Tumori al seno, la mammografia salva il doppio delle vite

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In questi ultimi tempi era stata messa in dubbio la validità della mammogafia preventiva per il tumore al seno, considerata inutile per diagnosticare la malattia invalidante e, purtroppo, spesso mortale. A mettere fine alle polemiche, ci ha pensato il “Journal of Medical Screening”, che ha accertato che la mammografia salva il doppio delle vite, almeno due donne vengono salvate dal tumore al seno..

Facciamo un passo indietro, Peter Gotzsche, direttore della “Nordic Cochrane Collaboration” di Copenhagen, aveva voluto portare avanti uno studio per verificare se, effettivamente, fosse reale l’efficacia di praticare una mammografia alle donne over 50. Da molti anni si effettuano in tutto il mondo su milioni di donne, Italia inclusa. Il braccio destro danese sosteneva, però, che non fosse utile a salvare vite umane. Inutile l’iniziativa di effetuare screening periodici alle donne over 50.

Le principali critiche ai test mammografici erano di non salvare vite, la maggior parte delle mammografie, erano inutili trattamenti per prevenire un cancro al seno che non si sarebbe sviluppato. Al contrario, è stato accertato che almeno due donne vengono salvate dal tumore al seno. In poche parole, i benefici della mammografia al seno sono doppi mispetto ai rischi di sovradiagni.

Il “Journal of Medical Screening” ha voluto effettuare una revisione europea che ha preso in esame dati relativi a milioni di donne. L’esperto contrario alla mammografia aveva scritto anche un libro che gettava l’ombra sulla validità della prevenzione del tumore al seno: “Screening mammografici: verità, bugie e controversie”. La conclusione alla quale era arrivato diceva che, su duemila donne esaminate, solo una donna su dieci si salvava, altre dieci venivano colpite dal tumore al seno.

Un tumore al seno cambia radicalmente la vita e, fortunatamente, la nuova revisione contraddice nettamente lo studio allarmante. A rassicurare le donne è Stephen Duffy della “Queen Mary Univ

ersity” di Londra, l’ateneo che ha condotto l’indagine: Per ogni mille che vengono controllate ogni 2 anni, dai 50 anni di età ai 68-69, vengono salvate da 7 a 9 vite, contro 4 casi di sovradiagnosi. I risultati di questo studio, l’unico che analizza tutti i dati disponibili dei servizi di screening forniti in Europa, conferma i benefici che ci aspettavamo dalle ricerche condotte anni fa.

All’approfondimento ha partecipato attivamente l’italiano Eugenio Paci, direttore dell’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica di Firenze:

Con questa analisi che ha ‘pesato’ i pro e i contro dei programmi di screening per la prevenzione del cancro ci auguriamo di garantire alle donne la possibilità di compiere una scelta informata e consapevole.

http://www.mondobenessereblog.com/

“La radiografia per la cervicale? Meglio se ripassa tra 3 anni”

il caso

Tempi biblici per le liste d’attesa sanitarie

di Valerio Baroncini

 
Una dottoressa consulta una radiografia in una foto d'archivio (Ansa)

Una dottoressa consulta una radiografia in una foto d’archivio (Ansa)

Bologna, 13 settembre 2012 – Volete fare una risonanza magnetica perché avete problemi di cervicale? Meglio evitare Bologna. Al momento di fissare l’esame vi sentireste dire: «Ripassi pure fra tre anni».
La sanità alle prese con la tortuosa spending review, la revisione dei costi, (ri)scopre il fiume carsico delle liste d’attesa. Anzi, le liste della disperazione.

 

TORNANDO alla prestazione dell’altro giorno: il paziente, un bolognese di 58 anni, è stato rinviato a tre anni e un po’, per la precisione 1.113 giorni. L’attonito cittadino, che con il mal di testa proprio non riesce più a stare, dovrà farsene una ragione, dal momento che dal 10 settembre s’è visto proiettato all’équipe radiologica dell’ospedale Maggiore di Bologna al 29 settembre, ma del 2015. Leggere lo statino qui accanto per credere. Non si tratta del primo caso. Perché le radiografie avrebbero bisogno loro stesse di un’iniezione curativa.

 

LANFRANCO Ceci, un altro bolognese, è senza parole: «Mi sono recato al Cup per prenotare una risonanza magnetica al rachide cervicale. Prima disponibilità 21/04/2015. Avete capito bene: quasi 960 giorni di attesa». Non va meglio per una mammografia. Esempio certificato: una giovane donna necessita di una mammografia bilaterale, la richiesta arriva dal medico di base. In città (al Bellaria e al policlinico Sant’Orsola-Malpighi) non è possibile prenotare, perché l’agenda è chiusa. Tecnicamente significa che non si accede al servizio, tanti saluti. I primi tre posti disponibili? Il 30 agosto 2013 a Vergato, in appennino; oppure il 24 gennaio 2014 a Bazzano o il 12 giugno 2014 a San Giovanni in Persiceto.

 

RESTA inteso un dato: pagando, si può ottenere la prestazione anche domani. Nello stesso ospedale dove poi ci si ritroverebbe con la mutua nel 2015. Ed è quantomeno singolare nel capoluogo di regione, che ospita anche i principali ospedali della nostra area. Nel 2002 in Emilia-Romagna ci sono state 60 milioni di prestazioni specialistiche, nel 2011 sono arrivate a 80 milioni.

 

L’assessore alla sanità Carlo Lusenti, a una tavola rotonda dove gli si chiedeva come risolvere l’annosa questione, se l’era cavata con un altro interrogativo: «Ma è più importante il tempo di ogni prestazione o invece la misurazione dell’accessibilità, della continuità delle cure, dell’appropriatezza della prescrizione e della gestione appropriata della domanda?».
 

di Valerio Baroncini

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Mammografia, precauzione salvavita

Regolari mammografie riducono del 49% il rischio di morire di cancro. E’ quanto emerge da uno studio comparso sulla rivista Cancer Epidemiology, Biomarkers and Prevention che ha dimostrato definitivamente come lo screening previene i decessi. Analizzando il tasso di screening effettuati dal campione di 4000 donne selezionato di età tra i 50 e i 70 anni, infatti, la frequenza è molto più bassa in coloro poi decedute a causa del cancro.

Salute: mammografia annuale per pazienti over ’40’

Sottoporsi ad una mammografia annuale dimezza la necessità di un intervento chirurgico come conseguenza del cancro al seno nelle donne di età compresa tra i 40 e i 50 anni. È quanto risulta da uno studio presentato durante il congresso della Radiological Society of North America in corso negli Usa. “Le donne in questa fascia di età che si sono sottoposte ad una mammografia l’anno precedente hanno avuto un tasso di mastectomia ridotto a meno della metà rispetto all’altro gruppo”, afferma Nicholas M. Perry, direttore del London Breast Institute di Londra. I medici hanno esaminato i dati relativi a 971 donne con diagnosi di cancro al seno tra il 2003 e il 2009. I dati hanno mostrato che la mastectomia, l’asportazione chirurgica della mammella, è stata necessaria nel 19% dei casi per le donne che si erano sottoposte all’esame diagnostico l’anno precedente all’osservazione, contro il 46% di quelle che non avevano eseguito la mammografia.

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