Tumori della laringe maligni

Nei tumori maligni della laringe esiste la possibilità della diagnosi precoce, per la comparsa di tre sintomi (da soli od associati): disfonia, dispnea, disfagia. Con la biopsia è possibile valutare i fattori in causa sia anatomici (sede, estensione) sia biopatologici (oncotipo; grado istologico di malignità; reazione citostromale). Il programma terapeutico (medico e/o chirurgico) e la prognosi a distanza sono condizionati dall’esatta conoscenza di tutti questi cinque fattori. La imprevedibilità di un tumore è spesso dovuta a incompleta o errata valutazione della neoplasia.
Carcinoma in sito (preinvasivo, intraepiteliale, superficiale). È una lesione neoplastica, limitata all’epitelio di superficie e con evidenti caratteri di malignità citologica e si distingue dai comuni tumori maligni perché il processo è confinato all’epitelio e non supera la membrana basale. Può rimanere invariato per lungo tempo o evolversi in estensione e profondità, assumendo anche il quadro clinico tipico del carcinoma della laringe. Sintomatologia: disfonia persistente ed aggravata (si impianta generalmente su di una laringite cronica iperplastica). Diagnosi: reperto spesso occasionale, al controllo periodico obbligatorio dei pazienti con laringite cronica iperplastica. Al minimo dubbio effettuare una biopsia, anche ripetuta. La terapia è chirurgica o con laser o radiante.
Tumore cordale. È in genere un carcinoma squamoso (l’epitelio della corda vocale vera è pavimentoso composto) e più raramente carcinoma adenoidecistico, adenocarcinoma, carcinoma mucoepidermoide. I sintomi principali sono disfonia precoce (invasione del muscolo vocale) con voce dura e sforzata che spesso insorge su di una laringopatia cronica ipeplastica. Per la diagnosi al minimo dubbio si deve ricorrere alla biopsia, anche ripetuta se esiste fondato dubbio. È possibile la terapia radiante se la neoplasia è nelle fasi iniziali, senza interessare o la commessura anteriore o la pagina inferiore della corda vocale e, soprattutto, se vi è una modesta reazione citostromale peritumorale. Se intensa reazione citostromale (come nel carcinoma squamoso verrucoso) è consigliabile solo la terapia chirurgica. Se la lesione è più estesa è necessario procedere all’asportazione della corda vocale, con plastica endolaringea ai fini fonetici. Non è possibile l’intervento conservativo se il carcinoma è quello cosiddetto indifferenziato.
Tumore della commessura anteriore. In questo caso i sintomi sono tardivi, di conseguenza anche la diagnosi è tardiva e la localizzazione è temibile. La terapia è soltanto quella chirurgica possibilmente conservativa).
Tumore della regione sovraglottica. Sono tumori con diversa sede di insorgenza e con terapia e prognosi diverse.
Tumori marginali (epilaringei) colpiscono il bordo dell’epiglottide e le pliche dell’area.
Tumore vestibolare anteriore (pagina laringea dell’epiglottide) e laterale (corda falsa).
Tumore del ventricolo di Morgagni. La sintomatologia è difficile da cogliere all’inizio con modesta sensazione di corpo estraneo, continua, in un punto fisso, dolori trafittivi irradiati dalla regione laringea (irradiazione all’orecchio, in fase più tardiva), voce modificata, meno squillante, emessa con più fatica, senza mai giungere alla disfonia del tumore cordale. La diagnosi si ottiene con esame laringoscopico e al minimo dubbio una biopsia anche ripetuta (sviluppo sottomucoso della neoplasia). La terapia medica è base chemioterapica se le lesioni marginali, non danno reazioni citostromale peritumorali; in casi gravi terapia chirurgica conservativa (asportazione regione sovraglottica.con conservazione di fonazione-respirazione-deglutizione) se possibile.
Tumori sottoglottici. Si manifestano con precoci disturbi respiratori, dispnea ingravescente. È possibile la diagnosi: precoce, ma localizzazione è temibile con prognosi riservata. La terapia è solo chirurgica.
Tumori laringo-ipofaringei. Comprendono due principali localizzazioni, dove il processo neoplastico può interessare sia la parete laterale della laringe, sia quella cavità virtuale che è l’ipofaringe, importante soprattutto per il transito del cibo).
Tumori del seno piriforme (la doccia situata lateralmente alla laringe,tra la cartilagine tiroidea e cricoidea). La sintomatologia più importante è la disfagia ingravescente fissa e precoce. La diagnosi si ottiene con l’esame laringoscopico; studio radiologico e la biopsia. La terapia è chirurgica e/o radiante della lesione primitiva e dei linfonodi satelliti, sempre condizionata dalla valutazione dei fattori anatomici, ma soprattutto dei fattori biopatologici tumorali.
Tumori della parete posteriore, cioè in sede retrocricoidea. La sintomatologia è spesso tardiva, anche se sono presenti disfagia precoce, continua, ingravescente con dolori irradiati, dimagramento precoce. La diagnosi si ottiene con l’esame laringoscopico, lo studio radiologico e la biopsia. La terapia è quella chirurgica e/o radiante della lesione primitiva e dei linfonodi satelliti; sempre condizionata dall’esatta valutazione non solo dei fattori anatomici, ma soprattutto dei fattori biopatologici tumorali.

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Nodo alla gola Fastidio e senso di blocco alla gola possono essere sintomi di diversi disturbi. Vediamo meglio di cosa si tratta.

La disfagia è il termine medico con cui si indica la difficoltà ad inghiottire cibo o acqua. Se questo fastidio da occasionale diviene frequente o costante, può essere di tipo psicosomatico o dipendere da problemi a carico di altri organi. Le situazioni più comuni in cui si verifica quello che comunemente è chiamato nodo alla gola sono lo stress, il reflusso esofageo e il gozzo.

La deglutizione
La deglutizione, che permette di ingoiare cibi, liquidi e saliva, è una delle funzioni che il nostro corpo compie più spesso; in un giorno avviene dalle 500 alle 1.200 volte. La frequenza dipende dall’età della persona e dalle azioni che si compiono. Nell’adulto solitamente avviene 1 volta al minuto se si è svegli mentre se si dorme ogni 5 minuti; nel bambino invece è di cinque volte al minuto da sveglio e di tre nelle ore di riposo.
Nodo alla gola
Colpa dello stress
La sensazione di avere un nodo alla gola può comparire anche in assenza di problemi fisici: stress, ansia e depressione possono essere la causa del “bolo” isterico, che crea un impedimento al transito non solo del cibo, ma anche della saliva. È una sensazione psicosomatica, ovvero un disturbo dovuto al trasferimento dei propri timori e delle proprie insicurezze sul corpo, che si manifestano con sintomi del tutto simili a malattie che però non sono presenti. In questo caso è necessario ridurre al massimo le fonti di stress che causano l’ansia. Oltre poi ai farmaci ansiolitici e antidepressivi (sempre e solo sotto controllo medico!), può essere di aiuto la psicoterapia.

Il reflusso
Se il cardias, cioè la valvola che mette in comunicazione l’esofago con lo stomaco, non funziona bene, il cibo tende a risalire e a ritornare verso la bocca. Si verifica così il reflusso esofageo, un disturbo caratterizzato dalla risalita degli acidi presenti nello stomaco verso l’esofago. Nei casi meno gravi è sufficiente non sdraiarsi subito dopo aver finito di mangiare e assumere dei farmaci che aiutano a svuotare lo stomaco più velocemente. Nei casi più gravi, invece, bisogna correggere il difetto del cardias con un intervento chirurgico.

Nodo alla golaIl gozzo
Il gozzo è causato da un aumento delle dimensioni della tiroide e può comprimere l’esofago, ostacolando il passaggio dei cibi. Di solito viene curato con i farmaci antitiroidei che riducono l’eccessiva produzione di ormoni della tiroide, con lo iodio radioattivo o con un’asportazione chirurgica.

Come individuare il problema
Se la difficoltà a deglutire è passeggera non vale la pena preoccuparsi, mentre se il disturbo perdura per settimane è meglio fare dei controlli medici. Quelli più importanti sono i seguenti:

  • Per valutare le condizioni dell’esofago è utile una radiografia con contrasto; la persona deve ingerire del bario, una sostanza che rende più visibili gli organi interni.
  • Se questo esame non evidenzia nulla può essere utile ricorrere alla gastroscopia che può rivelare problemi all’esofago o un’ernia iatale.
  • Infine esclusi i disturbi all’esofago si possono indagare gli altri organi coinvolti nella deglutizione con la fibrolaringoscopia che consente di ispezionare le parti interne della cavità di naso, bocca e laringe.
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