“ADHD”, LA ‘SETTIMANA EUROPEA DELLA CONSAPEVOLEZZA’

A cura di Stefania Lupi
Gli esperti la chiamano ADHD (Attention Deficit Hyperactivity Disorder), ovvero Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, ed è uno dei disturbi psichiatrici più comuni nei bambini. Nel mondo colpisce circa il 5,3% della popolazione, mentre In Italia la prevalenza di ADHD infantile è stimata intorno al 3/4%, che corrisponde a circa 270.000/360.000 bambini.
“L’ADHD”, spiega Patrizia Stacconi, Presidente AIFA Onlus, l’Associazione Italiana Famiglie ADHD, “è un disturbo complesso, purtroppo ancora poco noto e riconosciuto nel nostro Paese”. 
E proprio per favorire una maggiore conoscenza della malattia, AIFA Onlus Italia e ADHD Europe, organizzazione che riunisce le principali associazioni no profit europee attive nell’ambito dell’ADHD, promuovono la Settimana Europea della Consapevolezza dell’ADHD, che prevede l’organizzazione di numerose attività di sensibilizzazione in tutti i 20 Paesi UE che aderiscono.

In Italia, AIFA Onlus allestisce dei gazebo informativi nelle piazze delle principali città. Gli appuntamenti in programma sono:
– Sabato 18 e Domenica 19 Settembre a Roma
– Sabato 25 e Domenica 26 Settembre a Milano
Volontari dell’associazione e neuropsichiatri infantili saranno a disposizione per dare informazioni sul disturbo e sulle sue implicazioni per il bambino e la famiglia. 
Maggiori informazioni saranno disponibili a breve sul sito www.aifa.it
“L’ADHD è un disturbo di origine neurobiologica”, puntualizza il Professor Paolo Curatolo, Primario dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, “ed è caratterizzato da un marcato livello di disattenzione e da una serie di comportamenti che denotano iperattività e impulsività, più seri e frequenti di quanto venga osservato in individui a un livello paragonabile di sviluppo. Pertanto, i bambini affetti da ADHD non riescono a controllare le loro risposte all’ambiente, sono disattenti, iperattivi e impulsivi, fino a compromettere la loro vita di relazione e scolastica”.

L’ADHD, però, interessa anche gli adulti. Molti bambini e adolescenti con ADHD, crescendo, diventano infatti adulti con ADHD. Il quadro clinico può modificarsi, ma l’iperattività, l’inattenzione e l’impulsività spesso permangono, soprattutto se non diagnosticati e trattati in età giovanile.
Tuttavia, “grazie ai grandi progressi compiuti dalla ricerca scientifica nell’ambito delle neuroscienze”, aggiunge la dottoressa Vera Valenti, Neuropsichiatra Infantile presso il reparto di Neuropsichiatria dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, “sappiamo che l’ADHD è un disturbo neurobiologico dovuto ad alterazioni e disfunzioni che colpiscono i circuiti di aree specifiche del cervello dei bambini. La diagnosi, lenta e complessa, si basa prevalentemente sull’osservazione clinica del bambino, sull’integrazione di informazioni raccolte nei vari contesti di vita e sull’esecuzione di esami necessari per la diagnosi differenziale. Completata la diagnosi, il primo intervento consiste nel comunicare e spiegare alla famiglia cosa significa avere l’ADHD. Ed è necessario comunicare anche con gli insegnanti per aiutarli a comprendere le difficoltà e i punti di forza, che spesso non sono pochi, del bambino ADHD. L’intervento terapeutico, infine, deve essere personalizzato e prevede una combinazione di interventi medici, educativi, comportamentali e psicologici sul bambino e sui genitori, a cui può essere associata una terapia farmacologica”.

“La strada che dobbiamo percorrere noi genitori di bambini ADHD”, conclude Patrizia Stacconi, “è piena di ostacoli perché per noi la vita quotidiana, le cose più semplici, diventano spesso una dura prova. Ma, per fortuna, c’è anche la speranza che nasce dopo un’accurata diagnosi. E, dopo aver intrapreso una corretta terapia, la gioia di vedere che tuo figlio sta meglio, che può studiare, giocare come gli altri e costruirsi una vita normale”.
Un corretto approccio all’ADHD e un percorso diagnostico/terapeutico protetto, viene garantito, nel nostro Paese, dal Registro Nazionale ADHD, istituito dalle Autorità Regolatorie quali Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità e Agenzia del Farmaco ed è, per struttura e modalità operative, uno strumento unico a livello internazionale. Il suo scopo è dare corrette indicazioni per la gestione, la
diagnosi e la terapia dell’ADHD, tramite la rete dei neuropsichiatri e dei Centri di riferimento regionali coordinati dall’Itituto Superiore di Sanità.
In Italia, sono accreditati circa 110 Centri di Riferimento regionali dove è possibile ricevere la diagnosi, che viene eseguita da uno staff di medici esperti, composto da neuropsichiatra infantile, pediatra, psicologo, pedagogista/assistente sociale.