Francesco Storace nasce a Cassino durante un’invasione fascista del paese. Verrà fatto prigioniero dai soldati neri, che lo cresceranno nei loro riformatori politici. Tuttora è consigliere del Duce, oltre a fare volantinaggio per il partito unico.
Vita [modifica]
Padre di diverse rivoluzioni, come quella dei mercati generali, la sua carriera politica si concretizzza nel 2000, quando prova ad assaltare lo Stato Pontificio, guidato ancora da Giovanni Paolo II. L’assalto riesce, grazie all’aiuto delle prime intercettazione da lui ideate, che era riuscito a controllare grazie all’aiuto di potenti sistemi come la Rai, la Telecom e i servizi radio. Ad aprile 2000 sale al potere nel Lazio, grazie a un colpo di stato organizzato dalla mafia e dai fascisti. Da qui prova a essere un valido rappresentante della categoria sociale, autorizzando la pena di morte nel suo territorio, e a farsi amici i giornalisti, introducendo l’inutile Ordine dei Giornalisti, nel quale lo Stato li paga per scrivere le loro cazzate. Viene scelto come capo parlamentare, abolendo anche l’ultima parte di sinistra che rimaneva, il Partito Democratico, lasciando l’Italia senza un’opposizione e tenendo solo uno schieramento, quello di estrema destra, che è Fascista. Grazie all’intervento degli inglesi, scesi in Italia per la guerra sullo stretto di Messina, essi dovranno sciogliere il partito fascista, per riformarsi sotto falsa identità in Alleanza Nazionale. In più dovrà riapprovare l’opposizione, i comunisti, al Parlamento. Invano cercherà di mettere anche una tassa su coloro che possedevano i blog nel Web, ma per fortuna non è passata. Riesce a entrare nel sistema antimafiacome spia degli stessi mafiosi, e ai più ricercati di loro permette di lasciare l’Italia per andare inAmerica. Provera a essere assessore alla cultura con Vittorio Sgarbi, ma la cosa non durerà più di una settimana, visto che Storace rifiutava l’idea di essere Fascista. Perderà il suo comando sul Lazio, grazie a un colpo di Stato Comunista comandato da Piero Marrazzo. Berlusconi, per non farlo triste, decide allora di affidargli il Ministero della Sanità. È lui il principale responsabile dei disagi dell’Umberto I e dei vari scandali negli ospedali. Viene arrestato, poiché viene a galla il suo spionaggio agli avversari elettorali per le Elezioni 2006. In tutto questo aveva l’appoggio completo del Comune di Roma, che lieta gli ha mostrato l’anagrafe di tutti noi cittadini romani. Gli avversari che tentava spiare erano Alessandra Mussolini, ala Fascista che stranamente si è distaccata da Storace, e Marrazzo, che è il comunista di turno. Tali accuse lo porteranno a lasciare il potere, per andare in carcere fino al 2007. Prova a ritornare in politica sotto le vesti di Senatore. La sua proposta più importante è di dare due stampelle a Rita Levi Montalcini. Ora si è staccato d’Alleanza Nazionale per creare un altro partito minore che è La Destra.
Sue imprese [modifica]
Conduce una guerra nel partito di Alleanza Nazionale, per essere il capo con Gianfranco Fini, da Storace ritenuto un’essere vicino al bamboccione di Padoa-Schioppa. Infatti Fini, era un semi-pacifista, mentre Storace aveva intenzione di riaprire i centri di sterminio, di cui la maggioranza si dovevano trovare in Israele sotto il controllo di islamici con ideale nazista, e poi aveva il sogno di controllare l’Europa. In più Storace aveva l’intenzione di creare la Guerra dei Cloni, sperimentando sui geni umani. Entra perfino in guerra con la fazione di Gianni Alemanno, che è la stessa sua, per il controllo sulla città di Roma che tanto gli ha dato, venendo brutalmente sconfitto, è costretto a creare un circolo intellettuale, D-Destra, di cui il massimo esponente è Giacomo Leopardi. Il 30 maggio 2007, dichiara guerra ad Alleanza Nazionale, venendo sconfitto grazie all’appoggio avversario di Silvio Berlusconi, e alle sue emittenti TV, La7 e Mediaset, che lo hanno sputtanato di brutto. Rimasto orfano di ogni ideale, crea un un trio, lui, Tedoro Buontempo e Daniela Santanchè, un nuovo circolo culturale destinato agli anziani fascisti, La Destra.
Il Laziogate [modifica]
Questo è il modo in cui la procura, dopo anni, ha deciso di chiamare le intercettazioni politiche di Storace. Ad aiutarlo in queste intercettazioni, ci saranno non solo le emmittenti telefoniche, ma anche diversi mebri del circolo culturale fascista. Infatti c’erano le seguenti classi sociali ad appoggiarlo:
- I fascisti;
- I politici di destra;
- Gli avvocati;
- I milanesi;
- L’ufficio anagrafe di Roma;
- I nazisti;
- Gli investigatori
- Henry John Woodcock;
- Mediaset;
- La Rai
- La7
- Telecom
- Il Vaticano