È morto Cesare Mazzolari Il vescovo che in Africa aiutava i bimbi-soldato

Nato a Brescia 74 anni fa, da trenta missionario in Sudan, è morto improvvisamente mentre celebrava la messa. Vescovo dal 1999, salvava i bimbi soldato e comprava gli schiavi per ridare loro la libertà. Il 9 luglio scorso diede inizio alla celebrazione per l’indipendenza del Sud Sudan

Rumbek (Sud Sudan) – Monsignor Cesare Mazzolari, il vescovo missionario che salvava i bambini soldato e comprava gli schiavi per dare a loro la libertà, è morto questa mattina a Rumbek, la sua diocesi nel neonato Sud Sudan, il Paese del quale nei giorni scorsi è stata riconosciuta l’indipendenza che il missionario comboniano ha fatto appena in tempo a salutare. Era nato 74 anni fa a Brescia e dopo essere stato attivo per anni tra gli indios del Messico e i neri di Cincinnati, nel 1999 Giovanni Paolo II lo aveva consacrato vescovo.

Il malore mentre celebrava la messa Mazzolari si è sentito male mentre celebrava la messa, al momento della consacrazione: si è accasciato su una sedia portandosi una mano al petto mentre gli mancava il respiro. Condotto prima in sacrestia e poi nella sua stanza è stato visitato da un medico di Rumbek, che ne ha disposto il ricovero all’ospedale di Stato, dove però lo stesso medico che lo aveva visitato a casa, il dottor Chan Deng Malual, non ha potuto far altro che constatarne il decesso.

Difese i bambini-soldato Nato il 9 febbraio 1937 a Brescia, entra nei Comboniani e il 17 marzo 1962 viene ordinato sacerdote. A Cincinnati, negli Stati Uniti, opera fra i neri e i messicani che lavorano nelle miniere. Nel 1981 arriva in Sudan: prima nella diocesi di Tombura-Yambio, poi nell’arcidiocesi di Juba, nell’area centro-meridionale. Nel 1990 mons. Mazzolari, diventa amministratore apostolico della diocesi di Rumbek (Sud Sudan), di estensione pari a Lombardia e Triveneto e abitata da 3 milioni di persone. In quello stesso anno libera 150 giovanissimi schiavi: per tutta la via don Mazzolari si prodiga per riscattare bimbi-soldato. Nel 1991 riapre la missione di Yirol, la prima di una lunga serie: alcune di esse dovranno poi essere abbandonate sotto l’incalzare della guerra sudanese. Nel 1994 è catturato e tenuto in ostaggio per 24 ore dai guerriglieri dello Spla (Esercito Sudanese di Liberazione Popolare), gruppo armato indipendentista in lotta contro il governo di Khartoum. Il 6 gennaio 1999 viene ordinato vescovo da papa Giovanni Paolo II.

L’impegno per gli ultimi Per 30 anni monsignor Mazzolari, ricorda la Radio vaticana, “ha vissuto coraggiosamente in mezzo alla sua gente condividendo le conseguenze della guerra e della povertà. A tutti chiedeva l’impegno a “non dimenticare perché la gente del Sud Sudan ha bisogno di una pace giusta nel rispetto dei diritti umani”. È un vescovo che drammaticamente ha parlato di guerra: “Il Sudan è lo stato dell’Africa più povero tra i poveri: 40 anni di guerre tribali il cui unico fine è la conquista del potere e l’acquisizione di risorse quali petrolio, acqua e oro, presenti in grandi quantità”. Gli interessi globali, come specificava monsignor Mazzolari, hanno prevalso sul bene della gente: “Non esiste più rispetto dei diritti umani e la parola libertà è un termine sconosciuto, è stata spazzata via”.