Smartphone e tablet, siamo i primi in Europa

Smartphone e tablet, siamo i primi in Europa
20 luglio 2011 17:12
Gli italiani sono primi in Europa per possesso di dispositivi come smartphone e tablet e spendono 2 miliardi di euro l’anno per l’acquisto di accessori hi-tech che cambiano non solo in base alla funzionalita’, ma anche all’estetica: sono questi i dati che emergono da due distinte ricerche e che rivelano come i nostri connazionali siano sempre piu’ tecnologici.

La prima indagine – condotta da Cbs Outdoor-Europe on the Move e realizzata da Harris Interactive su un campione di 1.682 individui in Italia e 9.665 in Europa – svela che il 99% degli italiani in movimento possiede almeno un telefonino contro il 96% della media europea e ben il 58% ha un cellulare con accesso a Internet che gli permette di essere sempre connesso contro il 52% del resto d’Europa. Inoltre, il 43% degli intervistati dichiara di ”non poterne fare a meno” e il 38% di tenerlo ”costantemente aggiornato con nuove applicazioni o personalizzazioni”.

Per quanto riguarda le abitudini degli italiani in movimento, per oltre il 50% la prima azione durante lo spostamento e’ proprio telefonare e, in linea con la media europea, l’8% si collega a Internet per ricerche, gestione della propria agenda o casella e-mail e collegamenti ai principali social network. Il 56%, ad esempio, si collega a Facebook, il 27% utilizza i servizi di Instant Messaging come Msn e solo il 5% Twitter. Ma la mania per le tecnologie dei nostri connazionali non si ferma qui. Una ricerca Doxa per eBay.it rivela infatti che oltre 2 miliardi di euro l’anno vengono spesi per comprare accessori per apparecchi hi-tech, con un incremento della spesa del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Gli accessori piu’ gettonati sono quelli per cellulari (+45% acquisti sul 2010), in particolare quelli per l’iPhone con oltre 240 mila oggetti venduti e una crescita annuale del 119%. A seguire, accessori per pc portatili (+29%), per palmari (+27%) e per fotocamere digitali (+14%). Dalla stessa indagine emerge, inoltre, che tre italiani su cinque dichiarano di essere ”affezionati” ai propri apparecchi tecnologici.

I piu’ attaccati sono in percentuale i giovanissimi sotto i 24 anni (79%) e i giovani tra i 25-34 anni (68%). E non solo la funzionalita’, ma anche l’estetica gioca un ruolo importante nell’acquisto. Infatti, se la durata (83%), le funzioni tecniche (81%) e il prezzo (74%) si confermano criteri importanti, stupisce (o forse no) come quasi la meta’ dei nostri connazionali (47%) dichiari che il design e l’estetica sono fattori di cui tengono conto quando comprano apparecchiature elettroniche. E, guardando i motivi che spingono gli italiani a sostituire i loro dispositivi tecnologici, sebbene la maggior parte (81%) tenda a cambiarli quando il vecchio non funziona piu’ oppure quando ne viene prodotto uno con nuove funzionalita’ (15%), ci sono ben 1 milione e mezzo di italiani che optano per mettere da parte la tv o il cellulare, per quanto ancora funzionanti, solo perche’ non li soddisfano piu’ esteticamente.
Da Rai Televideo

Decreto sulla “salute dei cittadini”: ci hanno fregato

Sembrava ci fossero solo benefici nel decreto sugli inquinanti nell’aria, ma l’Italia ci ha messo del suo: liberi inquinanti cancerogeni nelle città fino al 2012

L’Europa propone agli stati membri una direttiva per migliorare la salute dei cittadini e la qualità dell’aria, il Governo Italiano la recepisce, ma facendo delle modifiche di suo pugno, contro la salute stessa degli italiani.

Si parlava giusto in uno scorso articolo deibenefici contenuti nel decreto 155/2010, con il quale si recepisce appunto la direttiva europea in materia di inquinamento dell’aria.

Ed in effetti, alcune note positive ci sono, per esempio le analisi delle polveri sottilissime, oltre che alle già conosciute PM10, e la maggior trasparenza nell’informare i cittadini sulla qualità dell’aria delle città.

Purtroppo la trasparenza tanto professata non ha caratterizzato l’approvazione di questo decreto, passato ai voti il 13 agosto nel totale silenzio, portando con sé alcune modifiche significative.

Su tutte c’è una modifica assolutamente dannosa per i cittadini: il via libera per altri 2 anni all’inquinante –cancerogeno, benzo(a)pirene. Nel decreto si sposta infatti a dicembre 2012 il termine entro cui le città con più di 150.000 abitanti dovranno diminuire obbligatoriamente leconcentrazioni di benzo(a)pirene nell’aria, portando questo inquinante cancerogeno sotto la soglia di 1 nanogrammo per metro cubo.

Per capirci, un superamento del valore di 1 nanogrammo a metro cubo significa esporre i polmoni ad un equivalente cancerogeno di oltre 750 sigarette/anno.

Due le preoccupazioni principali: primo, il benzo(a)pirene è un microinquinante classificato cancerogeno dall’Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro; secondo, con questo decreto vengono legalizzate tutte le infrazioni fino ad ora avvenute da parte di aziende e soggetti vari, e anzi, si proroga il termine fino alla fine del 2012.

Chi ci va di mezzo? Tutti i cittadini d’Italia, mentre alcune aziende continueranno ad arricchirsi producendo sulla pelle degli altri.

La modifica contenuta nel decreto è passata nel silenzio, ma ora sono attive due petizioni per fermare la presenza di questo inquinante nell’aria di tutte le città italiane: LegambientePeacelink hanno attivato due pagine dedicate a questa battaglia.

La proposta è quella di scrivere ai responsabili politici e alzare la voce per chiedere la modifica di questa assurda norma, sui siti indicati viene anche proposta una lettera-modello da inviare, in cui tra le altre cose si legge: “Il decreto legislativo 155/2010 aveva come finalità l’attuazione della direttiva 2008/50/CE allo scopo di avere “un’aria più pulita in Europa” (…). Le chiedo di intervenire perché leggi vengano fatte nell’interesse dei cittadini e non degli inquinatori. Le chiedo in buona sostanza di dare effettiva attuazione all’articolo 1 della Costituzione che al secondo comma sancisce: la sovranità appartiene al popolo“.

www.legambiente.it/petizioni.php?idPetizione=53


www.peacelink.it/ecologia/a/32471.html

Salute: Leggi Ue Anti-Fumo Funzionano, Agire Anche Su Prezzi

(ASCA) – Roma, 7 gen – Imporre delle restrizioni normative al consumo di sigarette e all’esposizione al fumo passivo e’ una formula davvero efficace per ridurre il numero dei tabagisti e i danni alla salute. Lo dimostrano i dati di una ricerca guidata dalla Smoking Control Unit dell’Istituto Catalano di Oncologia (Ico) che ha confrontato i dati relativi a 27 Paesi Ue dell’indagine Eurobarometro con la Tobacco Control Scale (Tcs), che calcola l’incidenza delle misure giuridiche. Emerge cosi’ che Regno Unito, Irlanda, Malta e Svezia hanno le politiche di contrasto piu’ severe nel complesso e mostrano anche il consumo totale inferiore, – 28,8%, e tassi di fumo passivo ridotti, sia tra le mura domestiche, -13,8%, sia sul lavoro, -23,4%. Al contrario, Repubblica Ceca, Germania, Lussemburgo e Austria, dove le norme sono piu’ blande, il consumo e’ nettamente piu’ elevato, con tassi superiori del 30%, e il fumo passivo piu’ diffuso, tra il 15 e il 36%. L’Italia gode, invece, del maggior sostegno dei cittadini al divieto di fumo in ristoranti e altri luoghi pubblici, con adesioni che raggiungono il 95%. Lo studio, pubblicato su Plos One, conclude che il prezzo del pacchetto resta la misura piu’ importante per la dissuasione dal consumo.