Fumo: le domande più frequenti Perché si insiste tanto sui rischi del fumo?

Perché si insiste tanto sui rischi del fumo?

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità il fumo di sigaretta è la più importante causa di morte evitabile nella nostra società. Il Rapporto annuale sul fumo presentato all’Istituto superiore di sanità il 31 maggio 2011 stima che in Italia ogni anno circa 70.000 persone perdono la vita a causa di questa abitudine.

Per fortuna il numero delle vittime, che solo dieci anni fa sfiorava gli 80.000, oggi è in calo. Il dato, confortante seppure ancora molto alto, è associato alla riduzione costante del numero di sigarette vendute nel nostro Paese. Il fenomeno è dovuto in parte a un diverso clima culturale, che non valorizza più il fumo come atteggiamento “alla moda”, e in parte a una maggiore consapevolezza da parte delle persone dei rischi e degli svantaggi che il fumo comporta. Ma molto dipende certamente dai provvedimenti che, in Italia prima che altrove, hanno proibito le sigarette nei luoghi pubblici e sui posti di lavoro.

Ancora oggi tuttavia l’Istituto superiore di sanità stima che il fumo di tabacco sia responsabile di un terzo delle morti per cancro e del 15 per cento circa di tutti i decessi che avvengono per qualunque causa. Molti studi scientifici hanno infatti dimostrato che chi fuma tabacco rischia più degli altri di sviluppare oltre 50 gravi malattie, non solo tumorali: il fumo aumenta di 10 volte il rischio di morire di enfisema, raddoppia quello di avere un ictus e aumenta da due a quattro volte quello di essere colpiti da un infarto, danneggia la circolazione del sangue al cervello e agli arti e può favorire la comparsa di una disfunzione erettile nell’uomo.

Le sostanze cancerogene contenute nel fumo favoriscono poi lo sviluppo di tumori al polmone, che in nove casi su 10 possono essere ricondotti a questa cattiva abitudine; ma stimolano anche in diversa misura i tumori del cavo orale e della gola, del pancreas, del colon, della vescica, del rene, dell’esofago e di alcune leucemie. Infine, non bisogna trascurare l’impatto economico del fumo: per curarne le conseguenze, nel 2010 in Italia sono stati spesi (solo in costi sanitari, per non parlare di quelli sociali e umani) circa 7,5 miliardi di euro.