Amianto deteriorato in una caserma abbandonata

Il blitz di diverse associazioni fiorentine contro l’eternit

Trovati 200 metri quadrati. ”La zona è ad altissimo rischio di esposizione alle fibre di amianto, causa, tra l’altro, di carcinomi polmonari, tumori del tratto gastro-intestinale, della laringe”

Amianto abbandonato

Amianto abbandonato

Firenze, 6 febbraio 2012 – Sono stati trovati 200 metri quadrati di amianto deteriorato nel corso di un blitz all’interno di una caserma abbandonata in via Tripoli, realizzato da Occupy Firenze, Movimento di Lotta per la Casa, Circolo Anarchico, Brigate di Solidaridetà Attiva e altre associazioni fiorentine.

FONTE

 

Il materiale, si spiega in una nota, ricopre le tettoie del cortile della caserma e in parte è accumulato a terra, senza protezioni. ”Un esperto del settore da noi convocato – informano gli autori del blitz – ha dichiarato la zona ad altissimo rischio di esposizione alle fibre di amianto, causa, tra l’altro, di carcinomi polmonari, tumori del tratto gastro-intestinale, della laringe”.

 

”Occupy Firenze – conclude la nota – prosegue nell’opera di denuncia dello stato di abbandono doloso del bene pubblico e del rischio a cui sono esposti gli abitanti del quartiere di Santa Croce e della città”.

BRESSO, IL CANCRO UCCIDE UNA VOLTA SU DUE ZINNI: DATI ALLARMANTI. AMINATO NEL MIRINO

CRONACAQUI
di: LUDOVICA SCALETTI

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IL CASO Le preoccupazioni del sindaco sui clamorosi dati dei medici: «Interverrò personalmente» Bresso, il cancro uccide una volta su due Zinni: Dati allarmanti. Amianto nel mirino Ludovic a Scaletti A Bresso, Comune di 26.400 abitanti a nord di Milano, quasi una persona su due (il 48 per cento), di quelle decedute nel 2010, è morta di tumore. Un dato, diffuso dall`Asl 1 milanese, che fa venire i brividi, soprattutto se confrontato con quelli relativi agli altri Comuni del Nord di Milano, dove la inedia dei decessi per tumore è del 33 per cento. Perchè a Bresso si registrano così tanti decessi per cancro? Il sindaco Zinni non ha una risposta e si dice «preoccupato» dai dati, mentre il “Comitato per la difesa della salute nei luoghi di lavoro e nel territorio” di Milano ha individuato un possibile colpevole: l`amianto. I VELENI «Bresso si trova a cavallo della zona di Niguarda e di Sesto San Giovanni – spiega Michele Michelino, presidente del comitato – lì dove sorgevano le grandi industrie Breda e Pirelli e molli operai abitavano proprio a Bresso». La risposta al numero di morti per tumore nel piccolo comune dell`hinterland milanese potrebbe dunque essere l`amianto, insieme, precisa Michelino «al cromo e al manganese», tutte sostanze che, se inalate, provocano il mesotelioma pleurico e altre forme tu- morali. 11 condizionale però è d`obbligo, perchè non c`è nessuna certezza della causa dei tumori. Secondo Michelino, «ci sarà la coincidenza di altri elementi, come i fattori inquinanti», ma probabilmente i veleni delle ex zone industriali, chiuse una decina di anni fa, hanno concorso a far ammalare operai e abitanti della zona. Già, perchè come dimostrano altri casi in Italia, in primis quello di Casale Monferrato, a risentire dei danni dell`amianto, non sono stati solo gli operai, ma anche chi ha vissuto nelle zone contaminate. Di amianto non si parla così spesso a Milano e nell`hinterland. Michelino denuncia l`esistenza di «un muro di omertà» eretto dalla istituzioni, che non hanno mai affrontato il problema, an- Itsindaco Zinnu ii che se, ammette, ultimamente anche le amministrazioni se ne occupano perchè «la gente è più consapevole e chiede giustizia». IL SINDACO Di fronte ai dati dell`Asl, il primo cittadino di Bresso, Fortunato Zinni, non è rimasto impassibile. «Sono sorpreso e preoccupato – afferma – e verificherò di persona i dati nel dettaglio, per capire se ci sono specificità. È la prima volta che vedo un dato del genere». Il numero dei morti, per la precisione, è cresciuto rispetto all`anno precedente. Nel 2009 infatti i decessi per tumore sono stati 84 ed erano il 38,4 per cento del totale. Nel 2010 sono diventati 109, il 48 per cento. I PROCESSI In attesa di verificare le reali cause dei decessi, a Milano sono in corso due processi che riguardano i danni provocati dall`amianto. Il primo è contro undici dirigenti della Pirelli che devono rispondere della morte, per mesotelioma pleurico e altre forme tu- morali, di 24 operai degli stabilimenti di viale Sarca e di via Ripamonti. «Il 19 dicembre scorso – ricorda Michelino, che con il suo comitato si è costituito parte civile nel processo – si è tenuta la prima udienza, in cui si sono costituiti parte civile anche la Asl di Milano, l`Inail e la Regione Lombardia». La prossima udienza è prevista per il 23 febbraio e «anche il Comune di Milano e la Cgil hanno chiesto di diventare parte civile». L`altro processo, iniziato sempre il 19 dicembre, è quello che riguarda due dirigenti della Breda Energia, insieme a un medico di fabbrica, accusati di aver aggravato il morbo di Parkinson di un operaio, esponendolo a fumi di manganese. «BISOGNA INTERVENIRE» Il dato sulle morti di Bresso colpisce anche Fulvio Aurora, segretario dell` “Associazione Esposti Amianto”. «In generale – dice – l`alto tasso di tumori nel nord di Milano si spiega, trattandosi di una zona industrializzata. Di certo occorre indagare in particolare il dato di Bresso e prevedere degli interventi». Plr) UsAigc 11112-7121+1,E InTA71:2,E (10 [.]

Amianto, ecco i numeri della strage silenziosa in Val Basento

fiori-rosa.jpgContinua a colpire e uccidere inesorabilmente: l’amianto è un cecchino spietato e infallibile. Che per giunta agisce in silenzio e indisturbato. Ora però è stato smascherato: tutti lo conoscono, sanno dov’è e quanto è pericoloso. È il momento di renderlo innocuo, anche e soprattutto nel nostro territorio. Dove sembra non aver fine quell’inquietante sequenza di lutti che ha letteralmente decimato le famiglie dei lavoratori della Val Basento: sono ben 160 infatti le morti premature (10 casi nel 2010, già 7 quest’anno) tra i 270 casi accertati di patologie tumorali provocate dall’esposizione alla micidiale fibra.
Cifre note da anni a Mario Murgia, presidente della sezione Val Basento dell’Aiea (l’Associazione Italiana Esposti all’Amianto), che le ha tristemente snocciolate in presenza di tutte le istituzioni locali in un incontro tenutesi nei giorni scorsi presso la Prefettura di Matera. Sono numerosi anche i tumori riscontrati tra le vedove dei lavoratori, tra carcinoma del polmone, asbestosi, cancro alle ovaie, placche pleuriche ed altro. Ci sono poi oltre 260 casi di malattie professionali denunciate dalla Medicina del Lavoro in seguito agli accertamenti sanitari e oltre 100 casi segnalati all’Inail da ex lavoratori esposti per patologie rilevate prima della visita di sorveglianza sanitaria. Un totale quindi di oltre 600 casi sui 2000 soggetti già sottoposti a sorveglianza sanitaria dalla Medicina del Lavoro (a regime saranno 5.000): una percentuale impressionante del 30%, resa ancora più inquietante dall’elevata frequenza di morti premature, con numerosi casi di carcinoma polmonare, asbestosi, carcinoma alla laringe e all’apparato gastrointestinale. E per molti delle vittime al danno si è aggiunta la classica beffa: hanno perso la salute, o addirittura la vita, ma non gli sono stati riconosciuti i diritti assicurativi e previdenziali:
“Per molti lavoratori con patologie tumorali acclamate e in fase di cura chemioterapica – denuncia infatti Murgia – non è stata fatta alcuna denuncia preventiva di malattia professionale facendo così perdere ogni beneficio e ogni diritto contributivo. In diversi casi poi i lavoratori ex esposti, anche con premorienze, che hanno avuto il riconoscimento Inail di malattia professionale, non vengono riconosciuti invece dall’Inps come aventi diritto alla rivalutazione contributiva (diretta o agli eredi) perché pensionati prima della legge 27 marzo 1992, assolutamente ingiusta e probabilmente anticostituzionale. E ancora si riscontrano molti casi di patologie multifattoriali, con altrettanti casi di morte prematura, probabilmente dovute all’esposizione di un insieme di sostanze tossiche e nocive ed in presenza di asbesto, che richiederebbero un’analisi approfondita attraverso uno studio epidemiologico del sito: così potrebbero essere riconosciute come malattie professionali”.
All’incontro in Prefettura erano presenti il presidente della Provincia Franco Stella, il direttore generale dell’Asm Vito Gaudiano e funzionari di Inail, Inps e Direzione Provinciale del Lavoro. Da loro si attendono ora immediati atti concreti.

http://www.ilresto.tv/2012/01/attualita/amianto-ecco-i-numeri-della-strage-silenziosa-in-val-basento

Per i malati di Amianto nessun risarcimento

Uno degli articoli della manovra prevede la sospensione a tempo indeterminato delle cause di servizio del settore pubblico: in altre parole i dipendenti statali non possono citare il datore di lavoro per danni alla salute, per infermità provocate da sostanze nocive come l’amianto, e nemmeno per mobbing

Per i malati di Amianto nessun risarcimento

 
 

ROMA – La manovra salvatrice dell’Italia varata dal governo Monti contiene molte sorprese. Uno degli articoli, il numero sei, prevede la sospensione a tempo indeterminato delle cause di servizio del settore pubblico: in altre parole i dipendenti statali non possono citare il datore di lavoro per danni alla salute, per infermità provocate da sostanze nocive come l’amianto, e nemmeno per mobbing. Tutto questo perché non ci sono sufficienti fondi per gli eventuali risarcimenti e le spese processuali. In questo modo vengono fatti sparire alcuni importanti diritti in barba allo statuto dei lavoratori ovvero la legge 300 del 1970. I dipendenti pubblici saranno protetti soltanto dall’assicurazione obbligatoria perché gli verrà impedito di presentare richieste di equo indennizzo e di pensione privilegiata. La norma dice così: «Ferma la tutela derivante dall’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni e le malattie professionali, sono abrogati gli istituti dell’accertamento della dipendenza dell’infermità da causa di servizio, del rimborso delle spese di degenza per causa di servizio, dell’equo indennizzo e della pensione privilegiata». L’impossibilità di denunciare il mobbing, per esempio, espone ancora di più alle discriminazioni e ai maltrattamenti gay, lesbiche, transessuali evidenziando lo stretto legame tra diritti sociali e diritti civili. Cgil, Cisl e Uil che hanno indetto lo sciopero del settore pubblico per lunedì 19 dicembre sembra non si siano accorte di nulla. Se ne sono accorti fortunatamente molti lavoratori e i rappresentanti dell’Usb, Unione sindacale di base, e a tal proposito in rete si trovano molti commenti contro il governo Monti.

Questa norma colpirà chiunque si ammala anche gravemente per cause legate al lavoro. «Compresi i malati di amianto che lavorano nel comparto pubblico- dichiara l’avvocato Ezio Bonanni, esperto di vertenze che riguardano il mondo del lavoro e presidente dell’Osservatorio amianto- esclusi militari e personale del soccorso pubblico e della pubblica sicurezza. La mia associazione adirà tutte le competenti sedi, non escludendo una pregiudiziale di illegittimità costituzionale, oltre alle iniziative di mobilitazione già in corso in tutta Italia, e faremo un appello alle istituzioni e alle forze politiche affinché non si prestino ad avallare dette modifiche, contrarie ai principi di uguaglianza, di equità, di giustizia, di rispetto che merita chi è colpito da una patologia di servizio ».

E intanto Giorgio Demezzi, il sindaco della città dei morti d’amianto, Casale Monferrato, simbolo internazionale di una tragedia industriale, fra pochi giorni probabilmente accetterà di abbandonare il processo contro l’Eternit. Stephan Schmidheiny, miliardario svizzero residente in Costarica, proprietario della fabbrica e principale imputato, è disposto a pagare dai 18 ai 20 milioni di euro in cambio della revoca della costituzione di parte civile del Comune. L’Eternit per quasi un secolo ha diffuso nell’aria la fibra d’amianto, il micidiale ‘polverino’, unica causa del mesotelioma pleurico, provocando la morte di 1.700 persone e tante altre che moriranno nei prossimi venti anni. L’amianto non smette mai di uccidere e soltanto quest’anno a 47 persone residenti nel territorio è stato diagnosticato il micidiale tumore alla pleura.

Il comitato dei parenti delle vittime giudica la proposta di mister Eternit «indecente»: «Accettare vuol dire diventare complici» hanno dichiarato. Il processo che vede imputato anche il quasi centenario magnate belga Jean Louis De Cartier de Marchienne, penultimo proprietario dell’Eternit, è finito. Il pubblico ministero ha chiesto venti anni per disastro doloso e continuato. L’ultima udienza è prevista per il 13 febbraio 2012. Intanto è arrivata l’offerta che è valida solo se sarà accettata prima della sentenza per poter godere al meglio del ritorno di immagine e della concessione delle attenuanti generiche.

Saverio Aversa

http://www.diariodelweb.it/Comunicato/Politica/?d=20111218&id=228860

I più colpiti sono gli operai che lavorano la fibra Amianto fuori legge in Italia dal 1992. Killer silenzioso miete tremila vittime ogni anno

Torino – (Adnkronos) – L’impiego di questo minerale è stato bandito dal nostro Paese da quasi due decenni, ma ne restano nell’ambiente cinque quintali per ogni cittadino. Secondo l’Agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro provoca tumori della pleura (mesoteliomi), del polmone, della laringe e dell’ovaio.

Torino, 17 dic. (Adnkronos) – Un killer che si nasconde in tubature, rotaie, rivestimenti di tetti e garage. E’ l’amianto, che miete circa 3.000 vittime ogni anno in Italia, 1.200 per mesotelioma, il tumore ‘marker’ dell’esposizione a questo minerale. L’impiego dell’amianto è stato bandito dal nostro Paese da quasi vent’anni, ma ne restano nell’ambiente cinque quintali per ogni cittadino. L’Italia è stata il secondo Paese produttore europeo e tra i principali consumatori di amianto. Secondo le stime del Cnr e di Ispesl ci sono ancora 32 milioni di tonnellate di amianto sparse per il territorio nazionale e un miliardo circa di metri quadri di coperture in eternit sui tetti.Secondo il Registro Nazionale Mesioteliomi i più colpiti sono gli operai che lavorano la fibra, seguiti dai familiari e dagli abitanti delle zone vicine ai grandi centri di pericolo, come Casale Monferrato. L’Agenzia dell’Oms per la ricerca sul cancro (Iarc) classifica l’amianto come sicuramente cancerogeno per l’uomo, capace di provocare tumori della pleura (mesoteliomi), del polmone, della laringe e dell’ovaio.

http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Amianto-fuori-legge-in-Italia-dal-1992-Killer-silenzioso-miete-tremila-vittime-ogni-anno_312759252441.html

 

La lotta paga di Luigi Consonni e Leonardo Pesatori

 

 

E’ uscita una versione ridotta del libro, il quale è stato ridimensionato a 144 pagine.

Per chi desidera aver il cartaceo: può richiederlo in contrassegno (il costo è di 5 euro più spese di spedizione); oppure recandosi presso la sede del Centro d’Iniziativa Proletaria in via Magenta sempre al costo di 5 euro.

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La lotta Paga – versione ridotta
La lotta paga (web) aprile 2010 ter.pdf
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La versione integrale

Riproduciamo qui il contenuto della fascetta che presentava l’edizione cartacea del libro:
Non prendete troppo sul serio il titolo di questo libro: é semplicemente il titolo del volantino che ha concluso la nostra lotta (lo trovate riprodotto nell’ultima pagina di copertina)
Non prendete troppo sul serio neppure il suo sottotitolo: dentro l’alveo della storia della classe operaia, questa è soltanto cronaca di una lotta operaia, la cui memoria abbiamo raccolto.
Prendete piuttosto sul serio il suo contenuto: potreste trovarci un esempio e delle indicazioni importanti, se ancora siete disposti a lottare per cambiare lo stato di cose presente…

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Parte prima
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Parte Seconda
Capitoli 1 – 3
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Parte Seconda
Capitoli 4 – 6
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Parte Terza
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Lo Stato dimentica l’amianto killer

 

Ringraziamo l’avv. Ezio Bonanni per aver dato il suo consenso, permettendoci di rendere disponibile su internet, il suo libro.

Sono passati, ormai e purtroppo, molti anni da quando ci siamo resi conto che tante vittime dell’amianto potevano essere salvate, da quando abbiamo tutti capito che le responsabilità per la tragedia causata da questa fibra–killer sono molteplici e di varia origine, da quando persino le aziende hanno cessato di negare le gravissime e letali conseguenze delle esposizioni all’amianto (purché a loro non attribuibili).
E siamo tutti, lavoratori ed ex lavoratori, cittadini normali e uomini politici, amministratori pubblici e imprenditori, consapevoli del fatto che per decenni questo Stato ha accettato che semplici operai contraessero gravi malattie e morissero a causa del lavoro, per aver avuto a che fare con l’amianto, nonostante la storica evidenza scientifica della natura cancerogena genotossica dell’asbesto: senza intervenire su quella produzione di morte, in nome e a tutela del profitto.
Ma quello che è, per certi versi, ancora più sorprendente è che alla data di oggi – fine 2008 – i lavoratori si vedono ancora costretti a combattere dure, difficili e costose battaglie (anche legali) per ottenere il riconoscimento di quanto dovrebbe essere loro immediatamente dovuto: il riconoscimento del loro diritto alla salute, alla integrità fisio–psichica e, nei casi più malaugurati, ad un risarcimento–indennizzo adeguato e decoroso.
Colpisce sempre invece il comportamento farisaico di una certa classe politica e di Governo che, pur non potendo più negare i letali influssi sui lavoratori dell’amianto, ne disconosce però quelle che dovrebbero ritenersi naturali e logiche conseguenze: sia a livello legislativo, sia a livello di direttive agli enti amministrativi preposti (Inail, Inps, ecc), sia pure a livello di amministrazione delle cause giudiziarie (civili, amministrative e penali).
Nella nostra Carta Costituzionale, così come in tutte le dichiarazioni internazionali (sia europee che mondiali) a tutela dell’uomo, sono inseriti i principi fondamentali che dovrebbero costituire il punto di riferimento, il faro, per ogni azione di Governo.
E tra questi principi, rientrano come insopprimibili e inalienabili il diritto alla salute e il diritto alla propria integrità fisio–psichica: con una sola espressione, il diritto al rispetto della persona e della sua dignità.
La triste vicenda dell’amianto ci conferma invece che siamo ancora lontani dal pieno riconoscimento di questo diritto. Ciò non ci impedisce però di continuare a lavorare e a lottare per fare in modo che i diritti dell’uomo, in concreto e non solo in astratto, possano essere pienamente e pacificamente riconosciuti, a ogni livello e in ogni settore della nostra vita: da quello politico a quello giudiziario, da quello sociale a quello amministrativo.

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Lo Stato dimentica l’amianto killer
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Morti amianto, prima condanna per la multinazionale Eternit Un tribunale belga condanna la società elvetica a pagare 250mila euro di risarcimento ai parenti di un ex dipendente

RUBIERA.E’ una sentenza importante di quelle, come si dice, che possono fare giurisprudenza. Per la prima volta (in Belgio) un tribunale ha condannato la società Eternit a risarcire, con 250mila euro, la famiglia di una vittima dell’amianto. La decisione dei giudici belgi – accolta da applausi e grida di gioia di familiari e sostenitori – giunge a pochi mesi dalla sentenza italiana – attesa a partire dal 13 febbraio 2012 – nel più grande processo per le morti da amianto d’Europa che il 21 novembre ha chiuso la fase dibattimentale nel tribunale di Torino.

Nel caso belga la vittima è una donna, Francoise Jonckheere che abitava a Japelle-op-den-Bos, morta nel 2000 per un cancro alla pleura, un mesotelioma, causato dalle fibre d’amianto. Era stata lei, insieme ai suoi figli, a trascinare in giudizio la Eternit in quanto il cancro alla pleura aveva colpito gran parte della sua famiglia. Prima il marito, che per anni aveva lavorato in uno stabilimento della multinazionale elvetica e poi morto a causa della malattia. Poi è deceduta la stessa Francoise e due dei suoi figli, sempre per cancro alla pleura. Il tribunale di Bruxelles ha riconosciuto dunque Eternit colpevole, in quanto ha continuato ad utilizzare l’amianto anche quando era già stato riconosciuto che il prodotto è cancerogeno. Uno dei figli sopravvissuti, Eric Jonckheere, dopo la lettura della sentenza, ha auspicato che le altre vittime, o i loro familiari, seguano il loro esempio.

IL PROCESSO ITALIANO A Torino il processo Eternit si occupa della morte di migliaia di persone morte o ammalate a causa dell’amianto. Ex dipendenti (ma anche abitanti nei pressi delle fabbriche) che fino ai primi anni Novanta dello scorso secolo, quando l’amianto è stato proibito perchè cancerogeno, hanno lavorato nei quattro stabilimenti italiani della multinazionale: a Cavagnolo (Torino), Casale Monferrato (Alessandria), Bagnoli (Napoli) e da noi nell’ex Icar (Industria cemento amianto reggiana) che si trovava lungo la via Emilia a Rubiera, grosso modo dove ora c’è la grande rotonda. I fatti contestati ai due imputati Stephan Schmidheiny e Louis de Cartier, vanno dal 1952 al 2008. E nei loro confronti i pm Guariniello, Colace e Panelli, hanno chiesto una condanna a vent’anni per disastro doloso e omissione dolosa di cautele antinfortunistiche. Le parti civili ammesse dal tribunale torinese sono oltre seimila.

C’è da ricordare che nell’ambito del processo Eternit in Italia, la procura torinese si occupa di un’inchiesta-bis, per un secondo troncone del processo per un migliaio di morti per amianto dal 2008 ai giorni nostri; “troncone” per il quale l’ipotesi di reato sempre nei confronti degli stessi imputati, è di omicidio colposo.

http://gazzettadireggio.gelocal.it/

L’amianto rappresenta sempre di più un agente cancerogeno

amianto rappresenta agente cancerogeno

 

L’amianto, secondo ultimi studi, rappresenta sempre di più un pericolo per la salute, dato il suopotere cancerogeno. Nonostante ciò e per quanto la sua produzione e uso sia fuori legge, almeno nel nostro Paese dal 1992, attualmente, vi sono ancora Paesi in via di sviluppo e anche europei che lo utilizzano. L’amianto possiamo dire che è presente ovunque, dato le sue caratteristiche ottime per quanto riguarda la sua resistenza e flessibilità, e quindi ideale per costruzioni, guarnizioni, coibentazioni termiche, dischi di freni.

Ma anche se possiede queste caratteristiche è troppo nocivo e pericoloso per la salute. Il problema è che tutte le persone che sono venute a contatto con l’amianto, soprattutto per lavoro, si sono ammalate o sono a rischio di tumore. L’Italia è stata, in passato, il secondo produttore al mondo di questo minerale, e tuttora ne restano nell’ambiente 5 quintali per ogni cittadino, 32 milioni di tonnellate. La procedura di smaltimento è stata approvata solo da poco, ecco perché l’amianto è un pericolo sia del passato ma anche e soprattutto del presente, in quanto tutte le persone che ne sono venute a contatto circa 20-30 anni fa, ora sono a rischio di tumore aipolmoni ed altri organi. Ma sino a quando sarà presente si creerà un ciclo continuo, quindi anche le nuove generazioni sono a rischio. Le autorità sottolineano e cercano di sensibilizzare (dato che è un argomento caduto nel dimenticatoio) i cittadini oltre che la pericolosità dell’amianto è necessario che venga rimosso da personale altamente specializzato.

Questo minerale, come accennato sopra, rappresenta uno degli agenti cancerogeni per eccellenza: causa insorgenza di tumore al polmone (mesotelioma è il più diffuso, aggressivo e letale), allalaringe, al peritoneo, al pericardio, alle ovaie, e più raramente al colon-rettofaringe estomaco. Purtroppo la sua diffusione è spiegabile dato che le sue fibre possono essere inalate da chiunque, per il fatto che si possono trovare nell’aria, oltre che da chi in passato la manipolato e lavorato. Il mesotelioma pleurico è un tumore dei polmoni, viene diagnosticato, nella maggior parte dei casi, in fase avanzata, e nel 70% dei casi i primi sintomi sono tossedolore toracico e difficoltà nel respirare, oltre alla stanchezza che con il passare del tempo peggiora sempre di più. Per quanto riguarda la terapia, di solito vengono associate l’intervento chirurgico, laradioterapia, e la chemioterapia (sta dando ottimi risultati il pemetrexed insieme al platino).

http://www.tantasalute.it/articolo/l-amianto-rappresenta-sempre-di-piu-un-agente-cancerogeno/35421/