AMIANTO ASSASSINO



Amianto assassino,
quale sarà mai
ora,
il mio destino ?

Sin da giovane
con te
ho lavorato,
la tua
caratteristica,
ho sempre ignorato.

Ti trovavo
negli impianti,
solo ora
nell’averti preso in mano,
ho rimpianti.

Sino ad oggi
non ti conoscevo,
sol che eri
un ottimo isolante,
sapevo.

Tranquillamente
ti manipolavo
chi m’insegnava
il mestiere,
imitavo.

Nemmeno
lui
il tuo potere
conosceva,
ogni confidenza
si prendeva.

Schiere di lavoratori
in ogni luogo
accomunati,
ma molti di loro
oggi,
se ne sono andati.

Non in pensione
come tanto
avevan sperato,
ma sotto terra
con il corpo
devastato.

Devastato
da un amianto vigliacco,
che solo dopo anni
di esposizione,
va all’attacco.

Quando ormai
nessuno ci pensa,
quando del corpo
ormai indebolita,
è la resistenza.

Per un’ignoranza
nel suo utilizzo assoluta,
per l’interesse di qualcuno,
voluta.

Per l’interesse
di qualcuno
un’esposizione
ancor oggi protratta,
perché diversamente,
gli sarebbe
costata.

Ma la tasca
di qualcuno
è più importante,
della vita
di qualche lavorante.

Che se serve
si può sostituire,
per un costo
che così
va a diminuire.

Così
il guadagno del potente
è assicurato,
l’equilibrio politico,
rinsaldato.

E se
alzo la testa
per non volerlo
più respirare,
vengo accusato
di non aver voglia
di lavorare.

Perché l’equilibrio
di una nazione,
è sulle spalle
di chi
di questo sistema
vuole la rimozione.

Quello di
lasciare morire
migliaia di lavoratori,
per il bene
di speculatori.

Che compiono
indegnamente
questa loro azione,
nell’indifferenza
quasi totale,
della nazione.

PIANO NAZIONALE AMIANTO

 

Amianto, il Piano nazionale

Ecco il testo in anteprima pubblicato su il sole 24 ore del 2 aprile 2013

di Barbara Gobbi, Rosanna Magnano. Sara Todaro      

L’Italia serra i ranghi contro l’asbesto: il Piano nazionale amianto, approvato dal Governo e attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regioni, sarà presentato alla comunità scientifica e locale l’8 aprile prossimo, a Casale Monferrato, in provincia di Alessandria, «teatro» del Caso Eternit. Il documento, una sorta di tabella di marcia per affrontare l’emergenza, è stato elaborato dai ministeri della Salute, dell’Ambiente e del Lavoro. Qualcosa già si muove.

Lo scorso 28 marzo ha preso il via presso la sede dell’Inail il tavolo tecnico per i risarcimenti in esecuzione dei contenuti della sentenza Eternit. «Si tratta – spiega il ministero della Salute in una nota – di dare attuazione effettiva nella parte che riguarda “provvisionali immediatamente esecutive” nei confronti delle parti civili».

Il tavolo tecnico, istituito dal ministero del Lavoro con quello della Salute e le altre amministrazioni interessate e i soggetti danneggiati, è previsto tra gli obiettivi del Piano nazionale amianto. Nello stesso piano un’altra iniziativa in partenza, presentata all’Istituto superiore di Sanità: il «Progetto amianto», un programma biennale finanziato dal ministero della Salute composto da 4 unità operative che si occuperanno di ambiente, epidemiologia, diagnosi e cura. Il finanziamento previsto è di 50 milioni di euro per i primi interventi. 

L’impatto dell’amianto sulla salute umana è devastante. Gli ultimi dati del Registro mesoteliomi, istituito nel 2003, sono datati 2009 e parlano di 9.166 casi di mesotelioma, di cui il 72% su uomini, e il 93% di tipo pleurico. Ma il picco da un punto di vista epidemiologico è atteso tra il 2010 e il 2020 o tra il 2012 e il 2025, con un’incidenza prevista di mille casi all’anno, solo per gli uomini (mancano stime per le altre localizzazioni del mesotelioma, sulle altre patologie, e sulle donne). 

Le possibilità terapeutiche e di diagnosi precoce delle patologie neoplastiche da amianto sono oggi insoddisfacenti. Uno screening oncologico rivolto a soggetti asintomatici è proponibile come progetto di ricerca solo per il cancro del polmone. Limitate anche le possibilità terapeutiche, estremamente insoddisfacenti per i mesoteliomi e con limitate possibilità per il tumore al polmone. Nonostante questa base di partenza poco incoraggiante, dati la gravità del fenomeno e il dramma dei pazienti, le Autorità sanitarie non possono non adottare idonee contromisure. Sono quindi da indagare la possibile riduzione del rischio dopo la cessazione delle esposizione, i possibili modificatori individuali del rischio di malattia, le migliori procedure per portare corretti messaggi di prevenzione alla popolazione.

Questi gli obiettivi sanitari descritti nel Piano.

Epidemiologia 
Obiettivo: Migliorare la conoscenza dei fenomeni e delle loro dimensioni sul territorio nazionale

– I Cor (Centri operativi regionali) sono chiamati ad ampliare la loro azione sviluppando la raccolta di dati sui tumori a bassa frazione eziologica, che hanno cioè anche importanti cause extralavorative, e sulla loro possibile origine professionale. Priorità va data alle patologie correlate a esposizione da amianto: tumori del polmone, della laringe, dell’ovaio, del colon retto, dell’esofago e dello stomaco. Durante l’attuazione di questo Piano l’Inail, responsabile della tenuta del Renam (Registro nazionale mesoteliomi), dovrà garantirne mantenimento e sviluppo nonché la promozione di attività di ricerca e vigilanza, in collegamento con Regioni e Ssn

– Va garantita una capillare attuazione delle azioni epidemiologiche previste dal Piano, anche in collegamento con l’Inail. Le Regioni devono garantire il mantenimento e lo sviluppo dei Centri operativi regionali (Cor), anche alla luce dell’ampliamento dei relativi compiti ex articolo 244 del Dlgs 81/2008 e il rafforzamento della rete di Cor già esistente

– Gli archivi di Inail, Inps, Istat, delle Regioni, delle aziende sanitarie e degli altri enti gestori di banche dati, compresi i Registri tumori, vanno messi a disposizione dei Cor per lo studio del mesotelioma maligno e delle patologie da amianto, ove possibile con accesso informatico ai dati. Ribadito l’obbligo per i medici che effettuano la diagnosi, di refertare all’autorità giudiziaria e di segnalare i casi di mesotelioma al Cor, compilando il primo certificato di malattia professionale da inviare all’istituto assicuratore. Si richiamano anche gli obblighi previsti per i medici competenti verso i lavoratori ancora in attività dall’articolo 40, Dlgs 81/2008 e la necessità di attivare i flussi, più l’obbligo di denuncia di malattie professionali

– Asl e Cor dovranno costruire gli elenchi degli ex esposti nelle diverse attività lavorative e le coorti di tutti gli operatori attualmente coinvolti nelle operazioni di bonifica. Il coordinamento nazionale spetta al Renam. L’Inail deve fornire alle Asl, su richiesta, gli elenchi dei lavoratori ex esposti che hanno presentato la domanda di ex articolo 18, comma 8, della legge 257/1992

– Le Regioni devono estendere – tramite i Cor o altre strutture competenti – la sorveglianza su lavoratori esposti ed ex esposti ad amianto, in particolare per le coorti di esposti con lungo follow-up o informative su aspetti specifici, quali l’esposizione a un solo tipo di fibre di amianto

– Le Regioni devono indagare il rischio di mesotelioma connesso all’esposizione non professionale tramite i Cor o altre strutture competenti

– Vanno promosse la ricerca sui possibili modificatori individuali del rischio di malattia e la valutazione delle metodologie più efficaci per la sorveglianza sanitaria ed epidemiologica e per portare corretti messaggi di prevenzione alle popolazioni esposte

– L’Inail, avvalendosi del Renam o di altre strutture competenti, deve aggiornare e valutare modelli previsionali per stimare l’andamento dell’epidemia di mesotelioma, sostenuti da idonee metodologie e promuovere gli studi eventualmente necessari

– Va potenziata la sorveglianza dei tumori polmonari e delle altre patologie amianto-correlate, soprattutto attraverso linkage tra archivi di esposizione e basi dati di patologia (decessi, ricoveri). Queste attività potranno essere integrate con quelle svolte ai sensi dell’articolo 244 del Dlgs 81/2008 (vanno emanati decreti di attuazione). Iss, università e centri Ssn concorrono alla valutazione sanitaria, epidemiologica e di ricerca connessa agli effetti dell’amianto. È previsto un Coordinamento tecnico nazionale presso il ministero della Salute e coadiuvato dal Coordinamento delle Regioni e delle Pubbliche amministrazioni. Ogni 3 anni Inail, Iss e altri istituti tecnico-scientifici organizzeranno una conferenza di consenso con ricercatori italiani e stranieri

Valutazione del rischio e sorveglianza sanitaria 
Obiettivo: migliorare qualità di valutazione del rischio e sorveglianza sanitaria

– Serve uno studio di fattibilità sull’istituzione di una banca dati relativa alla misurazione delle esposizioni, per implementare un catalogo dei livelli espositivi in situazioni paradigmatiche, come manutenzioni o bonifiche, oppure di esposizione ambientale in siti critici o per affioramenti naturali. Va rafforzata e monitorata la rete dei laboratori regionali di riferimento

– Valutazione del rischio attuale per i lavoratori addetti alle bonifiche attraverso adeguati monitoraggi ambientali da realizzarsi a campione nei cantieri di bonifica da parte di strutture pubbliche specializzate, in particolare per la rimozione di amianto friabile

– La sorveglianza sanitaria deve includere solo interventi di provata efficacia. Va assicurata la migliore sorveglianza sanitaria nei confronti degli addetti alle bonifiche e degli altri potenzialmente esposti, attraverso l’aggiornamento e la verifica del protocolli. Vanno previsti formazione e aggiornamento sull’amianto per i medici competenti, e una forte sorveglianza su esposizioni non tipiche (su cui serve un piano formativo annuale)

– Le Regioni, in accordo con le aziende del settore, le associazioni e i sindacati e in coordinamento tra di loro e con il ministero della Salute definiranno modalità per la sorveglianza con Aziende sanitarie locali, Aziende ospedaliere e università dei lavoratori ex esposti, sulla base di interventi e procedure di provata efficacia. Obiettivo: superare al più presto la variabilità interregionale

– Va previsto un flusso informativo dedicato alla sorveglianza degli esposti ad amianto e ad altri cancerogeni (ex articoli 40, 243 e 244 del decreto legislativo 81/2008) diretto verso l’Inail, con il contributo delle Regioni nella raccolta

– Va avviato un percorso che assicuri la sorveglianza dei lavoratori italiani all’estero, se necessario predisponendo una apposita modifica normativa

Ricerca di base e clinica 
Obiettivo: Rete organizzativa nazionale per la comprensione dei fenomeni molecolari e dei percorsi diagnostico-terapeutici del mesotelioma maligno

– Programmare la costituzione di una rete organizzativa nazionale basata sulla condivisione di un database clinico e biologico tra centri di alto livello per la diagnosi e la terapia del mesotelioma pleurico laddove esista un piano diagnostico-terapeutico corrispondente a linee guida e consensus

– Requisiti minimi per i centri: a) creare una biobanca virtuale di materiali biologici relativi a mesotelioma pleurico ed eventuali altri soggetti, come infrastruttura per il reclutamento di materiale biologico per le attività di ricerca previste dal Piano e per individuare nuovi marcatori del mesotelioma pleurico; b) condividere in rete progetti clinici di ricerca traslazionale e preclinica nel campo del mesotelioma pleurico; c) effettuare studi sugli effetti biologici di minerali e materiali fibrosi asbestosimili, di materiali alternativi all’amianto e di nano materiali elongati (HARNs); d) standardizzare le metodiche analitiche e gli studi sui tessuti e sui liquidi biologici; e) esplorare i bersagli molecolari per l’individuazione di possibili target terapeutici; f) sperimentare l’utilizzo combinato di cellule staminali tumorali e della Reverse Phase Protein Microarray (Rppm) per lo sviluppo di nuovi antitumorali e biomarcatori predittivi; g) realizzare modelli di mesotelioma su cui sperimentare nuovi interventi terapeutici

Sistema delle cure e della riabilitazione 
Obiettivo: percorsi diagnostico-terapeutici ottimizzati omogenei

– Programmare l’istituzione di una rete nazionale e favorire la partecipazione a un European reference network per centri con alcune caratteristiche: presenza, funzionalmente integrata, di pneumologia (indusa Interventistica), anatomia patologica con Immunoistochimica, conteggio corpuscoli amianto e fibre, chirurgia toracica, oncologia medica con esperienza di sperimentazioni cliniche, radioterapia, centro terapia palliativa e hospice

– Impegno della rete nazionale a definire con la metodologia della consensus conference, linee guida e protocolli clinici per diagnosi precoce, stadiazione, terapia, palliazione e supporto psicologico, considerando gli aspetti psico-sociali nonché relazionali ed economici che ne derivano

– Attivazione in coordinamento con Renam e con la rete nazionale di un gruppo di anatomopatologi competenti, per valutare la performance diagnostica nazionale in tema di mesotelioma e per la validazione dei casi in trials clinici di sperimentazione

– Qualificazione dei laboratori e standardizzazione delle metodiche analitiche per la determinazione di fibre e corpuscoli di asbesto in liquidi biologici e tessuti.

http://www.comitatodifesasalutessg.com/2013/04/04/piano-nazionale-amianto/

I rifiuti uccidono come l’Ilva: boom di tumori in Campania

NAPOLI – In Italia si muore per i veleni delle industrie, in Campania per quelli dei rifiuti. Lo spiegano gli scienziati che hanno seguito il progetto Sentieri, finanziato dal ministero della Salute, e hanno preparato il rapporto su 44 dei 57 Sin (Siti di interesse nazionale) da bonificare.

Lo stesso rapporto che ha portato all’inchiesta della magistratura sull’Ilva di Taranto e alla chiusura di alcuni reparti. In Campania sono stati messi sotto la lente d’ingrandimento solo 2 dei 5 sin presenti sul territorio. Dallo studio è restata esclusa, ad esempio l’area di Bagnoli. In tutto sono stati esaminati 88 Comuni nei quali abitano 776.544 persone, quasi un sesto della popolazione della Regione (5.834.056). 

In tutti e due i siti studiati, quello delle aree del litorale vesuviano (11 Comuni con 462.322 abitanti) e quello Litorale Domizio Flegreo e agro aversano (77 comuni con 141.793 abitanti) si registra un eccesso rispetto al paramentro medio di riferimento, per la mortalità generale, per tutti i tipi di tumore, per quelle dell’apparato respiratorio, dell’apparato digerente, dell’apparato genitourinario. Fatta base cento, gli sforamenti più significativi si registrano nel vesuviano per le malattie dell’apparato genitourinario (uomini 109, donne 128) e nella seconda area per l’apparato digerente (114 per uomini e donne). 

E, in riferimento all’area del litorale Vesuviano, si legge nel rapporto: «in singoli comuni sono stati osservati eccessi della mortalità per il tumore del polmone, dello stomaco e della vescica per gli uomini e del tumore del fegato per entrambi i generi». E anche nella zona Domizia si notano patologie in eccesso anche al di là di quelle misurate dallo studio Sentieri e richiamate nel rapporto. 

Si legge, infatti: per alcuni Comuni del Sin si notano «eccessi di mortalità per tumore epatico, della pleura, della laringe e per malattie circolatorie». I dati si riferiscono al periodo tra il 1995 e il 2002, ma, a quanto pare, la progressione continua: in Campania, diversamente da quanto si verifica anche nell’area Italsider di Taranto, ci si ammala sempre di più, come conferma anche la ricerca del 2006 ordinata dall’istituto superiore della Sanità. 

Non solo: nella tragedia dell’Italsider sono coinvolti 216.618 abitanti, meno di un terzo di quelli interessati nella nostra regione. La tragedia della Campania ha due origini: la presenza di amianto in alcuni siti industriali e gli sversamenti dei rifiuti tossici. Il primo dato viene confermato anche da un procedimento in corso: quello contro i vertici dell’ex Alfasud dove negli ultimi cinque anni si è notata la morte per mesotelioma (il tumore provocato dall’amianto) di dieci lavoratori. 

E nelle considerazioni conclusive per entrambi i siti campani i relatori sottolineano che le aree sono caratterizzate oltre che da numerose discariche, anche dalla presenza di siti di smaltimento illegale e di combustione dei rifiuti sia urbani sia pericolosi. Gli scienziati per entrambe le zone raccomandano studi per la valutazione dell’inquinamento ambientale presente nell’area. E raccomandano di prevedere «percorsi di comunicazione con gli stakeholder, compreso l’associazionismo presente sul territorio». Ma, nonostante il continuo peggioramento della situazione, ancora nulla è stato fatto. 

Eppure, scorrendo l’elenco dei siti altamente inquinati esaminati nello studio, ricorrono i nomi di tutte le aziende che hanno sversato per anni rifiuti tossici nel cosiddetto triangolo della morte, quello che comprende l’area a nord di Napoli e a Sud di Caserta, come ha raccontato il pentito Gaetano Vassallo. Un’altra conferma dello scempio è arrivata dalla relazione del perito Giovanni Balestri sulla Resit di Giugliano. 

Il geologo ha sottolineato che il deposito di veleni di ogni tipo nella discarica non a norma provocherà entro il 2064, in assenza di interventi efficaci, un vero e proprio disastro industriale. In Campania attraverso i rifiuti le imprese del Nord hanno esportato la morte.

http://www.ilmessaggero.it

Inps nega accompagnamento, la 56enne è morta da cinque mesi

Michelina Bruschetta, ferma su una sedia a rotelle dopo un tumore aveva fatto domanda di pensione d’invalidità all’Inps. La risposta, negativa, è arrivata mercoledì, a 5 mesi dalla morte della donna

SStoria paradossale quella di Michelina Bruschetta, 56 anni, alla quale l’Inps ha negato la pensione di invalidità a cinque mesi dalla morte.

Qualche anno Michelina, ex parrucchiera di Silea conosciutissima a Treviso, era stata colpita da una particolare forma di tumore, causato dalle polveri di amianto contenute, un tempo, in alcuni prodotti di parrucchieria.

La serie di chemioterapie alla quale si era sottoposta avevano debilitato Michelina al punto da costringerla su una sedia a rotelle. Grazie all’assistenza del suo legale, la donna era riuscita a ottenere le agevolazioni previste dall’Inail per le malattie professionali e, in seguito, aveva deciso di chiedere anche la pensione di invalidità.

A marzo scorso Michelina si era sottoposta alla visita della commissione medica ed era rimasta in attesa. Cinque mesi fa, però, l’ex parrucchiera si è spenta, prima che arrivasse la risposta dall’Inps.

Esito arrivato solo mercoledì e, paradossalmente, negativo: per l’Inps Michelina non meritava l’accompagnatoria perché non era affetta da una patologia invalidante.

trevisotoday.it

Conferenza Governativa Amianto, dal 22 al 24 novembre a Venezia

L’emergenza amianto, o asbesto, in Italia non è finita, ci sono ancora diverse zone dove è presente questo materiale la cuidispersione delle fibre, a terra o nell’aria, rappresenta un rischio per la salute non solo dei lavoratori ma dei cittadini tutti.

La II Conferenza Governativa sulle Patologie Asbesto-correlate, che si terrà a Venezia dal 22 al 24 novembre, presso la sede della Fondazione Cini (Isola di San Giorgio Maggiore), nasce proprio con “l’obiettivo di discutere di quella che è un’autentica emergenza nazionale e di individuare azioni cui dar seguito per la redazione di un Piano nazionale sull’Amianto” , come riportato sul sito web ufficiale.
L’evento, realizzato per iniziativa del Ministero della Salute in accordo con l’Università Ca’ Foscari e la Fondazione Giorgio Cini di Venezia vedrà la partecipazione di autorevoli voci che in questi tre giorni animeranno i dibattiti e le discussioni.

Il programma dell’evento, che può essere interamente scaricato in formato PDF cliccando su questo link è davvero nutrito e prevede, per ogni giornata, tre sessioni di approfondimento qualiRicerca clinica e di baseSanità pubblica e ricerca epidemiologicaBonifiche e metodi di inertizzazione.
E’ possibile registrarsi online all’evento sia come Azienda sia come privato.

La valutazione del rischio amianto sui luoghi di lavoro
PMI Servizi

fonte

AMIANTO E RIFORMA DELLE PENSIONI

Il governo sostenuto da tutti i partiti di centrodestra e centrosinistra, con la “riforma” Fornero ha allungato l’età pensionabile. I più penalizzati, come sempre, sono gli invalidi e gli ammalati. Al riguardo pubblichiamo l’interrogazione parlamentare al governo del Senatore Felice Casson che riguarda un ammalato di mesotelioma. La risposta data al lavoratore dai burocrati del ministero (come si legge nell’interrogazione) sono di un esemplare cinismo da parte del Ministro del Lavoro e del governo Monti.

INTERROGAZIONE

Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali.

 – Per sapere – premesso che:
la legge del 27 marzo 1992, n. 257 «Norme relative alla cessazione dell’impiego dell’amianto», è stata approvata per bandire l’uso dell’amianto in Italia e, specificatamente al capo IV «Misure di sostegno per i lavoratori», articolo 13 «Trattamento straordinario di integrazione salariale e pensionamento anticipato», per intervenire a favore di chi ha un’aspettativa di vita ridotta a causa dell’esposizione al cemento amianto, che nei peggiori dei casi può causare un mesotelioma, aggravando la situazione e riducendo ulteriormente l’aspettativa di vita;

statisticamente, per il mesotelioma la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi si ferma poco al di sotto del 20 per cento nella fascia di età compresa tra i 45 e i 54 anni e diminuisce progressivamente con l’aumentare dell’età, ed attualmente non esistono cure per estirparlo definitivamente;

l’intervenuta riforma delle pensioni, contenuta nel decreto legge n. 201 del 6 dicembre 2011, cosiddetto «Salva Italia», recita, all’articolo 24, comma 1: «Le disposizioni del presente articolo sono dirette a garantire il rispetto, degli impegni internazionali e con l’Unione europea, dei vincoli di bilancio, la stabilità economico-finanziaria e a rafforzare la sostenibilità di lungo periodo del sistema pensionistico in termini di incidenza della spesa previdenziale sul prodotto interno lordo, in conformità dei seguenti principi e criteri:

a) equità e convergenza intragenerazionale e intergenerazionale, con abbattimento dei privilegi e clausole derogative soltanto per le categorie più deboli»;

i lavoratori colpiti da mesotelioma dovrebbero essere considerati «categorie più deboli» a causa delle difficoltà di lavoro e della ridotta aspettativa di vita e quindi aventi diritto di usufruire della suddetta deroga;

all’attenzione del Ministro fu portato il caso del signor Tiberio Paolone, nato il 28 dicembre 1959, lavoratore in una fabbrica di ascensori, che ha contratto un mesotelioma a prognosi infausta, tramite una lettera dello stesso, spedita in data 23 febbraio 2012 al Ministro e seguita da numerosi solleciti;

alla data del 31 dicembre 2011 con i benefici previdenziali per i lavoratori esposti all’amianto previsti dalla legge n. 257 del 1992, il signor Paolone ha maturato un’anzianità contributiva pari a 38 anni e 1 mese e quindi, con la normativa precedente alla legge n. 201 del 2011, lavorando fino a giugno 2013, avrebbe maturato 40 anni di contributi, ottenendo la possibilità di andare in pensione;

con la normativa vigente il signor Paolone matura il diritto alla pensione solo nel 2015, con l’infelice possibilità che la prognosi della malattia peggiori e che deceda prima di tale data;

il signor Paolone ha nuovamente sollecitato il Ministro tramite due email e il 27 marzo 2012 ha ricevuto una prima risposta dal Ministero che rassicurava di aver passato la questione alla direzione generale per le politiche previdenziali e assicurative, competente per la materia;

dopo ulteriori solleciti, sempre via mail al Ministero, il signor Paolone ha ricevuto una comunicazione da parte del direttore generale per le politiche previdenziali e assicurative in cui si dichiara che: «Allo stato, tuttavia, la normativa vigente in materia di accesso alla pensione non consente, con riferimento alla fattispecie da Lei rappresentata, ulteriori benefici rispetto a quelli già individuati per l’esposizione all’amianto»;

il caso del signor Tiberio Paolone è soltanto una delle fattispecie, pur non numerose ma gravissime, che si sono generate con l’introduzione del decreto-legge n. 201 del 2011;

la tutela della salute dei lavoratori è ampiamente garantita dall’articolo 38 della Costituzione -:

se e quali iniziative intenda assumere allo scopo di specificare e mettere in atto strumenti adeguati a garantire le tutele previste dalla legge n.257 del 1992 per i lavoratori colpiti da mesotelioma;

se il Ministro intenda assumere iniziative normative o politiche per chiarire nel testo della legge le categorie «deboli» aventi diritto alla deroga;

se non ritenga che i grandi invalidi del lavoro ed i malati di mesotelioma possano essere considerati categorie deboli;

se e quali iniziative intenda assumere per eliminare tutti i casi di ambiguità conseguenti.

Smaltire l’amianto – Intervista a Legambiente – Cose dell’altro Geo

A vent’anni dalla legge che lo ha messo al bando, l’amianto è ancora di attualità: dopo la storica sentenza delle vittime da Eternit di Casal Monferrato, se n’è riparlato anche per il caso dell’Ilva di Taranto, ma non solo. Massimiliano Ossini intervista Giorgio Zampetti, responsabile scientifico Legambiente
Le tematiche scientifiche sono suhttp://www.rai.tv/dl/portale/html/palinsesti/science&technology.html

Quando l’amianto è d’annata…

 

Quando l’amianto è d’annata…

PUBBLICATO IL 15 OTTOBRE 2012 · IN AMBIENTEARTICOLICITTADINIIN EVIDENZAMOVIMENTO 5 STELLESIRACUSA

E’ nota a tutti (da anni) la pericolosità dell’amianto, eppure spesso ci si dimentica che proprio all’entrata della città di Lentini, a pochi metri dalle abitazioni dei lentinesi, abbiamo un monumento post-moderno in memoria dell’incuria e del degrado del nostro territorio: l’ex Alba Sud Imballaggi.

Dell’ex impianto di produzione di imballaggi plastici è ormai rimasto solo un enorme scheletro affumicato dagli effetti di passati incendi, e ricoperto da pannelli in fibra d’amianto, che si va sbriciolando e che quindi rende volatili le sue micidiali polveri.

Il pericolo per la salute di tutti i cittadini è tanto chiaro ed evidente quanto l’immobilismo della pubblica amministrazione (qualche maligno potrebbe dire siano stati più impegnati in questi anni a tenere il conto dei gettoni di presenza più che trovare soluzioni per la città, ma sarebbe solo umorismo di bassa lega).

L’obbligo di BONIFICA del sito, inizialmente era della ditta proprietaria del terreno, come previsto dagli accordi per l’acquisto del lotto da parte della ISI SRL di Melilli, ma vista la grave inadempienza del privato, la responsabilità e quindi il compito di intervenire e mettere in sicurezza il territorio è ricaduta sull’amministrazione comunale.

In questo senso più volte, l’attuale sindaco Mangiameli, già al suo secondo mandato, si è pronunciato in favore di un intervento (dovuto), ma purtroppo nulla di concreto si è fatto finora ed il rudere d’amianto  ne è l’ordinanza N°30 del 15/07/2011 in ottemperanza alle previsioni di cui all’art. 192 del Dlgs n 152/ n 152/2006.

Il Movimento 5 Stelle, raccogliendo le istanze di centinaia di cittadini preoccupati per la salute dei propri figli, con questa petizione intende sapere quali passi intende fare l’amministrazione comunale per eliminare questo pericolo e quali tempi prevede.

Qui di seguito il comunicato ufficiale del movimento:

Stop amianto Lentini

Continua la raccolta firme per la Petizione “Stop Amianto Lentini-Rimuoviamo l’amianto dall’Ex Alba sud” sponsorizzata dagli iscritti del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo.

Gli attivisti Lentinesi e Carlentinesi del MoVimento sono stati presenti, con un banchetto , alla Festa degli antichi mestieri tenutasi in piazza Taormina a Lentini, giorno 7 settembre ed in Piazza A.Diaz a Carlentini giorno 9 settembre, riuscendo a raccogliere quasi 200 firme.

La petizione, partita on line con il gruppo facebook “Stop AMIANTO LENTINI” all’indirizzowww.facebook.com/groups/stopamiantolentini vuole sollecitare l’amministrazione comunale di Lentini a mantenere quanto promesso alla cittadinanza ((http://www.comune.lentini.sr.it/pizatel/ordinanze/ord_2011/ord_30_isi.pdf)tramite l’ordinanza N°30 del 15/07/2011 con la quale il ottemperanza alle previsioni di cui all’art. 192 del Dlgs n 152/ n 152/2006. Il comune di Lentini ha provveduto ad intimare ai soggetti responsabili, la rimozione e lo smaltimento del cemento amianto presente nel capannone industriale denominato “ex alba sud imballaggi “ sito in c.da Carrubbazza, entro un termine di 60 giorni (invece è già passato oltre 1 anno) ed avvisando che in caso di inottemperanza entro il suddetto termine, il comune avrebbe proceduto all’esecuzione in danno ed al recupero delle somme anticipate.

Gli attivisti promotori della petizione dichiarano tramite i loro portavoce che

“L’amianto come è ben noto manifesta la sua massima pericolosità quando comincia a sfaldarsi, ed i pannelli con i quali è costituita la copertura della Ex fabbrica di plastica non avendo ricevuto alcuna manutenzione da decenni si stanno già da tempo sbriciolando. Inoltre la struttura ha subito un incendio che ha ridotto i pannelli di amianto in uno stato di friabilità che è il più pericoloso per la salute in quanto rende le fibre di cemento amianto libere nell’aria e respirabili.  

A Lentini si registrano già alti tassi di tumori e leucemie dovute a cause “sconosciute” e noi cittadini ci sentiamo in obbligo di sollecitare ogni intervento atto a non pregiudicare ancora di più la salute della popolazione. Riteniamo dunque che l’amministrazione comunale abbia l’obbligo di legge oltre che civile e morale di tutelare la salute dei propri cittadini, mettendola in primo piano, anche rispetto al bilancio comunale.”

I cittadini che sottoscrivono la petizione “Stop amianto” vogliono sollecitare il comune di Lentini a rispettare quanto promesso alla popolazione, PROVVEDENDO senza ulteriori indugi alla rimozione dei pannelli d’amianto dallo stabilimento Ex alba sud, senza attendere ulteriormente l’intervento da parte della società proprietaria dell’immobile, mettendo in primo piano la pubblica sicurezza, e stanziando in una apposita voce di bilancio la somma utile alla bonifica dell’area . Chiedono inoltre che i preventivi relativi all’intervento da effettuare per la rimozione dell’amianto siano resi pubblici a tutta la popolazione.

Per qualsiasi informazione o per ricevere i moduli da far firmare è possibile contattare Gli attivisti del Movimento 5 stelle – comitato “Stop Amianto Lentini” Via domenico bottone 8 – Lentini

Il portavoce del comitato per la petizione “Stop Amianto Lentini”

Alfio Vacanti

E.mail : m5slentinicarlentini@gmail.com

http://www.sicilia5stelle.it/2012/10/quando-lamianto-e-dannata/