Il tumore della laringe (2a parte)

Ennio De Felice

Abbiamo parlato dei tumori in generale, in questo capitolo valuteremo il tumore laringeo vero e proprio.
Di gran lunga il più frequente è il carcinoma nelle sue varianti spinocellulare e squamoso.
Non mi soffermerei troppo sulle specifiche questioni istologiche perché noiose ed eccessivamente specialistiche.
Quello che credo interessi a chi segue più o meno costantemente questa rubrica è certamente l’aspetto pratico e quindi come ci si deve comportare nella prevenzione e come si può curare questa malattia decisamente brutta.
Purtroppo devo dire subito che la grande maggioranza dei tumori maligni della laringe è associata al fumo di sigaretta soprattutto quando se ne abusa (oltre 15/20 sigarette al giorno per tanti anni), colpisce più frequentemente il sesso maschile e la sua incidenza aumenta gradualmente dai 50 anni in su. C’è anche stretta relazione con l’uso costante di alcolici, un po’ perché chi beve più del consentito, in genere, è anche un forte fumatore, un po’ perché, soprattutto i superalcolici, creano costante irritazione della zona di confine tra via respiratoria e digestiva.
Più comunemente il tumore colpisce, per lo meno nelle fasi iniziali, una o entrambe le corde vocali vere, in altri casi si può sviluppare in qualunque altra parte della laringe ed è, in questi casi, generalmente più grave perché cresce in maniera più subdola e silenziosa dal punto di vista sintomatologico, infatti quando parte da una corda si manifesta presto con il sintomo “disfonia” cioè voce alterata per un periodo di qualche settimana che non può essere riconducibile ad una semplice laringite. È questo l’aspetto che mi preme maggiormente sottolineare ed è la cosa più importante di questo capitolo: non continuare imperterriti ad eseguire terapia medica locale (aerosol!) o generale che non dia risultati apprezzabili nel breve periodo sulla disfonia. Bisogna rivolgersi ad uno specialista perché vedere e capire cosa abbia una laringe è molto difficile e non ci si può fermare ad una valutazione eseguita da un medico non del settore. Nel caso del tumore delle corde vocali si può guarire senza eccessive mutilazioni se scoperto nelle prime fasi.
Nei tumori in fase più avanzata o a partenza da altre zone della laringe (come i cosiddetti seni piriformi) si palesa anche un altro sintomo: la “disfagia” ovverosia la difficoltà nella deglutizione; altro sintomo, sempre degli stadi più avanzati, è la “dispnea” cioè la difficoltà nella respirazione, soprattutto inspiratoria.
Quindi, ripeto, attenti alle disfonie che durano più di due – tre settimane! Difficilmente si tratta di semplice infiammazione anche se il tumore non è certo, e per fortuna, l’unica causa di disfonia persistente.
La diagnosi di una malattia della laringe non è mai semplice sia per le difficoltà di tolleranza da parte del paziente che tende ad avere il riflesso del vomito sia per la difficoltà di una visione ristretta e di breve durata da parte del medico. Spesso, nelle mani esperte, la visita è però molto rapida e si può avvalere del semplice uso di uno specchietto laringeo posto nel fondo del cavo orofaringeo che però non permette una registrazione della visita. Ottima come metodologia diagnostica è la fibrolaringoscopia che permette di aggirare le parti più sensibili come la lingua ed il palato molle passando dal naso tramite un sondino dotato di fibra ottica che permette una visione migliore ed una registrazione per una più approfondita valutazione video. In alcuni casi si deve ricorrere alla microlaringoscopia che si esegue in anestesia generale e permette una visione ottima e, soprattutto, la possibilità di un prelievo bioptico per una corretta diagnosi istologica.
Una volta acclarata la presenza di un tumore maligno si dovrà procedere con la scelta della strategia terapeutica più idonea e, possibilmente, meno invasiva. Nei tumori limitati ad una corda vocale si potrà eseguire una cordectomia classica oppure (attualmente molto più usata) una cordectomia parziale o totale mediante Laser a Diodi o CO2. La prima si esegue con incisione dall’esterno, quindi il post-operatorio risulta più lungo, la seconda si esegue per via endoscopica quindi senza incisioni cutanee e con un decorso post-operatorio molto più agevole ma purtroppo non è sempre applicabile. La voce sarà comprensibile ma non certo normale. Quando il tumore è circoscritto ad una corda vocale si ha normalmente la completa guarigione, a volte è meglio far seguire all’intervento un ciclo mirato di radioterapia. Quest’ultima può anche essere usata in alternativa alla chirurgia con buoni risultati nel tempo. Le eventuali recidive andranno necessariamente operate. I casi più gravi ed estesi vanno trattati mediante Laringectomia Parziale o Totale (asportazione della laringe in parte o in toto) a seconda dell’estensione del tumore. Nell’intervento totale si dovrà necessariamente provvedere alla Tracheotomia ovverosia all’apertura della trachea verso l’esterno che permetterà al paziente di respirare tramite una cannula, in questo caso la voce non sarà più emettibile per cui si dovrà ricorrere  all’aiuto del Laringofono che consiste in uno speciale apparecchio posizionato vicino al collo e che amplifica le vibrazioni dell’aria che passa a livello tracheale ma la voce non è certo gradevole e ben comprensibile. Risultati migliori si ottengono con la fonoterapia con cui si impara, aiutati da tecnici esperti, ad usare una sorta di voce a provenienza dall’esofago. In questo tipo di interventi, più radicali e invalidanti, si tende sempre ad asportare, almeno in parte, i linfonodi del collo per evitare la diffusione metastatica del tumore con conseguente ulteriore disagio per il paziente. La terapia radiante post-operatoria è praticamente la regola. La prognosi per la vita è piuttosto buona se non ci sono metastasi in altri organi.

Cordialmente

Ennio De Feliceennio.defelice@gmail.com

 

tratto da http://www.termolionline.it

Il tumore della laringe (1a parte)

Ennio De Felice

Cominciamo oggi a parlare delle malattie più gravi che possono colpire la laringe in particolare ed il nostro corpo più in generale.
Tumore è una parola che incute, a ragion veduta, terrore in tutti i pazienti. Ma il termine “tumore” indica generalmente gonfiore (dal latino Tumor: tumefazione). Nell’accezione comune del termine si pensa sempre a qualcosa di molto grave e spesso mortale. Ma tumore può essere anche una lesione non invasiva e quindi non mortale, è questo il caso dei tumori benigni mentre in caso di tumore maligno (detto anche cancro) si ha un progressivo interessamento e distruzione dell’organo interessato dalla malattia con successiva invasione di altri organi vicini e anche lontani dalla malattia iniziale (metastasi).
Ma cerchiamo di dare un ordine a queste nozioni volutamente semplici per capire meglio l’argomento.
Tutti i nostri organi ed apparati sono costituiti da diversi tessuti; come abbiamo detto in precedenza, ad esempio, la mucosa è il rivestimento interno di ogni organo ma in ognuno di essi assume caratteristiche precise che la distingue dagli altri rivestimenti. Così in alcuni apparati come quello  respiratorio o digestivo questo foglietto interno assume il nome di epitelio che sarà ulteriormente differenziato a seconda dell’apparato. Nelle vie respiratorie sarà un epitelio ciliato o vibratile per la presenza di micro ciglia che hanno il compito di portare le secrezioni prodotte dalle ghiandole, i piccoli corpi estranei, cellule morte e quant’altro verso l’esterno e quindi verso lo stomaco che provvederà alla loro distruzione. Il foglietto interno dei vasi sanguigni prenderà il nome di endotelio, quello dell’utero di endometrio e così via. Tramite alcuni componenti (proteine, enzimi, ormoni)  del sangue che circola ovunque si avrà un costante monitoraggio dello stato di tutti tessuti e non solo di quelli sopra citati. Queste sostanze riconosceranno immediatamente la crescita di un tessuto anomalo rispetto a quello che costituisce un determinato organo od apparato e porranno su di esso una specie di “etichetta” che determinerà il riconoscimento da parte del nostro sistema di difesa come qualcosa di non facente parte del nostro corpo e quindi da distruggere. Il sistema di difesa a cui accennavo è principalmente costituito dai linfociti, granulociti e mastociti cioè cellule appartenenti ai globuli bianchi del sangue. Quindi è come se noi ogni giorno sviluppassimo un potenziale tumore ma i killer del nostro corpo lo eliminano costantemente. A volte però succede che per motivi sconosciuti questa anomala crescita non viene riconosciuta come estranea ma viene accettata come intrinseca a quel determinato organo per cui non viene distrutta. Inoltre il nostro quasi infallibile “sistema corpo” provvede a modulare la crescita dei tessuti in modo di avere sempre una perfetta armonia tra morte delle cellule invecchiate e sostituzione di esse con cellule di nuova generazione in modo tale da avere sempre le stesse armoniche misure e funzioni. Ovviamente con il passare degli anni questo sistema diventa meno attivo e più vulnerabile e si procede lentamente verso l’invecchiamento di tutti gli organi, tessuti ed apparati. Alcune sostanze con cui veniamo in contatto più o meno frequentemente sono capaci di determinare lente e progressive mutazioni di alcuni tessuti che non riconosciute come estranee non stimolano la distruzione da parte dei nostri killer. Si comincia a formare un tumore.
Sono proprio questi i punti che non riusciamo a capire.
Perché in alcuni soggetti queste sostanze (ad esempio il fumo di sigaretta) riescono a stimolare la trasformazione di un tessuto normale in un altro patologico ed in altre no? E perché improvvisamente l’organismo non riconosce più “gli estranei”?
Quando la scienza riuscirà a comprendere questi dilemmi si potrà sconfiggere il cancro, per il momento ci dobbiamo accontentare dei passi da gigante ottenuti dalla medicina in termini di terapia medica, chirurgica, fisica e di una prevenzione sempre più cosciente.
Quando un tessuto si trasforma in un tessuto molto simile a quello originale ma cresce comunque senza la modulazione dei sistemi di controllo si forma un tumore benigno cioè una massa anomala per dimensioni ma non per struttura e quindi poco invasiva localmente ed affatto a distanza; quando invece il tessuto anomalo è costituito da cellule molto differenti da quelle originali come ad esempio tessuto cutaneo al posto di epitelio ciliato, la crescita è molto più rapida e invasiva localmente e a distanza : si è formato un tumore maligno. Questi possono essere talmente indifferenziati da non somigliare, se non lontanamente, ad alcun tessuto normale e tendono ad essere molto più invasivi. Per il tramite del sistema linfatico si avrà prima un interessamento dei linfonodi vicini poi di altri più distanti poi, per via ematica (cioè tramite il sangue) la ripetizione del tumore si potrà avere in altri organi (più frequentemente fegato, polmoni e cervello che sono gli organo in cui circola più sangue proveniente da tutti gli altri apparati). Queste sono le Metastasi che peggiorano drasticamente la prognosi della malattia.
Alcuni nomi sono più noti ai non addetti ai lavori forse perché più frequenti: il carcinoma che si presenta come una trasformazione di un tessuto delicato come un epitelio in un tessuto corneo come può essere quello del rivestimento cutaneo. L’adenocarcinoma ovvero un tumore ad origine dalle ghiandole (tristemente noto è quello della mammella) che al suo interno porta sempre tessuto ghiandolare, ma fortemente anomalo, associato a tessuto corneo. Nel caso di una forma benigna in cui si riconosce bene il tessuto di origine si parla di adenoma. Citerei infine il linfoma che è un tumore maligno del sistema linfatico e si manifesta, generalmente, come una tumefazione di alcune stazioni linfonodali che confluiscono in pacchetti più o meno grandi e di consistenza dura. Esistono vari tipi e spesso vanno incontro a guarigione con la chemioterapia, difficilmente devono essere asportati chirurgicamente.

Cordialmente

Ennio De Feliceennio.defelice@gmail.com

 

tratto da http://www.termolionline.it