Tumori: papillomavirus legato a quelli della gola

 

(AGI) – New York, 3 dic. – Il papillomavirus, conosciuto perche’ tra i fattori che provocano il tumore della cervice, potrebbe essere legato anche a quelli delle corde vocali e della gola. Lo afferma uno studio della Chinese Academy of Medical Sciences pubblicato sul ‘Journal of Infectious Diseases’, basato sulle pubblicazioni precedenti nel campo. Lo studio ha combinato i dati di 55 ricerche degli ultimi 20 anni, trovando che in media il 28% delle persone con tumori della laringe e’ positiva al papillomavirus, anche se il tasso varia molto a seconda degli studi da zero al 79%. I ricercatori hanno anche confrontato 12 studi in cui erano messi a confronto tessuti cancerosi e non da un totale di 638 pazienti, scoprendo che quelli della gola hanno una probabilita’ 5,4 volte maggiore rispetto agli altri di essere positivi all’infezione da Hpv.
  (AGI) .
 

PIANO CON LE PAROLE! SENTENZA DELLA CASSAZIONE: E’ REATO DIRE “NON HAI LE PALLE”

 
 

Sesto San Giovanni –    Una notizia curiosa, che può interessare il modo di esprimersi di molti sestesi. Rivolgersi a qualcuno dicendogli “non hai le palle” e’ un reato e, per questo, puo’ costare una condanna e il pagamento di un risarcimento dei danni. La quinta sezione penale della Cassazione ha per questo annullato, con rinvio al giudice civile, l’assoluzione pronunciata dal tribunale di Potenza nei confronti di un giudice di pace di Brindisi, accusato di ingiuria ai danni di un avvocato, per avergli rivolto la frase incriminata. L’episodio era avvenuto al tribunale di Taranto e il giudice del merito, considerando il fatto che l’imputato e la parte offesa sono cugini, aveva minimizzato l’accaduto dicendo che si trattava soltanto di una “contesa familiare”. Per la Suprema Corte (sentenza n.30719), “a parte la volgarita’ dei termini utilizzati, l’espressione ha una evidente e obiettiva valenza ingiuriosa, atteso che con essa si vuole insinuare non solo e non tanto la mancanza di virilita’ del destinatario, ma la sua debolezza di carattere, la mancanza di determinazione, di competenza e di coerenza, virtu’ che, a torto o a ragione, continuano ad essere individuate come connotative del genere maschile”. Inoltre, il fatto che l’ingiuria venne pronunciata in un “contesto lavorativo” – l’ufficio giudiziario – “a voce alta” ed era “udibile anche da terze persone”, mette in luce, secondo gli ‘ermellini’, “il pericolo di lesione della reputazione” della parte offesa, il quale “non poteva essere aprioristicamente escluso sulla base di una pretesa evoluzione del linguaggio e volgarizzazione delle modalita’ espressive”. (AGI) 

TUMORI: IN ITALIA AUMENTA LA SOPRAVVIVENZA MA GAP NORD-SUD

(AGI) – Roma, 14 nov. – In Italia la sopravvivenza dei malati di tumore continua ad aumentare, ma al Sud e’ di 4-10 punti percentuali piu’ bassa che al Centro-Nord. Lo rivela il rapporto dell’Associazione Italiana Registri Tumori (Airtum) 2011, dedicato alla sopravvivenza oncologica e basato sulle informazioni raccolte dai 31 Registri afferenti alla rete Airtum, che complessivamente copre il 38% della popolazione residente nel Paese. Secondo il rapporto, poi, se si considera l’insieme di tutti i tumori (esclusi quelli di vescica e cute), la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi dei malati oncologici e’ pari al 50% per gli uomini e al 60% per le donne, dato superiore alla media europea e simile a quello registrato nei Paesi scandinavi, mentre e’ inferiore a quello degli Stati del Nord America. Inoltre tra il 1990 e il 2007 il periodo di permanenza in vita dei malati di cancro in Italia e’ aumentato del 14% per gli uomini e del 9 per le donne. Miglioramento che permane anche a distanza di 10 e 15 anni dalla diagnosi.
  Tuttavia, si legge nel dossier, la sopravvivenza a 5 anni per i tumori di maggiore impatto sociale mostra che a fianco di neoplasie a buona prognosi permangono ancora tumori a prognosi infausta: la sopravvivenza e’ alta per alcune sedi tumorali quali tiroide (94%), mammella (87%), prostata (89%), cervice uterina (61%) e colon-retto (58%); e’ inferiore al 50% per le leucemie considerate nel loro insieme (43%) e per il tumore dello stomaco (29%); al di sotto del 20% per fegato (14%) e polmone (13%). Inoltre, negli uomini la sopravvivenza a 5 anni e’ di circa 10 punti percentuali piu’ bassa rispetto a quella delle donne. Nella gran parte dei tumori maligni la sopravvivenza appare inversamente proporzionale all’eta’. Le analisi hanno riguardato oltre 1.490.000 casi di tumore diagnosticati tra il 1990 e il 2007, con aggiornamento dello stato in vita al 31 dicembre 2008. “Il dato rassicurante e’ che nel nostro Paese la sopravvivenza dei malati di tumore cresce ancora, quello che fa piu’ riflettere e’ la permanenza di una differenza tra Centro-Nord e Sud che varia tra i 4 e i 10 punti percentuali in relazione ai diversi tumori”, ha spiegato Mario Fusco, direttore del Registro Tumori di popolazione della Campania, coordinatore del Rapporto, “il divario era gia’ noto, ma ora l’affermazione e’ rafforzata dall’accresciuta rappresentativita’ dei registri del Sud”. Le sopravvivenze piu’ basse rilevate al Sud, ha aggiunto l’esperto, “riguardano tumori diversi per prognosi e disponibilita’ d’interventi, tendono a persistere anche tra coloro che sono sopravvissuti al primo anno dopo la diagnosi e tra i malati che sopravvivono per piu’ di 5 anni dalla data di diagnosi. Cio’ significa che la piu’ bassa sopravvivenza non e’ limitata ai casi con malattia intercettata in stadio piu’ avanzato. Quest’ultimo elemento suggerisce che le criticita’ all’interno dei sistemi sanitari delle Regioni meridionali non siano limitate alla fase diagnostica, ma siano presenti anche nelle successive fasi di gestione della malattia”. Lo studio, finanziato dal ministero della Salute tramite il Centro per la prevenzione e il controllo delle malattie (CCM), e’ pubblicato come supplemento a Epidemiologia & Prevenzione, la rivista dell’Associazione Italiana di Epidemiologia, e scaraicabile da www.registritumori.it. (AGI) .

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