Filastrocca Gennaio

Gennaio
Quello lì che a stento arranca,
tetro, livido, ingrugnato,
striminzito, infagottato
nella sua mantella bianca,
è gennaio, il primogenito
della bella fratellanza;
a ogni passo della danza,
batte i denti e manda un gemito. (D. Valeri)
Gennaio
Vien gennaio
con il saio
con il fianco
tutto bianco.
Viene innanzi il vecchierello,
e via caccia il tempo bello.
Reca seco giorni brevi,
nebbie, venti, ghiacci, nevi. (C. Prosperi)
Gennaio
Io sono il primo di dodici figli,
tutto vestito di candidi fiocchi,
spargo brillanti per campi e per cigli,
porto ai camini la festa dei ciocchi.
Di ghiaccio e neve ricopro le vette
e metto al fuoco le dolci ballate. (O. Coccia)
Gennaio
Pensa a gennaio che il fuoco del ciocco
non ti bastava, tremavi, ahimè!
E le galline cantavano: un cocco
ecco, ecco, un cocco, un cocco per te! (G. Pascoli)
Gennaio
Entra gennaio e dal mantello grave
scuote la neve. Assiso ai focolari
narra le vecchie fiabe ai familiari.
Il vischio splende, appeso all’architrave. (B. Osimo)
Gennaio
Quando nasce
nessun mese è così gaio
come il piccolo gennaio:
lo saluta ancora in fasce,
l’allegria di San Silvestro
piena d’estro.
Del nuov’anno
egli è il primo pargoletto,
il più atteso, il prediletto,
e per questo onor gli fanno
e ciascun se lo propizia
e lo vizia.
Quanto a quello
che crescendo saprà fare,
quello è invece un altro affare:
forse porta, il bricconcello,
raffreddori, sdruccioloni
e geloni.
Strano artista,
egli fa sui vetri e i rami
candidissimi ricami
ed appende, in gaia vista,
sulle gronde e sui poggioli
i ghiaccioli.
Con la gerla
dei regali l’accompagna
la Befana, una cuccagna!
Ma lo segue poi la Merla,
che la neve reca e geli
più crudeli…
Ma si deve
confessar, siamo sinceri,
che anche il gelo ha gran piaceri:
ha battaglie con la neve,
slitte, pattini; oggidì
fin gli sci.
Dunque sia
benvenuto, sor gennaio:
non ci punga col rovaio,
ed il buon esempio dia
ai suoi undici fratelli
ridarelli! (F. Bianchi)
Gennaio
Cerchi il fuoco e porti indosso
umor nero, vento e gelo;
col tuo sguardo incanti il fosso,
col tuo fiato appanni il cielo.
Tardi il mondo in te raggiorna,
ma la sera assidua cala
silenziosa come un’ala
sulla terra disadorna.
Per il freddo che tu porti
prati e boschi sembran morti,
ma di sotto la tua neve
vita nuova il grano beve. (R. Pezzani)
Gennaio
Eccomi qua, bambini, io son gennaio
il primo di una lunga compagnia
triste, imbronciato, qualche volta gaio
voi m’incontrate spesso per la via.
Voglio aprirvi un pochino il mio fardello
nascosto sotto il candido mantello:
ghiaccio, neve contiene,
ma in fondo in fondo,
c’è come a maggio
il raggio più giocondo.

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