Don Ivo Libralato

La sua vita

Nato a S. Anna Morosina, frazione di S. Giorgio in Bosco – Padova il 09 aprile 1937, da Libralato Ugo e Gardin Veronica, ultimo di 10 figli, dei quali un altro fratello Sacerdote, P. Alfonso.
Studi elementari a S. Anna Morosina e Abbazia Pisani
Studi medie e superiori nell’Istituto dei Missionari Monfortani a Bergamo
Studi religiosi a Castiglione Torinese (TO)
Studi filosofici e teologici a LORETO (Ancona) nel Seminario Maggiore Monfortano.
Ordinato Sacerdote nel Santuario della Santa Casa di Loreto il 25 febbraio 1961.
Studi universitari nella Pontificia Università del Laterano a Roma, nella quale consegue la Licenza in Teologia dogmatica, con la specializzazione in Mariologia.
Professore di Teologia dogmatica e Mariologia nel Seminario Maggiore Monfortano a Roma.
Dopo una breve parentesi nel nuovo seminario minore dei Monfortani a Verona e alcuni corsi alla Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Padova, nel 1969 parte per il Perù dove rimarrà fino al 1993.

Principali attività svolte nel periodo 1969 – 1993
– Ministero sacerdotale:
–                      parroco in varie parrocchie nelle zone periferiche della città di Lima e sulla Sierra peruviana;
–                     lavoro con gruppi di giovani e con le comunità cristiane di base;
–                     Superiore Regionale dei Missionari Monfortani in Perù;
–                     Formatore dei giovani seminaristi Monfortani peruviani.
– Lavoro educativo:
–                     Promotore e professore nelle scuole statali.
–                     Promotore e fondatore di scuole per ragazzi e giovani poveri, tra le quali spicca
–                     “Fé y Alegría”.
–                     Professore e Decano di Pastorale nell’Istituto Superiore di Teologia (ISET) a Lima
– Lavoro sociale:
–                     Ricostruzione dei villaggi, distrutti dalle inondazioni.
–                     Istallazione di Luce elettrica, rete di acqua potabile in alcuni villaggi poveri
–                     Assessore e Consigliere di gruppi di operai e di maestri e del lavoro comunale.

Principali attività svolte nel periodo 1993 – 2005
–                     Nel 1993 viene richiamato in Italia per un lavoro nell’Amministrazione generale della Congregazione prima come Consigliere Generale, poi nel 1999 Vicario Generale dell’Istituto dei Missionari Monfortani. Nello stesso tempo è nominato Procuratore Generale per le relazioni con la Santa Sede.
–                     Hanno così inizio i grandi viaggi per visitare le missioni proprie della Congregazione, rendersi conto delle varie necessità delle Province, studiarne i problemi, cercando le migliori possibilità di sviluppo. Zone più visitate l’Africa, soprattutto il Congo, Madagascar, Kenia, Malawi, America Latina e Haiti, l’Europa, soprattutto il Portogallo, e alcune visite al Canada e all’India,…
–                     Attualmente continua il suo lavoro sacerdotale e formativo, nonostante nel 2004 abbia subito una laringectomia totale, che l’ha obbligato a un relativo silenzio, soprattutto nella Casa di Formazione dei Missionari Monfortani ad Arbizzano – Verona, con i giovani che domandano di entrare nell’Istituto Missionario dei Monfortani.

Consegna del Drago D’oro

Motivazione

Per il suo lungo impegno missionario a favore delle piccole Parrocchie alla periferia di Lima e Sierra peruviana promotore e fondatore di Scuole per ragazzi e impegno nella ricostruzione di villaggi distrutti dalle inondazioni.

 

Piccoli ricordi della sua infanzia
Le sue sorelle raccontano, che una mattina la mamma, che aveva 45 anni, era andata come al solito a lavorare nei campi, ma dopo qualche ora ha sentito muoversi qualcosa dentro di sé. Corse a casa e fece appena in tempo a distendersi, che è nato un bel bambino. Rimase ferma riposando per un po’, poi ritornò nei campi per mostrarlo a coloro che erano rimasti a lavorare.
La vita dei campi è il ricordo che l’ha accompagnato durante tutta la vita e lungo i suoi numerosi viaggi attraverso la cordillera delle Ande peruviane o attraverso le foreste e i fiumi del Congo o del Madagascar.
La vita del contadino in quei tempi era difficile, ma nello stesso tempo piena di poesia perché il contatto con la natura trasformava il lavoro e il sacrificio in una serena condivisione d’amore e una grande gioia di vivere. Di questo periodo è rimasta soprattutto la gioia di scoprire e apprezzare le piccole cose, rese grandi dall’amore e dalla serenità della vita.
E’ ancora vivo il ricordo dei giochi autunnali dei ragazzi nei campi, mentre le mucche pascolavano tranquille, brucando l’erba; ricordando le belle veglie e le storie raccontate dagli amici e vicini che si radunavano nella stalla, unico posto dove gli animali sostituivano i caloriferi; ricorda il lavoro rallegrato dai canti che durante la mietitura o la vendemmia o mentre si “sunava” il granoturco, veniva dai cori delle varie famiglie che facevano a gara a chi cantava meglio e più forte.
Ha vissuto durante la guerra e molti suoi ricordi sono legati a questo periodo:
quando le sue sorelle maggiori in piena notte, lo strappavano dal letto per correre a ripararsi in un fossato vicino al cimitero, per paura di un bombardamento;
o quando i ragazzi, sentendo avvicinarsi i bombardieri, si mettevano dietro un pagliaio per seguirli con l’occhio finché si vedevano sganciare le bombe sul ponte del Brenta….
O quel giorno in cui un apparecchio mitragliò un carro di campagna e persero le gambe alcune loro amiche di scuola.
Guerra che per gli abitanti di S. Anna, come per altri paesi circostanti, terminò in modo tragico il giorno della Liberazione, quando assieme ai carri armati trionfanti e liberatori, arrivò anche la notizia del massacro dei compaesani e il giorno dopo vedemmo una fila di bare allineate al suolo e riconoscemmo giovani e anziani, fratelli, figli e padri del nostro paese.
Ricordi belli e brutti, gioiosi e tristi di cui i ragazzi non sapevano valutare la gravità, ma che facevano soffrire e vibrare di gioia guidati e accompagnati dalla famiglia, dai maestri di scuola, dai parroci, da persone che sono rimaste modelli di vita e punti di riferimento. Sono stati il perno attorno al quale girava la vita, permettendole di crescere nell’unità, assimilando quanto serviva a maturare la persona, trasformandolo in carne propria e forza di crescita
Non si può dimenticare alcune persone che hanno marcato la sua vita, oltre ai suoi genitori e maestri di scuola, come i parroci Don Albino Todesco, Don Francesco Peterlin…, la maestra “Rina” con la quale trascorrevano i loro pomeriggi giocando e pregando…, una signorina senza titoli, ma che sapeva intrattenere i ragazzi con la delicatezza di una mamma e consigliarli con la saggezza delle migliori esperte.
La Chiesa e la parrocchia erano il luogo dove ci si trovava a pregare, ma anche dove si organizzavano le feste, i giochi, i gruppi di teatro. Ricorda ancora il primo film: che ha visto insieme ad un gruppo di persone da S. Anna recandosi a piedi a S. Giorgio in Bosco per vedere S. Rita da Cascia.
A dieci anni è partito quasi improvvisamente da casa, deciso di intraprendere un’altra strada, una strada che lo ha portato al sacerdozio e a essere missionario.
“Era il 20 settembre 1947 non immaginavo quello che mi aspettava: c’era la gioia di guardare al futuro con fiducia e la certezza di crescere per costruire qualche cosa di nuovo.
Credo che i momenti più belli della mia vita li ho vissuti tra i campi a S. Anna, mangiando il pane bianco, fatto dal nostro grano e preparato con le nostre mani e tra i poveri dell’America Latina dove non c’era pane, ma un cuore che riscaldava, facendo brillare gli occhi d’amore”.
Il Drago D’Oro che andiamo a consegnare con ammirazione e stima al nostro P. Ivo vuole essere un augurio e un incoraggiamento a proseguire nelle varie attività da lui ricoperte con tanta passione e che il suo operato sia un esempio per tutti noi.