DENUNCIA DEL PROF. GIACINTO AURITI l’8 MARZO DEL 93

Denuncia del professor Auriti, docente universitario di diritto, della truffa dell’emissione monetaria ai danni del popolo. Si tratta di una registrazione (con rock in sottofondo) di un’intervista concessa da Auriti a Radio Radicale nel 2000, che non ha avuto nessun seguito nei mass media nonostante la gravità delle dichiarazioini rilasciate dal professore.

“Guardi, io ho presentato un disegno di legge al Senato, alla dodicesima, e ripetuta, alla tredicesima legislatura, per la proprietà popolare della moneta.

Questo disegno di legge è fatto di cinquanta parole. Sono due articoli.

Primo articolo, venti parole: “All’atto dell’emissione, la moneta nasce di proprietà dei Cittadini italiani, e va accreditata dalla banca Centrale allo Stato”. La parola più importante è la parola “accreditata”, che sostituisce la parola “addebitata”.

Oggi, quando nasce un bambino, appena è nato, ci sono quaranta milioni di debito. Perché? Perché è una truffa all’origine.

Io ho denunciato per truffa, falso in bilancio, associazione a delinquere, usura e istigazione al suicidio, Ciampi e Fazio.

E allora sono stato invitato a fare una conferenza all'”Hotel delle quattro stagioni” a Rieti, ed è venuto il direttore della banca d’Italia locale… è venuto al microfono.

Dico i testimoni, presenti: il senatore Natali di Ascoli, e il senatore Belloni di Rieti. Duecento persone in sala.

Viene al microfono il direttore della banca d’Italia e dice: “Professor Auriti, le devo fare un rimprovero, perché lei ha insinuato che noi della banca d’Italia siamo dei delinquenti”.

Gli ho detto: “Guardi che è assolutamente falso. Io non ho insinuato. Io ho affermato che voi siete dei delinquenti. E se lei si ritiene offeso, lei mi deve denunciare per calunnia. Perché se lei non lo fa, vuol dire che quello che ho detto è vero.

Qua la lotta è mortale.

O devo andare in galera io per calunnia, o deve andare lei in galera per truffa. Se no, è inutile che parliamo dello Stato di diritto”.

Prendiamo atto che ci troviamo in un regime di usura. Il Governatore della banca Centrale batte moneta con un costo del denaro del duecento per cento. Perché ci presta il dovuto, quindi distrugge il cento per cento di un credito, e carica l’altrettanto cento per cento di debito. Questo non è solamente usura. È truffa. E io gliel’ho dimostrato.

E quando sono stato chiamato dal procuratore della repubblica di Roma Ettore Torri, mi ha chiamato e mi ha detto: “Professor Auriti, lei ha dimostrato l’elemento materiale del reato. Manca il dolo perché… è stato sempre così”.

E allora ho detto: “Scusi – e ho detto “Eccellenza” – prima di tutto faccio notare che la continuazione del reato è un aggravante, non è un esimente… e lei mi dice: È stato sempre così. Poi, secondo punto: io ammetto la buona fede, per carità! Però dobbiamo chiarire: fino a quando non ti ho fatto la denuncia! Dopo che ti ho fatto la denuncia, come la mettiamo?”

Qua il reato seguita. Ed io ho fatto la denuncia l’8 marzo del ’93, insieme a un pugno di miei studenti. Siamo andati alla Procura della Repubblica e abbiamo firmato. Perché io penso che la migliore lezione che possa dare un professore ai suoi studenti è l’esempio. E quando uno da’ questi esempi, esercita la sua dignità. E la dignità gratuita non esiste. Quando io ho fatto la causa contro la banca d’Italia per avere l’accertamento di chi è la proprietà della moneta, mi hanno dato torto, e mi hanno condannato a dieci milioni di spesa, che è stata trattenuta su iniziativa della banca d’Italia – le spese di causa – sul mio stipendio.

Io presi il foglio con cui mi notificavano il pignoramento dello stipendio, e l’ho messo nella bacheca dell’Università, perché ho detto agli studenti: “Ecco, io pago, perché voglio la proprietà popolare della moneta”. È chiaro? La dignità gratuita non esiste. Io mi sento fuori di questo tempo.

Ecco perché ho bisogno di cominciare a lanciare dei messaggi che finalmente possono costituire un’alternativa per le nuove generazioni.

Oramai le nuove generazioni… se noi seguitiamo così, non avranno altra scelta che quella tra il suicidio e la disperazione. Questa avverrà se noi non sostituiremo alla moneta debito, la moneta proprietà. Ecco perché noi abbiamo fatto la scuola di Aquila, che si contrappone a Maastricht. Maastricht è moneta debito. Noi siamo moneta proprietà. È una nuova scuola che è nata”

26 Febbraio 2001 – I 15 stati dell’Unione Europea firmano il Trattato di Nizza

Partecipa all’assemblea di Wikimedia Italia il 20 marzo a Pistoia

Trattato di Nizza

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Il Trattato di Nizza è uno dei trattati fondamentali dell’Unione europea, e riguarda le riforme istituzionali da attuare in vista dell’adesione di altri Stati. Il trattato di Nizza ha modificato il Trattato di Maastricht e i Trattati di Roma. È stato approvato al Consiglio europeo di Nizza, l’11 dicembre 2000 e firmato il 26 febbraio 2001. Dopo essere stato ratificato dagli allora 15 stati membri dell’Unione europea, è entrato in vigore il 1º febbraio 2003.


Dopo l’approvazione del Trattato di Amsterdam nacque subito l’insoddisfazione per le modifiche non incisive introdotte in campo istituzionale, soprattutto in vista dell’allargamento dell’UE ai paesi dell’ex Europa dell’est. Questa insoddisfazione spinse i capi di stato e di governo a prospettare subito un’ulteriore modifica del sistema istituzionale “prima che l’Unione conti venti membri”. La Conferenza intergovernativa (CIG) inizia il 14 febbraio 2000 con la presidenza portoghese dopo la “Relazione sulle implicazioni istituzionali dell’allargamento” del gruppo Dehaene. La trattativa si conclude al Consiglio europeo di Nizza dell’11 dicembre 2000, ma si traduce in un mezzo fallimento: vengono adottate solo disposizioni “minime” che permettono alle istituzioni, pensate per 6 membri, di funzionare anche a 27 membri.
Un Piano Storico

Clausole Dell’Accordo

Il Trattato di Nizza in particolare introduce:

  • nuova ponderazione dei voti nel Consiglio dell’Unione europea,
  • modifica della composizione della Commissione europea,
  • estensione della procedura di codecisione e modifica del numero di deputati al Parlamento europeo per ogni Stato membro,
  • estensione del voto a maggioranza qualificata per una trentina di nuovi titoli.
  • riforma per rendere più flessibile il sistema delle cooperazioni rafforzate
  • nuova ripartizione delle competenze tra Corte e Tribunale

Nell’ambito del Consiglio europeo di Nizza è stata solennemente proclamata la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che però non è entrata a far parte del trattato.

Passi Successivi

Nel dicembre 2001 il Consiglio europeo ha approvato la Dichiarazione di Laeken con lo scopo di far partire un dibattito più ampio e più approfondito sull’avvenire dell’Unione europea che è sfociato nella Convenzione europea.

Voci correlate

Altri progetti

Collegamenti esterni

Unione europea – TrattatiIstituzionistoria dell’integrazione europea
1952 1958 1967 1987 1993 1999 2003 2009
Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA)
Comunità europea dell’energia atomica (CEEA o Euratom)
Comunità economica europea (CEE) Comunità europea (CE)
Comunità europeeCECACEEACEE Giustizia e
affari interni
(GAI)
Cooperazione giudiziaria e di polizia in materia penale (GAI)
Politica estera e di
sicurezza comune
(PESC)
U N I O N E   E U R O P E A (U E)
Trattato di
Parigi
Trattati di
Roma
Trattato di
fusione
Atto unico
europeo
Trattato di
Maastricht
Trattato di
Amsterdam
Trattato di
Nizza
Trattato di
Lisbona
I “tre pilastri” dell’Unione europea (non più in vigore): Comunità europea (CE), Politica estera e di sicurezza comune (PESC), Cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni (GAI)