell’incidente stradale, Paul rimase decapitato nello schianto). (N.d.r.: è raccontata la somma delle varianti della storia, altrimenti paradossale essendo morti entrambi i protagonisti)

Ricevuta la notizia, i tre Beatles dovettero decidere cosa fare. Il loro manager Brian Epstein insistette per adottare la linea del silenzio: avrebbero seppellito Paul senza far sapere niente a nessuno, per non sconvolgere il mondo o il futuro del gruppo che, nel 1966, era all’apice del suo successo. Si misero quindi alla ricerca di un sosia. Dopo settimane di ricerche, scelsero William Campbell, un ex poliziotto che assomigliava a Paul e che acconsentì a sottoporsi ad alcuni interventi di chirurgia plastica per rendere ancora più netta la somiglianza.

Da quel momento, i Beatles non si esibirono più dal vivo, sia perché Campbell era più alto di Paul, sia perché occorreva del tempo per insegnargli a imitare i movimenti e la voce di Paul.

Stando a questa storia, la persona che suona e canta sugli album dei Beatles dopo il 1966, che ha composto Back in the USSR, Hey Jude e Helter Skelter, che appare nei film Magical Mystery Tour e Let It Be, nonché l’autore dell’imponente discografia solista di McCartney sarebbe un impostore scelto sulla base di una spiccata somiglianza fisica con l’originale.

Gli ipotetici indizi

I sostenitori della teoria “PID” adducono come prove numerosi indizi che i tre Beatles superstiti avrebbero disseminato nelle loro opere successive alla tragedia. Anche il motivo per cui questi indizi sarebbero stati forniti è controverso: secondo alcuni lo scopo sarebbe stato quello di far conoscere la verità indirettamente, poco alla volta; secondo altri, si tratta di indizi quasi involontari e forniti in modo inconscio.

Butcher Cover

Butcher cover (“copertina del macellaio”) è il nome che fu dato alla prima versione della copertina dell’album Yesterday and Today, uscito nel mercato USA nel 1966: in questa copertina si vedono i Beatles con coltelli da macellaio, parecchie bambole fatte a pezzi e carne cruda.

Sul braccio di Paul nella butcher cover c’è una dentiera (ad indicare i denti che Paul avrebbe perso nell’incidente). George tiene una testa di bambola vicino a Paul, simbolo delle ferite al capo riportate nello scontro. Ma tutta la copertina simboleggerebbe la natura del terribile incidente. Quando la copertina fu rifatta perché ritenuta “troppo splatter“, Paul venne ritratto all’interno di un baule molto simile a una cassa da morto. Sempre in questa foto, per la prima volta nelle foto ufficiali dei Beatles, si vede una cicatrice sul suo labbro inferiore.

Rubber Soul

Nella copertina di Rubber Soul, la scritta del titolo sembrerebbe un cuore rovesciato e decisamente spezzato. La prospettiva della foto è dal basso: secondo i sostenitori del PID, il gruppo sarebbe infatti ripreso dalla prospettiva della tom ba di Paul. Nel brano Nowhere Man Lennon canta: nowhere man, can you see me at all? (“uomo che non sei da nessuna parte, puoi vedermi?”) letto dai sostenitori del PID come: “Paul è morto e sepolto, e non può vedere più nulla”.

Circa questo indizio è facile osservare una certa incongruenza: l’album fu pubblicato nel 1965, l’anno precedente la presunta morte.

Revolver

Sulla copertina di Revolver, realizzata da Klaus Voorman, Paul è l’unico defilato, addirittura di profilo (come a dire: “non sono più con voi”?). In alto a sinistra compare il viso di Paul con un’espressione che potrebbe essere di sofferenza. Ma la maggior parte dei cosiddetti indizi di Revolver si troverebbero nei testi delle canzoni. La morte è in effetti un tema ricorrente di Revolver, e questo fatto di per sé (essendo l’album proprio del 1966) potrebbe essere stato uno degli elementi scatenanti della leggenda del PID.

Nel brano di apertura dell’album, Taxman, Harrison canta (in realtà in due diverse strofe della canzone): If you drive a car e if you get too cold; il primo verso significa certamente “se guidi un’auto”, il secondo “se hai troppo freddo”, ma potrebbe anche essere letto, da chi fosse in cerca di indizi di tragedie, come “se diventi troppo freddo”. In Tomorrow Never Knows (titolo tratto dal libro tibetano dei morti) Lennon canta play the game of existence to the end (“gioca il gioco della vita fino alla fine”).

Alcuni versi dei brani cantati da Paul (o Campbell secondo i sostenitori della leggenda) vengono interpretati come indizi ancora più espliciti e addirittura rivelatori di nuovi elementi. In Got to Get You Into My Life Paul canta: I took a ride, I didn’t know what I would find there (“andai a farmi un giro, non sapevo cosa avrei trovato”) e poco dopo: then I suddenly see you (“all’improvviso ti vedo”), entrambi versi che si riferirebbero al suo fatale giro in macchina e al suo incontro con Rita (o con la morte). Ma il verso più esplicito compare nel celebre brano Eleanor Rigby: Father McKenzie, writing the words of a sermon that no one will hear […] wiping the dirt from his hands as he walks from the grave (“Padre McKenzie che scrive le parole di un sermone che nessuno ascolterà […] pulendosi le mani mentre si allontana dalla tomba”). Entrambi i versi (che anche in questo caso non sono consecutivi nel testo della canzone) si riferirebbero al funerale segreto di Paul (anziché a quello della povera Eleanor Rigby al quale “non venne nessuno”, nobody came). Per alcuni sostenitori del PID, la canzone ha proprio lo scopo di rivelare che la cerimonia sarebbe stata veramente ufficiata da un certo “padre McKenzie”; per di più, nella versione originale del brano, il nome del prete era “Father McCartney”, il che renderebbe la cosa ancora più macabra (con Paul che celebra il proprio funerale).

Analogamente a quanto commentato nel caso di Rubber Soul, anche questi indizi sono molto poco attendibili, dal momento che la data del presunto incidente è 9 novembre 1966 e Revolver fu pubblicato il 5 agosto 1966, con tutti i pezzi citati già depositati.

Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band

La copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band, con la sua ricchezza di dettagli, è stata oggetto di analisi approfondite da parte dei sostenitori del PID, che vi hanno trovato, com’era lecito aspettarsi, letteralmente decine di indizi.

Sulla destra compare una bambola che ha sul grembo un modellino d’auto marca Aston Martin (l’auto che Paul avrebbe guidato il giorno dell’incidente) di colore bianco con l’interno rosso sangue. La bambola indossa un maglione con la scritta: “WELCOME THE ROLLING STONES” (Benvenuti, Rolling Stones). Inoltre la figura di vecchietta che tiene la bambola sulle ginocchia, indossa un guanto da automobilista macchiato di sangue.

Una composizione floreale gialla in basso a destra ha la forma di un basso Hofner mancino (lo strumento di Paul) con tre corde, la quarta corda (Paul, uno dei quattro Beatles) non c’è più, ed è stata interpretata come decorazione tombale. Gli stessi fiori, secondo alcuni, formerebbero la parola “Paul” con un punto interrogativo finale. Paul è anche l’unico a imbracciare uno strumento nero (un corno inglese), e di nuovo si ritrova qui una mano sulla sua testa. Al centro dell’immagine, nella parte inferiore, compare una statuetta di Śiva (“il distruttore”), con due mani alzate che indicano entrambe Paul. Ancora, John, George e Ringo sono ripresi lateralmente e Paul frontalmente, cosa che contribuisce a far apparire la sua immagine come una sorta di sagomato rispetto alle immagini più tridimensionali dei suoi compagni, inoltre Paul, che sulla copertina si trova in piedi tra Starr e Harrison, sembra che venga sorretto da questi ultimi, come a simboleggiare che lui, ormai, non è più in grado di tenersi in piedi.

Se si prende uno specchio, (rivolto verso la parte alta dell’immagine) e lo si appoggia in modo tale che tagli a metà, orizzontalmente, le parole “LONELY HEARTS” si formano le due frasi “1 One 1” e “He die” (“1 1 1” sarebbero i tre superstiti e “he die”, seppure non del tutto corretto da un punto di vista grammaticale, significa qualcosa come “lui muore”). Un’altra possibile interpretazione potrebbe essere “1ONE IX HE DIE”, in cui “11 IX” starebbe per 9 novembre, data della presunta morte. La freccia che compare fra “he” e “die”, ovviamente, punta proprio verso Paul.

Nuovi presunti indizi vengono dal retro di copertina, in cui Paul è l’unico ripreso di spalle e appare “troppo alto” rispetto agli altri (in effetti non è Paul bensì Mal Evans): qui compaiono i testi delle canzoni sovrapposti a una nuova immagine del quartetto. George punta il dito verso la frase At five o’clock (“alle cinque”), che sarebbe l’ora dell’incidente. Ancora un altro indizio: le 4 sagome sul retro starebbero a simboleggiare anche la scritta “LOVE” con le mani, infatti Lennon, Harrison e Starr sono ripresi di fronte, l’unico ad essere di spalle è proprio Paul. Torniamo alla parola, il primo (George) rappresenterebbe un L, Paul una O (questo va interpretato come elemento mancante infatti non mima nessuna lettera come se fosse stato cancellato, Lennon e Starr comporrebbero la Lettera V e la lettera E…LOVE! Amore o affetto che avrebbero perso dalla scomparsa di una persona cara. Nell’immagine interna, sul braccio della divisa di Paul appare una toppa nera con la scritta O.P.D., sulla quale si è speculato parecchio. Due interpretazioni possibili secondo i sostenitori del PID sono “Officially Pronounced Dead” (“ufficialmente dichiarato morto”) e “Ontario Police Department” (il dipartimento di polizia in cui avrebbe servito Campbell).

Anche i testi delle canzoni sono ricchi di spunti; non va dimenticato che con Sgt. Pepper i Beatles completano la transizione iniziata con Rubber Soul e Revolver, con la quale i loro testi diventano sempre più psichedelici, ricchi di nonsense, allusivi, immaginifici e via dicendo. Nel brano di apertura Paul presenta un certo “Billy Shears”; Billy è diminutivo di William (il nome attribuito al suo sosia) e “Billy Shears” può essere interpretato come una sorta di gioco di parole: “Billy’s here” (“Billy è qui”). Il brano Lovely Rita (da cui i sostenitori del PID hanno presumibilmente ricavato il nome dell’autostoppista) parla certamente di automobili e di uno sguardo scambiato con Rita. Il brano A Day in the Life, poi, di indizi ne conterrebbe parecchi, tra cui i versi: he didn’t notice that the lights had changed (“non si è accorto che la luce del semaforo era cambiata”), he blew his mind out in a car (“si è fatto saltare le cervella in macchina”), they’d seen his face before (“la gente aveva già visto il suo volto”). In realtà il riferimento del brano, scritto a quattro mani da Lennon e McCartney, è all’incidente automobilistico che nel 1966 costò la vita a Tara Browne, rampollo dei birrai irlandesi Guinness, un evento che sconvolse l’opinione pubblica britannica. The Inner Groove, famosa traccia fantasma, situata alla fine di quest’ultima, ripete in continuazione Never Could Be Any Other Way (“Non c’era altra soluzione”, forse riferendosi al nascondere al mondo la verità), e se sentita al rovescio sembrerebbe dire “Will Paul Be Back as Superman?” (“Tornerà Paul come Superman?”)e nella canzone “Being For The Benefit Of Mr Kite!” il testo dice: “The band begins at ten to six” che corrisposte alle canzoni presenti sul disco, corrispondono a 10, Lovely Rita , 6 She’s Leaving Home. Nell’album si trovano anche due riferimenti all’orario presunto dell’incidente, le 5 (in She’s Leaving Home e Good Morning, Good Morning).

Magical Mystery Tour

Nella copertina di Magical Mystery Tour, la parola stellata “Beatles”, guardata allo specchio, sembra un numero di telefono (5371438). Pare che negli anni sessanta a Londra a quel numero rispondesse una voce registrata che diceva “ti stai avvicinando” (alla verità?).

Sempre su quest’album appare il tricheco di I Am the Walrus, anch’esso oggetto di numerose speculazioni. Sarebbe, secondo la mitologia eschimese, un simbolo di morte. È Lennon a cantare “io sono il tricheco”, ma nel booklet dell’album un certo “Little Nicola” dice: “no, you’re not” (no, non sei tu). Sempre nello stesso brano si sente una voce in sottofondo che, riprodotta al contrario, sembrerebbe dire “ha ha, Paul is dead”. Fra i numerosi effetti sonori, inoltre, vi è il brano del Re Lear di Shakespeare (“rubato” alla maniera di John Cage da una trasmissione radio) che recita “oh, morte inopportuna”. Nel White Album Lennon avrebbe gettato altra benzina sul fuoco cantando, nel brano Glass Onion (termine con cui si indicano le bare di vetro): here’s another clue for you all the walrus was Paul (“ecco un altro indizio per voi tutti il tricheco era Paul”), frase che, secondo interpretazioni più convenzionali, avrebbe proprio il senso di schernire i fan troppo accaniti nella ricerca di indizi nascosti e messaggi in codice nell’opera del quartetto di Liverpool. Inoltre in “I Am the Walrus” si sente una voce che dice “oh is really dead” (a circa 4 minuti e 12 secondi). Per sentirlo meglio si può mettere la riproduzione ad una velocità minore, ma anche senza questo si può sentire benissimo. A metà del video, in corrispondenza alle parole “sitting in an english garden” (stando in un giardino inglese, allusione ad un cimitero secondo i sostenitori della PID) si vedono prima i quattro Beatles schierati che indicano qualcosa, scena seguita da un breve fotogramma di un primo piano di Paul con gli occhi chusi e subito dopo, quando la scena si riallarga si vede sfrecciare sullo sfondo una macchina bianca.

I sostenitori del PID dunque affermano anche che Paul, in qualche modo, sia il tricheco (tra l’altro l’unico personaggio che appare in nero sulla copertina dell’album). Ma anche sulla testa dell’ippopotamo (che dovrebbe essere Paul se non si tenesse conto delle teorie menzionate finora) appare una mano.

Nel libretto fotografico di Magical Mystery Tour e nel film omonimo, Paul vaga per una collina come uno spettro (un presunto riferimento a Edgar Lee Masters) per l’esecuzione del suo brano “The Fool on the Hill“. Il risvolto di copertina presenta un disegno di 4 maghi; Paul ha il viso nascosto e il suo è l’unico cappello decorato con fiori neri. La storia del libretto si apre con “away in the sky, beyond the clouds, live 4 or 5 Magicians” (“lontano nel cielo, dietro le nuvole, vivono 4 o 5 maghi”); il quinto mago sarebbe Campbell. A pagina 3 del libretto Paul appare seduto a una scrivania con in bella mostra il cartello “I was” (“io ero”); dietro di lui, bandiere britanniche piegate a lutto. A pag. 4 appare vestito da mago insieme a Ringo, col cappello schiacciato; e a pag. 9 il disegno di Paul ha addirittura la testa fracassata. A pag 5, 10, 13 Paul non indossa le scarpe (presunta simbologia che ricorre anche nel successivo Abbey Road). Nella batteria di Ringo a pag. 13 si legge “LOVE the 3 Beatles” (“amate i 3 Beatles”). A pag. 23 Paul è l’unico a indossare un fiore nero all’occhiello; altre mani sulla testa di Paul a pag. 18 e 24.

Osservando il retro di copertina, girato di lato, e lasciando che gli occhi vadano fuori fuoco, sembra apparire l’acronimo RIP.

I testi sono in questo caso meno ricchi di spunti; si è voluto leggere una sorta si sberleffo di Campbell a Paul nelle parole di Hello Goodbye you say goodbye, I say hello (“tu dici addio, io dico ciao”, come a dire: “esci tu, entro io”) e c’è chi sostiene che Lennon, alla fine di Strawberry Fields Forever, dica I buried Paul (“ho sepolto Paul”) anziché, come parrebbe, “cranberry sauce” (“salsa al mirtillo rosso”).

White Album

Nel poster all’interno del White album (a pag. 18 nel libretto del disco) compare un individuo che sarebbe Campbell prima della chirurgia plastica. In una foto di Paul che balla, due mani scheletriche sembrano volerlo afferrare dalla schiena. Nell’angolo in alto a sinistra del poster c’è una foto di Paul in una vasca da bagno (a pag. 3 del CD): la posizione della testa di Paul e la schiuma di sapone attorno suggeriscono la macabra scena del suo fatale incidente.

Per quanto concerne l’analisi dei testi dalla prospettiva del PID, si è già detto di Glass Onion (vedi Magical Mystery Tour). In Don’t Pass Me By Ringo canta: you were in a car crash and you lost your hair (“hai avuto un incidente d’auto e hai perso i capelli”), ma la frase sarebbe riferita a una fidanzata arrivata in ritardo a un appuntamento. Revolution 9 inizia con una voce che scandisce tre volte number nine che ascoltata al contrario suonerebbe turn me on, dead man (“accendimi, uomo morto”); il numero 9 si riferirebbe sia alla somma delle lettere che compongono il nome McCartney (nove, appunto), sia al giorno della presunta morte (il 9 novembre). Fra i rumori che compongono questo brano (non propriamente musicale) c’è anche una frenata d’automobile e uno schianto, e un coro che sembra ripetere “Paul is dead, Paul is dead” ed una voce che grida velocemente “I’m die!” e dopodiché si sentono delle urla. Alla fine di I’m So Tired, un’altra voce ascoltata al contrario sembrerebbe dire “Paul is dead man: miss him, miss him, miss him!” (“Paul è l’uomo morto: mi manca, mi manca, mi manca!”). Che anche se letto nel senso inverso, come fonetica ci assomiglia molto, mih ssim, che letto senza h sembra mi ssim.

Yellow Submarine

Anche sulla copertina di Yellow Submarine una mano compare sopra la testa di Paul. Il sottomarino giallo sembra sepolto dentro una collina (una bara gialla?). In All You Need Is Love pare di sentire in sottofondo: Yeah, he’s dead, we loved you yeah, yeah, yeah (“si, è morto, ti abbiamo amato”; effettivamente, il brano ripropone il ritornello di She loves you nella forma We loved you).

In Only A Northern Song George canta if you think the harmony is a little dark and out of key, you’re correct, there’s nobody there (“se pensi che l’armonia sia un po’ tetra e stonata, hai ragione, non c’è nessuno là”; al posto di McCartney?). Si pensa che negli ultimi anni il falso Paul McCartney abbia fatto un cd sulla morte e verità del vero Paul McCartney.[senza fonte]

Abbey Road

La copertina di Abbey Road è forse quella le cui interpretazioni a sostegno della morte di Paul sono più note. Il gruppo attraversa la strada in fila, e gli abiti suggeriscono davvero una processione funebre: apre John completamente vestito di bianco (sacerdote o forse angelo), Ringo con un sobrio completo nero che potrebbe far pensare al portatore della bara, Paul scalzo, fuori passo rispetto agli altri, con gli occhi chiusi, tiene la sigaretta con la destra (pur essendo mancino); e infine George in jeans e clark potrebbe far pensare al becchino in abiti da lavoro per scavare la fossa. Paul, inoltre, è l’unico dei Beatles fuori passo, forse a simboleggiare la sua estraneità al vero gruppo. Sulla targa del “maggiolino” (“beetle”) Volkswagen bianco parcheggiato a sinistra, si legge “28IF” (“28 SE”, interpretato come “28 anni SE fosse ancora vivo”). Questo indizio non è esatto: la foto venne scattata l’8 agosto del 1969 e Paul, nato il 18 giugno 1942, a quell’epoca aveva quindi 27 anni. Tuttavia, se si considera che alcune dottrine calcolano l’età non a partire dalla nascita bensì dal concepimento, allora tutto quadra. Anche alla luce di questo il resto della targa, “LMW”, è stato letto come “Lie ‘Mongst the Wadding”, poemetto dello scrittore americano Stephen Crane, anch’egli morto a 28 anni (il suo viso appare seminascosto da una mano sopra la testa di Paul nel famoso collage di Sergeant Pepper’s). Altri hanno letto “LMW” come “Linda McCartney Widowed” (vedova) o come “Linda McCartney Weeps” (piange), ma anche questo indizio sembra inesatto, infatti se Paul fosse deceduto nel 1966 come da leggenda, dovrebbe essere la sua fidanzata dell’epoca, cioè Jane Asher a piangere, e non Linda che all’epoca della presunta morte non lo conosceva nemmeno. Dall’altra parte della strada c’è un camioncino della polizia, simile a un carro funebre, del quale i fautori della teoria del PID sostengono di aver riconosciuto l’automezzo che, nella data fatale, fu mandato in soccorso proprio di due persone vittime di un incidente stradale. Mossa sullo sfondo, si vede un’automobile che si allontana, esattamente in linea con Paul. L’unico numero civico che appare, 3, corrisponde a quello dei Beatles superstiti; Sul retro copertina, la S di Beatles è spezzata e, subito accanto, un riflesso sul muro sembra comporre un teschio.

Nel testo di She Came In Through The Bathroom Window alcuni versi sono stati interpretati come indizi sulla vita di William: so I quit the police department and got myself a steady job (“così lasciai il dipartimento di polizia e mi trovai un lavoro fisso”). E in Come Together John canta: one and one and one is three (“uno più uno più uno fa tre”, evidente verità matematica, ma anche, per la leggenda, un’osservazione sul numero dei Beatles).

Let it Be

Sulla copertina di Let It Be, Paul guarda in direzione diversa dagli altri ed è l’unico ad apparire su sfondo rosso. In più, se si ascolta al contrario il ritornello dell’omonimo brano, è possibile percepire la frase “He is dead”. Inoltre se si ascolta Get Back al contrario durante il ritornello si potrà sentire “Help me , help me, I need some wheels” (aiuto, aiuto, ho bisogno di copertoni), riferito all’incidente stradale.

A Collection of Beatles Oldies (But Goldies!)

Anche sulla copertina di A Collection of Beatles Oldies (But Goldies!) si teorizzano messaggi subliminali. Il PID, infatti, afferma che la parola OLDIES, nella sua parte finale, contiene anche la parola DIES (muore). Inoltre, la O e la L sono le lettere che, nell’alfabeto inglese, precedono rispettivamente la P e la M, da cui: PM= Paul McCartney DIES= muore. Nel centro dell’immagine c’è un’auto che si dirige verso la testa del personaggio al centro: un altro riferimento all’incidente di Paul e alle sue ferite al capo.

Free As a Bird

Nel video della canzone “Free As a Bird” (inedito originariamente di Lennon, riarrangiato dai Beatles superstiti nel 1994 e reso pubblico nel novembre 1995) che mostra alcune scene di vita inglese e dei Beatles riprese dal punto di vista di un volatile, dal minuto 2.20 al minuto 2.38 è rappresentata la scena di un violento incidente di una vettura sportiva targata YFE. In un fotogramma al minuto 2.21 nel vetro della camionetta della polizia appare un riflesso simile ad un volto sanguinante. Al termine del video, dopo una sequenza in un cimitero, la scena si sposta (passando per la sagoma di un Beatles saltellante) sul celebre attraversamento pedonale di “Abbey Road”, una delle copertine che nasconderebbe alcuni indizi della morte di McCartney. Al minuto 1.24 inizia una scena di una manciata di secondi in cui tre Beatles attraversano una strada di corsa affiancando una macchina nera identificabile come un carro funebre con le porte posteriori aperte. Al minuto 1.57 si vedono tre Beatles vestiti di nero e Paul vestito di rosso (sangue?).

Confutazioni

La leggenda della morte di Paul, come ci si potrebbe aspettare, presenta numerose incongruenze, a partire dal già menzionato problema di come un sosia avrebbe potuto sostituire e imitare così efficacemente un musicista e cantante del livello di McCartney, ed oltretutto essere mancino come il vero Beatle. Ipotizzare che Yesterday e Penny Lane siano state scritte da due autori diversi non è certamente semplice.

Molte date non coincidono; Rubber Soul e Yesterday and Today, per esempio, sono entrambi antecedenti alla presunta morte.

Per fare un altro esempio, anche la targa “28IF” di Abbey Road (che peraltro è accertato fosse in realtà “281 F”) è poco convincente perché Paul, nato il 18 giugno 1942, avrebbe avuto (o aveva) 27 anni e non 28, nella data in cui l’album fu pubblicato.[1] Quanto al riferimento alla “Vedova McCartney” riportato sulla targa stessa, la data della presunta morte implicherebbe che l’uomo che Linda incontrò per la prima volta ad un party nel 1967 (e che avrebbe poi sposato il 13 marzo 1969) fosse fin da allora l'”impostore” anziché il vero Paul.

Più in generale, nel valutare le “sorprendenti” coincidenze citate nelle sezioni precedenti occorre ricordare che i dettagli della leggenda PID furono definiti gradualmente, in molti casi a posteriori rispetto alla comparsa degli “indizi” nella discografia dei Beatles (si veda per esempio il caso di “Padre McKenzie”).

Non si può escludere, peraltro, che i Beatles abbiano volutamente “giocato” con la leggenda che stava nascendo, o che l’abbiano alimentata inconsapevolmente attraverso qualche scelta fatta con altri intenti (per esempio è vero che Paul è spesso “fuori schema” rispetto agli altri Beatles nelle copertine e nelle foto ufficiali: di spalle, di profilo ecc.). Lennon, in particolare, amava l’humor nero: una foto, tra quelle degli esordi al Cavern, mostra il chitarrista che si finge morto, mentre gli altri componenti della band lo vegliano. Con la leggenda PID sarebbe soltanto “cambiato” il beatle morto.

A questo va inoltre aggiunto un dubbio fondamentale, ovvero come sia potuta pervenire fino a noi la conversazione tra Rita e Paul circa la gravidanza, la fuga da casa, eccetera dato che le uniche due persone presenti al dialogo (Rita e Paul appunto) erano chiuse in un’automobile in movimento (cosa che esclude la presenza di terzi o la possibilità che qualcuno abbia casualmente udito) . Tra l’altro, secondo la dinamica dell’incidente, tra la summenzionata conversazione e la loro morte Rita e Paul non hanno avuto modo di parlare con terzi, quindi, i dettagli risultano pervenuti a noi in maniera inesplicabile.

Riferimenti al PID

Il brano How Do You Sleep? del celebre album Imagine di John Lennon (1971) è un feroce attacco a McCartney; con riferimento alla vicenda del PID, Lennon canta: Those freaks was right when they said you was dead (“quei matti avevano ragione quando dicevano che eri morto”). Il senso della frase ovviamente non va letto come una rivelazione della “veridicità” della teoria del PID, ma solo un’aperta critica alla carriera artistica di McCartney (come dire: “non hai fatto niente di importante”); altri versi dello stesso brano recitano per esempio the only thing you done was Yesterday (“l’unica cosa che hai fatto è Yesterday”) e the sound you make is muzak[2] to my ears / you must have learned something in all those years (“i suoni che fai sembrano musica da ascensore alle mie orecchie / dovresti aver imparato qualcosa in tutti quegli anni”).

Paul McCartney ha mantenuto un atteggiamento divertito rispetto a questa vicenda (“Le voci sulla mia morte sono oltremodo esagerate. Comunque, se fossi morto, sarei stato sicuramente l’ultimo a saperlo”[3]). Nel 1993 ci ha scherzato persino sopra con il titolo del suo album dal vivo Paul Is Live, in cui ricompare il passaggio pedonale di Abbey Road con una targa di automobile che recita, questa volta, “51 IS” (“51 è”). Ha anche prestato la propria voce al personaggio di se stesso in una puntata dei Simpson, alla fine della quale ricorda: Oh, by the way… I’m alive (“a proposito: sono vivo”).

Analisi biometriche

Nel 2009, due periti italiani, l’informatico Francesco Gavazzeni e il medico legale Gabriella Carlesi, basandosi su avanzate tecniche medico-legali, hanno svolto un approfondito studio di antropometria e di craniometria su immagini di Paul McCartney, scattate prima e dopo la data del presunto incidente in cui l’artista avrebbe trovato la morte, allo scopo di confrontarne le caratteristiche biometriche e decidere così se si trattasse o meno della stessa persona. Sorprendentemente, lo studio ha portato a concludere che resta aperta la probabilità che non si tratti della stessa persona[4], in quanto il confronto dei dati biometrici (analisi della forma del cranio e della mascella, della curva mandibolare, dei padiglioni auricolari, del palato e della dentatura) indica che si potrebbe trattare di due differenti individui, sia pur in apparenza molto somiglianti [5].

Note

  1. ^ Abbey Road uscì il 26 settembre 1969; I sostenitori della teoria ribattono che, dopo avere abbracciato le religioni orientali, i Beatles avrebbero iniziato a contare gli anni dal concepimento e non dalla nascita, il che farebbe quadrare i conti.
  2. ^ Muzak è un termine con il quale si identifica generalmente, nel linguaggio musicale, la musica di genere scadente o secondario, comunque easy listening, di facile ascolto; qui è stato tradotto con musica da ascensore; altre volte viene indicato come musica di sottofondo adatta ad essere diffusa nei supermercati o, genericamente, nei luoghi pubblici
  3. ^ Paul McCartney, da un’intervista a “Life”, 1969
  4. ^ Corriere della Sera Consultato il 21 luglio 2009
  5. ^ Wired Italia, Articolo “Chiedi chi era quel «Beatle»”, Luglio-Agosto 2009