Lacrime sotto canestro “Una perdita per lo sport italiano”

Sono venuti a mancare i supporti di sponsor vitali per la squadra. Mazzoleni ringrazia comunque Diana Bracco: “Ha creduto nel nostro lavoro”

di Laura Lana

 

Una partita del Geas Basket

Una partita del Geas Basket

Sesto San Giovanni, 3 agosto 2012 – La caduta del Geas Basket è iniziata un giorno e mezzo fa. Un terremoto, più che una scivolata. Perché la partita sembrava ormai chiusa. Grossi investitori non si erano fatti avanti, per carità. Ma in qualche modo si era trovata la quadra per continuare l’avventura nella massima serie e lo scorso 6 luglio era stata completata l’iscrizione al campionato di A1 per la nuova stagione. Ieri, invece, la notizia choc: il club rossonero rinuncia a disputare il torneo.


«Sono venuti meno i supporti di sponsor vitali per la realizzazione del progetto», le motivazioni di patron Mario Mazzoleni affidate a un comunicato stampa, da cui traspare tutta l’amarezza di dover mettere temporaneamente un punto a una storia ripresa nel 2008, quando la società tornò a calcare il prestigioso parquet dell’A1 con coah Roberto Galli e il compianto presidente Natalino Carzaniga.

Non inizia certo nel migliore dei modi l’era di Giorgio Oldrini, l’ex sindaco chiamato a guidare la polisportiva sestese con le sue 12 sezioni: «È stata una decisione obbligata. Purtroppo si è concluso il ciclo di sponsorizzazione della Bracco e non abbiamo potuto contare su altri fondi». Main sponsor e testimonial in questi anni, Diana Bracco ha ricevuto i personali ringraziamenti di Mazzoleni: «Ha creduto nel nostro lavoro e ha sostenuto la crescita di un vivaio giovanile tra i migliori degli ultimi anni». A mancare è stato quell’abbraccio che il patron ha sempre aspettato dalle forze economiche e sociali del Nord Milano.

«È una perdita per tutto lo sport italiano, non solo sestese, e il simbolo di una difficoltà che sta colpendo il movimento sportivo nazionale e cittadino – commenta l’assessore allo Sport Felice Cagliani -. L’attività del settore giovanile, che il Geas ha annunciato di voler proseguire, ci vedrà sostenitori partecipi e convinti». Un vero peccato. Perché proprio nei giorni scorsi Cagliani aveva incontrato la Bcc e altri operatori, aveva scritto una lettera ai consiglieri comunali per chiedere l’adesione alla Cooperativa «Amici del Geas», aveva concordato con la società i lavori per farla tornare al PalaFalck e il cantiere era pronto a partire.

Troppo tardi, quest’anno non ci sarà nessun fischio di inizio per uno dei club più blasonati d’Italia con 8 scudetti e una Coppa Europa in palmares lungo 57 anni. «La Pro Sesto si è salvata, forse il calcio ha più appeal. Ma anche nel mondo del pallone fallimenti e difficoltà sono all’ordine del giorno – conclude Oldrini -. Queste vicende devono farci riflettere: è giunto l’anno zero per un rinnovamento della gestione e dei costi dello sport».

laura.lana@ilgiorno.net

Verso la Città della Salute E’ tempo del bando-fiume

A novembre il Pirellone aprirà il bando di gara per la realizzazione e la gestione delle strutture. Chiusura fissata per settembre 2012. E da marzo 2014, via ai cantieri. da chiudere entro dicembre 2015

di Laura Lana

 

Le ex aree falck di Sesto san Giovanni (foto Bettolini)

Le ex aree falck di Sesto san Giovanni (foto Bettolini)

Sesto San Giovanni, 1 agosto 2012 — Ancora una volta tre piani istituzionali si intersecano tra loro, per lanciare Sesto nel futuro. Regione, Comune e ministero dell’Ambiente. Tre partite diverse per un solo obiettivo: dare avvio alla riqualificazione delle aree Falck con la Città della Salute, il maxipolo sanitario che riunirà l’Istituto dei Tumori e il Neurologico Besta.

Il governatore Roberto Formigoni mantiene la parola e, per ora, va dritto per la sua strada: a novembre il Pirellone vuole mettere a bando la realizzazione e la gestione delle strutture. «Si tratta di unagara lunga, che resterà aperta per quasi un anno, con l’aggiudicazione fissata per settembre 2013», spiega Edoardo Marini, assessore all’Urbanistica di Sesto.

 I lavori dovrebbero poi partire a marzo 2014 con la fase zero per arrivare chiavi in mano al massimo a dicembre 2015 con il “rustico” di un distretto tecnologico che si estenderà per 129mila metri quadri all’interno degli oltre 400mila metri di parco urbano, tra la nuova ferrovia a ponte di Renzo Piano e la Pagoda.

Nel frattempo si aspetta il via libera definitivo da parte del ministero dell’Ambiente per le bonifiche del milione e mezzo di metri quadrati di ex acciaierie sestesi.
In questi giorni, infine, gli uffici tecnici di piazza della Resistenza stanno lavorando alla variante al Piano dei Servizi del Pgt, il piano di governo del territorio. Aperto e già chiuso il periodo delle osservazioni, sono infatti adesso in corso le controdeduzioni dell’amministrazione comunale.

Nessuna pioggia di documenti, sono arrivate solo cinque osservazioni. Tra queste anche la richiesta di inserimento tra i servizi previsti della funzione di eccellenza— il maxipolo sanitario— così da poter procedere senza problemi con la gara indetta a novembre dalla Regione.

Ed è qui che iniziano i malumori del Pdl. «È la prova provata di quello che abbiamo sempre sostenuto in questi mesi: l’accordo urbanistico esiste sulla base del Pgt e non del piano Falck, come invece ci aveva raccontato l’allora sindaco Giorgio Oldrini— lamenta il consigliere azzurro Antonio Lamiranda—. Anche senza l’approvazione in tutta fretta, a settembre, del piano integrato di intervento, la Città della Salute poteva comunque essere vincolata dal Pgt». La vecchia amministrazione avrebbe così usato la scusa della candidatura sestese a ospitare il complesso sanitario dei record solo per mettere in cassaforte il progetto di Renzo Piano in tempi brevi. 
Accuse che vengono respinte dal neo assessore Marini.«La Regione chiedeva diverse condizioni: avere un’area pubblica per poter interloquire tra istituzioni. Solo grazie all’approvazione del piano, il Comune è diventato da subito proprietario delle aree a differenza di Milano».

Entro fine settembre le risposte degli uffici alle osservazioni dovrebbero approdare in Giunta. Oltre alla variante al Piano dei servizi del Pgt, ci sarà poi da preparare quella al pii che arriverà invece in aula di consiglio comunale.«Più che l’ospedale in sé, saranno le strutture ricettive e i servizi di supporto a portare inevitabilmente delle variazioni in un’area che era stata pensata come verde pubblico— conclude Marini—. Sicuramente dovremo poi approfondire alcuni elementi legati alla mobilità».

laura.lana@ilgiorno.net