1 MAGGIO 2014 FESTA DEL LAVORO E DEI LAVORATORI

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1 MAGGIO 2014 FESTA DEL LAVORO E DEI LAVORATORI
1 Maggio 2014 strana festa del lavoro in un paese che va
a grandi falcate verso l’abisso e dove si ringrazia chi
direttamente,vedi euro,e,indirettamente,vedi bce,lo sta spingendo verso il sopracitato abisso.
In compenso domani le piazze saranno piene di concerti per il primo maggio e la mattina occupate dai sindacati per il solito discorso che ormai si ripete anno dopo anno e che l ‘unica cosa che cambia e al massimo l’oratore.
1 maggio festa dei lavoratori dove:
-i lavoratori dl commercio saranno quasi tutti sul posto di lavoro,visto le aperture selvagge dei negozi,chi obbligato per i nuovi contratti e chi per paura che l’anno dopo festeggi la festività da disoccupato;
-i mezzi di trasporti cittadini la mattina dovranno circolare per portare i manifestanti per i comizi sindacali in piazza e per tornare a casa finiti questi
-gli statali e della pubblica amministrazione locale non lavorano che tranne la polizia,che deve mantenere l’ordine per il solito tram tran quotidiano dovranno presenziare i sopracitati comizi sindacali
– i precari lavoreranno perché sperano in un assunzione a tempo determinato,anche se qualcuno considera i contratti a tempo e terminati noiosi,in modo di aver qualche possibilità in più di poter costruire un futuro,una casa e una famiglia mica cose assurde credo io
– infine non per ultimo i disoccupati e chi è in cerca di prima occupazione abbiano penso che avranno poca voglia di festeggiare
In piazza nei comizi dei sindacati avremmo forse la claque che ogni oratore si porta dietro e i vari sindacalisti della piramide organizzativa cominciando dal sindacalista che opera sul posto di lavoro fino al capoccia che farà il suo discorsetto per poi tornarsene nella sua bambagia d’oro.
Perché non ho sentito nessuno della triplice,e da altri sindacati dichiarare di voler almeno dimezzare il contributo che ogni lavoratore o pensionato che sia iscritto da mensilmente a secondo della propria busta paga.
Mentre in piazza per i concerti oltre ai cantanti e gruppi musicali,che come cantava Bennato in “sono solo canzonette”.
Gli impresari di partito
mi hanno fatto un altro invito
e hanno detto che finisce male
se non vado pure io
al raduno generale
della grande festa nazionale!
hanno detto che non posso
rifiutarmi proprio adesso
che anche a loro devo il mio successo,
che son pazzo ed incosciente
sono un irriconoscente
un sovversivo, un mezzo criminale
Tornando ai vari concerti in piazza per il 1 Maggio grandi o piccoli che siano,teletrasmesse da canali pubblici italiani,rai,saranno le piazze piene di giovani per la maggioranza,che oggi studiano e che non sanno cosa gli aspetta il domani che vedendo come si sta evolvendo non si presenta tanto roseo.

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Primo Maggio 2013: Ecco tutti i musei statali aperti gratuitamente!

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Anche quest’anno il 1° Maggio 2013, il giorno della festa dei lavoratori, sarà possibile visitare la gran parte dei luoghi della cultura statali gratuitamente, grazie all’apertura straordinaria di oltre 400 tra musei, monumenti ed aree archeologiche. Profittiamo quindo di questo giorno di festa per godere del nostro immenso patrimonio culturale, perdiamoci ancora una volta nella bellezza.
Trovate tutti i luoghi della cultura aperti gratuitamente il primo Maggio sul sito del Ministero dei beni culturali, il così dettoMibac, nel quale sono anche precisati gli orari di questa apertura straordinaria, sito per sito, regione per regione. Buona 1° Maggio a tutti 🙂
MONUMENTI APERTI REGIONE PER REGIONE:



Fonte: http://tuttalabellezzadelmondo.it/

1° maggio: INSIEME SI PUO’

 

Pranzo solidale per un progetto di lotta alla povertà

 

Anche nella “ricca” Lombardia la crisi c’è – e si sente: aumenta la disoccupazione, diminuiscono i redditi a disposizione delle famiglie, cresce il numero delle persone in condizione di grave deprivazione e povertà assoluta che per diverse ragioni si trovano, spesso all’improvviso e per la prima volta nella loro vita, senza un alloggio, un pasto quotidiano, servizi sanitari e di sostegno per sé e per i propri figli.

Ciò produce vergogna, perdita d’identità e di dignità, sofferenza e il diffondersi di fenomeni di depressione e di disperazione.

Aumentano le disuguaglianze sociali e le differenze di reddito tra i ricchi e i poveri.

Non bisogna essere disoccupati per diventare poveri: l’indigenza colpisce anche i nuclei famigliari più numerosi e con bambini, le giovani coppie, chi ha un lavoro precario, chi soffre di malattie o disabilità e gli anziani, in maggioranza donne; una difficoltà esistenziale che spesso impedisce di far fronte alle spese dei bisogni primari: spese alimentari, casa, utenze, tariffe di servizi o di prestazioni sanitarie.

Oltre che dalla deprivazione materiale, la qualità della vita delle persone in difficoltà economica è spesso segnata dalla solitudine, dalla mancanza della possibilità di intrecciare relazioni umane e di attingere al capitale sociale della realtà nella quale vivono. 

Le previsioni del prossimo futuro non lasciano intravedere alcuna luce in fondo al tunnel, anzi, il rischio è di un peggioramento della situazione economica e delle condizioni materiali di fasce sempre più ampie della popolazione che i tagli pesantissimi allo stato sociale prodotti dalle politiche di austerità non fanno che aggravare. Solo una robusta, capillare e integrata rete di welfare potrebbe invece costituire una base sicura per politiche efficaci di contrasto al decadimento delle condizioni generali di vita della popolazione del nostro Paese.

La cronaca ci racconta ogni giorno episodi drammatici, che sono la punta d’iceberg di una realtà sommersa fatta di milioni di persone che, da una condizione di normalità, sono state spinte dalla crisi ai margini della società, e per le quali è quanto mai urgente una svolta nelle politiche economiche e sociali.

Assieme alle risposte di tipo sindacale e politico, dobbiamo e vogliamo sperimentarci su un terreno di risposta ai bisogni quotidiani che si fanno sempre più impellenti e che non riguardano più solo i soggetti “deboli”.  

Vogliamo insieme impegnarci ad interagire, a migliorare e a rendere stabile e continuativa, integrandola, l’azione che oggi è lasciata alle singole realtà associative.

Vogliamo costruire uno spazio comune di pensiero e di azione nel quale ciò che un’associazione produce – tramite un progetto o il proprio impegno quotidiano – possa trovare interlocutori e sostenitori attenti che, con i propri mezzi e le proprie strutture, contribuiscano a facilitarlo, potenziarlo e amplificare. 

In questo quadro si esplica la costante e tenace azione delle organizzazioni di rappresentanza degli interessi dei lavoratori e della società civile presenti nel nostro territorio, e che richiede un impegno eccezionale da parte di tutti gli attori del sistema. Il territorio, come luogo in cui i bisogni si esprimono in tutta la loro urgenza e disarmante essenzialità, pone domande precise al sindacato confederale, alle associazioni che lì operano e delle istituzioni che lo amministrano. In questo contesto, il coinvolgimento degli enti locali, e delle Amministrazioni Comunali in particolare, è molto importante: i bisogni essenziali e la disperazione che la povertà produce si riversano spesso sull’istituzione che i cittadini sentono più vicina; tuttavia, i Comuni sempre meno riescono a dare risposte risolutive ad un problema che mese dopo mese si fa dilagante. La ristrettezza di risorse in cui tutti noi dobbiamo operare, ci obbliga a mettere insieme le forze.  Il contrasto alla povertà, il richiamo alla concretezza dei bisogni essenziali, deve diventare la priorità di ogni organizzazione e di ogni livello territoriale soprattutto in un momento in cui credibilità e vicinanza delle istituzioni, delle organizzazioni di rappresentanza e più in generale delle varie forme dell’azione collettiva vacillano, la necessità di un richiamo alla concretezza dei bisogni è quanto mai impellente.

Abbiamo deciso di dedicare la Festa del Lavoro al contrasto alla povertà, perché questa è una situazione di emergenza.

 

Il Primo maggio 2013 siamo al Carroponte presso lo spazio MIL di Sesto San Giovanni per testimoniare la nostra vicinanza alle persone che vivono in condizioni di povertà.

Ci incontreremo, mangeremo insieme, ci racconteremo e ci ascolteremo.

 

Quello del Primo maggio non sarà un episodio sporadico, ma l’occasione per costruire una rete stabile di solidarietà sul territorio.

Ci impegnamo tutti, sindacati e associazioni, ognuno con il proprio ruolo, a realizzare insieme azioni comuni capaci di durare nel tempo, a verificare con le Istituzioni, a partire da Regione Lombardia, l’attuazione di un intervento straordinario di contrasto alla povertà e alla emarginazione sociale e a contribuire, per questa via a ricostruire una società con al centro lavoro e giustizia sociale.

Il lavoro per riconoscere alla persona la dignità e un ruolo attivo nella società.

La giustizia sociale come obiettivo di equità in un sistema che alimenta le disuguaglianze.

Continueremo sapendo che diritti e dignità passano attraverso l’iniziativa politica, sociale e sindacale.

 

  

Festa del lavoro 1 Maggio

Festa del lavoro e dei lavoratori
Data 1º maggio
Celebrata in bandiera Italia bandiera Francia bandiera Regno Unito bandiera Spagna bandiera Cile bandiera Cina bandiera Germania bandiera Russia bandiera Grecia bandiera dell'Unione europeaUnione europea bandiera Slovenia
Avvenimento celebrato festa dei lavoratori
Feste correlate Labor Day
Data d’istituzione In Italia: istituita nel 1891, soppressa nel 1925 e reistituita nel 1945

La Festa del lavoro o Festa dei lavoratori è una festività mondiale celebrata il 1º maggio di ogni anno che intende ricordare l’impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori. La festa del lavoro è riconosciuta in molte nazioni del mondo ma non in tutte.

Origini internazionali

Più precisamente, con essa si intendono ricordare le battaglie operaie volte alla conquista di un diritto ben preciso: l’orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore (in Italia con il r.d.l. n. 692/1923). Tali battaglie portarono alla promulgazione di una legge che fu approvata nel 1867[1] nell’Illinois (USA). La Prima Internazionale richiese poi che legislazioni simili fossero introdotte anche in Europa.

L’origine della festa risale ad una manifestazione organizzata negli Stati Uniti dai Cavalieri del lavoro (Knights of Labor, associazione fondata nel 1869) a New York il 5 settembre 1882. Due anni dopo, nel 1884, in un’analoga manifestazione i Cavalieri del lavoro approvarono una risoluzione affinché l’evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate all’Internazionale dei lavoratori – vicine ai movimenti socialisti ed anarchici – suggerirono come data della festività il primo maggio.

Ma a far cadere definitivamente la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886 a Chicago (USA) e conosciuti come rivolta di Haymarket. Il 3 maggio i lavoratori in sciopero di Chicago si ritrovarono all’ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l’assembramento sparò sui manifestanti uccidendone due e ferendone diversi altri. Per protestare contro la brutalità delle forze dell’ordine gli anarchici locali organizzarono una manifestazione da tenersi nell’Haymarket square, la piazza che normalmente ospitava il mercato delle macchine agricole. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio quando la polizia sparò nuovamente sui manifestanti provocando numerose vittime, anche tra i suoi.

L’11 novembre del 1887 a Chicago (USA), quattro operai, quattro organizzatori sindacali e quattro anarchici furono impiccati per aver organizzato il 1º maggio dell’anno precedente lo sciopero e una manifestazione per le otto ore di lavoro.

Il 20 agosto fu emessa la sentenza del tribunale: August Spies, Michael Schwab, Samuel Fielden, Albert R. Parsons, Adolph Fischer, George Engel e Louis Lingg furono condannati a morte; Oscar W. Neebe a reclusione per 15 anni. Otto uomini condannati per essere anarchici, e sette di loro condannati a morte. Le ultime parole pronunciate furono: Spies: “Salute, verrà il giorno in cui il nostro silenzio sarà più forte delle voci che oggi soffocate con la morte!” Fischer: “Hoc die Anarchie! (Viva l’anarchia!)” Engel: “Urrà per l’anarchia!” Parsons, la cui agonia fu terribile, riuscì appena a parlare, perché il (boia) strinse immediatamente il laccio e fece cadere la trappola. Le sue ultime parole furono queste: “Lasciate che si senta la voce del popolo!

L’allora presidente Grover Cleveland ritenne che la festa del primo maggio avrebbe potuto costituire un’opportunità per commemorare questi episodi. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse risultare troppo a favore del nascente socialismo, stornò l’oggetto della festività sull’antica organizzazione dei Cavalieri del lavoro. Pochi giorni dopo il sacrificio dei Martiri di Chicago, i lavoratori di Chicago tennero un’imponente manifestazione di lutto, a prova che le idee socialiste non erano affatto morte.

La data del primo maggio fu adottata in Canada nel 1894 sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferito a precedenti marce di lavoratori tenute a Toronto e Ottawa nel 1872.

In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata in Italia due anni dopo. La rivista La Rivendicazione, pubblicata a Forlì, cominciava così l’articolo Pel primo Maggio, uscito il 26 aprile 1890: “Il primo maggio è come parola magica che corre di bocca in bocca, che rallegra gli animi di tutti i lavoratori del mondo, è parola d’ordine che si scambia fra quanti si interessano al proprio miglioramento”[2].

La Festa dei Lavoratori in Italia

Appena si diffuse la notizia dell’assassinio degli esponenti anarchici di Chicago, nel 1888, il popolo livornese si rivolse prima contro le navi statunitensi ancorate nel porto, e poi contro la Questura, dove si diceva che si fosse rifugiato il console USA.

Tra le prime documentazioni filmate della festa in Italia, il produttore cinematografico Cataldo Balducci presenta il documentario “Grandiosa manifestazione per il primo maggio 1913 ad Andria” (indetta dalle classi operaie) che riprende la festa in 7 quadri, e si può – così – vedere il corteo che percorre le strade affollate della Città: gli uomini, tutti con il cappello, seguono la banda che suona, con alcune bandiere.

In Italia la festività fu soppressa durante il ventennio fascista – che preferì festeggiare una autarchica Festa del lavoro italiano il 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma – ma fu ripristinata subito dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945.

Nel 1947 la ricorrenza venne funestata a Portella della Ginestra (PA) quando, la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina.

Dall’anno 1990 i sindacati italiani CGILCISL e UIL organizzano annualmente a Roma un concerto per celebrare il primo maggio a cui partecipano ogni anno centinaia di migliaia di persone.

1 Maggio Diverse nazioni: Festa dei lavoratori

Festa dei lavoratori

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

La Festa del lavoroFesta dei lavoratori è una festività celebrata il 1º maggio di ogni anno che intende ricordare l’impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori. La festa del lavoro è riconosciuta in molte nazioni del mondo ma non in tutte.


Più precisamente, con essa si intendono ricordare le battaglie operaie volte alla conquista di un diritto ben preciso: l’orario di lavoro quotidiano fissato in otto ore. Tali battaglie portarono alla promulgazione di una legge che fu approvata nel 1866 nell’Illinois (USA)[senza fonte]. La Prima Internazionale richiese poi che legislazioni simili fossero approvate anche in Europa.
Origini internazionali

L’origine della festa risale ad una manifestazione organizzata negli Stati Uniti dai Cavalieri del lavoro (Knights of Labor, associazione fondata nel 1869) a New York il 5 settembre 1882. Due anni dopo, nel 1884, in un’analoga manifestazione i Cavalieri del lavoro approvarono una risoluzione affinché l’evento avesse una cadenza annuale. Altre organizzazioni sindacali affiliate all’ Internazionale dei lavoratori – vicine ai movimenti socialisti ed anarchici – suggerirono come data della festività il primo maggio.

Ma a far cadere definitivamente la scelta su questa data furono i gravi incidenti accaduti nei primi giorni di maggio del 1886Chicago (USA) e conosciuti come rivolta di Haymarket. Questi fatti ebbero il loro culmine il 4 maggio quando la polizia sparò sui manifestanti provocando numerose vittime.

L’allora presidente Grover Cleveland ritenne che la festa del primo maggio avrebbe potuto costituire un’opportunità per commemorare questo episodio. Successivamente, temendo che la commemorazione potesse risultare troppo a favore del nascente socialismo, stornò l’oggetto della festività sull’antica organizzazione dei Cavalieri del lavoro.

La data del primo maggio fu adottata in Canada nel 1894 sebbene il concetto di festa del lavoro sia in questo caso riferito a precedenti marce di lavoratori tenute a TorontoOttawa nel 1872.

In Europa la festività del primo maggio fu ufficializzata dai delegati socialisti della Seconda Internazionale riuniti a Parigi nel 1889 e ratificata inItalia due anni dopo.

La Festa dei Lavoratori in Italia

Concerto del primo maggio a Roma nel 2007. I presenti erano circa 700.000[1]

In Italia la festività fu soppressa durante il ventennio fascista – che preferì festeggiare una autarchicaFesta del lavoro italiano il 21 aprile in coincidenza con il Natale di Roma – ma fu ripristinata subito dopo la fine del conflitto mondiale, nel 1945.

Nel 1947 la ricorrenza venne funestata a Portella della Ginestra (PA) quando la banda di Salvatore Giuliano sparò su un corteo di circa duemila lavoratori in festa, uccidendone undici e ferendone una cinquantina.

I sindacati italiani CGILCISLUIL organizzano annualmente a Roma un concerto per celebrare il primo maggio dall’anno 1990 (vedi Concerto del Primo Maggio a Roma a cui partecipano annualmente centinaia di migliaia di persone).

Le prime vittime della storia operaia in Italia

Le prime vittime della storia operaia furono napoletane. Nell’estate del 1863, accade un triste episodio a Portici, nel cortile delle officine diPietrarsa. Una vicenda storica poco conosciuta data la copertura poliziesca della monarchia sabauda, subentrante a quella borbonica, che da poco aveva invaso il Regno delle Due Sicilie dando vita all’Italia unita di stampo piemontese. I documenti del “Fondo Questura” dell’Archivio di Stato di Napoli riportano ciò che accadde quel giorno. Dopo l’Unità d’Italia, il Real Opificio Borbonico di Pietrarsa, il più grande e importante della penisola, passa alla proprietà di Jacopo Bozza, un uomo con la fama dello sfruttatore. Costui, artificiosamente, prima dilata l’orario di lavoro abbassando nello stesso tempo gli stipendi, poi taglia in maniera progressiva il personale mettendo in ginocchio la produzione. Il 23 Giugno 1863, a seguito delle proteste del personale, promette di reimpiegare centinai di operai licenziati tra i 1050 impiegati al 1860. Sui muri dello stabilimento compar questa scritta: “muovetevi artefici, che questa società di ingannatori e di ladri con la sua astuzia vi porterà alla miseria”. Sulle pareti prossime ai bagni vengono segnate col carbone queste parole: “Morte a Vittorio Emanuele II, il suo Regno è infame, la dinastia Savoja muoja per ora e per sempre”. La promessa di Bozza è uno dei tanti bluff che l’impresario nasconde continuando a rassicurare i lavoratori e rallentando la loro ira elargendo metà della paga concessa dal nuovo Governo, una prima forma di cassa-integrazione sulla quale si è retta la distruzione dell’economia meridionale nel corso degli anni a venire. il 31 Luglio 1863 gli operai scendono ad appena 458 mentre a salire è la tensione. Bozza da una parte promette pagamenti che non rispetterà, dall’altra minaccia nuovi licenziamenti che decreterà. La provocazione supera il limite della pazienza e al primo pomeriggio del 6 Agosto 1863, il Capo Contabile dell’opificio di Pietrarsa, Sig. Zimmermann, chiede alla pubblica sicurezza sei uomini con immediatezza perché gli operai che hanno chiesto un aumento di stipendio incassano invece il licenziamento di altri 60 unità. Poi implora addirittura l’intervento di un Battaglione di truppa regolare dopo che gli operai si sono portati compatti nello spiazzo dell’opificio in atteggiamento minaccioso. Convergono la Guardia Nazionale Italiana, i Bersaglieri e iCarabinieri, forze armate italiane da poco ma piemontesi da sempre, che circondano il nucleo industriale. Al cancello d’ingresso trovano l’opposizione dei lavoratori e calano le baionette. Al segnale di trombe al fuoco, sparano sulla folla, sui tanti feriti e sulle vittime. La copertura del regime poliziesco parla di sole due vittime e sei feriti trasportati all’Ospedale. Ma i morti sono almeno quattro: Luigi Fabbricini, Aniello Marino, Domenico Del Grosso e Aniello Olivieri. Sono questi i nomi accertati dei primi martiri della storia operaia italiana.

Note

  1. ^ Concertone a Roma per 700mila Repubblica, 1º maggio 2007

Marcia 1 Maggio

Eventi e tempo libero

Eventi a Sesto


MARCIA DEL PRIMO MAGGIO

La grande Marcia di Sesto torna anche quest’anno.
Dal Campo Sportivo “Pino Dordoni” di via Nino Bixio partiranno la gara femminile alle 10.00 e la gara maschile alle 16.00.

I nomi di quest’anno fanno battere il cuore: Alex Schwazer, l’altoatesino medaglia d’oro a Pechino e idolo dei giovanissimi, il noto Ivano Brugnetti che l’anno scorso ha ottenuto il secondo posto, e l’atleta internazionale Francisco Fernandez.
Tra le donne, spiccano sicuramente i nomi di Kjersti Plätzer, la medaglia di bronzo a Pechino Elisa Rigaudo e la romena Claudia Stef.

Scarica il circuito
Le iscritte alla marcia
Gli iscritti alla marcia
Quando: il 01/05/2009
Orario: 10.00 partenza donne – 16.00 partenza uomini
Dove: Campo Sportivo “Dordoni”, sesto San Giovanni
Info: Staff del Sindaco
Costo: gratuito
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