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Grecia, rischio contagio? Ma sui nostri conti correnti c’è la garanzia più alta d’Europa
In caso di fallimento della banca il Fondo di tutela interbancario rimborsa i risparmi fino a 100mila euro per ogni intestatario del conto corrente. Ma in pochi lo sanno
Dalla Grecia con terrore. Mentre la Commissione europea e la Bce stanno lavorando ad un piano sull’uscita del paese dall’euro e l’agenzia di ratingFitch declassa il suo debito pubblico a CCC, appena uno scalino sopra il default, anche ilrisparmiatore italiano comincia a temere per i suoi soldi in banca.
In un sistema monetario unico un terremoto adAtene può provocare danni enormi anche a Roma(e a Madrid, Lisbona, Dublino…). E anche se qualcuno in Europa ritiene che l’uscita della Grecia dalla moneta unica non decreterebbe la fine dell’euro, sono in molti a spaventarsi per la corsa agli sportelli dei risparmiatori ellenici a ritirare i propri soldi. C’è un rischio contagio? Dobbiamo temere anche per le sorti dei nostri depositi in banca?
Diciamolo subito: come tutte le aziende, anche le banche possono fallire. Ma questo non significa automaticamente perdere i propri risparmi. In Italia, come negli altri paesi europei, esiste un Fondo interbancario di tutela dei depositi (Fitd) che scatta in caso di insolvibilità di un istituto. Ma a differenza di molti altri fondi che garantiscono per perdite non superiori ai 20mila euro, il Fidt italiano copre fino a 100mila euro per ogni intestatario del conto.
Anche la banca può fallire
Partiamo dal rischio default di un banca. E’ un evento forse non probabile ma possibile. Si verifica ad esempio quando, spaventati dal rischio di non poter rientrare in possesso del proprio denaro in un prossimo futuro, i correntisti si affrettano a ritirarli subito.
E’ l’effetto domino, la profezia che si auto-avvera, uno degli eventi più temuti. Nessuna banca infatti riesce a reggere a un prelievo di contante superiore a una certa soglia. Questa soglia si chiama riserva di liquidità ed è la quota di depositi che ogni banca conserva in forma liquida (o li investe in strumenti liquidizzabili rapidamente) per far fronte alle normali domande di ritiro dei risparmiatori. Normali, appunto. Se troppi correntisti ritirano i propri risparmi in contemporanea, la riserva di liquidità salta e la banca diventa insolvente.
Un paracadute (ignorato) per i conti correnti
Che il fallimento della banca avvenga così o per una delle molte altre ragioni possibili (cattiva gestione, bancarotta fraudolenta ecc.), i correntisti non rischiano i risparmi. Interviene in questi casi il Fondo interbancario, un consorzio obbligatorio riconosciuto dalla Banca d’Italia, che assicura i depositi bancari entro il limite di 100mila euro per ciascun conto corrente. In sostanza il sistema creditizio nel suo insieme corre in soccorso dei correntisti della banca fallita.
La legge prevede che la garanzia si applica a tutti i fondi acquisiti dalle banche con obbligo di restituzione “sotto forma di depositi o sotto altra forma, nonché agli assegni circolari e agli altri titoli di credito ad essi assimilabili”. Il rimborso delle somme presenti sul conto al momento del fallimento deve avvenire entro 20 giorni lavorativi (prorogabili in casi eccezionali di altri 10) dalla data del provvedimento di liquidazione coatta (cioè del fallimento).
Ma come ha rilevato Bankitalia sono ben pochi i risparmiatori italiani che conoscono questo strumento di garanzia: il 23% “ne ha sentito parlare” e solo il 7% “sa come funziona”. La stragrande maggioranza è convinta che in caso di fallimento dell’istituto di credito perderà tutti i suoi risparmi. E’ un’ignoranza pericolosa perché in caso di difficoltà finanziarie generali o del singolo istituto può indurre proprio quel panico che sta alla base dei default bancari. (A.D.M.)
ITALIA quale futuro
ITALIA quale futuro
Italia quale futuro
Italia risorgi… uscire dall’Euro si può
1 Marzo 2002 – L’Euro, in molti stati europei tra cui l’Italia, diventa valuta unica scambiabile.
Lira italiana ⊕ | |||||||||||||||||||||||||||||||||
Nome locale: Lira italiana | |||||||||||||||||||||||||||||||||
100 lire (fronte) | 100 lire (retro) | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Codice ISO 4217: | ITL | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Stati: | Italia, San Marino, Città del Vaticano |
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Simbolo: | ₤ oppure L. / Lit. |
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Frazioni: | 1,2,5,10,20,25,50 centesimi fino alla Seconda guerra mondiale |
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Monete: | 1,2,5,10,20 fino agli anni ottanta 50, 100, 200, 500, 1000 |
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Banconote: | 0.5,1,2,5,10,20,25,40,50,100,200,250,500,20000 ultima serie: 1000, 2000, 5000, 10000, 50000, 100000, 500000 |
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Entità emittente: | Per le banconote: Banca Nazionale degli Stati Sardi, Banca Nazionale del Regno d’Italia, Banca Romana, Banca Toscana di Credito, Banca Nazionale Toscana fino al 1893; Banco di Napoli,Banco di Sicilia fino al 1926; Banca d’Italia[1] dal 1893. Per le monete lo Stato italiano | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Periodo circolazione: | 24 agosto 1862 – 28 febbraio 2002 | ||||||||||||||||||||||||||||||||
⊕ Sostituita da: | Euro – 1º gennaio 1999[2] | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Tasso di cambio: 31 dicembre 1998 |
1 EUR = 1936,27 ITL | ||||||||||||||||||||||||||||||||
Lista valute ISO 4217 – Progetto Numismatica
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1 Gennaio 2002 L’Euro diventa moneta corrente in 12 paesi dell’Unione europea
Euro
Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.
Euro | |
Nome locale: Euro Ευρώ (EL) Евро (BG) |
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Simbolo dell’euro | Moneta da un euro |
Codice ISO 4217: | EUR |
Stati: | |
Simbolo: | € |
Frazioni: | 100 centesimi |
Monete: | 1, 2, 5, 10, 20, 50 c; 1, 2 € |
Banconote: | 5, 10, 20, 50, 100, 200, 500 € |
Entità emittente: | Banca Centrale Europea |
In circolazione dal: | 01/01/2002 (in vigore dal 01/01/1999) |
Tasso di cambio: 15/10/2009 |
1 EUR = 1,4942 US$ |
Lista valute ISO 4217 – Progetto Numismatica |
L’euro (EUR o €) è la valuta comune ufficiale dell’Unione europea (nel suo insieme) e quella unica per sedici stati membri che attualmente aderiscono all’UEM (Unione economica e monetaria), ovvero Austria, Belgio, Cipro, Finlandia, Francia, Germania,Grecia, Irlanda, Italia, Lussemburgo, Malta, Paesi Bassi, Portogallo, Slovacchia, Sloveniae Spagna.[1] Il complesso di questi paesi, detto informalmente Eurozona, conta oltre 320 milioni di abitanti; prendendo in considerazione anche quei paesi terzi che utilizzano divise legate all’euro, la moneta unica interessa direttamente oltre 480 milioni di persone in tutto il mondo.
Undici dei 27 stati membri dell’Unione europea non adottano tuttavia l’euro come valuta ufficiale. Nella fattispecie, la Danimarca[2] e il Regno Unito[3] godono di una clausola che permette loro di mantenere indefinitamente le proprie valute nazionali; anche la Svezia, che fa parte dell’UE dal 1995, sta continuando ad usare la corona svedese.
Nei rimanenti otto paesi, l’introduzione della divisa comune sarà possibile non appena le condizioni macroeconomiche permetteranno di garantire il rispetto dei parametri di Maastricht.
In aggiunta ai membri dell’Unione, alcuni microstati (Città del Vaticano,[4] il Principato di Monaco,[5] San Marino[6] e Andorra[7]), hanno adottato l’euro in virtù delle preesistenti condizioni di unione monetaria con paesi membri della UE. Infine il Montenegro e la regione indipendentista title=”Serbia” href=”http://it.wikipedia.org/wiki/Serbia”>serba del Kosovo hanno adottato unilateralmente l’euro.
Il debutto dell’euro sui mercati finanziari risale al 1999, mentre la circolazione monetaria ha effettivamente avuto inizio il 1º gennaio 2002 nei dodici paesi dell’Unione che per primi hanno adottato la nuova valuta.
L’euro è amministrato dalla Banca centrale europea, con sede a Francoforte sul Meno, e dal Sistema europeo delle banche centrali; il primo organismo è responsabile unico delle politiche monetarie comuni, mentre coopera con il secondo per quanto riguarda il conio e la distribuzione di banconote e monete negli stati membri.
L’euro è suddiviso in 100 centesimi.
Nome e simbolo
Per approfondire, vedi le voci Questioni linguistiche relative all’euro e Simbolo dell’euro. |
Il nome euro deriva dalle lettere iniziali della parola Europa, ed è stato adottato dal Consiglio europeo di Madrid del 1995 per rimpiazzare la sigla ECU (dall’acronimo inglese European Currency Unit, o “Unità di conto europea”), sino a quel momento utilizzata nei trattati. Il nome doveva essere semplice, unico e invariabile.[8] Molti paesi hanno deciso di usare normalmente il plurale o il partitivo del nome,[9] anche se sulla cartamoneta il sostantivo “euro”, chiaramente mostri che il sostantivo non dovrebbe conoscere plurale.
La denominazione ecu, indicata nell’articolo 3a del trattato di Maastricht, fu scartata per diverse ragioni linguistiche. Aveva un senso in inglese, la lingua nella quale era espresso, e in francese, perché la parola écu vuol dire scudo, che era un’antica moneta della Francia. La denominazione, quindi, non aveva alcun richiamo per gli altri paesi. Ci fu poi il “problema della vacca tedesca”: itedeschi avrebbero dovuto chiamare un ecu ein Ecu, che suonava come eine Kuh, cioè, appunto, una mucca.
Il codice internazionale a tre lettere (in base allo standard ISO 4217) dell’euro è EUR. È stato disegnato anche un simbolo (glifo) speciale per l’euro (€). Dopo che un sondaggio pubblico aveva ristretto la scelta a due, fu la Commissione europea a fare la scelta finale. Il vincitore era ispirato dalla lettera greca epsilon (ε), così come a una versione stilizzata della lettera “E”.
L’euro è rappresentato nel set di caratteri Unicode (esadecimale 20AC o decimale 8364, codice mnemonico HTML: €) così come nelle versioni aggiornate dei tradizionali set di caratteri latini. Le nazioni occidentali dovrebbero passare dall’ISO 8859-1 (Latin 1) all’ISO 8859-15 (Latin 9) o, ancora meglio, a UTF-8 per poter rappresentare questo carattere.
Il “nome unico” ha in realtà due varianti: la prima riguarda la lingua greca, la seconda la lingua bulgara. La Grecia ottenne subito di poter chiamare la moneta unica Ευρώ in caratteri ellenici. La Bulgaria ottenne durante le negoziazioni per il Trattato di Lisbona di chiamare la moneta unica Евро, in caratteri cirillici[10].
Monete e banconote
Per approfondire, vedi le voci Monete euro e Banconote euro. |
Monete
Dal 2002 sono in circolazione monete metalliche con otto diversi valori:
- monete da 1 cent, 2 cent e 5 cent, di colore rame, in acciaio ricoperto di rame;
- monete da 10 cent, 20 cent e 50 cent, di colore oro, in oro nordico;
- monete da 1 euro e 2 euro, bimetalliche, di colore argento/oro.
Ciascuna moneta è caratterizzata da un lato comune a tutti i paesi che hanno adottato l’euro; l’effigie sull’altro lato è di competenza esclusiva dei singoli stati, e pertanto sono attualmente in circolazione perlomeno 8×16=128 diverse monete, senza considerare le monete commemorative e quelle coniate da San Marino, Città del Vaticano e Principato di Monaco in virtù di accordi bilaterali con Italia e Francia.
La Finlandia ha deciso di non produrre e di non far circolare le monete da 1 e 2 centesimi, ad eccezione di piccole quantità per il collezionismo. Dal 2004 anche i Paesi Bassi[11] non immettono in circolazione monete da 1 e 2 centesimi; tuttavia quelle in circolazione, benché poco utilizzate, mantengono corso legale. Ciò nonostante, le monete di tale valore coniate in altri paesi continuano naturalmente ad avere valore legale all’interno di tutta l’Eurozona.
L’Europa nel mondo | L’Europa come un’alleanza di Stati | L’Europa senza frontiere | |||||
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1 cent | 2 cent | 5 cent | 10 cent | 20 cent | 50 cent | 1 € | 2 € |
Banconote
Le banconote euro, a differenza delle monete, sono caratterizzate da un aspetto unico valido in tutta la zona euro e sono disponibili in sette tagli, ognuno con colore e dimensione diverse: 5, 10, 20, 50, 100, 200 e 500 euro.
Ogni taglio presenta una particolare tematica architettonica e storica nel contesto europeo. Per ogni tematica, il fronte della banconota presenta delle porte e delle finestre, mentre il retro raffigura dei ponti.
Considerato gli elevati importi che le banconote rappresentano e la potenzialità dell’euro di poter essere utilizzata come valuta di riserva internazionale, nella fase di progettazione è stato deciso di applicare sofisticate tecnologie anti-contraffazione.
Attualmente ogni banca centrale dell’Unione monetaria europea è responsabile per la stampa di uno o due tagli.
Valori delle banconote | 5 € | 10 € | 20 € | 50 € | 100 € | 200 € | 500 € |
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Taglia delle banconote | 120 mm x 62 mm | 127 mm x 67 mm | 133 mm x 72 mm | 140 mm x 77 mm | 147 mm x 82 mm | 153 mm x 82 mm | 160 mm x 82 mm |
Colore | Grigio | Rosso | Blu | Arancio | Verde | Ocra | Viola |
Architettura | Classica | Romanica | Gotica | Rinascimentale | Barocco eRococò | Art Nouveau | Moderna |
Periodo | prima del V secolo | XI–XII secolo | XIII–XIV secolo | XV–XVI secolo | XVII–XVIII secolo | XIX–XX secolo | XX–XXI secolo |
Fronte | |||||||
Retro |