La giornata per la ricerca sul cancro

L’APPUNTAMENTO

Si punta alla comprensione dei target molecolari che potranno diventare i bersagli delle terapie di domani

 

La locandina della Giornata per la ricerca sul cancro

MILANO – Il 6 e il 7 novembre sono dedicate dall’Airc alla ricerca antitumore. Quest’anno il «focus» è sulla comprensione dei punti deboli del cancro, i target molecolari che potranno diventare i bersagli delle terapie di domani. Fra gli appuntamenti la cerimonia al Quirinale, gli incontri con la ricerca in 23 città italiane, la settimana di informazione Rai (fino all’8 novembre) e il contributo dagli stadi di Alessandro Del Piero, Gennaro Gattuso e Javier Zanetti per gli sms solidali di «Un gol per la ricerca». Dettagli e programma sono consultabili sul sito relativo .

 

COLON: LA« SENTINELLA» ANTICANCRO – Uno degli ultimi studi di maggior interesse rese possibili dei finanziamenti dell’Airc riguarda una «sentinella» che protegge l’intestino. È una molecola che regola le risposte infiammatorie eccessive dell’organismo coinvolte in malattie come il morbo di Crohn, la rettocolite ulcerosa e anche il cancro del colon. Si chiama D6 e, se si riuscirà a regolarne l’espressione con farmaci e terapie ad hoc, si potrà spegnere l’infiammazione e verosimilmente ridurre il rischio di tumore. È questa la speranza dei ricercatori italiani che da tempo lavorano su D6 e che hanno pubblicato i risultati del loro lavoro sulla rivistaGut.

LO STUDIO – L’indagine, finanziata da Airc, l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, è stata coordinata da due ricercatori dell’Istituto Clinico Humanitas di Rozzano (Milano) Silvio Danese, responsabile del Centro di Ricerca per le malattie infiammatorie croniche intestinali e del laboratorio di Immunopatologia gastrointestinale, e Massimo Locati, responsabile del laboratorio di Biologia dei leucociti. «Lo studio ha confermato la stretta relazione tra le malattie infiammatorie croniche intestinali, che in Italia colpiscono circa 200mila persone, e il tumore del colon – spiega il dott. Danese -. Per la prima volta abbiamo individuato due nuovi soggetti-chiave in grado di limitare l’infiammazione: il recettore D6 e il sistema linfatico».

UNA «POMPA» NATURALE – Da un lato, infatti, D6 lavora per regolare la difesa immunitaria e impedire che globuli bianchi in eccesso causino un danno infiammatorio all’intestino. Dall’altro, si scopre che il sistema linfatico gioca un ruolo fondamentale: «Quando c’è infiammazione serve a pulire l’edema e tutto ciò che è in eccesso, detriti cellulari, chemochine e citochine infiammatorie – spiega Danese -. Basti pensare al linfedema, che si manifesta quando, per varie ragioni, i vasi linfatici non svolgono più le loro funzioni». E’ ciò che accade, ad esempio, con «braccio gonfio» nelle donne operate al seno. «Ecco – prosegue Danese – se si potesse utilizzare e pilotare questa sua funzione di pompa naturale, il sistema linfatico diverrebbe un’importante risorsa terapeutica».

APPLICAZIONI – Il prossimo passo per i ricercatori sarà cercare di fare in modo che le cellule esprimano quantità adeguate di D6, sufficienti a fronteggiare l’eccesso infiammatorio. Con benefici anticancro? «Crediamo di sì e qalche esempio c’è già – risponde Danese -. Si è già visto altri studi che riuscire a spegnere le chemochine infiammatorie, con regolatori diversi da D6, riduce il rischio di tumori della pelle».

SE L’INTESTINO S’INFIAMMA – Esiste un legame a doppio filo fra le malattie infiammatorie croniche intestinali, come il morbo di Crohn e la rettocolite ulcerosa, e il tumore dell’intestino. Ciò che resta ancora poco chiaro è la causa di queste patologie, probabilmente legata a una reazione immunologica abnorme da parte dell’intestino nei confronti di antigeni, per esempio batteri normalmente presenti nell’intestino. «L’impatto sulla vita delle persone può essere variabile per sintomi e qualità della vita – spiega Silvio Danese – ma la presenza di queste malattie è un fattore di rischio per il tumore del colon, insieme alla familiarità e all’età». Secondo stime recenti, l‘aumento del rischio oncologico si segnala a partire da otto-dieci anni dalla diagnosi di morbo di Chron o di rettocolite ulcerosa, e ogni anno aumenta di mezzo o un punto percentuale. «E’ importante sottolineare che la diagnosi di queste malattie arriva spesso in giovane età, fra i 15 e i 45 anni. E se normalmente si consiglia alle persone di fare una colonscopia di screening ogni otto anni a partire dai 50 anni d’età, questi pazienti si trovano invece a dover fare un controllo annuale o biennale magari già a trent’anni».

LA GIORNATA PER LA RICERCA SUL CANCRO – Lo studio è uno dei risultati celebrati da Airc in occasione del tradizionale appuntamento dedicato alla ricerca antitumore, il 6 e 7 novembre, che quest’anno ruota intorno alla comprensione dei punti deboli del cancro, i target molecolari che potranno diventare i bersagli delle terapie di domani. Fra gli appuntamenti la cerimonia al Quirinale, gli incontri con la ricerca in 23 città italiane, la settimana di informazione Rai (dall’1 all’8 novembre) e il contributo dagli stadi di Alessandro Del Piero, Gennaro Gattuso e Javier Zanetti per gli sms solidali di «Un gol per la ricerca». Dettagli e programma sono consultabili sul sito relativo .

Donatella Barus
06 novembre 2009