Viterbo – L’appello dell’Accademia Kronos Polveri delle nocciole, intervenga la Regione

Riceviamo e pubblichiamo – Non esistono in Europa comunità, cittadini, associazioni che non si sono ribellate all’inquinamento dell’aria, alla presenza inquinante delle polveri sottili, del particolato.

Battaglie civili, ma decise, portate avanti da migliaia e migliaia di cittadini europei alla fine hanno favorito l’emanazione di leggi molto rigorose in merito all’inquinamento atmosferico. Tutte le città si sono dotate di centraline di rilevamento di inquinanti e particolato nell’atmosfera.

Tutto questo invece non accade nel viterbese dove per la raccolta delle nocciole si sollevano vere e proprie nubi di polveri inquinate da pesticidi e diserbanti che poi ogni cittadino volente o no deve respirare.

La causa sono macchine aspiranti di notevole potenza che oltre ad aspirare le nocciole a terra, sollevano la polvere e la disperdono intorno per centinaia di metri. Si tratta di particelle sospese allo stato solido che, a causa delle loro piccole dimensioni, restano sospese in atmosfera per tempi più o meno lunghi; queste polveri sospese vengono anche indicate come PM (Particulate Matter).

Il particolato nell’aria può essere costituito da diverse sostanze: sabbia, ceneri, polveri, fuliggine, sostanze silicee di varia natura, sostanze vegetali, composti metallici, fibre tessili naturali e artificiali, sali, elementi come il carbonio o il piombo, ecc.

A prescindere dalla loro tossicità, le particelle che possono produrre degli effetti indesiderati sull’uomo sono sostanzialmente quelle di dimensioni più ridotte, infatti nel processo della respirazione le particelle maggiori di 15 micron vengono generalmente rimosse dal naso. Il particolato che si deposita nel tratto superiore dell’apparato respiratorio (cavità nasali, faringe e laringe) può generare vari effetti irritativi come l’infiammazione e la secchezza del naso e della gola; tutti questi fenomeni sono molto più gravi se le particelle hanno assorbito sostanze chimiche contenute generalmente nei pesticidi e nei diserbanti.

Le particelle più piccole poi penetrano nel sistema respiratorio a varie profondità e possono trascorrere lunghi periodi di tempo prima che vengano rimosse, per questo sono le più pericolose. Queste polveri aggravano le malattie respiratorie croniche come l’asma, la bronchite e l’enfisema. Il particolato ultrafine, caratterizzato da un diametro inferiore a 0,1 micrometri, può addirittura entrare nel circolo sanguigno, con tutti i pericoli che questo può comportare.

Tutto questo fa parte di una cospicua letteratura scientifica in cui le autorità sanitarie ben conoscono. Nonostante ciò sono anni che non si riesce a porre un rimedio a questo modo di scaricare nell’aria tonnellate di polveri durante la raccolta delle nocciole. Accademia Kronos, dopo anni di battaglie, denunce, esposti e pubblicazioni vista l’indifferenza di amministratori pubblici e autorità sanitarie a questo disastro ambientale, si è arresa.

Diverse persone questi giorni si sono rivolte ad Accademia Kronos chiedendo d’intervenire. E i dirigenti dell’associazione hanno risposto che se le autorità preposte alla salute umana non si muovono, loro non possono fare nulla, a parte ennesimi esposti e articoli di giornale.

Alcune di queste persone hanno fatto notare che chi affetto da patologie respiratorie in questi giorni è obbligato a restare chiuso in casa, o chi può si trasferisce per qualche giorno in aree meno inquinate in attesa delle piogge. Accademia Kronos nonostante esposti, denunce, studi appropriati che mostravano la nocività della respirazione delle polveri, non ha mai ottenuto nulla.

“Una situazione insostenibile – dice il presidente di Accademia Kronos, Ennio La Malfa – tutto questo disagio alle persone e danno ambientale è causato da una esigua minoranza di coltivatori di nocciole, più volte sensibilizzata al problema, ma che ha sempre sistematicamente ignorato”.

Ma non è solo l’atmosfera aggredita è anche il suolo e l’acqua del lago di Vico. Sta di fatto che per il profitto di pochi si sta definitivamente distruggendo il lago portandolo da un livello 4 di salute degli anni 1970 all’attuale livello 2, anticamera della morte biologica.

La presenza della pericolosissima alga rossa è la prova concreta di questo disastro ambientale causato dall’uomo. Il paradossale è poi che gran parte dei coltivatori di nocciole del lago di Vico stanno all’interno di una riserva naturale, e nonostante appelli e richiami al buon senso, continuano a irrorare le loro colture con veleni chimici, che alla fine terminano tutti nelle acque del lago.

Ad oggi, a parte l’Università della Tuscia che con una serie convegni ha dimostrato i danni reali che si stanno arrecando agli ecosistemi lacustri e forestali locali, nessuno si è mosso concretamente.

Tutto questo non accade a Timbuctu, ma in Europa, in una sua regione. E’ necessario a questo punto informare il Parlamento Europeo su questa grave situazione, visto che governo italiano e regione Lazio non fanno ancora nulla. Esistono comunque leggi europee, nazionali e regionali che tutelano ambiente e salute dei cittadini e puniscono severamente chi inquina l’atmosfera, i suoli e le acque, basta volerle applicare.

Accademia Kronos chiede pertanto alle autorità preposte alla salute dei cittadini di fermare chi produce l’inquinamento dell’aria attraverso le turboaspiranti, fino a quando qualche pioggia riesca ad abbassare il particolato a terra. Oppure obbligare i coltivatori ad annaffiare i terreni prima dell’aspirazione con le macchine. Accademia Kronos rivolge un particolare appello al presidente della Regione Lazio, Polverini, perché intervenga subito d’autorità, visto che è anche la referente sanitaria di tutti i cittadini della regione.

Filippo Mariani
Accademia Kronos