LASER A DIODI IN OTORINOLARINGOIATRIA.

a cura del dott. Emanuele Ferri
La parola LASER, acronimo di Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation, in
Italiano, significa approssimativamente “amplificazione di luce per mezzo di emissione
stimolata di radiazioni”. Fu Einstein nel 1917 a scoprire il principio teorico del LASER, cioè
la possibilità di emettere raggi luminosi in seguito a stimolazione, ma soltanto intorno agli
anni ’50 fu possibile mettere in pratica i principi teorici.
Attraverso un sistema fisico ed ottico sofisticato, un materiale attivo (CO2, Argon, Rubinio,
Diodi, Olmio, ecc), eccitato da un’opportuna fonte di energia, emette una radiazione
elettromagnetica (luce) monocromatica ad una lunghezza d’onda specifica, coerente in
fase e non divergente. Affinché l’energia luminosa emessa in questo modo causi effetti
biologici, é necessario che sia assorbita dal bersaglio e trasformata in altre forme di
energia: termica, chimica, meccanica.
Il Laser è dunque un raggio di luce molto concentrata e la sua azione è dovuta ad un
trasferimento di energia al tessuto recettore. L’energia fotonica è trasformata in calore e
determina fenomeni di foto-coagulazione (quando la temperatura del tessuto raggiunge i
50-60°) o fenomeni di vaporizzazione (quando la temperatura raggiunge i 100°); se la
temperatura aumenta ancora si verifica una carbonizzazione dei tessuti. Questi differenti
comportamenti variano con il diverso grado di assorbimento del raggio laser da parte dei
tessuti oltre che con il tipo di laser utilizzato (I laser differiscono tra loro per la lunghezza
d’onda del raggio emesso dipendente dal “mezzo attivo” stimolato:.)
Il LASER è utilizzato in medicina da oltre 20 anni ed è soprattutto in oftalmologia che
presenta le applicazioni più interessanti. La grande rivoluzione del laser è stata quella di
ottenere effetti di dissezione precisi quanto il bisturi a lama fredda, con scarso
sanguinamento, modesta infiammazione e rapida cicatrizzazione.
In otorinolaringoiatria, oggi si utilizzano sostanzialmente gli effetti fototermici dei LASER;
essi consentono, a seconda delle loro diverse caratteristiche fisiche, di tagliare, di
vaporizzare o di fotocoagulare un bersaglio. Le caratteristiche fisiche che differenziano i
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vari tipi di laser dipendono essenzialmente dalla lunghezza d’onda espressa in nanometri
e dalla durata dell’impulso luminoso. In particolare, il laser a diodi, che agisce su una
lunghezza d‘onda di 810 nanometri, risulta indicato per le seguenti applicazioni
chirurgiche:
– devitalizzazione dei turbinati inferiori (rinopatia vasomotoria, rinite allergica
intrattabile)
– tonsillectomia
– uvulopalatoplastica (per il trattamento chirurgico del russamento)
– microlaringoscopia (exeresi di neoformazioni benigne della laringe)
– chirurgia oncologica conservativa (laringectomie parziali, cordectomie)
– microchirurgia dell‘orecchio
Alcuni di questi interventi, quali la devitalizzazione dei turbinati inferiori, possono essere
svolti in regime ambulatoriale di Day Hospital e in anestesia locale, evitando al paziente i
disagi di un ricovero, della narcosi (anestesia generale) e del tamponamento nasale. Lo
sviluppo tecnologico attuale favorisce una medicina più semplice, degenze più brevi, più
interventi ambulatoriali; si afferma il “day-Hospital” che consente al malato di ottenere
accertamenti diagnostici e interventi terapeutici senza interrompere le proprie abituali
attività quotidiane.