Le prime scuole di anatomia e di chirurgia al servizio della salute della marina, vennero fondate nel 1720 anche se, già da tempo i marinai affetti dallo scorbuto e dalle malattie veneree, da “febbri calde” contratte nelle colonie, da febbri putride contratte soprattutto a Rochefort e a Tolone, feriti in combattimento o in duello avrebbero avuto bisogno di una vera medicina navale. All’inizio del XVII secolo, persino gli armatori commerciali dovevano imbarcare dei chirurghi per intervenire sull’equipaggio o sui viaggiatori. In ogni porto di guerra, per decreto del Re, esistevano gabinetti di medicina per la cura e sale per lezioni di anatomia.
Un regolamento successivo prevedeva la creazione di veri “vascelli ospedale” a seguito delle armate navali, obbligatori per le squadre che comprendevano più di venti imbarcazioni. Oltre alla cura delle varie malattie e delle ferite, l’ordinanza imponeva norme di igiene, di nutrizione e di conforto per i marinai malati. Ai piedi del letto di ognuno di loro, su un semplice pezzo di cartone, erano scritte le loro affezioni e i rimedi. Giorno e notte venivano serviti brodi caldi o bevande fresche e carne magra ai convalescenti. La biancheria e le coperte dovevano essere rigorosamente cambiate e lavate, i vari padiglioni aerati e ripuliti di frequente. Inoltre si sorvegliava che i malati non ricevessero né vino né acquavite.
Per ottenere il “brevetto” di medici navali, occorreva sostenere una specie di esame che comprendeva anche delle dissezioni anatomiche. Un medico, a capo dell’ospedale navale di La Rochelle, era a tal punto apprezzato dal re Luigi XIV, da divenirne il suo secondo medico personale. Il merito maggiore di questi medici e chirurghi è, senza dubbio, da ricercare negli straordinari risultati che ottenevano nonostante le precarie condizioni tecniche in cui si trovavano ad operare a bordo delle navi. Soltanto gli ufficiali più esigenti o con gravi lesioni agli occhi (organi maggiormente danneggiati dal servizio in mare) preferivano, una volta sbarcati, consultare gli specialisti della Facoltà di Medicina di Montpellier. |