Telefonini, Ministro Fazio chiede parere a Consiglio superiore di sanità su studio OMS

Il Ministro della Salute Ferruccio Fazio ha chiesto un parere al Consiglio superiore di sanità in merito all’allarme lanciato dell’ Agenzia Internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc) dell’ Organizzazione mondiale della sanità sull’uso dei telefoni cellulari con particolare riferimento alle misure precauzionali da intraprendere.

La Iarc, in base a un’analisi della letteratura scientifica da parte di un gruppo di esperti, ha classificato il rischio connesso all’uso dei telefoni cellulari in classe “2b”, su una scala di valutazione del rischio che prevede cinque livelli. Significa che vi è la possibilità di rischio per la salute ma anche che occorrono altre ricerche nel lungo periodo per stabilire con certezza una correlazione tra chi fa un uso intensivo del cellulare e il rischio di cancro.

La classificazione si basa sull’aumento di alcuni tipi di tumore, glioma e neuroma acustico, che è stato evidenziato tra gli utilizzatori di telefoni cellulari in seguito a numerosi studi. Tuttavia la Iarc precisa che non si possono trarre conclusioni per altri tipi di cancro. Le prove sono state ritenute insufficienti anche per quanto riguarda l’esposizione ambientale e lavorativa.

In attesa che siano disponibili ulteriori informazioni, la Iarc invita a prendere misure pratiche per ridurre l’esposizione ai campi elettromagnetici, per esempio l’utilizzo di auricolari o vivavoce oppure di SMS.

Consulta il comunicato Iarc

Data pubblicazione: 01 giugno 2011

http://www.salute.gov.it/dettaglio/dettaglioNews.jsp?id=1561&tipo=new

Trapianti: aumentano nel 2011 i donatori, stabile il numero di organi trapiantati

Medici con valigetta organi

Nei primi mesi del 2011 i donatori di organi sono in lieve aumento rispetto al 2010 (+3,8%), mentre è stabile il numero di organi trapiantati (+1%). Si registra un invecchiamento degli organi donati, dato in linea con il trend generale di invecchiamento della popolazione. In sostanza, aumentano i donatori ma sale anche l’ età media, arrivata ormai a 62 anni. In aumento i trapianti di rene da vivente, e le donne donano molto più degli uomini pur ricevendo meno trapianti.

Questo il quadro sintetico illustrato dal direttore del Centro Nazionale Trapianti (CNT), Nanni Costa, in occasione della Conferenza stampa del 26 maggio 2011 per l’avvio della Campagna nazionale per la donazione e i trapianti 2011, che si è tenuta a Roma presso l’Auditorium del Ministero della Salute in Lungotevere Ripa.

“Abbiamo notato che la sopravvivenza media in lista d’attesa è piuttosto alta, segno che il sistema riesce a far sopravvivere i pazienti anche con gravi insufficienze di organo per anni – ha spiegato il Ministro Ferruccio Fazio intervenendo alla Conferenza – Occorre dunque trasferire le metodologie impiegate per i trapianti in una filiera unica per il trattamento delle gravi insufficienze, che prenda strade alternative come le terapie rigenerative o gli organi artificiali, disegnando nuovi percorsi della presa in carico dei pazienti in attesa”.

Anche quest’anno il Ministero della Salute, in collaborazione con il CNT e le maggiori Associazioni di settore, ha previsto numerose iniziative di comunicazione per promuovere la cultura della donazione come gesto di responsabilità sociale, come illustrato dal Direttore della Comunicazione Daniela Rodorigo, che aprendo la Conferenza stampa ha ringraziato tutte le Associazioni per il lavoro svolto.

Tra le iniziative previste nell’ambito della Campagna 2011:

  • la Giornata Nazionale Donazione e Trapianto di Organi e Tessuti, indetta quest’anno per il 29 maggio 2011
  • incontri nelle scuole medie, inferiori e superiori, nelle quali sara’ distribuito un kit con materiale informativo (progetti “TVD – Ti voglio donare” e “Salvo e Gaia”)
  • spot televisivo che andrà in onda sulle reti Rai, da cui è stata tratta anche una versione radiofonica
  • istituzione del premio “Amici per la vita”, assegnato dal ministro della Salute Ferruccio Fazio a personalità, associazioni o strutture che si siano distinte nel campo sanitario, della solidarieta’ o della promozione dei valori della donazione e del trapianto
  • campagna di sensibilizzazione presso alcuni centri commerciali (l’immagine della Campagna verrà inserita nei carrelli della spesa)
  • http://www.salute.gov.it/dettaglio/phPrimoPianoNew.jsp?id=316

 

Data pubblicazione: 26 maggio 2011

Approvate le Linee di indirizzo per l’assistenza delle persone in stato vegetativo e di minima coscienza

La Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ha approvato il 5 maggio 2011 le Linee di indirizzo sugli stati vegetativi e di minima coscienza.
Il documento prevede la realizzazione di un sistema integrato ospedale-territorio per costruire un percorso di “dimissione protetta”, riducendo al minimo la permanenza nei reparti di rianimazione e intensivi e favorisca al più presto il trasferimento in ambienti più adeguati a fornire un’assistenza più attenta agli aspetti funzionali e riabilitativi del paziente e al benessere della propria famiglia.

“L’approvazione delle linee guida sugli stati vegetativi – dichiara il sottosegretario alla Salute, On. Eugenia Roccella – rappresenta il punto di arrivo di un lungo lavoro avviato sin dall’inizio di questo governo. Il documento recepisce infatti nella sostanza i risultati della Commissione di esperti sullo stato vegetativo e di minima coscienza, da me presieduto, e delle associazioni che hanno collaborato con il Ministero alla realizzazione del libro bianco”.
“Le linee guida – prosegue il sottosegretario – rappresentano un obiettivo importante per una società che sappia tutelare i più deboli e più fragili, capace di accogliere, come noi abbiamo fatto, l’appello delle famiglie che, con fatica e dedizione, assistono i propri cari in stato vegetativo, uomini e donne in condizioni di disabilità estrema. Il documento oggi approvato fornirà alle Regioni i giusti strumenti per affrontare il problema dell’appropriatezza del percorso assistenziale di questi disabili che, come ci insegna il Libro bianco, deve essere personalizzato e costruito sulle reali esigenze dei malati e delle loro famiglie. È per questo importante ottimizzare le risorse disponibili (come i fondi che già da due anni il governo ha vincolato agli obiettivi di piano) per implementare, per esempio, la rete di accoglienza specializzata puntando sulla riabilitazione poiché si tratta di malati che, sottoposti a determinati programmi, possono migliorare. E’ la prima volta che un atto istituzionale di alto profilo come le linee guida recepisce le istanze delle associazioni che in questo percorso sono state di fatto riconosciute, e continueranno ad esserlo, come interlocutori.”   

Leggi le Linee di indirizzo

 

Data pubblicazione: 06 maggio 2011

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23-30 aprile 2011, Settimana Europea della Vaccinazione

Logo della Settimana Europea della VaccinazioneLa Settimana Europea della Vaccinazione – SEV (European Immunization Week – EIW) è un’iniziativa dell’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS, lanciata nel 2005 con un progetto pilota in 3-5 Paesi e, a partire dal 2006, attuata dagli Stati Membri della Regione Europea.
Per una settimana, nel mese di aprile, nei Paesi di tutta la Regione, sotto lo slogan comune “Prevenire, Proteggere, Immunizzare”, si svolgono attività per informare e coinvolgere la popolazione ed i professionisti sanitari sul tema delle vaccinazioni e per affrontare le sfide future in tale ambito. Queste attività includono convegni, corsi di formazione per gli operatori sanitari, la diffusione di materiale informativo, workshop, conferenze stampa e tavole rotonde con i decisori politici.

Queste attività, incentrate su una comunicazione mirata, contribuiscono alla realizzazione dell’obiettivo primario di raggiungere e mantenere elevate coperture vaccinali nella Regione Europea dell’OMS. La finalità principale di tali interventi è di attirare attenzione ed aumentare la consapevolezza sull’importanza che ciascun bambino sia protetto dalle malattie prevenibili mediante vaccinazione, che si configura come diritto, prima che come bisogno.

Infatti, lo slogan della Settimana Europea della Vaccinazione “Previeni Proteggi Immunizza” promuove il messaggio che vaccinare ogni bambino è essenziale per prevenire le malattie e proteggere la vita.
Nel 2010, la quinta edizione della EIW ha avuto luogo tra il 24 aprile e l’1 maggio ed il tema centrale delle iniziative realizzate è stato quello di sottolineare gli sforzi nazionali a favore degli obiettivi regionali di eliminazione del morbillo e della rosolia congenita.

L’attuazione dei programmi di immunizzazione diffusa nella Regione europea dell’OMS, negli ultimi 30 anni, ha permesso il raggiungimento di importanti traguardi, quali la certificazione di area polio-free e la significativa riduzione della mortalità e del carico di malattia legati al morbillo.
Tuttavia, molto resta ancora da fare.

Si stima che, ogni anno, nella Regione europea, circa 32.000 bambini muoiano ancora per malattie che potrebbero essere prevenute mediante vaccinazione. I gruppi vulnerabili o difficili da raggiungere a ridotta immunizzazione esistono in tutti i Paesi e contribuiscono in maniera rilevante alla diffusione delle epidemie in tutta la Regione.
Inoltre, proprio i successi degli interventi vaccinali, con la conseguente riduzione dell’incidenza delle malattie infettive, ha come effetto quello di far dimenticare le stesse malattia e le loro gravi conseguenze.

In tal modo, si allontana dalla popolazione, e spesso anche dagli operatori sanitari, la percezione del rischio di malattia, mentre, parallelamente, si enfatizza e strumentalizza il bassissimo rischio di effetti collaterali nocivi da vaccino, incidendo sulla compliance alle vaccinazioni. Inoltre, Gruppi di antivaccinisti, siti web e stampa di parte mettono in discussione i vantaggi e la sicurezza della vaccinazione, contribuendo a diffondere informazioni distorte.

Poiché la comunicazione e la corretta informazione sanitaria sono uno strumento essenziale affinché la popolazione comprenda il valore vero e concreto delle vaccinazioni, occorre rinforzarne la veicolazione.
Parallelamente, è opportuno che venga mantenuto un forte sostegno politico al processo decisionale per i programmi di vaccinazione, in quanto il rischio, nella collettività, è il riemergere di malattie altamente contagiose, causa di malattia, invalidità e morte, con perdita di salute ed un non trascurabile onere per il servizio sanitario.
Considerato l’attuale, disomogeneo panorama nazionale in ambito vaccinale, che evidenzia in maniera sempre più forte la necessità di strategie vaccinali condivise da tutte le Regioni e Province Autonome, coerenti con le indicazioni fornite dall’Ufficio Regionale Europeo dell’OMS, l’Italia, quest’anno, ha aderito alla Settimana Europea della Vaccinazione, programmata per la settimana 23-30 aprile 2011.

Lo scopo è quello  di aumentare, nella popolazione, e non solo, la consapevolezza del rischio reale legato alle malattie infettive e dell’opportunità ed importanza delle vaccinazioni, per lo sviluppo di un consenso realmente informato alla pratica vaccinale. Tale l’iniziativa sarà portata avanti a partire dalla costruzione di una comune cultura della vaccinazione tra le diverse figure professionali sanitarie. Essa si presenta, inoltre, in linea con la programmazione sanitaria nazionale, con le priorità delineate nel Piano Nazionale della Prevenzione 2010-2012 e con il Nuovo Piano Nazionale per l’Eliminazione del Morbillo e della Rosolia Congenita 2010-2015.

Le Regioni e Province Autonome che hanno aderito alla SEV realizzeranno (o hanno già realizzato) iniziative autonome, coerenti con gli obiettivi concordati a livello centrale.

Il tema della Settimana Europea della Vaccinazione 2011 è “soluzioni condivise a minacce comuni”. I recenti focolai infettivi sottolineano la responsabilità collettiva dei Paesi Membri nell’eliminazione del morbillo e della rosolia, nel mantenere la Regione libera dalla poliomielite e nel tenere sotto controllo tutte le malattie prevenibili mediante vaccinazione. Quest’anno la Settimana Europea della Vaccinazione mette in evidenza l’importanza della collaborazione e della condivisione delle esperienze e delle soluzioni per il raggiungimento di questi obiettivi al di là dei confini dei singoli Paesi.
Partendo da queste riflessioni, in Italia, come target degli interventi per la Settimana Europea della Vaccinazione 2011, sono stati scelti gli operatori sanitari dei servizi vaccinali, i pediatri, i ginecologi ed i MMG, che facciano, poi, da cassa di risonanza nei confronti dei loro assistiti/popolazione generale.

Per la realizzazione delle iniziative legate alla Settimana Europea della Vaccinazione 2011, inoltre, stati coinvolti vari partner (oltre al Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità, l’Agenzia Italiana del Farmaco, il Coordinamento Interregionale della Prevenzione, la SItI, la SIP, la FIMP, la FIMMG, la SIMG, la SIGO ed il Gruppo Vaccini di Farmindustria), allo scopo di consolidare una rete che favorisca, attraverso un processo virtuoso, il miglioramento del processo e della coltura delle vaccinazioni in Italia.

http://www.salute.gov.it/dettaglio/phPrimoPianoNew.jsp?id=311

Ministro Fazio “La carne da animali clonati non è stata liberalizzata e dunque non può essere commercializzata”

“In relazione alle notizie diffuse dagli organi di stampa sugli alimenti derivati da animali clonati, tengo a precisare che il mancato accordo a livello comunitario sul nuovo regolamento “novel food” non va inteso affatto come una liberalizzazione dell’uso di tali alimenti, che dunque non possono essere commercializzati nel nostro Paese”. Lo ha dichiarato il Ministro della Salute, professor Ferruccio Fazio. 

“Quelli derivati da animali clonati – ha precisato il Ministro Fazio – sono  “nuovi alimenti” secondo la normativa vigente e, in quanto tali, non potrebbero essere immessi in commercio nell’Unione europea senza una preventiva autorizzazione comunitaria, che richiederebbe una complessa procedura volta ad accertarne la sicurezza e che coinvolgerebbe tutti gli Stati membri, la Commissione europea e l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA). A tutt’oggi, procedure di autorizzazione per alimenti del genere non sono state mai attivate e, in ogni caso, non si vede come potrebbero avere un esito favorevole, considerando le posizioni che si sono delineate sulla clonazione per finalità alimentari, nel corso dei lavori comunitari per l’approvazione del nuovo regolamento”.

Ministero della salute – Comunicato stampa n. 73, 1 aprile 2011

http://www.salute.gov.it/dettaglio/dettaglioNews.jsp?id=1453&tipo=new


Il sistema di soccorso

A seguito dell’emanazione del DPR 27 marzo 1992, l’Emergenza sanitaria sul territorio si è trasformata da “servizio” che prevedeva il semplice invio dell’ambulanza sul luogo dell’evento ed il successivo trasporto del paziente al Pronto Soccorso più vicino, ad un vero e proprio “sistema di soccorso”, che consiste nell’integrazione delle fasi di soccorso con l’invio del mezzo meglio attrezzato per il così detto trattamento extraospedaliero “Stay and Play” (“rimani e lavora”), così da incidere sull’intervallo di tempo in cui la vittima rimane senza adeguata terapia (Terapy Free Interval) prima del trasporto all’ospedale più idoneo.

In applicazione alla normativa nazionale, la fase dell’emergenza extraospedaliera del soccorso registra, dagli anni novanta ad oggi, una progressiva implementazione organizzativa fino a giungere all’attuale impianto strutturale del sistema, costituito dalle 103 Centrali Operative con il numero 118 attivo su tutto il territorio nazionale.

Il modello organizzativo del sistema dell’Emergenza sanitaria risulta articolato come segue:

  • Sistema di allarme sanitario, dotato di numero telefonico di accesso breve ed universale “118”, in collegamento con le Centrali Operative alle quali fanno capo tutte le richieste telefoniche di urgenza ed emergenza. La centrale Operativa garantisce il coordinamento di tutti gli interventi nell’ambito territoriale di riferimento ed attiva la risposta ospedaliera 24 ore su 24.
  • Sistema territoriale di soccorso, costituito dai mezzi di soccorso distribuiti sul territorio: Ambulanza di soccorso di base e di trasporto, Ambulanza di soccorso avanzato, Centro mobile di rianimazione, Eliambulanze.
  • Rete di servizi e presidi, rappresentata da: 

    • Punti di primo intervento, fissi o mobili, organizzati per esigenze stagionali in località turistiche ed in occasioni di manifestazioni di massa, sportive, religiose, culturali nei quali è possibile:

      • effettuare il primo intervento medico in caso di problemi minori
      • stabilizzare il paziente in fase critica
      • attivare il trasporto protetto presso l’ospedale più idoneo
    • Pronto Soccorso Ospedalieri, che assicurano gli accertamenti diagnostici e gli eventuali interventi necessari per la soluzione del problema clinico presentato, oppure, nei casi più complessi, garantiscono gli interventi necessari alla stabilizzazione del paziente e l’eventuale trasporto ad un ospedale in grado di fornire prestazioni specializzate, sotto il coordinamento della Centrale Operativa;
    • Dipartimenti di Emergenza-Urgenza Accettazione (DEA) rappresentano un’aggregazione funzionale di unità operative, adottano un codice comune di comportamento assistenziale, assicurano una risposta rapida e completa. I DEA afferiscono a due livelli di complessità, in base alle Unità operative che li compongono: DEA di I livello e DEA di II livello.
    • http://www.salute.gov.it/ProntoSoccorso118/paginaInternaProntoSoccorso118.jsp?id=1049&lingua=italiano&menu=soccorso