Tumore della laringe: 6 pazienti su 10 superano la malattia

tumore laringeIn Italia il 60% dei pazienti con cancro alla laringe guarisce dalla malattia. E la percentuale sale a oltre il 90% se la patologia viene diagnosticata allo stadio iniziale. All’inizio degli anni ’90, invece, solo il 50% dei malati sconfiggeva la neoplasia. “Si tratta della più diffusa e frequente forma di tumore della testa-collo – afferma il prof. Giuseppe Spriano Presidente nazionale della Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale (SIOeChCf) in un seminario tenutosi oggi -. Ogni anno queste neoplasie colpiscono 12.000 italiani e il loro numero è in aumento a causa anche di comportamenti scorretti sempre più diffusi. Chi assume alcol corre, infatti, un rischio 3 volte maggiore di cancro al cavo orale, faringe ed esofago rispetto ad un astemio. Nel nostro Paese è in aumento il consumo di alcolici, soprattutto tra i giovanissimi. Il 44% degli under 25 italiani beve regolarmente fuori dai pasti, erano “solo” il 34% 10 anni fa”. Il carcinoma alla laringe si manifesta con alterazioni della voce (disfonia). Quando invece è più esteso provoca difficoltà e dolore alla deglutizione, tosse e, a volte, la comparsa di tumefazioni al collo. La diagnosi di sospetto tumore della laringe viene di solito svolta dallo specialista Otorinolaringoiatra con una visita accompagnata da una fibrolaringoscopia. “Si utilizza uno strumento a fibre ottiche sottile che, introdotto nella gola del paziente attraverso il naso, permette di vedere le corde vocali e le altre strutture della laringe – sottolinea il prof. Giuseppe Spriano -. In caso di sospetto clinico si effettuerà una biopsia”. Il bisturi rappresenta in molti casi la soluzione definitiva contro la malattia. “Oggi le operazioni sono meno invasive – prosegue Spriano -. In passato l’unico intervento possibile era la laringectomia totale, cioè l’asportazione completa della laringe che provocava la perdita della voce e la tracheotomia definitiva per la respirazione. Oggi grazie alla chirurgia endoscopica è possibile rimuovere tumori poco estesi, utilizzando il laser attraverso la bocca. Nelle neoplasie di media grandezza si svolgono laringectomie parziali. In questo caso viene asportata solo una parte della laringe in modo da permettere al paziente di parlare, respirare e deglutire normalmente. Negli ultimi due anni è stata introdotta anche la chirurgia robotica, che permette di eliminare il cancro inserendo due piccole mani chirurgiche attraverso la bocca del paziente. Queste replicano i movimenti dello specialista che si trova invece ad una consolle operatoria distante dal paziente”. E’ possibile prevenire queste forme di cancro intervenendo sugli stili di vita e sottoponendosi a visite dallo specialista. “L’80% dei tumori della testa-collo sono riconducibili ad alcol e sigarette – conclude il Presidente degli otorini -. Per evitare la malattia è fondamentale seguire stili di vita sani e quindi niente fumo, limitare il più possibile gli alcolici, seguire una dieta sana ed equilibrata e svolgere attività fisica tutti i giorni. Un accanito bevitore o un forte fumatore invece dovrebbe sottoporsi a visite otorinolaringoiatriche periodiche, magari una volta l’anno a partire dall’età dei 50 anni in su”.

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REFLUSSO LARINGO-FARINGEO E TOSSE

14 settembre

Da oltre 30 anni la malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE) è considerata come una delle cause più comuni di tosse cronica. L’esperienza clinica, in alcuni casi, purtroppo, ci mette davanti al fallimento delle terapie con farmaci che sopprimono la produzione di acido e suggerisce di tentare nuovi approcci per il trattamento della tosse legata al reflusso. Per capire l’associazione tra MRGE e tosse bisogna riferirsi ai possibili meccanismi di collegamento tra queste condizioni e identificare le strategie più adeguate di gestione e opzioni di trattamento per questi pazienti. I possibili meccanismi di connessione tra tosse e reflusso possono essere diretti e/o indiretti: la stimolazione diretta delle terminazioni nervose responsabili di evocare la tosse sia nella laringe (reflusso laringo-faringeo) che nei bronchi (microaspirazione); la stimolazione indiretta attraverso l’attivazione di percorsi neurali che collegano l’esofago alle vie respiratorie (riflesso esofago-bronchiale). Non è semplice constatare l’effettiva presenza di acido in laringe e faringe. Per accedere alla laringe e faringe, il materiale refluito deve prima attraversare la lunghezza dell’esofago e lo sfintere esofageo superiore. Recenti lavori suggeriscono essere scarse le evidenze a sostegno della provocazione diretta di tosse da parte del reflusso con stimolazione di faringe e/o laringe e delle vie respiratorie. Gli studi che misurano il numero di eventi di reflusso che si estendono all’esofago prossimale o alla faringe suggeriscono che in realtà si verificano pochi di questi eventi. Si punta, invece, sull’azione di meccanismi indiretti. L’innervazione vagale condivisa dell’esofago e dalle vie respiratorie e la convergenza delle afferenze vagali nel tronco encefalico forniscono un mezzo attraverso il quale gli eventi di reflusso confinati all’esofago possono provocare reazioni delle vie aeree in forma di broncocostrizione e tosse. Un crescente numero di studi suggeriscono che in un numero significativo di pazienti con episodi di tosse, questi sembrano essere temporalmente legati agli episodi di reflusso. Questi studi hanno dimostrato che una percentuale di pazienti che si aggira tra il 20% e il 48% ha una probabilità di associazione positiva reflusso-tosse: gli eventi sono collegati se si verificano 2 minuti l’uno dall’altro. In altri studi, addirittura, la percentuale si avvicina al 71%. In questi pazienti aumenta, inoltre, la possibilità di un ciclo di mantenimento di tosse cronica. In sintesi, numerosi studi hanno trovato una associazione temporale statisticamente significativa, suggerendo che la tosse segua gli eventi di reflusso. La spiegazione più probabile per queste associazioni è l’interferenza tra vie aeree e afferenze esofagee al loro sito di convergenza nel tronco encefalico, suggerendo, in questi pazienti, che meccanismi del sistema nervoso centrale siano responsabili della tosse cronica. Quali sono le implicazioni per il trattamento del reflusso gastro-esofageo in pazienti con tosse cronica? Dopo una approfondita anamnesi e una diagnosi, sono necessari un regime di dosaggio dei farmaci e una durata del trattamento appropriati, come primo passo. Necessari, poi, follow-up frequenti per verificare l’andamento dell’approccio terapeutico. Notevoli progressi sono stati compiuti negli ultimi anni verso una migliore comprensione dei processi che possono consentire che gli eventi di reflusso gastro-esofageo influenzino la comparsa di tosse. Un lavoro simile è necessario in altre patologie respiratorie se vogliamo veramente cominciare a capire se la malattia da reflusso abbia una influenza significativa. Attualmente le evidenze scientifiche sostengono il concetto che una interferenza neuronale tra l’esofago e vie respiratorie spinge la correlazione tra reflusso gastroesofageo-tosse. Tuttavia le tecnologie attuali limitano la nostra capacità di precisione nel rilevare come il materiale refluito possa raggiungere la laringe, la faringe e le vie respiratorie. Si auspica che strategie future per il trattamento di pazienti

che presentano una associazione tosse-reflusso conducano a terapie per modulare il numero di eventi di reflusso e/o la sottostante ipersensibilità neuronale, per arrivare, in ogni caso, al miglioramento della qualità di vita di ciascun individuo.

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Cannabis, il consumo prolungato espone al rischio di patologie fisiche e psichiatriche

Cannabis, il consumo prolungato espone al rischio di patologie fisiche e psichiatriche

Sfogliando a caso i risultati di numerosi test condotti in ambito medico sugli effetti della cannabis dopo aver digitato la chiave di ricerca prescelta su Google, si ha per un attimo la sensazione di assistere ad uno scherzo e per giunta molto poco divertente: gli esiti che si ricavano in materia sono talmente disparati e contrastanti da spingere il lettore medio a dubitare della validità delle fonti citate o quantomeno della metà di esse, in base ai gusti e alle inclinazioni personali.

Giusto per mettere un po’ di ordine nel marasma medico che anima l’opinione comune, il dottor Wayne Hall, facente capo all’Università australiana del Queensland, si è preso la briga di tirare fuori dal metaforico cassetto gli esiti relativi ad oltre vent’anni di sperimentazione medica sulla cannabis e di riesaminare tutta la letteratura presente sull’argomento, giungendo alla conclusione che la cannabis è ben lungi dall’essere quell’innocua ed amichevole sostanza dipinta da buona parte dell’universo mediatico.

Secondo quanto emerge dalle ricerche esaminate dal dottor Hall, un consumo continuativo di cannabis potrebbe indurre la comparsa della schizofrenia e di numerose altre patologie di tipo psichiatrico (come la sindrome depressiva), andando a fare affiorare una tendenza già presente in forma latente nel soggetto.

La cannabis non è cioè la causa scatenate delle malattie a carico dell’apparato neurologico, ma un agente in grado di amplificarle e di condurle ad una forma conclamata presso i soggetti predisposti (soprattutto nel caso degli adolescenti), mentre, anche in assenza di pregresse patologie latenti, la sostanza si rivela comunque in grado di produrre deficit cognitivo e difficoltà di apprendimento.

Anche il fattore legato alla dipendenza risulta, a detta dello studio australiano, ampiamente sottovalutato: unindividuo su dieci che fa uso continuativo di cannabis rischia infatti di cadere vittima di un’autentica sindrome da dipendenza e la percentuale è destinata a salire nel caso dei minorenni, le cui probabilità di incorrere in diverse manifestazioni psico-fisiche legate all’astinenza risultano quasi raddoppiate (circa un ragazzino su sei).

Da non trascurare, infine, i danni provocati dal fumo di hashish e marijuana sull’apparato respiratorio: benché non vi sia un’esplicita correlazione tra cannabis ed insorgenza di forme tumorali a carico di polmoni, trachea e laringe (difficile distinguere le responsabilità del tabacco in merito), appare assodato che il consumo delle cosiddette droghe leggere conduca allo sviluppo di bronchite cronica e peggiori sensibilmente lo stato di salute delle vie aeree, prvocando danni irreversibili.

Sfatato, invece, l’assunto che riteneva possibile la morte a causa di un’overdose della sostanza; i decessiaccertati a seguito di consumo di cannabis sono quasi interamente connessi con le difficoltà di guidare veicoli e di utilizzare macchinari dovute agli effetti della droga sul cervello e non ad un arresto cardiaco causato da un’eccessiva assunzione della sostanza.

Lo studio compiuto da Wayne Hall e pubblicato su Addiction pare quindi porre fine alla divergenza di opinioni in ambito medico su quali siano i danni prodotti dalla cannabis e quali invece i benefici, sempre ammesso che ulteriori indagini non giungano tempestivamente a smentire le tesi di Hall: del resto, la ricerca medica si è cimentata così a lungo con gli effetti della cannabis da diventare vagamente schizofrenica in materia.

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Come Riconoscere i Sintomi del Cancro alla Gola

Se hai paura di avere un cancro alla gola è importante conoscere i diversi segni da cercare e ricordare che non tutti sintomi qui riportati sono presenti in chiunque abbia un cancro alla gola. Se pensi di averlo, parla subito con il tuo medico. Per conoscere i diversi sintomi vai al primo passaggio.

Metodo 1 di 3: Riconoscere i Sintomi Generali
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    Stai attento alle ulcere orali che non guariscono. Queste infiammazioni possono colpire le mucose (parti morbide della carne, come l’interno delle guance) della tua bocca. Molte possono essere le cause di queste infiammazioni, compresi traumi (per aver mangiato qualcosa di duro), mancanza di vitamine o stress. Le afte causate da questi fattori guariscono in una settimana, ma se hai un’infiammazione che persiste e si trasforma in ulcera, si indurisce, si allarga e non guarisce in una settimana, dovresti contattare il tuo dottore.[1]

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      Fai caso a ogni dolore persistente nella tua bocca. Escludendo il mal di denti, si devono tenere in considerazione dolori all’interno delle guance, sul palato (anche quello molle situato più indietro) e vicino le gengive.[2]

      • Dovresti andare dal medico se il dolore dura più di una settimana o se hai bisogno di usare farmaci che non richiedono la prescrizione (Tachipirina o Brufen) per alleviare il dolore.
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      Stai attento a ogni segno di sanguinamento. Quando si ha un tumore alla gola si formano continuamente nuovi tessuti e per nutrirli il corpo può creare dei nuovi vasi sanguigni che sono molto delicati e possono rompersi. Se noti sangue o macchie scure come lividi nella bocca o in gola, sfoghi sulla lingua, nelle guance o sul palato, contatta il medico.[3]

      • Dovresti fare attenzione anche a ogni improvvisa fuoriuscita di sangue dal naso. Gli stessi vasi sanguigni che possono causarti sanguinamenti in bocca possono provocarli anche nel naso.
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      Fai attenzione a qualsiasi cambiamento della voce. Alcuni pazienti con il cancro alla gola hanno notato la loro voce diventare più rauca e debole. Questo è causato da un’infiammazione delle corde vocali. La voce che diventa rauca, senza un motivo particolare e peggiora con il tempo, può essere un segno di un cancro alla gola o ai polmoni. È molto importante parlare con il medico se la voce diventa rauca senza motivo.[4]

      • A chiunque succede di avere la voce più rauca a causa della febbre o dopo aver strillato o aver parlato forte a lungo. In questi casi passa in pochi giorni.
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      Tieni conto dei mal di gola che sembrano non andar via. Un mal di gola è definito come un’irritazione dolorosa della gola (faringe). Spesso questa è causata da infezioni virali come la faringite. In ogni caso se non hai altri sintomi influenzali che normalmente accompagnano il mal di gola e l’irritazione persiste per più di una settimana, dovresti avvertire il medico.

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      Fai attenzione a ogni difficoltà che hai nel deglutire e nel masticare. Se provi dolore e non hai fatto nessuna operazione ai denti recentemente, dovresti chiamare il dottore perché questo dolore potrebbe essere un segno di un’ulcera alla bocca o di un cancro alla gola o all’esofago.[5]

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      Controlla se hai dei bozzi sul collo. Escrescenze e bozzi sul collo e sulla parte alta del torace possono essere spesso causati da linfonodi ingrossati e si parla in questo caso di linfoadenopatia; possono anche essere sintomo di un’infezione o di un cancro: il tumore si diffonde nel corpo perché le cellule malate si staccano da esso e, viaggiando attraverso il liquido linfatico, si attaccano alle pareti del linfonodo, punto che si ingrossa.[6]

      • Linfonodi situati davanti, di lato o sul retro del collo e sopra le clavicole, se ingrossati e doloranti possono essere sintomi di un cancro alla gola.
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      Fai caso a ogni inspiegabile perdita di peso. Se hai notato che negli ultimi sei mesi sei dimagrito molto senza fare nessuna dieta, dovresti sapere che le persone con il cancro sviluppano un maggiore indice metabolico basale che gli causa una perdita di peso rapida. Dovresti anche far attenzione a: [7]:

      • Mancanza di appetito.
      • Perdita di massa muscolare e grasso causato da un aumento del metabolismo attribuibile all’attività di cellule tumorali.
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      Fai attenzione all’alito cattivo. Se hai notato che la tua alitosi persiste per quanto collutorio o dentifricio usi, vai dal medico. Potrebbe essere causato da molte cose, una di queste potrebbe essere il cancro poiché il tessuto colpito dal tumore inizia a putrefarsi causando un alito cattivo cronico.[8]

    Metodo 2 di 3: Riconoscere i Sintomi del Cancro alla Faringe

    Mentre alcuni sintomi del cancro alla faringe sono gli stessi elencati nella prima sezione, ce ne sono alcuni specifici per questo tipo di tumore.

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      Fai attenzione se hai dolore alla mascella o alle orecchie. La gola è connessa all’orecchio medio, una cavità compresa fra l’osso temporale, il condotto uditivo e l’orecchio interno, tramite la tromba di Eustachio. Se hai un tumore alla faringe, l’infezione potrebbe espandersi, attraverso di essa, all’orecchio o arrivare anche alla mascella causando, in ambedue, dolore.

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      Fai caso se senti un ronzio nelle orecchie. La sensazione di fischio nelle orecchie è data da un’irritazione dei nervi dell’orecchio. Quando si sviluppa un cancro alla faringe, le cellule malate dalla gola possono raggiungere le orecchie, causando l’irritazione che compare sotto forma di ronzii.[9]

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      Monitora la sinusite. La sinusite è un’infiammazione dei seni paranasali, cavità che si trovano nel massiccio facciale. Il cancro potrebbe bloccare le vie dei seni paranasali: i batteri dal tessuto infettato potrebbero arrivare in queste cavità bloccandole, infettandole e congestionando la zona, causandoti un’emicrania cronica e una sensazione di pesantezza alla testa.

    Metodo 3 di 3: Riconoscere i Sintomi del Cancro alla Laringe

    Il cancro laringeo è il tumore che colpisce la laringe, un condotto dove sono situate le corde vocali che è chiamato la “scatola della voce”, esso contribuisce sia alla produzione dei suoni che al passaggio dell’aria.

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      Stai attento a un mal di gola persistente. Le cellule tumorali possono essere fonte di irritazioni croniche al centro della tosse, responsabile del riflesso della tosse, quando inizia a irritarsi si sviluppa una tosse cronica.

      • Una tosse cronica si può sviluppare anche perché il corpo produce una gran quantità di muco, a causa del tumore alla gola, che irrita il centro della tosse.
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      Monitora il tuo respiro. Se ti accorgi che hai difficoltà a respirare, dovresti parlarne al tuo medico. Con il cancro alla laringe, una massa di cellule tumorali può crescere e ostruire le vie respiratorie nella gola.[10]

      • Le cellule cancerose possono colpire l’epiglottide, una membrana che impedisce al cibo di entrare nella trachea, e la trachea stessa: se il tumore attaccasse una di queste due, avresti difficoltà a respirare.
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      Chiama il dottore se tossisci sangue. Il cancro alla laringe può provocare un anormale sanguinamento in questo condotto, causandoti fuoriuscite di sangue quando tossisci.

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      Controlla la produzione di muco. Se sviluppi lesioni nell’apparato respiratorio a causa del tumore, il tuo corpo per combattere l’irritazione, reagirà producendo molto muco che passerà poi per la tua bocca. Se noti molto muco, ma non hai né la sinusite né la febbre, chiama il dottore.

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      Fai attenzione a ogni dolore che senti nella tua gola perché potrebbe essere causato dalle fibre nervose irritate dal tumore.[11]

    6. Tieni a mente che se la lesione avviene in un’area con poche terminazioni nervose, sentirai meno il dolore.

Avvertenze
Se hai notato uno o più di questi sintomi, chiama subito il tuo medico.

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C’è il convegno Asl sulle neoplasie della laringe

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Si svolgerà sabato (10 maggio) nell’auditorium del centro sanitario di Capannori, in piazza Aldo Moro, il convegno organizzato dalla struttura di Otorinolaringoiatria dell’ospedale di Lucca, diretta da Riccardo Mario Piane, dal titolo La gestione multidisciplinare delle neoplasie maligne della laringe. L’evento è inserito anche quest’anno nel calendario dell’associazione italiana oncologia cervico cefalica (Aiocc) e permetterà di ospitare a Lucca importanti specialisti provenienti da tutta Italia. I responsabili scientifici del convegno, insieme a Piane, sono Fausto Chiesa di Milano e Giuseppe Spriano di Roma.

Ancora oggi, malgrado l’esistenza delle linee guida – si legge nel razionale dell’iniziativa –  la possibilità di continui aggiornamenti e i progressi nel campo della diagnostica e della terapia (soprattutto nel campo del tumore testa-collo), si riscontra una certa difficoltà nella gestione dei pazienti affetti da tali patologie, soprattutto per la reticenza di molti nell’utilizzare un “linguaggio comune”. Questo succede soprattutto quando non viene effettuata una valutazione multidisciplinare (chirurgo, radiologo, radioterapista, oncologo, anatomopatologo). A complicare ulteriormente le cose è necessario sottolineare come gli studi in letteratura su queste patologie vengano condotti e presentati spesso in maniera settoriale e con poche possibilità di confronto obiettivo tra gli attori coinvolti. Il convegno vuole essere l’espressione pratica per stimolare questo confronto, mettendo in evidenza le controversie, le problematiche della multidisciplinarietà, ma allo stesso tempo la grande positività della stessa per il medico e principalmente per il paziente. In questo incontro l’attenzione è incentrata in particolare sui tumori della laringe.

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Tumori della laringe maligni

Nei tumori maligni della laringe esiste la possibilità della diagnosi precoce, per la comparsa di tre sintomi (da soli od associati): disfonia, dispnea, disfagia. Con la biopsia è possibile valutare i fattori in causa sia anatomici (sede, estensione) sia biopatologici (oncotipo; grado istologico di malignità; reazione citostromale). Il programma terapeutico (medico e/o chirurgico) e la prognosi a distanza sono condizionati dall’esatta conoscenza di tutti questi cinque fattori. La imprevedibilità di un tumore è spesso dovuta a incompleta o errata valutazione della neoplasia.
Carcinoma in sito (preinvasivo, intraepiteliale, superficiale). È una lesione neoplastica, limitata all’epitelio di superficie e con evidenti caratteri di malignità citologica e si distingue dai comuni tumori maligni perché il processo è confinato all’epitelio e non supera la membrana basale. Può rimanere invariato per lungo tempo o evolversi in estensione e profondità, assumendo anche il quadro clinico tipico del carcinoma della laringe. Sintomatologia: disfonia persistente ed aggravata (si impianta generalmente su di una laringite cronica iperplastica). Diagnosi: reperto spesso occasionale, al controllo periodico obbligatorio dei pazienti con laringite cronica iperplastica. Al minimo dubbio effettuare una biopsia, anche ripetuta. La terapia è chirurgica o con laser o radiante.
Tumore cordale. È in genere un carcinoma squamoso (l’epitelio della corda vocale vera è pavimentoso composto) e più raramente carcinoma adenoidecistico, adenocarcinoma, carcinoma mucoepidermoide. I sintomi principali sono disfonia precoce (invasione del muscolo vocale) con voce dura e sforzata che spesso insorge su di una laringopatia cronica ipeplastica. Per la diagnosi al minimo dubbio si deve ricorrere alla biopsia, anche ripetuta se esiste fondato dubbio. È possibile la terapia radiante se la neoplasia è nelle fasi iniziali, senza interessare o la commessura anteriore o la pagina inferiore della corda vocale e, soprattutto, se vi è una modesta reazione citostromale peritumorale. Se intensa reazione citostromale (come nel carcinoma squamoso verrucoso) è consigliabile solo la terapia chirurgica. Se la lesione è più estesa è necessario procedere all’asportazione della corda vocale, con plastica endolaringea ai fini fonetici. Non è possibile l’intervento conservativo se il carcinoma è quello cosiddetto indifferenziato.
Tumore della commessura anteriore. In questo caso i sintomi sono tardivi, di conseguenza anche la diagnosi è tardiva e la localizzazione è temibile. La terapia è soltanto quella chirurgica possibilmente conservativa).
Tumore della regione sovraglottica. Sono tumori con diversa sede di insorgenza e con terapia e prognosi diverse.
Tumori marginali (epilaringei) colpiscono il bordo dell’epiglottide e le pliche dell’area.
Tumore vestibolare anteriore (pagina laringea dell’epiglottide) e laterale (corda falsa).
Tumore del ventricolo di Morgagni. La sintomatologia è difficile da cogliere all’inizio con modesta sensazione di corpo estraneo, continua, in un punto fisso, dolori trafittivi irradiati dalla regione laringea (irradiazione all’orecchio, in fase più tardiva), voce modificata, meno squillante, emessa con più fatica, senza mai giungere alla disfonia del tumore cordale. La diagnosi si ottiene con esame laringoscopico e al minimo dubbio una biopsia anche ripetuta (sviluppo sottomucoso della neoplasia). La terapia medica è base chemioterapica se le lesioni marginali, non danno reazioni citostromale peritumorali; in casi gravi terapia chirurgica conservativa (asportazione regione sovraglottica.con conservazione di fonazione-respirazione-deglutizione) se possibile.
Tumori sottoglottici. Si manifestano con precoci disturbi respiratori, dispnea ingravescente. È possibile la diagnosi: precoce, ma localizzazione è temibile con prognosi riservata. La terapia è solo chirurgica.
Tumori laringo-ipofaringei. Comprendono due principali localizzazioni, dove il processo neoplastico può interessare sia la parete laterale della laringe, sia quella cavità virtuale che è l’ipofaringe, importante soprattutto per il transito del cibo).
Tumori del seno piriforme (la doccia situata lateralmente alla laringe,tra la cartilagine tiroidea e cricoidea). La sintomatologia più importante è la disfagia ingravescente fissa e precoce. La diagnosi si ottiene con l’esame laringoscopico; studio radiologico e la biopsia. La terapia è chirurgica e/o radiante della lesione primitiva e dei linfonodi satelliti, sempre condizionata dalla valutazione dei fattori anatomici, ma soprattutto dei fattori biopatologici tumorali.
Tumori della parete posteriore, cioè in sede retrocricoidea. La sintomatologia è spesso tardiva, anche se sono presenti disfagia precoce, continua, ingravescente con dolori irradiati, dimagramento precoce. La diagnosi si ottiene con l’esame laringoscopico, lo studio radiologico e la biopsia. La terapia è quella chirurgica e/o radiante della lesione primitiva e dei linfonodi satelliti; sempre condizionata dall’esatta valutazione non solo dei fattori anatomici, ma soprattutto dei fattori biopatologici tumorali.

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Sigarette elettroniche direttive dall’Europa

indexMentre in Italia il dibattito che da tempo interessa la sigaretta elettronica in tutti i suoi aspetti sta dividendo l’opinione pubblica, la politica e gli imprenditori, il Parlamento Europeo ha appena emanato nuove disposizioni che riguardano il prodotto e che sicuramente condizioneranno le prossime decisioni in tutti gli Stati membri dell’UE. 

Più precisamente, a partire dal prossimo maggio (con un periodo di recepimento di due anni, quindi di fatto dal 2016) i produttori di e-cig dovranno attenersi a nuove scrupolose regole che garantiranno la massima sicurezza e qualità dei prodotti fabbricati: in particolare, le sigarette elettroniche dovranno essere a prova di bambino e di manomissione, la quantità di nicotina ammessa dovrà essere non superiore a 20 milligrammi, i pacchetti dovranno presentare particolari avvertenze, e gli ingredienti contenuti nei liquidi dovranno essere puri e controllati. Oltre a ciò, i produttori avranno l’obbligo di rendicontazione: dovranno comunicare annualmente i dati sui volumi di vendita dei prodotti, nonché notificare ogni nuovo articolo che immetteranno sul mercato. La pubblicità delle e-cig, infine, sarà vietata in tutti i 28 stati membri L’UE ha approvato queste nuove norme con lo scopo di regolamentare e controllare l’uso di tabacco, tuttavia i parlamentari europei si aspettano ora l’immancabile contestazione da parte dei produttori, che porterà le parti a discutere in tribunale.  Intanto, anche dal punto di vista scientifico le valutazioni emerse sulle e-cig sono ancora contrastanti: da un lato, c’è chi sostiene che l’uso delle sigarette elettroniche sia di valido aiuto per chi vuole smettere di fumare, dall’altro c’è chi ribadisce la pericolosità di alcuni ingredienti contenuti nei liquidi da vaporizzare, oppure la tendenza alla dipendenza da nicotina nei giovani che utilizzano le sigarette elettroniche. Dal momento che le rilevanze scientifiche sono ancora insufficienti, è ormai diventato importante e urgente approfondire la ricerca, oltre che continuare quella attualmente in via di svolgimento, per chiarire rischi e benefici della sigaretta elettronica a breve e a lungo termine. Sicuramente le e-cig non producono la combustione del tabacco generata invece dalle bionde tradizionali, ovvero quel processo chimico che determina la formazione – e quindi l’inalazione – di tutte le sostanze cancerogene presenti nel fumo. Qualche giorno fa, l’Unità Operativa Complessa di Otorinolaringoiatria di Napoli e il Centro Studi De Gasperi di Capodrise hanno tenuto un convegno proprio sui tumori laringei rilevati nella Regione Campania: dal dibattito è emerso che Caserta, come Napoli, detiene il record nazionale del tasso di mortalità per tumori legati alla laringe, patologia che colpisce in prevalenza fumatori e bevitori. Le strutture ospedaliere della zona, in considerazione anche dell’inquinamento ambientale registrato in quest’area, chiedono una miglior ripartizione dei fondi sanitari, dal momento che la Campania è attualmente la regione più penalizzata nei tagli per la sanità pubblica. 

 

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Informazioni

“Progetto Interno Voce” laboratorio teatrale per persone operate di tumore alla laringe.
Descrizione

“Progetto interno voce” nasce da una proposta di alcuni pazienti oncologici operati di tumore alla laringe che hanno fatto un percorso di riabilitazione presso il servizio di logopedia dell’ospedale Sandro Pertini di Roma. Il laboratorio teatrale è formato da pazienti, familiari e operatori sanitari e si propone di realizzare uno spettacolo finale.
Partecipanti: Federico, operato di laringectomia parziale e sua moglie Luisella, Maurizio operato di laringectomia totale e sua moglie Antonella, Renzo operato di laringectomia parziale e sua moglie Laura, Bruno e Franca operati di laringectomia totale, Gabriella e Laura logopediste.
La regia è di Antonello Belli, la cura dei suoni è affidata alla cantante/musicista Lea Machado, le performance vocali sono dell’attrice/cantante Laura Pierantoni, le riprese video e il montaggio delle immagini sono di Elvio Fontana.
Il progetto è sostenuto dal’ AILAR (associazione italiana laringectomizzati) di Roma, dall’associazione Spazio Tempo per la Solidarietà e dalla associazione Onda Armonica.
Il progetto è nato a marzo del 2013 e il laboratorio teatrale è ancora in corso. Si prevede di realizzare lo spettacolo a maggio del 2014 e ci occorrono fondi, chi volesse contribuire può utilizzare:

IBAN – IT92 U050 1803 2000 0000 0109 307
Intestato a Ass. Spazio Tempo per la solidarietà
Via Cesare Massini 20 00155 Roma

Oppure:
IBAN: IT82 X076 0103 2000 0008 9240 782.
Oppure: C/C POSTALE – 89240782 intestato ad Ailar – associazione italiana laringectomizzati – Sezione Autonoma di Roma e Lazio.
Via Vittor Pisani, 11 – 00136 Roma.

Ogni donatore avrà il suo nome in locandina, grazie!

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