I metalli pesanti contenuti nei cibi mettono a rischio la salute

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Sono una presenza insidiosa i metalli pesanti contenuti nei cibi che mettono a rischio la salute. Si trovano ovunque, proprio dove uno meno se li aspetta: vestiti, farmaci, pentole, cibi e cosmetici. Si respirano anche nell’aria, ma il problema non è insormontabile.

Invisibili ma pericolosi, i metalli pesanti tendono ad accumularsi nell’organismo in modo lento e progressivo. Lo affaticano, rendendo più difficile il lavoro di depurazione di organi vitali quali reni, fegato e danneggiano la pelle. Vediamo gli effetti negativi di alcuni fra imetalli pesanti più comuni.

Il piombo
Alti livelli di esposizione al piombo possono ostacolare lo sviluppo mentale e le prestazioni cognitive del bambino, aumentare la pressione del sangue e il rischio di malattie muscolari negli adulti, causare danni al tratto gastrointestinale, al sistema riproduttivo e nervoso. L’assunzione di piombo avviene soprattutto attraverso alimenti contaminati (per esempio da contenitori che cedono piombo) o per inalazione dall’aria che si respira.

Il cadmio
Può portare disfunzioni dei reni, danni allo scheletro e all’apparato riproduttivo.

 

 

Il mercurio
Può provocare alterazioni nello sviluppo mentale dei bimbi e, in dosi massime, anche alterazioni neurologiche negli adulti. Fonte principale di assunzione del mercurio è il pesce.

Il cromo
Può danneggiare fegato, reni, sistema nervoso e circolazione.

L’alluminio
Può provocare danni al sistema nervoso e alcune ricerche hanno evidenziato un possibile legame con il morbo di Alzheimer. Oltre che negli alimenti, tracce di alluminio si ritrovano nei cosmetici, farmaci, in alcuni tipi di formaggio al quale viene aggiunto un additivo ad alto contenuto di alluminio che rende la pasta dei formaggi morbida, filante e consistente. Si trovano tracce anche in pentole e contenitori in alluminio.

É importante fare le scelte giuste a tavola per prevenire il rischio di ingerire troppi metalli pesanti. Un consiglio prezioso è quello di ricorrere preferibilmente a frutta e verdura proveniente da coltivazioni biologiche e biodinamiche. Questo garantisce che gli ortaggi e la frutta non siano stati trattati con pesticidi e altre sostanze di origine chimica per fertilizzare, migliorare la resa del raccolto o evitare i parassiti.

Photo credit: Brian Hillegas su Flickr

Mercurio

 

A Taranto nascono più bimbi autistici. Il Corriere del Giorno vi ha dedicato la notizia di copertina. Ci sarebbe un incremento del 50% negli ultimi 10 anni. Il dottor Salvatore Pignatelli, intervistato dal Corriere del Giorno, ha lanciato il suo grido di allarme, rivolgendosi alle associazioni ambientaliste. E’ infatti al centro dell’attenzione degli scienziati la correlazione fra autismo e inquinamento. Nell’articolo si parla di possibile relazione fra diossina e autismo.

Noi, con questo intervento, vogliamo sottolineare anche un’altra possibile relazione: quella fra mercurio e autismo.

A Taranto le stime sull’incremento del mercurio nell’atmosfera e nell’acqua le ha fornite la stessa Ilva all’inventario Nazionale delle Emissioni e delle loro Sorgenti (INES).

Questa è la tabella che contiene i dati INES, opportunamente disaggregati e comparati con i totali nazionali per un calcolo percentuale.

Mercurio a Taranto

I dati che abbiamo elaborato sono frutto di stime tecniche, la cui attendibilità è collegata al fatto che derivano dalle stesse autodichiarazioni ambientali dell’Ilva. Ad oggi non sono ancora disponibili sul sito dell’APAT le autodichiarazioni del 2006.

Questi dati si commentano da soli per la loro evidenza. Occorre ora capire qual è la ricaduta sul territorio e sulla salute di un tale inquinamento da mercurio. Nel nostro dossier sul mercurio a Taranto c’è una sezione dedicata all’autismo. Scrive il dott. Stefano Pallanti, direttore dell’Istituto di Neuroscienze di Firenze:

“Nel 1948 viene per la prima volta ipotizzato il ruolo dell’intossicazione da mercurio come causa dell’autismo. Si notò infatti lo sviluppo di una condizione multisintomatica, definita acrodinia, in una percentuale di bambini (1 su 500/1000) esposti cronicamente a dosi di mercurio imputate della degenerazione della corteccia cerebrale e del cervelletto”.

Sotto accusa sono finiti i vaccini al mercurio. Ma un inquinamento da mercurio non va sottovalutato per le possibili correlazioni con l’incremento dell’incidenza dell’autismo, dei disturbi dell’attenzione e dell’apprendimento.

“L’intossicazione da mercurio – scrive il dott. Pallanti – causa immunosoppressione, ridotta funzionalità delle cellule natural killer, e proliferazione sistemica di lieviti, tutte condizioni concomitanti nei casi di autismo. Insolita attività epilettiforme è stata trovata in numerose forme di intossicazione da mercurio pare che il 3545% degli autistici sviluppano ad un certo punto anche un’attività epilettica”.