Emma Choc: “Ho rischiato di perdere Sanremo”

Trentasei oreprimadi piangere di gioia sul palco dell’Ariston, la vincitrice del Festival di Sanremo con Non è l’infèrno piangeva di paura e sconforto nella sua camera d’albergo. «Venerdì, il giorno dei duetti, mi sono svegliata afona», dice Emma in questa sua prima intervista dopo la vittoria: «Ora va meglio, mi è servito. Ma ho pensato d i essermi giocata il Festival», confessa, ^ennesima prova che questo Sanremo è stato il Festival delle donne, “toste”. Sul podio sono infatti arrivate, oltre a Emma, Arisa e Noemi. E tutte, per salirci, hanno sconfitto sfortuna e dèmoni. Combattendo. Arisa contro le sue insicurezze. Noemi contro paralizzanti crisi di panico. Ed Emma contro la sua stessa voce. Ci racconta cosa le è successo? «Nei giorni del Festival sonno, prove, vita hanno orari assurdi. Tra interviste e il resto parli tutto il giorno e metti le corde vocali sotto stress. E così quella mattina, faccio per dire “buongiorno” e non viene fuori nulla». Come ha reagito? «Tremavo come una foglia, ma lì per lì la cosa che mi ha dato più fastidio è stato dover annullare le interviste. Mi spiaceva far la figura di quella che non rispetta un impegno. Poi è subentrata la preoccupazione. Per la serata del duetto con Alessandra Amoroso sapevo di poter contare sulia sua voce per mascherare i problemi della mia: è il bello di quando canti con una persona che ti vuole l>ene. Ma per la finale, il giorno successivo, ero terrorizzata». A quel punto? «Franceschina, la mia assistente, mi diceche ha un amico vocologo, il dottor Franco Fussi, che era in Liguria per un convegno. Lo chiama e lui si precipita a Sanremo da me e visitandomi capisce che la mia corda vocale sinistra ha qualcosa che non va. Avevo i nervi del collo molto tesi, colpa anche della mia cervicalgia, e anche questa tensione muscolare premeva sulle corde vocali. Allora il dottor Fussi mi ha manipolato la gola, massaggiandola, per rilassarla. Mi ha prescritto del cortisone, mi ha fatto anche respirare in una maschera per aerosol con i buchi tappati. Respirare lì dentro scalda le corde vocali in pochi minuti. Ora ce l’ho sempre in borsa, la uso tre volte al giorno anche quando non devo cantare». Beh, ha funzionato. «Fussi mi è stato accanto, mi ha impostodi stare al caldo, in silenzio, di riguardarmi, di coccolare le mie corde vocali e di non bere acqua fredda… E il giorno dopo sono riuscita a cantare come piace a me». Ora come sta? «Subito dopo il Festival, la prima cosa che ho fattoè stata andare in studio da Fussi. Lui non voleva credere che io non avessi mai fatto una visita alle corde vocali (ride). E ho scoperto che devo la mia voce “raschiata” alla conformazione della mia laringe». Che cos’ha la sua laringe? «Invece che piatta, come dovrebbe essere, è a coppetta. Aveva ragione mamma, che diceva che neanche a otto anni avevo una voce squillante da bimba e che la mia non è raucedine. Durante la visita Fussi mi ha fotografato le corde vocali Fanno impressione: bianche, periate… Però sulla corda vocale destra ha individuato un piccolo edema». Le hanno detti» da cosa dipende? «Dallo sforzo, dallo srress. Ma anche dal fatto che faccio un cattivo uso della voce. Jo canto stando “chiusa”, incassata nel collo, spingo in avanti il mento e ho la postura sbagliata. Q>n Fussi ho scoperto che tutto, anche una schiena troppo curva, stressa la voce. Mi sto educando a coccolarla di più». In che modo? «Mi sono imposta uno stop musicale, parlo a bassa voce, scaldo [e corde vocali con la mascherina anche se non devo cantare. Fussi dice che in trenta giorni dovrei risolvere». in tempo per il sera/e di A m ici. «Per fortuna, ci tengo molto. Tomo a “casa” mia. Ma voglio essere ali altezza e sto preparando dei pezzi. Poi lavoro al mio tour, che partirà a fine giugno». Intanto sia Sarò libera sia il singolo sono dischi di platino. Che sensazione prova/ «DopoSanremosonoentratainunabolìadi sapone piena di paura. Vivo tutto, sempre, col senso del dovere. E anche la vittoria per me era un carico di responsabilità, quella di non deludere chi mi ha votato e la gente che ha stima di me. Ho l’ansia da prestazione, sono più spaventata che eccitata». C ‘è rimasta male per le polemiche con Kekko, autore del brano con cui ha trionfato, che le ha dato dell’ingrata perche dopo la vittoria non l’ha chiamato? «È stata sgradevole, ma Sanremo è anche questo, non si può far felici tutti. I miei fan sono contenti e per me conta questo. A Kekko riconosco di avermi dato un brano bellissimo. Ma la mia vittoria è figlia soprattutto di quello che ho fatto negli ultimi due anni. Mi piace pensare che a votarmi siano stati quelli con cui parlo e rido e cui firmo autografi anche se non ho Sanremo in vista o dischi da promuovere. Li gente l’affetto lo restituisce. Il resto sono stupidaggini, a Napoli dicono niunnezza. Le cose importanti sono altre. È morto un poeta come Dalla e parliamo di questo?». A Sanremo l’ha incontrato, Dalla? (la voce trema, e stavolta l’edema non c’entra, ndr) «Ricordo le sigarette fumate insieme sul balconcino, a parlare di musica e fare progetti. Era lui a fare i complimenti a me, si rende conto? Ci eravamo messi d’accordo perché io e Pierdavide Girone {che ha cantato con Dalla a Sanremo, ndr) andassimo a Bologna a trovarlo. E lui lì mi avrebbe fatto regalo che gli avevo chiesto: accompagnarmi al piano mentre canto Caruso, canzone che amo. Sembra banale dirlo ora, ma era una persona belia. E un regalo è riuscito a farmelo: su quel balconcino c’era anche mio padre, anche lui musicista. L’immagine di lui, tremante, che conosce il suo mito non la dimenticherò mai. Il mio mondo era su quel balconcino. Tutto il resto sono dei trallallà». È al lavoro su un disco da cautautrice. A che punto siamo? «Ci vuole tempo, la musica è fatica, lavoro. II 27 marzo esce il discodi Antonine) Spadaccino, in cui canta Resta ancora unpo che ho scritto due anni fa e gii ho regalato». Catone scrisse la canzone con cui Scanu evinse Sanremo 2010. Lei regala brani ad Antonino, Alessandra le “presta” la voce quando è afona. Amici è un clan! «La musica è cuore, non numeri o dischi venduti. E se la fai col cuore fai famiglia. Nel mio lavoro dare è più bel lo che ricevere. Con Antonino siamo in simbiosi, abitiamo l’uno di fronte all’altra”. Sul disco da cautautrice, però, nicchia. /Mettiamola così: ascolteremo prima il suo disco o il suo «sì» a Stefano? «Ah, beh, prima di sposarmi di dischi ne faccio almeno quattro, {ride, ndr). Su questo io e Stefano siamo in accordo, pur senza averne mai davvero parlato. Ci riteniamo già sposaci. Condividiamo Ietto e bagno, paghiamo l’affitto insieme, cosa camberebbe una fede al dito?». Si è parlato molto di voi, non sempre per cose piacevoli. Ora come va? «Siamo una coppia, ci amiamo. Abbiamo avuto alti e bassi, ma come tutte le coppie. Solo che ì nostri diventano pubblici e ci troviamo a doverne rendere conto. DÌ certo non è peste e corna come sembra dai giornali». Niente nozze, quindi. IM domanda diventa: prima il disco o un figlio? •<I dischi vanno ragionati a lungo. A un tìglio non pensi, arriva e ìiasta. Se arriva noi siamo pronti e sereni, (irazie a Dio abbiamo le possibilità anche economiche di accoglierlo. Guardi che Costano, eh! Lo vedo con la mia vicina di casa, che è appena diventata mamma e spende una fortuna tra pappine, latte, medicine, vestiti. Prima vorrei però comprare casa, per accoglierlo meglio». Pensa mai a come sarebbe, suo figlio? «Mi auguro alto come suo padre, ma spero proprio che la faccia la prenda da me, che sono piìi bella (ride, ndr)».

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