‘L’isola dell’angelo caduto’: con Lucarelli torbidi intrighi e omicidi all’ombra del Fascio

Il primo film dello scrittore risulta più un opera politica che storica o di genere. “Se trovate che ci siano troppe cose – ha detto -, o se sono pasticciate, la colpa è mia: ma essendo anche il romanzo firmato da me, almeno mi sono pasticciato da solo”

Titolo: Lo scrittore Carlo Lucarelli
Fonte: © Ernesto Ruscio/Getty Images Europe

Brutti, sporchi e cattivi. Non parliamo delcapolavoro di Ettore Scola, bensì all’immagine che Carlo Lucarelli nel suo primo film, ‘L’isola dell’angelo caduto’, presentato al Festival Internazionale del Film di Roma per la sezione Prospettive Italia, dà degli uomini in camicia nera. Fascisti psicotici, con tic nervosi, deformi con le movenze da diavoli. Una caricatura forte, alla quale non ricorsero neppure registi molto politicizzati come Petri e Rosi, di una rigidità mai vista, che poi è stata una tra le numerose critiche mosse all’opera prima di Carlo Lucarelli. Così come quella che essere un bravo giallista sulla carta, nonché un eccellente conduttore televisivo a tema, non sempre corrisponde ad una bravura dietro la macchina da presa. “Se trovate che dentro il film ci siano troppe cose, o se sono pasticciate, la colpa è mia: ma essendo anche il romanzo firmato da me, almeno mi sono pasticciato da solo”: questa la prima reazione a caldo di Lucarelli, dopo le immediate e numerose stroncature al suo lavoro, che dimostrano anche la sua grande responsabilità ed umiltà, aspetti questi di cui difettano molti registi italiani.

La storia è datata 1925. Mussolini tiene il “discorso del bivacco” alla Camera dove si addossale colpe dell’affair Matteotti, dando così il via al periodo “nero” del Paese. Contemporaneamente in uno scoglio nel Mediteranno, che tutti chiamano l’isola dell’angelo Caduto, perché si dice che Lucifero dopo la ribellione a Dio sia precipitato su quella piccola rupe sperduta, adesso colonia penale del nascente regime, si consuma la tragedia. Il commissario dell’isola, mandato un anno prima in segno di punizione, si trova ad indagare sulla morte di un miliziano, tale Miranda. In molti lo volevano morto data la sua attività di sciupafemmine con le moglie degli altri. Ma sembra, però, che tutti vogliano liquidare il fatto come un incidente, soprattutto il feroce e violento capo squadriglia Mazzarino. A mettere il poliziotto sulla pista dell’omicidio è Valanzano, uno dei detenuti politici, anatomopatologo che nota delle forte incongruenze con l’autopsia ufficiale. 

CARLO LUCARELLI RACCONTA L’ISOLA DELL’ANGELO CADUTO’



La storia si svolge nell’arco di una settimana in cui i morti aumentano rapidamente, tutti inmaniera quanto mai violenta, ma mascherata da incidente o suicidio, e al commissario appare subito chiaro che se accetterà la comoda versione ufficiale, sarà richiamato in continente, mentre se continuerà a indagare resterà confinato su quell’isola, dove sua moglie Hana, che non riesce più a sopportare quel luogo surreale e inquietante, sta impazzendo. Ma c’è qualcosa di strano nell’isola: cosa succede di notte tra il fantomatico “inglese” e la sua bella moglie? A chi sono rivolti i suoi quotidiani telegrammi con su scritto “Tornerà”? E quale segreto conosce la moglie del Federale? 


[Il cast al completo con il regista Lucarelli al Festival del Cinema di Roma. © Gareth Cattermole/Getty Images Europe]

Questi e tanti altri enigmi ancora cercheranno di dipanare i protagonisti del film di CarloLucarelli in maniera, come dice lui, “un po’ pasticciata”. Ad esempio, con un po’ di attenzione, si capisce fin da subito chi è l’assassino. La trama, inoltre, risulta tirata troppo per le lunghe e con una scena finale che vorrebbe dir tutto e a conti fatti nulla. Buono il cast: Giampaolo Morelli che torna a vestire i panni di un poliziotto, questa volta più “serio” del Coliandro televisivo. Magistrale Gaetano Bruno come sociopatico Mazzarino, anche il veterano Giuseppe Cederna incarna superbamente un Federale atipico, vittima e succube della moglie libertina ed ex sciantosa. Nel cast femminile spicca Sara Sartini nei panni di Hana e così come la giovanissima attrice romena Laura Glavan, volto noto della Tv grazie al serial ‘Don Matteo’. Ottime anche le musiche che vedono il ritorno alla musica da film di Piero Pelù. In buona sostanza il film di Carlo Lucarelli risulta più politico che storico o giallo, una pellicola in cui cerca di mescolare, senza molto successo, esoterismo, satanismo e tanta follia. 
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