La vera storia della befana

 

La Befana è una vecchia brutta e gobba, con il naso adunco e il mento aguzzo, vestita di stracci e coperta di fuliggine, perchè entra nelle case attraverso la cappa del camino.

Infatti la notte tra il 5 e il 6 gennaio, mentre tutti dormono infila doni e dolcetti nelle calze dei bambini appese al caminetto.

Ai bambini buoni lascia caramelle e dolcetti, a quelli cattivi lascia pezzi di carbone.

La Befana si festeggia nel giorno dell’Epifania, che di solito chiude le vacanze natalizie.

Il termine “Befana” deriva dal greco “Epifania” che significa “apparizione, manifestazione”.

Avvenne nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio che i Re Magi fecero visita a Gesù per offrirgli oro, incenso e mirra.

Anche la Befana apparve nei cieli, a cavallo della sua scopa, ad elargire doni o carbone, a seconda che i bambini siano stati buoni o cattivi.

Una leggenda spiega la coincidenza così:

una sera di un inverno freddissimo, bussarono alla porticina della casa della Befana tre personaggi elegantemente vestiti: erano i Re Magi che, da molto lontano, si erano messi in cammino per rendere omaggio al bambino Gesù.

Le chiesero dov’era la strada per Betlemme e la vecchietta indicò loro il cammino ma, nonostante le loro insistenze lei non si unì a loro perché aveva troppe faccende da sbrigare.

Dopo che i Re Magi se ne furono andati sentì che aveva sbagliato a rifiutare il loro invito e decise di raggiungerli.

Uscì a cercarli ma non riusciva a trovarli.

Così bussò ad ogni porta lasciando un dono ad ogni bambino nella speranza che uno di loro fosse Gesù.

Così, da allora ha continuato per millenni, nella notte tra il 5 ed il 6 gennaio a cavallo della sua scopa…

http://www.carabefana.it/pages/storia_befana.html

Befana

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Rappresentazione di tre befane, ognuna sulla propria scopa.

La Befana, corruzione lessicale di epifania attraverso bifanìabefanìa,[1] è una tipica figura delfolklore di alcune parti d’Italia centrale appenninica, diffusasi in tutta Italia. Appartiene alle figure folkloristiche, dispensatrici di doni, legate alle festività natalizie.[2]


Secondo la tradizione italiana la Befana fa visita ai bambini il 6 gennaio, durante la notte dell’epifania, per riempire le calze lasciate da essi appositamente appese. Nel caso siano stati buoni, il contenuto sarà composto da caramellecioccolatini, in caso contrario conterrannocarbone. Spesso la befana viene descritta come una vecchia, che vola su una scopa. A differenza di una strega è spesso sorridente e ha una borsa o un sacco pieno di ogni squisitezza, regali per i bambini meritevoli, ma anche di carbone per i bambini che non sono stati buoni durante l’anno.
Tradizione

La distribuzione di regali ai bambini a nome della Befana fu fortemente incoraggiata dal fascismo,[3] nell’ambito dell’opera di “romanizzazione” della penisola.

Simbologia

L’origine di questa figura va probabilmente connessa a tradizioni agrarie pagane relative all’anno trascorso, ormai pronto per rinascere come anno nuovo. Difatti rappresenta la conclusione delle festività natalizie come interregno tra la fine dell’anno solare (solstizio invernaleSol Invictus) e l’inizio dell’anno lunare.[4]

L’aspetto da vecchia sarebbe dunque una raffigurazione dell’anno vecchio: una volta davvero concluso, lo si può bruciare così come accadeva in molti paesi europei, dove esisteva la tradizione di bruciare fantocci, con indosso abiti logori, all’inizio dell’anno (vedi ad esempio laGiubiana e il PanevinPignarûlCaseraSeimaBrusa la vecia).

In quest’ottica l’uso dei doni assumerebbe un valore propiziatorio per l’anno nuovo.

Un’ipotesi suggestiva è quella che collega la Befana con una festa romana, che si svolgeva all’inizio dell’anno in onore di Giano e di Strenia (da cui deriva il termine “strenna”) e durante la quale si scambiavano regali.

La Befana si richiama pure ad alcune figure della mitologia germanicaHoldaBerchta, sempre come personificazione della natura invernale.

Secondo una versione “cristianizzata”, i Re Magi, diretti a Betlemme per portare i doni a Gesù Bambino, non riuscendo a trovare la strada, chiesero informazioni ad una vecchia.

Malgrado le loro insistenze, affinché li seguisse per far visita al piccolo, la donna non uscì di casa per accompagnarli. In seguito, pentitasi di non essere andata con loro, dopo aver preparato un cesto di dolci, uscì di casa e si mise a cercarli, senza riuscirci.

Così si fermò ad ogni casa che trovava lungo il cammino, donando dolciumi ai bambini che incontrava, nella speranza che uno di essi fosse il piccolo Gesù.

Da allora girerebbe per il mondo, facendo regali a tutti i bambini, per farsi perdonare.

Opere sulla Befana

Filastrocche popolari

La Befana vien di notte
con le scarpe tutte rotte
con le toppe alla sottana
Viva, Viva La Befana!

da cui deriva la variante ideologizzata:

La Befana vien di notte
Con le scarpe tutte rotte
Col vestito alla romana
Viva, Viva La Befana!

Letterarie

Viene viene la Befana,
vien dai monti a notte fonda.
Come è stanca! La circonda
neve, gelo e tramontana.

Filmografia

Note

  1. ^ Cf. [1][2][3]URL consultati il 16-9-2009.
  2. ^ Cf. Treccani Portale online.
  3. ^ Cf. La befana fascista.
  4. ^ Cf. AtorèneIl laboratorio alchemico, Roma, Edizioni Mediterranee, 1996, p. 268. ISBN 8827211772ISBN 9788827211779

Voci correlate

Collegamenti esterni