RELAZIONE TRATTA
relazione
Relazione primo giorno del corso di pratica e tecnica di riabilitazione per
maestri rieduca tori presso l’Aula Magna dell’Ospedale L. Mandic di Merate
Il giorno 13 Ottobre 2010, abbiamo assistito al primo incontro del corso di
pratica e tecnica di riabilitazione per maestri educatori.
Il tutto ha avuto inizio con una breve introduzione a cura del Dott. Bianchi,
direttore generale dei distretti di Lecco-Merate-Bellano. Qualcuno potrà
pensare: il solito discorso di circostanza sulla utilità del
volontariato…invece, mi ha veramente sorpreso la sua empatia nei confronti
delle nostre problematiche. Si percepiva nettamente nelle sue parole di
incoraggiamento che era partecipe delle nostre difficoltà e non ci trattava in
modo scostante, quasi volesse mettersi nei nostri panni. Insomma, una brava
persona degna del suo incarico e che credo contribuisca a fare della realtà
meratese un’isola felice per quanto riguarda la disponibilità della classe
medica, soprattutto nei riguardi dei laringectomizzati. Sono seguiti altri
brevi ma altrettanto incoraggianti interventi del Dott. Molteno, del Dott.
Scerri e del Dott. Paolillo.
Devo dire che il Dott. Paolillo ci ha in seguito letteralmente tenuti
inchiodati alla sedia per qualche ora; la sua relazione era talmente
interessante che non ci si poteva annoiare: ci ha spiegato, tecnicamente
parlando, le variazioni anatomiche che comporta l’intervento di laringectomia
con l’ausilio visivo di due indagini endoscopiche. La prima di un uomo
riabilitato foneticamente con il metodo tradizionale e la seconda di una donna
riabilitata con il “verso del piccione”.
In realtà, nelle mie scorribande in internet, avevo già avuto modo di farmi una
certa cultura in merito ma, tante informazioni utili così concentrate, non mi
era mai riuscito di trovarle!!
Erano presenti in sala oltre a noi allievi e vari maestri rieducatori anche
diverse logopediste: alcune arrivavano addirittura da Trento, da Bellinzona, da
Treviglio. Erano molto interessate al metodo utilizzato dalla sig.ra Ferri ed
hanno fatto interventi mirati anche sull’intensità dei suoni raggiunti dagli
allievi, ecc…
Però io mi pongo una domanda: può una persona non laringectomizzata insegnare a
parlare con queste tecniche? E se si, perché non mi è stato proposto a suo
tempo? Io ho rifiutato per due anni la riabilitazione proprio perché non c’erano
logopedisti in grado di sostituire la figura del maestro laringectomizzato che,
peraltro, io rifiutavo. In realtà, non accettavo la mutilazione subita e di
conseguenza anche chi me la ricordava anche solo parlando! Un problema ormai
superato ma non senza fatica. Credo che quando parlerà lo psicologo sarò molto
interessata. Comunque sono convinta che, oltre alla riabilitazione fonetica, i
laringectomizzati abbiano tutti bisogno di aiuto psicologico, chi più chi meno!
A parte questa piccola considerazione voglio concludere sintetizzando i
concetti che ritengo essere di maggiore utilità nell’applicazione del metodo:
1) tutti noi laringectomizzati, per parlare ,dobbiamo utilizzare l’esofago.
2) bisogna apprendere il modo di immettere aria nell’esofago per poi farla
uscire modulando le mucose residue.
3) secondo il metodo “verso del piccione”, tutto questo deve avvenire in
apnea, sovvertendo quindi le naturali leggi fisiche dei normoparlanti.
4) è necessario tenere separata la gestione delle due arie: quella che va nei
polmoni per respirare e quella che invece va in esofago e ci fa parlare. Questo
permette di non avere rumori di sottofondo così antipatici e di non stressare
gli organi digestivi a volte già affetti da problematiche funzionali.
I casi trattati dalla sig.ra Ferri con questo metodo, circa 89, hanno avuto
esito positivo nell’80% e l’intensità del suono raggiunto sarebbe di circa 40-
50 decibel. Per i casi particolarmente difficili, il verso del piccione aiuta a
ridare elasticità alle mucose.
Non vedo l’ora di assistere al secondo incontro!