week end a Desio

Desio 15 marzo 2012

Mi trovo disteso su un letto d’ospedale pronto per un altro intervento,dopo 4 anni anche se questa volta si tratta di una semplice plastica di allargamento del tracheostoma e un prelievo di materiale da mandare a fare la biopsia,ma questo mi comporterà l’uso della cannula laringea per un periodo che ancora non so.

Sono tranquillo perché so che sono in buone mani qui al reparto otorino di Desio e il prof Milanesi è un ottimo primario che ha uno staff e un reparto che per me il plus ultra.

L’ultimo ricordo prima che l’anestesia faccia effetto e il viso del dottor Milanesi e dell’anestesista che da ordini di radermi i peli del collo per risvegliarmi mentre mi riportano in reparto.

Dopo un ora dalla fine dell’operazione sono già sveglio,come cambia la medicina ancora mi ricordo che a 10 anni un anestesia per un appendicite mi aveva reso uno zombie per 3 giorni ed oggi invece dopo un ora ero già sveglio come mi capito anche quando subi la laringectomia totale.

Purtroppo il mio stoma sembra instabile e quindi portato allo stringimento ma ancora non mi sbilancio aspettando l’esito della biopsia e venerdì quando tornerò a Desio per togliere i punti.

Certamente noi che abbiamo uno stoma sul collo dobbiamo fare controlli perché da quel “foro” ci entra la linfa per poter continuare a respirare e vivere e quindi meglio attenersi alle disposizioni degli otorini e non agire mai di testa propria magari eliminando la cannula prima del tempo,anche se nel mio caso non dipende da questo il restringimento.

Oggi domenica non sono ancora al top per via dei punti che tirano un po’ e nei giorni prossimo farò una relazione più dettagliata dei due giorni di Desio

Giovanni Lanzo

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Teatro in movimento: la Compagnia degli stracci

Teatro in movimento: la Compagnia degli stracci

La ‘Compagnia degli stracci’.
Quando si pensa al teatro, spesso la prima immagine che ricorre alla mente è costituita da un palcoscenico, un gruppo di attori in scena e le poltrone rosso rubino che confinano e vincolano la presenza e il ruolo dello spettatore.

L’aspetto più evidente di questa immagine è che, nella concezione dell’uomo comune il teatro è strumento artistico che ha un unico fine, quello dell’intrattenimento.

L’esperienza di una compagnia teatrale lombarda è stata in grado di sfatare questo luogo comune, dimostrando che il teatro può diventare un mezzo d’informazione e comunicazione, un vero e proprio terreno di scambio su tematiche politico sociali.

La Compagnia degli Stracci nasce a Desio nel 1996, inizialmente per rispondere alla necessità di aggregare i giovani in un contesto socio-culturale poco fiorente.
In seguito la priorità è diventata quella di conoscere e far conoscere pagine di storia troppo velocemente dimenticate per poi arrivare all’esigenza di denunciare situazioni di disagio sociale, sostenendo e ascoltandone i testimoni.

E’ nata così una riflessione sul tipo di linguaggio da adottare, qualcosa di efficace e che suscitasse rabbia e scuotimento. La scelta è ricaduta sul teatro, una forma di comunicazione che esiste da secoli, ma in questo caso si parla di un teatro vissuto come mobilitazione e sussulto, teatro povero, diretto, di strada.

La Compagnia ha deciso sin dall’inizio di seguire un percorso di formazione teatrale indipendente dalla matrice letteraria, grande importanza è affidata al movimento del corpo, allo studio del gesto e alla maschera biomeccanica. L’azione verbale avviene soltanto in un secondo momento.
“Non ci siamo inventati nulla, non ci siamo inventati un nuovo modo di fare teatro. Grotowski, Stanislavskij, Artaud e il Living Theatre, hanno già fatto tutte queste cose, altri gruppi le hanno riprese e sviluppate. Però, che si sappia, il nostro è l’unico esempio di unione di diversi tipi di scuole teatrali anche differenti tra loro. L’obiettivo è l’unione e la rielaborazione, quindi la creazione di un nuovo modo di fare teatro che noi abbiamo creato ‘degli Stracci’. Noi non abbiamo fatto altro che seguire più tradizioni e tradire rielaborando. Il tradimento è il cercare di svilupparlo maggiormente con l’intento di creare qualcosa di nuovo”.

Il teatro della Compagnia degli Stracci infrange le regole del teatro tradizionale in termini di spazio scenico, rapporto col pubblico e intenti.

Il teatro viene avvertito come un  incontro, un momento in cui è possibile confrontarsi in maniera diretta con il pubblico. Viene dunque abbattuta la barriera spettatore-attore, il pubblico è parte integrante della scena, non esistono posti a sedere ed è possibile muoversi da un punto all’altro dello spazio scenico nel corso dello spettacolo.

Ogni spettacolo del repertorio è nato dall’incontro con alcuni dei protagonisti da fatti storici che hanno suscitato nei membri la volontà di diffondere tramite il mezzo teatro fatti realmente accaduti tra i quali la Shoah, la morte dell’anarchico Pinelli, il pregiudizio psichiatrico, la vicenda vissuta dagli ex operari della Breda di Sesto San Giovanni, i quali sono morti a seguito della continua esposizione a sostanze tossiche in particolar modo l’amianto…

Il teatro degli “Stracci” è un teatro attivo che porta lo spettatore ad una maggiore coscienza della storia.

Fabiana Scamardella

E a vivere,ridere io ritonerò

Riaprire gli occhi e guardare fuori verso sera
Quando manca meno di un mese a  primavera
Una nuova vita ora devo iniziare
Ora non posso e non ho voglia di parlare
Torno indietro a quella mattina
Sulle macchine posteggiate la brina
E io dalla finestra guardo fuori
Riempiendo la mia testa di timori
Non sapendo neanche se sarei tornato
O se operarmi sarebbe bastato
Non ho il coraggio di guardare
Di come il mio collo possa cambiare
Con in mezzo un buco per respirare
Un buco in più per vivere continuare
Ma lo giuro mai io mi arrenderò
E a vivere,ridere io ritonerò

Desio,lì 28 gennaio 2008