Il male del secolo – II puntata – Il quartiere delle signore con le parrucche

Provincia di Messina,Pace del Mela .

 

Il territorio di Pace del Mela si estende dal mare Tirreno fino alle propaggini collinari dei Peloritani, innalzandosi gradatamente dalla quota zero della costa fino ad un’altitudine di 288 metri sul livello del mare. Su questo suolo dolcemente acclive è distribuito l’insediamento abitativo, il cui maggiore incremento ha avuto luogo negli ultimi quarant’anni.
Prevalgono, quindi, i fabbricati di nuova costruzione, le strade ampie e comode, le strutture pubbliche d’avanguardia. La popolazione (6000 ab. Circa http://www.comune.pace-del-mela.me.it

 

Un paese che dovrebbe essere famoso per il turismo,invece?

 

A Pace del Melo,Rione Passo Vela ci sono donne che lottano contro il tumore con la chemioterapia,che le fa perdere i capelli,impietosamente il rione viene chiamato “il quartiere delle signore con la parrucca”.

 

Pace del Mela è uno dei sette comuni del comprensorio peloritano classificato tra quelli ad alto rischio di incidente rilevante. 80 mila abitanti che devono fare i conti nei dintorni con una raffineria di petrolio, una centrale termoelettrica e i cavi dell’alta tensione che sfiorano i tetti delle case. Eccessi statisticamente significativi tra le donne per le diverse tipologie di tumore, è scritto nel rapporto dell’Osservatorio epidemiologico siciliano.

 

Nel rione di Passo Vela, nel raggio di 300 metri, insistono:

 

1 Elettrodotto da 380 KW a soli 19 metri dalle abitazioni

 

3 Elettrodotti da 150 KW

 

1 Elettrodotto da 220 KW

 

1 Antenna di telefonia mobile di più gestori di circa 65 metri di altezza a 50 metri dalle prime case”.

 

A questi bisogna aggiungere l’installazione del nuovo Elettrodotto da 380 KW a doppia terna.

 

Nel frattempo va avanti la ricerca contro il cancro senza che si pensi a questo rione dove si muore il doppio rispetto alla media nazionale di tumore,va bene la ricerca ma deve andare almeno avanti di pari passo con la prevenzione.

 

 

Muore a 19 anni di cancro all’intestino per diagnosi sbagliata

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Layla Watts aveva solo 19 anni ed è morta di cancro dopo che diversi medici le avevano fatto una diagnosi sbagliata; Layla ha iniziato ad avvertire dei forti dolori allo stomaco e tra gennaio e febbraio è stata vista da 5 medici che le hanno diagnosticato sempre la stessa cosa: sindrome dell’intestino irritabile, patologia di cui soffriva sia la madre che la sorella. Con il passare delle settimane però la giovane ha inziato a lamentare anche stanchezza, mancanza di appetito e il 19 febbraio dopo una visita accurata hanno scoperto che si trattava di un tumore all’intestino che si era esteso anche al fegato.

Nonostante la chemioterapia le sue condizioni sono peggiorate ed è deceduta lo scorso 30 aprile; Layla, come ricorda la mamma nell’intervista al DailyMail era una ragazza frizzante e che ha cercato di lottare contro il cancro continuando anche ad aggiornare, come raccontato sempre dalla mamma il profilo Facebook dove aveva scritto che aveva il cancro ma che sarebbe guarita. Purtroppo non è andata così.

I genitori di Layla hanno anche raccolto molte sterline per la ricerca sul cancro; i medici in ospedale hanno detto di non aver mai visto un caso come quello di Layla perchè era molto giovane e questo cancro in genere si presenta soprattutto in uomini più anziani.

Photo Credits| Robert Mc Donald su Flickr

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Chemioterapia: la cuffia che non fa perdere i capelli

chemioterapia-cuffia-capelli

Esiste una cuffia in grado di non far perdere i capelli ai pazienti che si sottopongono achemioterapia; ideata in Gran Bretagna da Glenn Paxman, sembra essere efficace dal 50% al 70% dei casi e dopo l’Ospedale di Avellino nel nostro paese verrà usata anche da quello di Carpi (Modena). La storia di questa cuffia è particolare ed anche triste; infatti questi imprenditori inglesi a partire dagli anni ’50 si sono dedicati a dei sistemi di raffreddamento della birra ma poi, nel momento in cui alla moglie del figlio dell’imprenditore viene diagnosticato un tumore al seno; da quel momento in poi l’azienda si è dedicata alla ricerca di un sistema di raffreddamento che potesse essere utile alle persone malate di cancro.

Il valore di questa cuffia è di circa 30 mila euro e, come spiegato anche da Franca Pirolo dell’Associazione malati oncologici di Carpi

Esistono molti rimedi per nascondere agli altri la perdita di capelli dovuta allachemioterapia. Il percorso che vive chi si trova ad affrontare una malattia come il tumore è tutto in salita. A occhi esterni la perdita temporanea dei capelli potrebbe sembrare il male minore ma chi ha vissuto questa esperienza sa che non è affatto così. Soprattutto per le donne

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LA CHEMIOTERAPIA PUÒ STIMOLARE IL CANCRO, LA SCOPERTA DEI RICERCATORI STATUNITENSI La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature ed è frutto di uno studio statunitense

La ricerca è stata pubblicata sulla rivista Nature ed è frutto di uno studio statunitense

La chemioterapia usata da decenni per combattere il cancro in realtà può stimolare, nelle cellule sane circostanti, la secrezione di una proteina che sostiene la crescita e rende “immune” il tumore a ulteriori trattamenti. La scoperta, “del tutto inattesa”, è stata pubblicata sulla rivista Nature ed è frutto di uno studio statunitense sullecellule del cancro alla prostata tesa ad accertare come mai queste ultime siano così difficili da eliminare nel corpo umano mentre sono estremamente facili da uccidere in laboratorio. Sono stati analizzati gli effetti di un tipo di chemioterapia su tessuti raccolti da pazienti affetti da tumore alla prostata. Sono stati scoperti “evidenti danni nel Dna” nelle cellule sane intorno all’area colpita dal cancro. 

Queste ultime producevano quantità maggiori della proteina WNT16B che favorisce la sopravvivenza delle cellule tumorali. La scoperta che “l’aumento della WNT16B…interagisce con le vicine cellule tumorali facendole crescere, propagare e, più importante di tutto, resistere ai successivi trattamenti anti-tumorali…era del tutto inattesa”, ha spiegato il co-autore della ricerca Peter Nelson del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle nello stato di Washington La novità conferma tra l’altro un elemento noto da tempi tra gli oncologi: i tumori rispondono bene alle prime chemio salvo poi ricrescere rapidamente e sviluppando una resistenza maggiore ad ulteriori trattamenti chemioterapoci. 

Un dato dimostrato dalla percentuale di riproduzione delle cellule tumorali tra i vari trattamenti. “I nostri risultati indicano che il danno nelle cellule benigne puo direttamente contribuire a rafforzare la crescita ‘cinetica’ del cancro”, si legge nello studio che, hanno spiegato i ricercatori, ha trovato conferma anche nei tumori al seno e alle ovaie. Ma la scoperta potrebbe aprire la strada allo sviluppo di un trattamento che non produca questo dannoso effetto collaterale della chemioterapia: “Per esempio un anticorpo alla WNT16B, assunto durante alla chemio, potrebbe migliorane la risposa uccidendo più cellule tumorali. In alternativa si potrebbero ridurre le dosi della chemio”. 

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http://www.cadoinpiedi.it/2013/01/25/la_chemioterapia_puo_stimolare_il_cancro_la_scoperta_dei_ricercatori_statunitensi.html

La Laringe

La Laringe

 

a cura del Dr. Alberto Rocco

Specialista in Otorinolaringoiatria e Chirurgia Cervico Facciale
Azienda Ospedaliera San Camillo-Forlanini – Roma –

 

numero unico di prenotazioni: 06/60 50 73 10

da lunedi a venerdi ore 9-20

 

 

 

 

 

La Laringe è un organo posto nella regione centrale ed anteriore del collo in continuità con la faringe, in alto, e con la trachea, in basso. Essa determina, con la sua prominenza, il cosiddetto “pomo d’Adamo”, presente in entrambi i sessi ma più evidente nell’uomo.

 

Schematicamente si suddivide in tre porzioni:

  • porzione sopraglottica corrispondente al tratto iniziale (superiore) in diretto rapporto con la faringe; comprende l’epiglottide, una piccola cartilagine che ha la funzione di coprire il tratto respiratorio dalla inalazione di cibo durante l’alimentazione;

  • porzione glottica corrispondente alle corde vocali è la parte da cui ha origine la voce;

  • porzione sottoglottica corrispondente alla parte che si continua con la trachea.

 

La laringe svolge le seguenti funzioni:

  • funzione protettiva: consiste nell’impedire l’ingresso degli alimenti nella trachea e viene svolta dall’epiglottide che funge da coperchio della laringe nel momento della deglutizione;

  • funzione fonatoria: consiste nella produzione della voce attraverso le vibrazioni delle corde vocali messe in movimento dall’aria in uscita dai polmoni;

  • funzione respiratoria assicura il passaggio dell’aria proveniente dal naso e diretta ai polmoni.

 

I TUMORI DELLA LARINGE

 

I tumori maligni della laringe sono i tumori più frequenti del distretto otorinolaringoiatrico.

La guarigione dei pazienti che si ammalano di un tumore della laringe varia in funzione dell’estensione e della sede iniziale della neoplasia e nei casi più favorevoli può arrivare al 95%.

L’età maggiormente colpita è compresa tra 50 e 70 anni.

 

fattori di rischio principali per l’insorgenza dei tumori della laringe sono il fumo di tabacco e l’alcool.

 

sintomi di esordio di un tumore laringeo variano in funzione della sede di insorgenza.

Per i tumori della regione sopraglottica, che prende parte soprattutto al meccanismo della deglutizione, il sintomo più frequente è la disfagia (fastidio ad inghiottire). Può comparire anche dolore che spesso si irradia verso l’orecchio; talvolta il sintomo di esordio può essere l’aumento di volume di uno o più linfonodi del collo per la ricca presenza di vasi linfatici di questa regione;

 

per i tumori della regione glottica, che prende parte al meccanismo dell’emissione della voce, il sintomo più frequente è la disfonia (voce rauca) ingravescente, cioè con tendenza a peggiorare nel tempo e resistente alla terapia medica;

 

per i tumori della regione sottoglottica, che sono molto rari, i sintomi tendono a comparire quando la crescita della neoplasia riduce considerevolmente lo spazio respiratorio, determinando dispnea o quando vengono interessate le corde vocali.

 

 

 

 

 

DIAGNOSI

 

La diagnosi precoce cioè negli stadi iniziali della crescita neoplastica, permette maggiori possibilità di guarigione e anche scelte terapeutiche che rendono possibile, a volte, la conservazione della laringe e quindi delle sue funzioni.

Per formulare una corretta diagnosi risultano di fondamentale importanza alcune indagini strumentali, tra le quali:

  • laringoscopia indiretta: consiste nella visualizzazione della laringe tramite uno specchietto; è l’esame che si esegue per primo in caso di necessità ed è pratico, rapido ed indolore. Se effettuato da mani esperte permette nella maggior parte dei casi di formulare una corretta diagnosi dell’eventuale patologia laringea e di escludere o confermare la presenza di un tumore della laringe;

 

 

 

 

  • laringoscopia con fibre ottiche: consiste nella visualizzazione della laringe attraverso una piccola telecamera situata all’interno di un fibroscopio, uno strumento sottile e flessibile che viene introdotto attraverso il naso per arrivare in stretta prossimità della laringe stessa;

 

 

 

  • laringoscopia in sospensione: è l’esame più valido per la diagnosi definitiva; permette di effettuare la biopsia  della lesione sospetta (prelievo di tessuto per l’analisi microscopica) e a volte consente di eseguire interventi chirurgici  risolutivi in presenza di lesioni iniziali che interessano una piccola porzione delle corde vocali o di altri distretti laringei. Ha il limite di richiedere l’anestesia generale e pertanto il ricovero del paziente.

 

 

 

 

Il precorso diagnostico delle neoplasie laringee prevede anche l’esecuzione di indagini quali la risonanza magnetica (RM) o la tomografia computerizzata (TAC) per valutare l’eventuale estensione della malattia nei tessuti profondi che non sono visibili alla laringoscopia in sospensione.

 

 

 

TERAPIA

 

Il trattamento varia in funzione delle dimensioni e della localizzazione del tumore e prevede l’impiego della Chirurgia, della Radioterapia o della Chemioterapia, sia singolarmente sia in combinazione tra loro.

 

Chirurgia

Schematicamente l’intervento chirurgico può essere di:

  • cordectomia: si suddivide in 5 tipi dalla più superficiale che interessa solo la mucosa di rivestimento della corda vocale (decorticazione) alla più profonda che consiste nella rimozione completa della corda vocale;

 

 

 

 

 

  • laringectomia parziale: si esegue nelle fasi avanzate del tumore ma vengono conservate alcune porzioni della laringe e conseguentemente vengono risparmiate le sue funzioni fondamentali. La tracheotomia viene richiusa definitivamente dopo un adeguato periodo di rieducazione finalizzato al recupero della respirazione per le vie naturali, della fonazione e della deglutizione;

 

 

 

  • laringectomia totale: si esegue nelle fasi più avanzate del tumore nel caso non fosse possibile conservare l’unità funzionale minima della laringe, non necessariamente per l’estensione del tumore ma anche nei casi in cui vi fosse interessamento di alcuni punti critici della laringe, anche in presenza di una neoplasia non troppo estesa. In questi casi il tracheostoma è definitivo come pure la perdita della voce naturale ma paradossalmente il periodo post-operatorio è molto meno impegnativo per il paziente visto che non è necessario il periodo di rieducazione per la ripresa delle funzioni della laringe.

 

 

 

Radioterapia

La Radioterapia ha lo scopo di distruggere le cellule tumorali utilizzando radiazioni generate da apparecchiature appositamente progettate. Con le tecniche moderne è possibile concentrare le radiazioni solo nella zona tumorale risparmiando al massimo i tessuti sani. In funzione della estensione della neoplasia il volume irradiato sarà limitato alla laringe o potrà comprendere anche i linfonodi del collo.

Il trattamento standard prevede l’erogazione di 66-70 Gy (Gy=Gray, unità di misura della dose assorbita) frazionati in sedute giornaliere che si effettuano cinque giorni alla settimana in genere sette settimane di seguito, per un totale di 35 sedute.

Quando la Radioterapia segue alla Chirurgia, la dose necessaria sarà più bassa rispetto al trattamento di Radioterapia esclusiva e la durata del trattamento conseguentemente più breve.

Gli effetti collaterali si concentrano sulle mucose comprese nel volume bersaglio e sulla cute sovrastante la zona trattata e consistono in mucosite o dermatite (infiammazione) della zona colpita in misura variabile da persona a persona ma in genere ben tollerati e di durata limitata nel tempo.

 

Chemioterapia

La Chemioterapia è un trattamento effettuato con farmaci che hanno lo scopo di interferire con i processi di crescita delle cellule tumorali limitandola o determinando la morte della cellula stessa.

Può essere effettuata in associazione alla Radioterapia dopo la Chirurgia (radio chemio concomitante) oppure sempre in associazione alla Radioterapia senza essere preceduta dalla Chirurgia (radio chemio esclusiva). Raramente viene eseguita come prima terapia, allo scopo di ridurre o di sensibilizzare la massa tumorale per i trattamenti successivi (chemio neo-adiuvante o induttiva).

I farmaci più utilizzati sono ancora oggi i derivati del platino (cisplatino e carboplatino) e il 5-fluorouracile. Gli effetti collaterali più comuni sono rappresentati dalla nausea e dall’infiammazione delle mucose, che in genere è possibile attenuare con alcuni trattamenti sintomatici.

E’ in fase avanzata di studio l’utilizzo di alcuni farmaci che interferiscono con la formazione dei vasi sanguigni all’interno della massa tumorale (cetuximab) e in casi selezionati vengono già introdotti nei protocolli di trattamento.

 

 

 

DOPO L’INTERVENTO CHIRURGICO

 

Nei casi in cui si sia deciso per la Chirurgia, il risveglio dopo l’intervento rappresenta ovviamente la fase più difficile da superare ma in realtà per motivi più psicologici che reali. Le prime ore sono quelle in cui la sensazione di non potersi muovere è maggiore per l’impedimento determinato dalla medicazione e dalla presenza dei vari sondini, drenaggi, ecc.

 

Nella Laringectomia totale la respirazione avviene attraverso la cannula tracheale ma questo non rappresenta assolutamente un problema per il paziente perché è l’aria ambiente che si introduce automaticamente nella cannula durante la respirazione, esattamente come avviene nel passaggio dell’aria attraverso le narici senza che la persona ne abbia consapevolezza. Quindi la respirazione avviene in maniera diversa ma senza nessuna fatica o controllo da parte del paziente.

La cannula verrà rimossa in genere tra il primo ed il terzo mese dopo l’intervento ma il tracheostoma sarà permanente e rappresenterà la nuova e definitiva via di respirazione per il paziente.

 

L’alimentazione, nei primi giorni dopo l’intervento, avviene tramite un sottile tubicino trasparente introdotto dentro il naso, il sondino naso-gastrico.

L’alimentazione per le vie naturali riprenderà senza nessun cambiamento dopo circa 10-12 giorni dall’intervento chirurgico.

 

La fonazione, dopo un periodo variabile di rieducazione con il logopedista, potrà riprendere in maniera diversa imparando ad utilizzare la cosiddetta voce esofagea che in casi frequenti permette al malato di farsi capire perfettamente in tutte le situazioni, anche al telefono, senza l’utilizzo di nessuna apparecchiatura. In effetti la voce così emessa non presenta sonorità e questa nuova capacità di parlare è variabile da persona a persona ed è questo in definitiva il vero cambiamento con il quale è necessario convivere comprendendo e superando senza traumi i limiti da questo imposti.

 

Nella Laringectomia parziale il decorso clinico delle prime 2-3 settimane è del tutto sovrapponibile a quello della laringectomia totale ma successivamente, con l’aiuto del logopedista,  la ripresa graduale della deglutizionepermetterà la rimozione della cannula tracheale, la chiusura del tracheostoma e una ripresa della respirazione e della fonazione per le vie naturali.

Il periodo di rieducazione per la ripresa completa della deglutizione in tutte le situazioni può essere anche molto lungo (1-2-3 mesi…e oltre in casi limite) e varia in funzione del tipo di intervento ed in funzione della collaborazione/capacità del paziente a percepire il cambiamento strutturale della propria laringe.

 

 

 

IL TRACHEOSTOMA E LA GESTIONE DELLA CANNULA

 

Il tracheostoma rappresenta la nuova via di passaggio dell’aria durante la respirazione. Non è necessario alcun controllo da parte del paziente che dovrà semplicemente respirare come prima dell’intervento chirurgico.

 

In caso di Laringectomia Totale esso rappresenta la via definitiva di respirazione mentre nel caso di Laringectomia Parziale il trachestoma è temporaneo e verrà richiuso quando si sarà riguadagnata la piena autonomia alimentare.

 

Il tracheostoma deve essere sempre mantenuto protetto utilizzando dei bavaglini di garza o cotone. Nel periodo invernale a questo scopo è possibile indossare maglie a collo alto mentre nel periodo estivo si possono utilizzare semplici foulard. In tutti i casi è preferibile posizionare un piccolo cerotto-filtro davanti al tracheostoma per prevenire l’infiltrazione di polvere e microparticelle nella trachea e nei polmoni.

 

E’ sempre bene evitare:

– gli ambienti polverosi e fumosi;

– l’esposizione a corrente d’aria diretta;

– le temperatura estreme troppo caldo o troppo freddo.

 

E’ inoltre necessario:

– tenere pulito il tracheostoma detergendolo con una spugnetta umida;

– durante la doccia o il bagno riparare il tracheostoma con apposite garze e non immergersi oltre l’altezza del torace per evitare l’inalazione di acqua;

– cercare di umidificare adeguatamente l’aria di casa soprattutto nel periodo invernale quando il riscaldamento è acceso.

 

 

 

La cannula tracheale ha lo scopo di mantenere aperto il tracheostoma durante la fase di cicatrizzazione dei tessuti per impedirne la chiusura. In entrambi i casi, di Laringectomia Totale o Parziale, verrà rimosso dopo un periodo variabile, da 1 a 3 mesi ma a volte anche molto di più, in accordo con le direttive dello Specialista Otorinolaringoiatra. Nel primo caso perché i tessuti ormai stabilizzati non avranno più la tendenza a richiudersi, nel secondo caso perché una volta terminato il periodo di rieducazione, il tracheostoma non avrà più ragione di esistere.

 

La cannula è costituita da tre parti fondamentali:

– la cannula vera e propria, costituita da un tubo di plastica rigida e ricurva che viene introdotto direttamente nel tracheostoma;

– la controcannula, che consiste in un tubo di forma identica alla cannula ma leggermente più stretto che viene inserito all’interno della cannula. La sua estrazione, pulizia e reinserimento sono manovre facili che il paziente può tranquillamente autogestire;

– il mandrino che viene utilizzato esclusivamente per facilitare l’introduzione della cannula nel tracheostoma. Quest’ultima manovra nel primo periodo viene eseguita direttamente dal medico, successivamente sarà possibile l’autogestione completa da parte del paziente in funzione del suo grado di collaborazione.

 

La cannula può essere cuffiata o non cuffiata per la presenza o meno di un palloncino che ha lo scopo di proteggere le vie aeree dall’inalazione di cibo durante la rieducazione alimentare nelle laringectomie parziali.

 

La cannula deve essere tenuta con cura e soprattutto pulita. In alcuni casi a seguito di particolari movimenti o colpi di tosse, si potrebbe notare qualche piccola striatura di sangue nel muco espulso, questo è un fenomeno che non deve preoccupare perché è dovuto alla rottura di piccoli capillari.

Per pulire la controcannula, sbloccare innanzitutto l’anello che la tiene bloccata alla cannula e quindi estrarla con delicatezza; porla sotto un getto d’acqua e rimuovere ogni residuo interno aiutandosi con l’apposito spazzolino; asciugarla con cura al suo interno con l’aiuto di garze e reintrodurla nella cannula.

Per pulire la cannula valgono le stesse indicazioni con l’unica differenza di tecnica di estrazione e reintroduzione in trachea mediante l’utilizzo del mandrino, che vi verrà spiegata dal medico specialista.

 

 

 

LA COMUNICAZIONE

 

In caso di Laringectomia Totale trascorso un primo periodo in cui è necessario portare la cannula si può iniziare la fase di riabilitazione vocale. Questa è effettuata sotto la guida dei logopedisti che insegnano ai laringectomizzati come riprendere a comunicare utilizzando diverse tecniche in funzione delle caratteristiche fisiologiche individuali. I risultati sono ottimi e la gran parte dei pazienti riacquista in poche sedute la capacità di comunicare con una voce priva di sonorità ma perfettamente udibile dagli interlocutori, persino al telefono.

Negli altri casi in cui non sia possibile imparare la voce esofagea esistono alternative alla comunicazione mediante protesi fonatorie interne ed esterne (laringofono), che il chirurgo consiglierà di volta in volta al paziente in funzione delle diverse situazioni cliniche e socio-familiari.

 

 

CONCLUSIONI

 

Il tumore della laringe soprattutto se diagnosticato nelle fasi iniziali, ha una buona percentuale di guarigione anche per la scarsa tendenza a dare metastasi a distanza.

 

E’ necessario che il paziente e i familiari comprendano e accettino tutte le diverse fasi del percorso diagnostico-terapeutico proposto dal chirurgo per facilitare la realizzazione della miglior soluzione terapeutica possibile per il paziente.

 

Allo stesso modo, nel periodo post-operatorio, è estremamente importante che il paziente si sottoponga ai regolari controlli (follow-up) che il chirurgo prescriverà al paziente, corredati da tutti gli esami clinico-strumentali, previsti nei vari periodi.

Il periodo dei controlli dura di norma 5 anni che rappresentano il periodo di rischio per il paziente, trascorso il quale la possibilità di riammalarsi di un secondo tumore diminuisce in maniera significativa.

 

E’ importante comunque che il paziente sia il primo medico di se stesso sorvegliando attivamente il proprio stato di salute ed è naturalmente necessario smettere di fumare.

http://www.orecchio-naso-gola.it/laringe.htm

 

 

Inps nega accompagnamento, la 56enne è morta da cinque mesi

Michelina Bruschetta, ferma su una sedia a rotelle dopo un tumore aveva fatto domanda di pensione d’invalidità all’Inps. La risposta, negativa, è arrivata mercoledì, a 5 mesi dalla morte della donna

SStoria paradossale quella di Michelina Bruschetta, 56 anni, alla quale l’Inps ha negato la pensione di invalidità a cinque mesi dalla morte.

Qualche anno Michelina, ex parrucchiera di Silea conosciutissima a Treviso, era stata colpita da una particolare forma di tumore, causato dalle polveri di amianto contenute, un tempo, in alcuni prodotti di parrucchieria.

La serie di chemioterapie alla quale si era sottoposta avevano debilitato Michelina al punto da costringerla su una sedia a rotelle. Grazie all’assistenza del suo legale, la donna era riuscita a ottenere le agevolazioni previste dall’Inail per le malattie professionali e, in seguito, aveva deciso di chiedere anche la pensione di invalidità.

A marzo scorso Michelina si era sottoposta alla visita della commissione medica ed era rimasta in attesa. Cinque mesi fa, però, l’ex parrucchiera si è spenta, prima che arrivasse la risposta dall’Inps.

Esito arrivato solo mercoledì e, paradossalmente, negativo: per l’Inps Michelina non meritava l’accompagnatoria perché non era affetta da una patologia invalidante.

trevisotoday.it

Quali sono le opzioni di trattamento per il cancro della laringe?

Le persone affette da cancro della laringe precoce possono essere trattati con la chirurgia o la radioterapia. Le persone con tumore avanzato della laringe può avere una combinazione di trattamenti. Per esempio, radioterapia e chemioterapia sono spesso dato contemporaneamente. La terapia mirata è un’altra opzione per alcune persone con tumore avanzato della laringe.

La scelta del trattamento dipende principalmente dalla vostra salute generale, dove nella tua laringe il cancro ha iniziato, e se il tumore si è diffuso.

Si può avere un team di specialisti per pianificare il trattamento. Il medico può fare riferimento a uno specialista, o si può chiedere un rinvio. Gli specialisti che curano il cancro della laringe sono:

Orecchio, naso, e medici gola (otorinolaringoiatri)
Testa e del collo chirurghi generali
Oncologi medici
Oncologi di radiazione

Chirurgia

La chirurgia è un trattamento comune per le persone con il cancro della laringe. Il chirurgo può utilizzare un bisturi o laser. La chirurgia laser può essere eseguita con un laringoscopio. Tu e il tuo chirurgo può parlare dei tipi di intervento chirurgico, e che può essere di destra per voi:

Rimozione parte della laringe: Il chirurgo rimuove solo la parte della laringe che contiene il tumore.
Rimozione di tutti i laringe: Il chirurgo rimuove l’intera laringe e alcuni tessuti circostanti. Alcuni linfonodi della zona può anche essere rimosso.

Radioterapia

La radioterapia utilizza radiazioni ad alta energia per distruggere le cellule tumorali. E ‘una opzione per le persone con qualunque fase del cancro della laringe. Le persone con tumori piccoli possono scegliere la radioterapia al posto della chirurgia. Può anche essere utilizzato dopo la chirurgia per distruggere le cellule tumorali che possono rimanere nella zona.

La radiazione viene da una grande macchina fuori del corpo. Si può andare in ospedale o in clinica una volta o due volte al giorno, generalmente 5 giorni alla settimana per diverse settimane. Ogni trattamento dura solo pochi minuti.

La radioterapia finalizzata al collo può causare effetti indesiderati:

Mal di gola e difficoltà di deglutizione: La gola può diventare dolente, o si può sentire come se ci fosse un groppo in gola. Potrebbe essere difficile per voi da ingoiare.

Cambiamenti di voce: La tua voce può diventare rauca o debole durante la radioterapia. Il laringe può gonfiarsi, voce cambia causando. Il medico può suggerire farmaci per ridurre il gonfiore.

Cambiamenti della pelle nella zona del collo: La pelle del collo può diventare rosso o secca. Buona cura della pelle è importante. E ‘utile per esporre il collo per aria mentre anche lo protegge dal sole. Anche, evitare di indossare abiti che sfregano il collo, e non di rado la zona. Si consiglia di non utilizzare creme o lozioni sul collo senza il parere del medico. Questi pelle cambia di solito vanno via quando il trattamento si conclude.

Cambiamenti nella tiroide: La radioterapia può danneggiare la vostra tiroide (un organo nel vostro collo sotto la casella vocale). Se la vostra tiroide non fa abbastanza ormone tiroideo, si può sentire stanchi, aumento di peso, sento freddo, e hanno la pelle secca e capelli. Il medico può controllare il livello di ormone tiroideo, con un esame del sangue. Se il livello è basso, potrebbe essere necessario prendere le pillole di ormone tiroideo.

Fatica: Si può diventare molto stanco, specialmente nelle settimane successive di radioterapia. Il riposo è importante, ma di solito i medici consigliano alle persone di rimanere il più attivi possono.

Perdita di peso: Si può perdere peso se si è mangiato i problemi da un mal di gola e difficoltà a deglutire. Alcune persone possono avere bisogno di un tubo di alimentazione temporanea.

Alcuni effetti collaterali scompaiono dopo radioterapia finisce, ma altri durare a lungo. Sebbene gli effetti collaterali della radioterapia può essere sconvolgente, il medico di solito può trattare o controllarli. Aiuta a segnalare eventuali problemi che si stanno avendo in modo che il medico può lavorare con voi per alleviarli.

La terapia mirata

Alcune persone con tumore della laringe ricevere un tipo di trattamento noto come terapia mirata. Essa può essere somministrato insieme con radioterapia.

Cetuximab (Erbitux) è stata la prima terapia mirata approvato per il cancro della laringe. Cetuximab si lega alle cellule tumorali e interferisce con la crescita delle cellule tumorali e la diffusione del cancro. È possibile ricevere cetuximab in una vena una volta alla settimana per diverse settimane presso l’ufficio del medico, ospedale, o clinica.

Durante il trattamento, il team di cure mediche siano i sintomi di problemi. Alcune persone medicinale per prevenire una possibile reazione allergica. Gli effetti collaterali possono includere: rash, febbre, mal di testa, vomito, e diarrea. Questi effetti di solito diventano più mite dopo il primo trattamento.

http://www.medicinepg.com/it/1938.html

Il linfoma non è più un problema, la “giustizia” sì


Sette anni fa guarisce dal cancro, oggi i giudici decidono che deve restituire i soldi delle terapie: 41 mila 178 euro. Perchè  la sua malattia  ”non si poteva curare” come ha fatto lei e cioè con il metodo Di Bella.

Barbara Bartorelli, quarantenne bolognese, scopre undici anni fa di avere un linfoma di Hodgkin. Si affida alle cure tradizionali, affronta quattro cicli di chemioterapia ma, dopo pochi mesi, la malattia ritorna più aggressiva.

I medici le prospettano la soluzione del trapianto senza però garantirle la guarigione. La donna non vuole rischiare, non se la sente di “farsi ridurre a zero le difese immunitarie e di assumere grandi quantità di antibiotici”, decide di provare con il metodo Di Bella. Dopo pochi mesi migliora. E, piano piano, quei i benefici diventano stabili.

Per pagarsi la terapia, sui duemila euro al mese, chiede soldi ad amici e a parenti e c’è è anche chi, per racimolare la cifra, organizza per lei tornei di calcio.  Passano altri mesi e, d’accordo con gli avvocati, Lorenzo Tomassini e Luca Labanti,  Barbara fa causa alla Asl per ottenere il rimborso.

Due le pronunce a lei favorevoli, un decreto d’urgenza nel 2004 e una sentenza di merito nel 2006. I giudici constatano – grazie anche alle perizie di oncologici incaricati dai magistrati – che Barbara è guarita e che non ha un reddito tale da permetterle di pagarsi le cure. La Asl però impugna la decisione.  E sei anni dopo, ossia a fine agosto di quest’anno, arriva il verdetto della corte d’appello.

Barbara non avrebbe potuto fare quella cura,  perché, recita la sentenza ” una sperimentazione ministeriale stabilì che era inefficace”. Non solo. Poche righe più sotto si legge che ” la malattia di Barbara non era fra quelle oggetto di sperimentazione nel 1998″  ( infatti, non venne testato il suo linfoma, ma un altro, il non Hodgkin).

Non è finita. I tre magistrati, autori della sentenza d’appello, dichiarano che i loro colleghi non avrebbero dovuto affidarsi a esperti, a medici incaricati di esaminare le cartelle cliniche della paziente, visto che nel 1998 la sperimentazione ministeriale stabilì che la terapia Di Bella non era valida.

Testuale: ”All’autorità giudiziaria non compete di accertare, mediante l’ammissione di una consulenza tecnica di uffici, l’efficacia terapeutica del trattamento del prof Di Bella, in relazione alla patologia tumorale in coerenza con il principio dell’ordinamento secondo cui la legge ha attribuito ad appositi organi tecnici il potere di effettuare la sperimentazione…“.

L’avvocato Lorenzo Tomassini è stupefatto: “E’ assurdo, come si può stabilire per legge che è vietato indagare? Oserei dire: vietato guarire. Alla base del diritto civile c’è la possibilità di emettere provvedimenti d’urgenza per tutelare i casi limite. Lo stesso diritto civile prevede che si guardi all’obbiettività della situazione, la signora Bartorelli è guarita. Ha ottenuto un indubbio beneficio da quella terapia, invece non sappiamo quali risultati avrebbe avuto con un trapianto… com’è possibile che un giudice non si curi del fatto che un malato di tumore è guarito? Il diritto alla salute è sacro e inviolabile”.

E il diritto alla  libertà di cura? Barbara Bartorelli annuncia un prossimo ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo:  ”Perchè dobbiamo accettare che lo Stato sia tutore della nostra salute? Perchè la commissione del farmaco deve decidere come si deve curare un malato ? Se le terapie non funzionano, il nostro Stato  – lo stesso che si interroga sull’opportunità del testamento biologico – ci lascia morire. E che colpa avrei io? Di  non aver accettato di andare all’altro mondo a 32 anni? Chiedo la libertà di rivolgermi al medico che scelgo e che sia lui a decidere cosa è meglio per me, non un prontuario stabilito da una azienda farmaceutica!”

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