Qual è il numero massimo di sigarette che si possono fumare senza rischi?

Non esiste una soglia di sicurezza sotto la quale il fumo non produce danni, anche perché le conseguenze tendono ad accumularsi nel tempo. Per questo, negli studi che indagano il legame del fumo con le varie malattie, si usa come unità di misura il “pacchetto-anno”, un criterio che tiene conto del numero di sigarette fumate in media ogni giorno, ma anche della durata del periodo di esposizione. In altre parole, fumare mezzo pacchetto al giorno per due anni equivale a fumarne uno intero per un anno.

Le mutazioni prodotte dalle sostanze cancerogene, inoltre, si sommano ma avvengono ogni volta in maniera casuale, per cui il rischio aumenta con il passare degli anni, ma non è del tutto prevedibile il tempo necessario a trasformare una cellula sana in una tumorale: uno studio recente ha calcolato che mediamente ogni 15 sigarette fumate si verifica almeno una mutazione. In pratica, ogni volta che si apre un nuovo pacchetto è come se si giocasse alla roulette russa.

Ciò non significa che tutti i fumatori svilupperanno un tumore, né che la malattia non possa insorgere in persone che non hanno mai messo in bocca una sigaretta: molti altri elementi, genetici o ambientali, possono contribuire a proteggere l’organismo o viceversa a favorire lo sviluppo di un tumore, ma non fumare (o smettere) è certamente uno dei passi più importanti che si possono fare per ridurre il proprio rischio personale di ammalarsi.

Non bisogna credere che condurre una vita per altri versi sana, come mangiare molta frutta e verdura o svolgere una regolare attività fisica possa bastare a compensare il vizio del fumo. Nessuno di questi fattori, per quanto utili al benessere dell’organismo e alla prevenzione delle malattie, ha lo stesso peso del fumo di sigaretta.

Cominciare a ridurre il numero di sigarette quotidiane può essere un modo per cominciare ad abituarsi all’idea di smettere, ma solo se è la prima fase di un percorso che porta al numero 0 di sigarette al giorno. In caso contrario, chi si limita solo a fumare meno, non appena si trova in una situazione di stress, torna al punto di partenza.

L’inganno di Braccio di Ferro: per diventare forzuti una scatoletta non basta

Secondo Gianvincenzo Barba dell’Isa CNR, nonostante “si tratti di un minerale importante per l’uomo, per arrivare al fabbisogno quotidiano bisognerebbe assumerne almeno un chilo”, ma con le dovute precauzioni alimentari

Fonte: Immagine dal web

 

Marinaio guercio, con la pipa sempre in boccae i bicipiti monumentali, il simpatico Braccio di Ferro, creato dal fumettista americano Elzie Crisler Segar, deve la sua forza all’abbondante consumo di spinaci, che ingurgita voracemente prima di ogni scazzottata. A fornirgli forza e muscoli prodigiosi sarebbe il ferro contenuto in questi vegetali.

“In effetti si tratta di un minerale importante per
l’uomo: è parte costituente dell’emoglobina, la proteina presente nel sangue deputata al trasporto di ossigeno dai polmoni alla periferia – spiega Gianvincenzo Barba dell’Istituto di scienze dell’alimentazione (Isa) del Cnr di Avellino -. Ed è fondamentale anche nella composizione del tessuto muscolare e nella realizzazione di numerosi processi biologici. Secondo le linee-guida nutrizionali più recenti, l’apporto raccomandato di ferro con la dieta varia dai 10 ai 18 mg al giorno, a seconda del sesso e dell’età, il doppio in gravidanza”. 



Ma basta la ‘scatoletta di spinaci’ di Braccio di Ferro per raggiungere queste quantità? “Perarrivare a queste dosi quotidiane solo con gli spinaci, bisognerebbe assumerne almeno un chilo – ha risposto Barba -. La fonte principale è costituita infatti dalle carni, ricche in tessuto muscolare e quindi ferro”. “In alternativa – ha proseguito il ricercatore -, si possono consumare soia, radicchio, funghi, alcuni semi oleosi, fiocchi di crusca. Anche legumi quali fagioli, ceci e lenticchie contengono ferro in quantità simile agli spinaci. Ne contengono, inoltre, quasi tutte le erbe aromatiche – salvia, maggiorana, origano, rosmarino – e le spezie come il cumino, il cui consumo non può, però, mai garantire un apporto adeguato del minerale”.



L’assunzione tramite gli alimenti è condizionata poi da altri fattori. “Il minerale non ètotalmente assorbibile dal cibo – ha concluso notare Barba -. A questo inconveniente si può parzialmente ovviare condendo con limone, il cui contenuto in vitamina C favorisce l’assorbimento, o frazionando il consumo in più pasti: non la scatoletta di spinaci da un chilogrammo tutta in una volta, quindi”. Malgrado sia del tutto priva di fondamento, l’abitudine del vigoroso Braccio di Ferro ha comunque avuto i suoi effetti determinando, negli Stati Uniti, un aumento del 33 per cento del consumo di spinaci. Non è un caso che i coltivatori texani di questo ortaggio abbiano eretto a Cristal City una statua che raffigura Popeye, per ringraziare il loro ‘testimonial’.

[Articolo di Rita Bugliosi, CNR]

Natale 2012 come restare in forma

 

natale-2012-restare-forma-consigli-esperto

Restare in forma durante le feste di Natale? Non è un’impresa impossibile: basta solo impegnarsi un po’ e seguire i consigli forniti da Andrea Ghiselli, ricercatore dell’Istituto nazionale di ricerca per gli alimenti e la nutrizione (Inran); suggerisce che si dovrebbe tenere sotto controllo l’alimentazione non solo da Natale a Capodanno ma da Capodanno a Natale. Un ottimo consiglio che possiamo provare a mettere in pratica.

 

L’esperto poi consigli di cucinare soprattutto preparati di tipo vegetale possibilmente non unti e/o pasticciato; questi alimenti infatti saziano senza però appesantire troppo. I classici dolci natalizi possono essere consumati a patto però di rinunciare ad altre pietanze caloriche e che si faccia un po’ di attività fisica.

 

 

Durante le feste le bevande rappresentano una parte importante del sovraccarico calorico. I motivi sono due: in primis ciò che si beve sfugge alla percezione di alimento energetico, mentre ciò che si mastica dà un senso di sazietà maggiore. Secondariamente molte bevande alcoliche contengono parecchie calorie per bicchiere: un bicchiere di vino o di spumante può arrivare a 100 kcal. Inutile dire che l’acqua sarebbe la bevanda migliore… ma mi rendo anche conto di dare un consiglio che non seguirà nessuno

E per i bambini? Il consiglio per il Natale 2012 non è quello di vietare di consumare i dolci ma di spingerli ad un consumo moderato.

Photo Credits| Getty Images

Martina Braganti

mondobenessereblog.com

Alimentazione: mangiare poco e sano per aiutare il cervello fin da piccoli Un’alimentazione sana ed equilibrata da piccoli aiuta la sanità mentale da anziani

L’AFORISMA DEL GIORNO 

 

 

 


Share on Facebook

 

 

Mangiare troppo da piccoli fa invecchiare prima. Sembra un paradosso, ma è così. Almeno secondo i risultati di una recente ricerca. Pare infatti che un’alimentazione troppo ricca da bambini facciainvecchiare prima il cervello, accelerando il declino cognitivo da anziani. Mangiare, invece, fin da piccoli una giusta quantità di cibi, equilibrati e sani, permetterebbe di avere una maggiore probabilità di rimanere in salute da anziani, rallentando il declino nel cervello. 

La ricerca, condotta da Lisa Barnes della Rush University Medical Center di Chicago, è stata pubblicata sulla rivista Neurology e ha per la prima volta dimostrato come l’alimentazione interferisca sull’elasticità mentale, in particolar modo se si tratta di un bambino. Per arrivare a tale scoperta, i ricercatori hanno coinvolto circa 6.200 settantacinquenni di Chicago, interrogandoli in merito ai dettagli della loro infanzia. Sono stati presi in considerazione lo stato socioeconomico, le difficoltà finanziarie e quelle familiari, le condizioni di salute e l’alimentazione.

Dopo aver raccolto questi dati, gli esperti hanno misurato il livello di declino cognitivo dei soggetti coinvolti nel test, registrando quanto l’apprendimento e la memoria fossero compromesse. Oltre a un minimo declino cognitivo, fisiologico, i ricercatori hanno così avuto modo di notare che nei soggetti che dichiaravano di aver sofferto per qualche tempo la fame, la discesa fisiologica della mente era rallentata di un terzo, rispetto a chi non aveva avuto problemi a nutrirsi.  
 

E accanto alla ricerca americana trova spazio una scoperta tutta italiana: si tratterebbe infatti di una proteina ‘salva-cervello’, attivata nei soggetti che mangiano poco, che avrebbe il potere di aiutare il corpo umano a restare in forma. Giovanbattista Pani, dell’Università Cattolica di Roma, ha dimostrato infatti come la proteinaCreb1, pesantemente compromessa dai regimi alimentari smodati, dove il junk food la fa da padrone, vengaaccesa da diete ipocalorichemantenendo giovane la materia grigia.

http://donne.virgilio.it/benessere/alimentazione-e-dieta/alimentazione-mangiare-poco-sano-per-aiutare-cervello-fin-da-piccoli.html

La nuova sanità Ecco cosa cambia

Un medico durante una visita (Foto by BEPPE BEDOLIS)

Medici di famiglia 7 giorni su 7 e H24 più vicini alle necessità dei cittadini e più organizzati sul territorio per evitare intasamenti al pronto soccorso; nomine dei manager della sanità e dei primari più trasparenti limitando l’invasione della politica nelle scelte dei tecnici; attività libero professionale dei medici ospedalieri ‘tracciabilè; aggiornamento del prontuario dei farmaci introducendo quelli più innovativi e levando quelli inutili; limiti per gioco d’azzardo e più informazione ai cittadini sui rischi del pesce crudo (sushi) e latte crudo. Ecco come cambierà la sanità con il decreto Balduzzi. 

MEDICI DI BASE ASSOCIATI E H24: assistenza 7 giorni su 7 con l’integrazione tra medici di medicina generale, pediatri di e specialisti ambulatoriali, secondo modelli individuati dalle Regioni. Possibilità di fare accertamenti clinici con la presenza di infermieri e sviluppo dell’informatizzazione. 

CAMICI BIANCHI INTRAMOENIA : Le aziende sanitarie devono fare una definitiva ricognizione degli spazi disponibili per le attività libero-professionali e possono, con un sistema informatico speciale, utilizzare spazi presso strutture sanitarie esterne o autorizzare i singoli medici a operare nei propri studi. Attività in rete per tracciare i pagamenti, controllo del numero delle prestazioni svolte dal medico in regime ordinario e intramoenia. 

MEDICINA DIFENSIVA: Per valutare la responsabilità dei medici si terrà conto se hanno operato secondo linee guida e buone pratiche elaborate dalla comunità scientifica. Viene costituito un Fondo per garantire idonee coperture assicurative finanziato con il contributo di professionisti e assicurazioni, in percentuale sui premi incassati, non superiore al 4%. 

NOMINE PRIMARI E MANAGER: Più spazio al merito. Le Regioni dovranno nominare i direttori generali attingendo ad un elenco regionale di idonei costituito dopo una selezione fatta da una commissione di esperti indipendenti. Pubblicità sul web di bandi, nomine e valutazioni. I primari saranno scelti da primari della stessa disciplina, ma non della stessa asl, sorteggiati a livello nazionale. Il dg dovrà scegliere necessariamente entro la rosa dei primi tre candidati. 

NUOVI LEA: Si aggiornano i livelli essenziali di assistenza per malattie croniche, rare e ludopatia. 

FUMO: Vietata la vendita dei prodotti da fumo ai minori di 18 anni con sanzioni da 250 a 1000 euro, che passano da 500 a 2000 euro e sospensione della licenza per 3 mesi in caso di recidiva. 

SPORT: Linee guida per fare certificato medico a chi fa sport non agonistico o amatoriale, e defibrillatori automatici nelle società sportive professionistiche e dilettantistiche. 

SLOT MACHINE: Nella pubblicità si dovrà esplicitare le probabilità di vincita e il rischio di dipendenza dal gioco. Vietato l’accesso dei minori alle sale gioco. Rivedere, per le nuove concessioni, la dislocazione di punti gioco evitando la vicinanza a scuole, università, ospedali, luoghi di culto, anche su indicazione dei Comuni. 

ALIMENTAZIONE: Più informazione sui rischi del consumo di pesce crudo (sushi) e latte crudo; quest’ultimo vietato nella ristorazione collettiva, anche scolastica. Si aumenta al 20% il contenuto di succo naturale di frutta nelle bevande analcoliche. 

FARMACI: I farmaci innovativi riconosciuti dall’AiFa rimborsabili dal Ssn devono essere tempestivamente messi a disposizione delle strutture sanitarie di tutte le Regioni. Le Regioni potranno sperimentare modalità antispreco di confezionamento dei farmaci. All’Aifa vanno tutte le competenze di sperimentazione clinica dei medicinali, limitando il proliferare di comitati etici, con una gestione interamente telematica della documentazione sugli studi clinici. 

EDILIZIA OSPEDALI: Più collaborazione tra privato e azienda sanitaria pubblica. Facilitato l’uso di risorse per trasferire i pazienti degli ospedali psichiatrici giudiziari. 

MEDICINA POVERTÀ E MIGRANTI: L’Istituto nazionale migrazioni e povertà svolgerà programmi d’intervento interregionali per situazioni di disagio sanitario legate a povertà e migrazioni.

http://www.ecodibergamo.it

Bambini italiani, in bilico tra buone abitudini e sedentarietà. Ecco il decalogo per una vita salutare

Ad un anno dal lancio del progetto triennale di sensibilizzazione ‘Pronti, partenza, via!’ in 10 città sono coinvolti oggi oltre 27mila tra bambini, genitori ed operatori. Neri: “Movimento e socialità sono elementi essenziali per una crescita equilibrata

Fonte: Immagine dal web

 

Sedentari, pigri, poco interessati al gioco all’aria aperta o allo sport anche quando lo praticano, tutte attività sostituite oramai da tv e videogiochi. È la situazione della maggior parte dei bambini italiani, una fotografia che li vuole in precario equilibrio tra sane abitudini di vita da un lato, come la pratica di attività sportive e motorie, e la sedentarietà e le cattive abitudini dall’altro. Secondo un’accurata ricerca conoscitiva realizzata da Ipsos per Save the Children e Kraft Foods Italia sugli stili di vita di bambini e ragazzi di età compresa tra i 6 e i 17 anni, diffusa nei giorni scorsi insieme al Decalogo per uno stile di vita più salutare per bambini e famiglie , emerge infatti che il 60 per cento passa il proprio tempo libero al chiuso, il 39 per cento mangia quotidianamente davanti alla tv, un quinto non fa abitualmente colazione a casa e soltanto il 25 per cento segue l’importante regola dei 5 pasti al giorno.

BAMBINI E SPORT, UN BINOMIO DIFFICILE DA CONIUGARE…
Quasi un quinto dei bambini e adolescenti italiani, dunque, non pratica alcuna attività motoria nel tempo libero, con un aumento di un punto percentuale rispetto allo scorso anno. La percentuale sale al 24 per cento al Sud e nelle Isole, con dei picchi del 37 per cento a Napoli e del 33 per cento a Sassari. Costo elevato (21 per cento) o assenza sul territorio di strutture adeguate (16 per cento), sono tra le cause segnalate dai bambini, insieme al fatto che i genitori non possono accompagnarli (20 per cento), ma soprattutto al disinteresse nella pratica di un qualsiasi sport o attività motoria (ben il 38 per cento, in aumento del 12 per cento rispetto al 2011).

DALL’AUTO A LL’ASCENSORE, A TUTTA SEDENTARIETÀ. Quando si sposta per qualunque esigenza, anche solo per andare a scuola, il 41 per cento dei bambini e ragazzi lo fa accompagnato in auto (con un incremento del 3 per cento rispetto allo scorso anno, e con percentuali che toccano il 51 per cento a Bari e 50 per cento ad Ancona), e il 68 per cento cammina meno di 30 minuti al giorno (di questi il 23 per cento lo fa per meno di 15 minuti, percentuale che diventa del 35 per cento a Palermo e del 31 per cento a Napoli). Oltre un quarto di loro prende abitualmente l’ascensore, con picchi del 45 e 39 per cento rispettivamente ad Aprilia e nella provincia di Roma e a Palermo. 

SEMPRE PIÙ SOLITARI IN SPAZI AL CHIUSO. 
Secondo il 60 per cento dei genitori italiani, i loro figli passano il tempo libero prevalentemente a casa propria o di amici, percentuale che arriva al 66 per cento al Sud e nelle Isole e al 64 per cento nel nord ovest e che riguarda in misura maggiore la fascia d’età 11-13 anni (66 per cento). Maglia nera per Catania e Bari dove i genitori che dichiarano che i propri figli passano pochissimo tempo all’aperto sono rispettivamente il 73 e il 72 per cento. Di questi, il 26 per cento dichiara che non esistono spazi all’aperto dove i bambini possono incontrarsi con gli amici (che arriva al 46 per cento a Napoli, al 40 per cento a Genova e al 36 per cento a Catania), il 32 per cento dice che nei luoghi di aggregazione non esistono condizioni di sicurezza e pulizia adeguate (con il 46 per cento di Milano, e il 39 per cento di Napoli e Palermo), e infine il 42 per cento afferma di non poterli accompagnare e supervisionare (70 per cento a Sassari, 60 per cento Aprilia e provincia di Roma e 46 per cento ad Ancona). 

TELEVISIONE, UN’AMICA CON CUI PASSARE IL TEMPO. 
La televisione continua ad essere un’amica con cui spendere del tempo: i genitori dichiarano che più di 3 ore di TV al giorno sono la regola per quasi 1 bambino su 5 durante la settimana (la percentuale sale al 28, 26 e 24 per cento rispettivamente a Palermo, Torino e Milano), ma nel weekend lo diventano per più di 1 su 4 (con punte del 43 e 41 per cento a Milano e Palermo). Ore che spesso si sommano a quelle passate su internet (secondo i bambini e ragazzi italiani più di 3 ore al giorno per il 15 per cento di loro, con percentuali del 30 per cento a Milano e del 23 per cento a Palermo) o a giocare ai videogames (più di tre ore al girono per l’8 per cento, con vette del 18 per cento a Bari e del 16 per cento a Palermo). 

GENITORI, TRA IL CONTROLLO DELLA TV…
Un ragazzo su quattro afferma che i propri genitori non controllano per quanto resti incollato agli schermi, percentuali che salgono al 27 per cento per quanto riguarda la navigazione su internet (a Napoli e Aprilia, i genitori che non controllano quanto tempo i bambini passano davanti alla tv sono rispettivamente il 33 per cento e 30 per cento, mentre quelli che non controllano quanto tempo navigano in internet sono il 32 per cento ad Aprilia e il 29 per cento a Milano). Bari è anche la città che ha il record della mancanza di conoscenza delle abitudini dei figli da parte dei genitori: il 15 per cento di essi non sa quantificare il tempo passato dai figli davanti alla tv durante il weekend, mentre l’11 per cento ignora quello passato utilizzando i videogiochi.

…E L’ANSIA DEL GIOCO ALL’APERTA. 
 Per contro, il 57 per cento dei genitori si preoccupa se i figli stanno all’aperto (in leggera flessione rispetto al 59 per cento del 2011), prevalentemente per la paura degli sconosciuti (45 per cento, che sale fino al 68 per cento a Milano, 59 per cento a Sassari e 54 per cento Torino), seguita dal timore del traffico (25 per cento, con picchi del 38 per cento a Bari e del 35 per cento a Catania), che i figli si facciano male (25 per cento), o che frequentino amici pericolosi (3 per cento, che raggiunge però il 12 per cento a Palermo). 

IL DECALOGO PER UNO STILE DI VITA SALUTARE DI SAVE THE CHILDREN. “Benché sembra che la pratica di attività sportive e motorie sia abbastanza diffusa tra i ragazzi italiani, ad un esame più attento – ha spiegato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia -, emergono forti criticità legate al disinteresse in forte aumento rispetto alla pratica di sport e un lieve incremento dei comportamento sedentari, come il più frequente utilizzo dell’auto negli spostamenti ed una maggiore permanenza dei ragazzi a casa nel tempo libero”. “Indicatori preoccupanti, perché il movimento e la socialità sono elementi essenziali per la crescita equilibrata. Come abbiamo cercato di sintetizzare nel Decalogo per uno stile di vita più salutare per bambini e famiglie, esistono dei comportamenti virtuosi che bisogna cercare di innescare: stimolare a camminare per più di 30 minuti al giorno, ad esempio, è fondamentale, se consideriamo che il 68 per cento dei bambini e dei ragazzi italiani non lo fa”.

L’IMPORTANZA DELLA PRIMA COLAZIONE…Nonostante i genitori dichiarino di conoscere in genere le regole per un regime salutare (89 per cento) apprese soprattutto in ambito familiare (42 per cento), o da letture (39 per cento), il 37 per cento di loro non le applica con i propri figli. A partire dalla colazione mai fatta, o solo qualche volta a casa per il 12 per cento dei bambini. In flessione comunque la percentuale dei ragazzi che fa abitualmente colazione al bar, passata dal 5 all’1 per cento, probabile specchio della crisi economica, mentre se si indaga su cosa mangiano i ragazzi, sono latte (65 per cento), biscotti (47 per cento) e cereali (39 per cento) a farla da padroni. Per la maggior parte di essi, pari al 57 per cento, comunque la colazione varia.

…LA DANNAZIONE DELLA MERENDINA FUORI PASTO… La merenda fuori dai pasti principali (intesi come colazione, pranzo e cena) è un’abitudine consolidata solo per il 25 per cento dei bambini italiani, a cui si aggiunge un 43 per cento che lo fa qualche volta alla settimana, e la maggior parte di loro lo fa a metà pomeriggio (65 per cento): la raccomandazione dei pediatri di effettuare 5 pasti nell’arco della giornata è ben lontana dall’essere praticata.

...E L’INCUBO OBESITÀ. Il sovrappeso appare per i genitori un problema consueto che colpisce un cospicuo numero di bambini e ragazzi italiani e che preoccupa quando sfocia in obesità vera e propria: un genitore su quattro, infatti, afferma che riguardi oltre il 30 per cento dei bambini del nostro paese, ed in particolare la fascia d’età dai 6 ai 10 anni (per il 64 per cento di questi). Il sovrappeso è maggiormente presente in famiglie che denunciano qualche problematica o difficoltà relazionale o famiglie mono-reddito, in cui le madri sono casalinghe.

LUCI ED OMBRE DEL PIANETA NUTRIZIONE. “Anche per quanto riguarda il pianeta nutrizione emergono luci ed ombre – ha precisato Valerio Neri -. Se è vero che la maggior parte dei bambini e ragazzi italiani mangiano più o meno abitualmente frutta e verdura, è anche vero che solo un bambino su quattro fa propria la raccomandazione di pediatri e nutrizionisti di fare 5 pasti al giorno, un bambino su 10 decide autonomamente cosa mangiare e aumenta il numero dei genitori che non contesta ai figli il fatto di mangiare di fronte alla tv”. “Tali comportamenti a rischio si registrano soprattutto in contesti socio-economici disagiati e potrebbero estendersi a causa della crisi economica, che secondo la ricerca Ipsos sta mettendo in difficoltà il 29 per cento delle famiglie italiane, con un aumento del 10 per cento rispetto allo scorso anno”. 

ECCO PERCHÉ IL PROGETTO ‘PRONTI, PARTENZA, VIA!’. È questa la sfida che Save the Children ha raccolto più di un anno fa insieme a Kraft Foods Foundation e in partnership con il Centro Sportivo Italiano (CSI) e l’Unione Italiana Sport Per tutti (UISP), lanciando ‘Pronti, partenza, via!’, un progetto triennale per sostenere, con interventi mirati, la pratica motoria e sportiva e l’educazione alimentare dei bambini. L’intervento si propone, infatti, di sensibilizzare, informare e coinvolgere bambini, genitori, insegnanti e operatori del settore per promuovere stili di vita più salutari in aree particolarmente disagiate di 10 città italiane distribuite su tutto il territorio nazionale: Torino, Genova, Milano, Aprilia, Ancona, Sassari, Napoli, Bari, Palermo e Catania. “Oggi possiamo dire di essere sulla buona strada – ha commentato Neri -, con oltre 27mila beneficiari raggiunti, tra ragazzi, genitori e operatori, incidendo sui vari aspetti che compongono lo stile di vita di un bambino come il movimento, la fruizione del tempo libero, l’alimentazione, favorendo un’azione di integrazione sociale a contrasto dei fenomeni di emarginazione diffusi in ampie fasce della popolazione, soprattutto tra i più giovani”. 

MATERIALI
– Decalogo per uno stile di vita più salutare per bambini e famiglie

LINK
– Progetto ‘Pronti, partenza, via!’

Decine di neonati ammalati a causa di un nuovo latte Nestlé


1.JPG












Un nuovo alimento per neonati della Nestlé il ‘NAN HA 1Gold’ ha sollevato diversi dubbi in molti genitori e pediatri australiani, a causa degli effetti negativi osservati in decine di bambini dopo il consumo di questo prodotto.

 

di Alba Cannelli

 

Gli esperti hanno lanciato l’allarme dopo aver notato sintomi quali agitazione, eruzioni cutanee, nausea, feci acquose, naso che cola, vomito e disidratazione in alcuni dei bambini esaminati e che avevano assunto il latte della Nestlé NAN HA 1Gold, prodotto già in commercio, ma a cui è stata “aggiornata” la formula degli ingredienti. La notizia è stata riportata dall’agenzia News.com.

 

In realtà, sul sito web ‘Product Review’ è possibile trovare un elenco dei sintomi e più di 100 commenti negativi da parte di genitori dei bambini colpiti dagli effetti collaterali. Inoltre, la stessa multinazionale Nestlé ha consigliato ai genitori interessati di “consultare un medico per i loro figli, se questo li preoccupa”. Sul sito Productreview.com.au sono a centinaia i commenti di genitori che denunciano disfunzioni del bambino dopo l’assunzione di quest’ultima diavoleria della Nestlé. Centinaia di bambini che non avevano mai avuto nessun problema, dopo essere stati nutriti con questo surrogato di latte, hanno iniziato ad avere problemi. Gli esperti avvertono che i problemi relativi all’alimentazione per bambini stanno diventando sempre piùfrequenti in tutto il mondo. Come esempio, basta ricordare lo scandalo di qualche anno fa in Israele, associato al prodotto alimentare ‘Remedy-cimhit’. Gli effetti di questo prodotto diventano sempre più visibili quando i bambini raggiungono l’età di 7-8 anni, perché il ritardo nella crescita e lo sviluppo del sistema nervoso centrale e la parte del cervello era notevole. Il colpevole di tutto questo sono senza ombra di dubbio gli alimenti per neonati.

 

 

fonte

LA RAGAZZA CHE RISCHIA LA VITA PER LA COCA COLA

 

 

Una diciottenne inglese, Zoe Cross, sta pagando con seri problemi di salute la sua dipendenza dalla Coca Cola. Secondo i medici, la giovane potrebbe anche morire per l’eccessivo consumo della bevanda.

Zoe infatti beve circa dieci litri di Coca Cola al giorno: “Sì, ne sono dipendente, lo ammetto”, dice al Sun. La ragazza è appena uscita da cinque giorni di fleboclisi, una terapia necessaria a rimetterla in piedi. Se continuerà così, i suoi reni smetteranno di funzionare.

Per i medici non ci sono altre soluzioni: deve smettere di bere la sua bevanda preferita. “Ho sempre mal di testa terribili se non la bevo, ma spero di farcela”.

Fonte: www.cadoinpiedi.it –  www.thesun.co.uk