Cancro laringe-Come si formula la diagnosi?

Così come per tutti i tumori, la diagnosi della malattia negli stadi iniziali permette maggiori possibilità di guarigione e anche scelte terapeutiche che rendono possibile la conservazione della laringe e, conseguentemente, delle sue funzioni.
Per formulare una corretta diagnosi della malattia e della sua estensione, risultano di fondamentale importanza alcune indagini strumentali, tra le quali.
  • laringoscopia indiretta: consiste nella visualizzazione della laringe tramite uno specchietto; è l’esame che si esegue per primo, quando esistono dei sintomi che inducono a pensare ad una patologia laringea. È pratico, rapido, poco costoso e nella maggior parte dei casi può dare una discreta immagine della laringe e delle eventuali patologie presenti. Permette di valutare come si muovono le corde vocali sia in fonazione, ossia mentre si pronunciano ‘e’‘i’, sia durante la respirazione. È necessaria la collaborazione del paziente. Lo stesso esame può essere eseguito utilizzando il fibroscopio rigido, un tubo di piccolo diametro;
  • laringoscopia con fibre ottiche: consiste nella visualizzazione diretta della laringe. Si esegue introducendo il fibroscopio attraverso il naso per visualizzare la laringe ai suoi diversi livelli. È un esame ben tollerato dal paziente, riesce ad individuare lesioni piccole e permette di eseguire biopsie (piccoli prelievi di tessuto);
  • laringoscopia in sospensione: è l’esame più valido per la diagnosi definitiva, indispensabile nei casi non completamente risolti dall’uso delle fibre ottiche. Permette di individuare lesioni ancora più piccole e anche di eseguire interventi chirurgici, quali ad esempio ladecorticazione, una specie di pulizia delle corde vocali. Ha il limite di richiedere l’anestesia generale e, pertanto, il ricovero del paziente .

È opportuno sottolineare che solo l’analisi al microscopio di un frammento del tessuto  prelevato mediante una laringoscopia con fibre ottiche o a sospensione costituisce l’unica vera prova che siamo di fronte ad un tumore.
Gli esami di diagnostica per immagini, quali la tomografia computerizzata(TC) e la risonanza magnetica (RM) risultano utili al completamento degli esami strumentali, soprattutto nei casi più avanzati di malattia.


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Il cancro della laringe testo originale del settembre 1998 – tradotto e validato nel dicembre 2000

Sintomi

I sintomi del cancro laringeo dipendono principalmente dalle dimensioni e dalla localizzazione del tumore. La maggior parte dei tumori della laringe si sviluppa nelle corde vocali. Queste forme neoplastiche sono raramente dolorose, ma generano quasi sempre raucedine od altri cambiamenti della voce. I tumori situati nell’area al di sopra delle corde vocali possono dare luogo alla formazione di noduli nel collo e a mal di gola od otalgie, mentre i tumori che si sviluppano al di sotto delle corde vocali sono piuttosto rari e possono rendere difficoltosa e rumorosa la respirazione.

Una tosse persistente o la sensazione della presenza di un corpo estraneo all’interno della gola possono segnalare un cancro della laringe. Man mano che il tumore cresce, può causare dolore, perdita di peso, alitosi e frequenti soffocamenti dovuti a ostruzione delle vie aeree da parte del cibo. In alcuni casi il paziente proverà difficoltà ad inghiottire.

I suddetti sintomi possono derivare dalla presenza di un cancro oppure da altre patologie meno gravi. Se accusate uno o più di tali sintomi, consultate un otorinolaringoiatra

Diagnosi

Al fine di risalire alle cause dei suddetti sintomi, il medico rivolgerà al paziente una serie di domande sulla sua storia clinica ed effettuerà un esame fisico completo, compresa una minuziosa palpazione del collo per verificare la presenza di noduli, gonfiori, o sensibilità abnorme al tatto o ad altri cambiamenti. Esistono tre metodi possibili di esaminare la laringe:

Laringoscopia indiretta.

Il medico ispeziona la gola utilizzando uno specchietto dal lungo manico per individuare eventuali anomalie e verificare se le vibrazioni delle corde vocali avvengono correttamente. Si tratta di un test indolore, ma talvolta un anestetico locale spray viene spruzzato in gola per prevenire fastidiosi conati di vomito. L’esame si svolge presso l’ambulatorio del medico.

Laringoscopia a fibre ottiche.

Alcuni soggetti per la conformazione del collo e vivacità dei riflessi, nonostante l’uso di anestetici locali, non possono essere sufficientemente collaborativi al fine di permettere il tradizionale metodo di ispezione della laringe. In questi casi diventa indispensabile usare le fibre ottiche. Si tratta di un tubicino flessibile il quale, fatto passare per il naso o per la bocca, giunge all’altezza della laringe; l’organo viene illuminato e la sua immagine viene catturata in modo da poter essere vista dal medico attraverso un monitor o un “oculare” posto in cima all’apparecchio. Tale metodo, ad ogni modo, viene utilizzato anche quando è stata effettuata l’osservazione con lo specchietto e quando si vuole conoscere con maggior precisione l’estensione della malattia, la mobilità delle corde vocali oppure non è stato possibile vedere completamente la laringe.

Laringoscopia diretta.

Si effettua in anestesia generale introducendo nella bocca un tubo rigido che permette al medico di vedere la laringe o con visione diretta o attraverso microscopi ingranditori. In questo modo è possibile, oltre che osservare l’organo, eseguire delle biopsie (piccole esportazioni di parte dei tessuti che vengono esaminati), o interventi chirurgici per piccole neoformazioni (polipi, noduli, leucoplachie). Queste vengono asportate con strumenti taglienti o il metodo laser.

I campioni di tessuto vengono affidati successivamente ad un patologo per l’analisi microscopica. Se viene rilevata la presenza di cellule cancerose, il patologo sarà in grado di comunicare anche di quale tipo di cancro si tratta. Quasi tutti i tumori della laringe sono carcinomi a cellule squamose, cellule piatte a forma di scaglia di pesce che rivestono l’epiglottide, le corde vocali e altre porzioni della laringe.

Dopo l’accertamento della presenza di un tumore, sarà necessario determinarne lo stadio (o estensione) al fine di pianificare l’opzione di trattamento più efficace. Si effettueranno quindi ulteriori esami, come radiografieTAC, e/o RMN, anche per accertare l’eventuale diffusione ad altri organi. Durante una TAC (Tomografia Assiale Computerizzata), si effettuano numerose radiografie, successivamente elaborate da un computer per ottenere una serie di immagini particolareggiate delle strutture interne dell’organismo. Una RMN (Risonanza Magnetica Nucleare) riproduce immagini con l’aiuto di un potente magnete collegato ad un computer.


Il laser salva le corde vocali


La prevenzione e la diagnosi precoce sono senza dubbio le armi migliori per contrastare tempestivamente e radicalmente il tumore. Infatti, se questo viene scoperto nella sua fase iniziale, le possibilità di guarigione sono elevate e minori i disagi di tipo fisico e psicologico conseguenti alle terapie che il paziente dovrà affrontare.
A conferma di questo fondamentale concetto, una ricerca effettuata dell’équipe di Chirugia Cervico-Facciale dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano ha dimostrato che il tumore iniziale della laringe, in molti casi, può essere asportato completamente con un unico intervento chirurgico, che è nel contempo diagnostico e terapeutico.
In altre parole la biopsia di una lesione della corda vocale, se eseguita con la tecnica messa a punto dai chirurghi dello Ieo, può guarire il paziente evitando nella maggioranza dei casi ulteriori terapie.
E questo con notevoli vantaggi per il paziente, a partire da un decorso operatorio brevissimo, da modesti disturbi correlati all’intervento e soprattutto dalla possibilità di non doversi sottoporre ai cicli di radioterapia esterna. Ma attenzione: questo tipo di intervento può essere effettuato solo se il tumore alla laringe è in fase iniziale; in presenza di una neoplasia avanzata non è possibile intervenire in modo conservativo ottenendo gli stessi risultati oncologici.
In pratica, il chirurgo, eseguendo la biopsia, asporta gli strati superficiali delle corde vocali togliendo, in questo modo, anche il tumore. Se l’esame istologico del tessuto prelevato darà conferma della completa asportazione della lesione tumorale, il paziente non necessiterà di ulteriori interventi chirurgici, né della radioterapia.
«La corda vocale ha tanti strati, proprio come una cipolla – spiega Fausto Chiesa, direttore della Divisione di Chirurgia Cervico-Facciale dello Ieo – noi abbiamo pensato di togliere completamente con il laser gli strati più superficiali: una quantità di tessuto assolutamente sufficiente sia per un’analisi bioptica completa sia, con ragionevole sicurezza, per la rimozione dell’eventuale tumore al suo stadio iniziale. Il tessuto prelevato viene orientato come se fosse una carta geografica: in questo modo l’esame istologico ci permette di avere la diagnosi, ma anche di sapere se la neoplasia è stata completamente asportata e dove eventualmente deve essere ulteriormente rimossa. Questa tecnica, che impegna il paziente in un breve ricovero di due o tre giorni, ci consente di risparmiare circa l’85 percento dei trattamenti radioterapici ritenuti indispensabili dopo la tradizionale biopsia “in ordine sparso”, con le stesse probabilità di guarigione e spesso in un’unica seduta operatoria.
Lo strato superficiale della corda vocale si riforma spontaneamente in quindici/venti giorni, senza ulteriori effetti collaterali. Il paziente, dunque, non affronta un intervento diagnostico più invasivo di quello standard e, in più, evita di doversi sottoporre ai cicli di radioterapia esterna, con gli inevitabili disagi di tipo fisico, psicologico e anche logistico che ne conseguono. Non dimentichiamo, inoltre, che non tutti i malati hanno facilmente accesso a un centro di radioterapia vicino a casa loro, e che un trattamento radioterapico dura circa sei settimane, coinvolgendo non solo il paziente, ma anche i familiari che lo accompagnano e lo assistono durante il trattamento. Inoltre la radioterapia, come tutte le cure, ha una serie di effetti collaterali (irritazioni, arrossamenti, secchezza alla gola) non sempre facili da sopportare».
Con i metodi tradizionali, invece, il chirurgo esegue la biopsia prelevando una serie di piccoli campioni cellulari dalla corda vocale con un criterio chiamato random, ossia in ordine sparso. In caso di positività per una lesione tumorale il paziente deve ritornare in sala operatoria per l’intervento vero e proprio, ovvero essere sottoposto a radioterapia perché la tecnica di prelievo “in ordine sparso” non garantisce la certezza di avere completamente asportato la neoplasia.
I ricercatori dello Ieo si sono resi conto che in molti casi (circa un quarto dei pazienti sottoposti alla biopsia “in ordine sparso”) la lesione viene asportata interamente già con questi prelievi bioptici. Hanno quindi pensato di migliorare le potenzialità della biopsia asportando completamente con il laser, sotto il controllo del microscopio operatorio, gli strati ammalati della corda vocale, così da poter superare i limiti della metodica “in ordine sparso” e far coincidere nella maggior parte dei casi la procedura diagnostica con quella terapeutica.
«La chirurgia oncologica cervico-facciale – aggiunge il dottor Fausto Chiesa – in questi ultimi anni è notevolmente cambiata rispetto al passato: nelle neoplasie laringee iniziali grazie all’utilizzo delle tecniche mini-invasive permesse dal laser, possiamo guarire molti pazienti, garantendo una discreta qualità della voce, con interventi eseguiti attraverso la bocca e non dall’esterno. Nelle neoplasie avanzate, invece, si è passati da interventi eroici, demolitivi e mutilanti (quelli per tumori del cavo orale venivano addirittura chiamati Commando), a interventi funzionali. Siamo oggi in grado di restituire una buona funzionalità (deglutizione, fonazione) anche ai pazienti trattati con questi interventi demolitivi, grazie all’introduzione di nuove tecniche ricostruttive, quali i lembi rivascolarizzati. Si tratta cioè del trapianto di tessuti sani dello stesso paziente prelevati da altri organi: per esempio si utilizzano i muscoli della coscia per costruire la muscolatura linguale asportata per un tumore».
Chirurgia con il laser
Il laser è un raggio di luce capace di incidere i tessuti grazie all’enorme energia termica che si libera nell’impatto. La tecnica laser per il tumore della laringe non è di per sé nuova; è stata, infatti, introdotta nella pratica clinica già negli anni ’70, dapprima a Boston, negli Stati Uniti, e successivamente in Europa. In Italia le prime applicazioni cliniche risalgono al 1980. La novità degli ultimi anni riguarda però il raggio laser, le cui dimensioni si sono ridotte dal millimetro delle prime apparecchiature al millesimo di millimetro attuale.
Grazie a queste caratteristiche, i laser oggi disponibili consentono di distruggere in modo preciso i tessuti malati, senza danneggiare in alcun modo quelli circostanti. Durante l’intervento si utilizzano inoltre dei coloranti vitali che evidenziano distintamente i margini del tumore, consentendo al chirurgo di intervenire esclusivamente nella zona delimitata, asportando completamente la lesione. «Questa tecnica – spiega Chiesa – non richiede alcuna incisione esterna: il laser viene focalizzato sulla laringe grazie a un sistema ottico molto sofisticato, ed è accoppiato a un raggio guida visibile attraverso il microscopio operatorio. L’intero intervento viene ripreso da una telecamera inserita nel microscopio consentendo all’équipe chirurgica di seguire su un video le fasi dell’intervento. Il vantaggio del trattamento laser è di poter operare in un campo operatorio senza la fuoriuscita di sangue, in quanto i vasi sanguigni e linfatici vengono sigillati dal raggio laser; inoltre il decorso successivo agli interventi con laser presenta in genere poche complicazioni, la ripresa funzionale è rapida e modesto il dolore post operatorio».
Il laser
Diagnosticare la neoplasia in una fase precoce per poterla curare in modo assolutamente poco invasivo, con il laser, è senza dubbio l’obiettivo principale dei medici.
Quali vantaggi offre il laser nei tumori della corda vocale?
La chirurgia laser permette di asportare il tumore senza incidere la cute esternamente. Attraverso un laringoscopio il chirurgo accede dall’interno alla laringe. Il laser, abbinato a un microscopio operatorio, è uno strumento che taglia i tessuti e contemporaneamente coagula i piccoli vasi sanguigni (non c’è perdita ematica). L’intervento può durare da circa mezz’ora a diverse ore, a seconda delle caratteristiche e dimensioni delle lesioni da asportare e della conformazione del paziente e richiede un’anestesia totale.
Il decorso operatorio è brevissimo: il giorno dopo l’intervento il paziente può essere dimesso e può già parlare e mangiare tranquillamente. Attenzione, però, questo tipo di intervento non può essere fatto in tutti i casi di cancro alla laringe, ma solo se il tumore è in una fase molto iniziale, per questo è importante la diagnosi precoce.
La terapia con il laser si può fare in tutti gli ospedali?
«Il laser – spiega il dottor Chiesa – è disponibile in molti ospedali. Ovviamente è indispensabile un’adeguata padronanza della tecnica per ottenere risultati ottimali.
Gli istituti oncologici italiani hanno una particolare competenza in queste patologie, ma anche molti ospedali e cliniche universitarie hanno acquisito la necessaria competenza oncologica. In particolare a Milano, l’Istituto Nazionale dei Tumori ha una riconosciuta competenza nel trattamento delle patologie otorinolaringoiatriche e maxillo-facciali, mentre l’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo) è centro di riferimento internazionale per i tumori alla laringe, alla tiroide e al cavo orale e orofaringeo».
La laringoscopia
Si tratta di un esame che permette di vedere le condizioni della laringe e delle corde vocali e di individuare eventuali lesioni anche di piccole dimensioni. Oggi, per eseguire la laringoscopia, si utilizzano le fibre ottiche, sonde di pochi millimetri di diametro che vengono inserite attraverso il naso. «Con questo sistema – commenta Chiesa – è possibile osservare nei particolari la laringe e filmare l’esame: questa metodica aiuta a formulare una diagnosi corretta. L’esame non è particolarmente fastidioso e solo in pochi casi richiede la somministrazione di gocce anestetiche locali».
La Prevenzione è fondamentale
«La prevenzione – ricorda Chiesa – rimane il caposaldo della lotta contro ogni forma tumorale. In particolare per la laringe, organo che vede un’incidenza di tumori in costante crescita, esistono fattori di rischio che possono e devono essere evitati: in primis il fumo, per le sostanze nocive contenute nelle sigarette; l’eccessivo consumo di alcolici favorisce lo sviluppo di questi tumori perché scioglie le sostanze cancerogene (liposolubili) liberate dal fumo di sigarette, sigari e pipa favorendone il contatto prolungato con le mucose del cavo orale, faringe e laringe”.
I numeri
Ogni anno vengono segnalati circa 5.500 nuovi casi di cancro della laringe, dei quali: 5.000 circa nel sesso maschile; in Veneto e in Venezia Giulia si verificano circa 18 casi all’anno ogni 100.000 uomini; in Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Toscana l’incidenza è superiore a 10 casi annui; in Sicilia si registrano 4,9 casi all’anno di tumore della laringe ogni 100.000 uomini.
La percentuale di guarigione è abbastanza elevata: 60 percento dei casi totali. Se ci si riferisce però a tumori individuati e trattati nella fase precoce, la possibilità di guarigione supera il 90 percento.

Attenzione ai segnali di allarme
I tumori iniziali della laringe in genere danno sintomi modesti, spesso trascurati. L’organizzazione mondiale della sanità raccomanda di segnalare al medico curante ogni disturbo che non si risolva spontaneamente nel giro di quindici/venti giorni. In particolare attenzione ai seguenti sintomi, soprattutto se persistenti e con tendenza ad aggravarsi:

  • mal di gola che non guarisce;
  • dolore alla deglutizione;
  • cambiamento della voce o raucedine;
  • dolore localizzato all’orecchio;
  • tumefazione sul collo.

La voce della laringe
La laringe è un organo dell’apparato respiratorio a forma di condotto, lungo circa 12 centimetri, situato nel collo, collegato verso l’alto con la parte inferiore della lingua, all’indietro con la faringe e l’esofago, in basso con la trachea. Ha una struttura cartilaginea e nel suo interno ospita le corde vocali, due muscoli a forma di nastro, ricoperti da mucosa, che sono responsabili della fonazione.
La parte superiore della laringe è formata dall’epiglottide, una piccola cartilagine che durante la deglutizione si reclina a proteggere le corde vocali, formando una specie di scivolo che fa confluire il cibo nell’esofago, evitando che finisca nella trachea, cioè impedendo che “vada di traverso”.
È il punto d’origine delle vie aeree inferiori.
«In pratica – spiega il dottor Chiesa – è una valvola che regola tre attività fondamentali per una vita normale: la fonazione (le corde vocali vibrano al passaggio dell’aria e producono un suono utilizzato per parlare), la deglutizione (la funzione di scivolo dell’epiglottide indirizza nella giusta via i cibi e le bevande) e la respirazione (quando le corde vocali sono divaricate l’aria passa dalla bocca e dal naso raggiungendo i polmoni)». I tumori della laringe originano, nella maggior parte dei casi, dalla mucosa (epitelio) che riveste l’interno del canale: il più comune è il carcinoma a cellule squamose.

Le parole del dottor Chiesa sul fumo
«Il fumo è gravemente dannoso alla salute: questo avviso che compare su ogni pacchetto di sigarette rispecchia sinteticamente quanto i ricercatori hanno da tempo evidenziato. Si calcola infatti che circa il 75 percento delle malattie gravi siano oggi direttamente o indirettamente correlate con il fumo: dalle malattie cardio-vascolari, a quelle polmonari, ai tumori».
Il dottor Chiesa si è laureato in medicina nel 1969 all’Università di Milano e successivamente si è specializzato in chirurgia generale, oncologia e otorinolaringologia e patologia cervico-facciale. Dal 1994 dirige la Divisione di Chirurgia Cervico-facciale dell’Istituto Europeo di Oncologia a Milano. In precedenza è stato Assistente e Vice-direttore della Divisione di Oncologia chirurgica cervico-facciale all’Istituto Nazionale per lo studio e la cura dei tumori di Milano. Il dottor Chiesa è professore a contratto presso la scuola di specializzazione in otorinolaringoiatria dell’Università di Pavia. Fa parte del Comitato Scientifico della Scuola Italiana Laser. È direttore del periodico IEO Oncologia Europea e di Acta Otorhinolaryngologica Italica, la rivista ufficiale della Società Italiana di Otorinolarigologia; fa inoltre parte del comitato editoriale della rivista Oral Diseases. I suoi principali interessi clinici riguardano la patologia tiroidea e la chirurgia conservativa orale e laringea. Il dottor Chiesa fa parte di diverse società scientifiche italiane ed estere (SIC, SIO, AOOI, ESSO, BOCCS) ed è autore di oltre 200 pubblicazioni su argomenti di oncologia tiroidea e cervico-facciale. La sua attività di ricerca riguarda la diagnosi precoce e la chemioprevenzione delle neoplasie orali, la conservazione della funzione nell’oncologia cervico-facciale e le neoplasie tiroidee.

Dottor Fausto Giuseppe Chiesa
Direttore Divisione di Chirurgia Cervico-Facciale
Tel. 02.57489.490 – Fax 02.57489.491

Indirizzi utili
Esistono diverse associazioni di malati operati alla laringe che forniscono informazioni relative alla malattia e che organizzano corsi di riabilitazione dopo l’intervento. Tutte aderiscono alla Confederazione Europea Laringectomizzati (CEL).

Associazione Italiana Laringectomizzati (AIL)
Via Friuli 28, Milano
Tel. 02.5510819

Associazione Laringectomizzati della Regione Friuli Venezia Giulia
c/o Ospedale Santa Maria degli Angeli – Divisione ORL
Via Montereale 24, Pordenone
Tel. 0434.3991

Associazione Regionale Veneta Mutilati della Voce (ARVMV)
Via Santa Maria della Rocca Maggiore 13, Verona
Tel. 045.8032828

Unione Italiana Mutilati della Voce
Via L. Serra 2/E, Bologna
Tel. 051.357952

http://www.cancer.gov/cancerinfo/pdq/treatment/laryngeal/patient/
database oncologico del National Cancer Institute, chiamato PDQ, sui tumori laringei

http://www.cancer.gov/cancerinfo/pdq/treatment/oropharyngeal/patient/
database oncologico del NCI, chiamato PDQ, sui tumori dell’orofaringe

http://www.cancer.gov/cancerinfo/wyntk/larynx
Pagine del NCI dedicate alla diagnosi, alla stadiazione e alla terapia dei tumori della laring