Crisi: una famiglia italiana su tre non porta più i figli dal dentista

Crisi, una famiglia italiana su tre rinuncia a curare i denti del proprio bambino. Dentatura che non rappresenta esclusivamente un ‘problema estetico’ come credono alcune persone ‘superficiali’ ma può avere gravi ripercussioni sulla salute generale: problemi di schiena e di postura, infezioni, mal di testa, e molto altro. A lanciare l’allarme sono i docenti di odontoiatria: ma quello che nessuno sembra rilevare è IL COSTO ELEVATISSIMO richiesto in Italia per le cure dentistiche: un mercato dove i privati – una delle tante ‘caste’ – la fanno da padrone: le strutture pubbliche sono inadeguate e con liste di attesa interminabili. CURARE I DENTI è SEMPRE PIU’ UN LUSSO PER POCHI… mentre in particolare nelle grandi città da qualche anno sono spuntati i ‘dentisti low cost’, cinesi: i prezzi sono fino a 4 volte più bassi del professionista italiano, ma spesso utilizzano materiali di scarsa qualità e operano in condizioni igieniche a dir poco precarie,spesso provocano gravi danni. Aumenta il numero degli italiani che si rivolgono oltrefrontiera per le cure dentistiche: spesso nei paesi balcanici, ma anche in questo caso particolare cautela è d’obbligo: c’è chi rimane soddisfatto delle prestazioni ricevute, ma anche chi ha dovuto rifare il lavoro dopo poco tempo… 

Staff nocensura.com 

Di seguito l’articolo di Redazione Salute Online – corriere.it
  

Due milioni di piccoli rischiano problemi. Le richieste di cure al pubblico sono aumentate del 20%: «Ssn al collasso»

MILANO – Due milioni di bambini non vanno dal dentista per colpa della crisi e rischiano quindi di non ricevere le cure necessarie. L’allarme è dei docenti di Odontoiatria, riuniti in congresso, secondo i quali una famiglia su tre non porta più i figli a curare i denti per le difficoltà economiche. Molti così optano per le strutture pubbliche (con un aumento delle richieste del 20% nel 2012), che però sono al collasso. I dentisti in centri pubblici sono solo 3.500, appena 140 gli igienisti dentali, più di 4 milioni le prestazioni ambulatoriali erogate ogni anno nei 367 ambulatori delle strutture universitarie e delle Asl, nei 146 centri attrezzati in strutture ospedaliere e nei 224 ambulatori dei Distretti Socio Sanitari.

PRIVATI – «In Italia il 90-95 % dell’assistenza odontoiatrica è garantita da studi privati – spiega Antonella Polimeni, presidente del Collegio Nazionale dei Docenti di Odontoiatria e direttore del Dipartimento di Scienze Odontostomatologiche dell’Università Sapienza di Roma -. A causa della crisi i genitori portano i bambini dal dentista per la prima visita, ma poi rinunciano alle terapie: alcuni definitivamente, altri chiedono se è possibile mettere l’apparecchio a distanza di un paio d’anni. Purtroppo il 90% dei bambini ha bisogno dell’apparecchio e un numero sempre maggiore di famiglie si rivolge al Servizio Sanitario, che sta rischiando di esplodere».
APPARECCHI – Il costo medio minimo per un apparecchio ortodontico e una terapia adeguata fra i 6 e i 14 anni è di 4.500-6.500 euro, e oggi molti genitori non possono permetterselo. Se ci si rivolge a una struttura pubblica con tariffe calmierate, il costo medio per due o tre apparecchi da portare per almeno due anni, va dai 2.000 ai 3.000 euro, mentre per la seconda fase si spendono 2.500-3.000 euro. Nel 2012 le richieste di apparecchi per correggere i denti sono crollate del 40%. Cresce la richiesta di pagamenti dilazionati e prestiti, e c’è addirittura, dicono i medici, chi chiede un anticipo del Tfr per pagare le cure. «Le famiglie italiane iniziano a tirare la cinghia – sottolinea la Polimeni – anche per la salute di ciò che hanno di più caro al mondo, i propri figli, con un risparmio spesso solo temporaneo, anzi con il rischio di un incremento di spesa perché se si rinuncia o si rinviano le cure si rischia poi di dover affrontare interventi più importanti e costosi».
COSTI ALTI – D’altro canto, secondo gli odontoiatri, è difficile intervenire in modo efficace sul pubblico. «Le poltrone a disposizione nelle strutture del Ssn sono meno di 2.800 – dice Polimeni -. Questo, unito all’alto costo delle prestazioni odontoiatriche rispetto ad altre branche della medicina, rende problematico offrire un servizio pubblico adeguato. Peraltro, nonostante i Livelli essenziali di assistenza, prevedano in teoria cure dentistiche in età evolutiva e un’assistenza a tutti i cittadini in condizione di particolare vulnerabilità sociale ed economica, nelle diverse Regioni si hanno modalità e criteri di assistenza molto variegati».
LA PROPOSTA – Per ridurre il carico economico sulle famiglie, a costo zero per lo Stato, il Collegio dei professori universitari, le Associazioni dei professionisti e le imprese del settore hanno approvato un documento con cui si chiede la possibilità di detrarre dalle imposte le spese dentistiche e di offrire benefici fiscali agli studi che investono in innovazioni tecnologiche. L’obiettivo è anche combattere la piaga dell’evasione, a fronte di un fatturato di 6 miliardi di euro di spesa da parte degli italiani. Il provvedimento dovrebbe anche ridurre l’abusivismo che riguarda 15mila operatori senza credenziali che oltre a evadere le tasse sono un pericolo per la salute. A tutto questo si aggiunge il fatto che molti italiani si curano i denti all’estero. «Oggi si stima che circa 1 miliardo di euro finisca dall’Italia nelle casse dei dentisti stranieri, sottraendo anche in questo caso soldi al fisco e all’economia del Paese» denuncia Gianfranco Prada, presidente dell’Associazione nazionale dentisti italiani.



Fonte: http://www.corriere.it/salute/pediatria/13_aprile_19/crisi-bambini-dentista_b01b9ec8-a8d1-11e2-bb65-9049b229b028.shtml