MORTI PER AMIANTO: IN EUROPA OLTRE LA METÀ DEI CASI DI TUTTO IL MONDO

Ad affermarlo è un recente studio dell’Oms: il 56% dei decessi per mesotelioma e il 41% di quelli per asbestosi – pari, nel complesso, a 7.500 vittime – sono legati al Vecchio Continente: un andamento dovuto al ruolo storico di quest’area geografica quale centro globale di utilizzo della fibra killer

ROMA – Oltre la metà delle morti di tutto il mondo che, ogni anno, si devono all’amianto avviene in Europa. Per l’esattezza il 56% dei decessi per mesotelioma (pari a 7mila casi) e il 41% di quelli per asbestosi (pari a 500 casi) sono legati geograficamente al Vecchio Continente. Ad affermarlo è uno studio pubblicato nel bollettino settimanale dell’Oms.

Il bilancio più allarmante in Islanda, Malta e Regno Unito. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità sono 107mila le persone che, ogni anno, perdono la vita per cause relative all’amianto. La metà di loro è europea: un dato che sconcerta se si pensa che in quest’area risiede solo il 13% della popolazione di tutto il pianeta. Per quanto riguarda il mesotelioma (una forma tumorale associata all’esposizione alla fibra killer) i tassi più alti di morte si registrano in Islanda – con 25 decessi ogni 10 milioni di abitanti -, seguita dal Regno Unito e Malta (l’Italia è nella media con 10 morti). I tre stati ritornano anche per quanto riguarda l’asbestosi, la malattia polmonare dovuta all’inalazione dell’amianto: in questo caso l’Islanda segue Malta e precede il Regno Unito.

Il Vecchio Continente l’epicentro di tutte le malattie asbesto-correlate. L’analisi dell’Oms è impietosa. “Nei periodi 1920-1970 e 1971-2000 l’Europa ha usato il 48% e il 58% di tutto l’amianto commerciato nel mondo – sottolinea lo studio – Per questo può essere caratterizzata come il centro globale dell’uso nella storia e come l’epicentro attuale di tutte le malattie relative all’amianto”. Una realtà che allarma se si pensa che, sempre secondo i dati (sottostimati) dell’Organizzazione, nel mondo sono circa 125 milioni i lavoratori esposti all’asbesto. Una cifra non tiene conto, però, di chi ha lavorato in precedenza e delle persone che vivono nei pressi degli impianti di produzione.

In tutto il pianeta oltre due milioni di tonnellate lavorate ogni anno. Ancora oggi nel pianeta si lavorano oltre due milioni di tonnellate di questa fibra. Sul “podio” dei paesi produttori ci sono Russia (1 milione di tonnellate prodotte nel 2010), Cina (400mila) e Brasile (270mila), mentre chi ne fa maggior consumo sono Cina (oltre 613mila tonnellate), India (426mila) e Russia (263mila). Uno scenario che lascia poche speranze per quanto riguarda la salute delle persone: le stime dell’Oms ipotizzano che il picco di decessi per mesotelioma, tumori polmonari e tumori della laringe sarà tra il 2015 e il 2020. In base a questi dati, in tutto il mondo ci saranno cinque morti per tumore polmonare e due per asbestosi ogni 1000 abitanti: una tragedia che potrebbe interessare 10 milioni di persone nei prossimi 20 anni. (Inail.it)

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Cancro alla laringe: otto casi su dieci provocati da alcol e sigarette

Chi assume alcol corre un rischio tre volte maggiore di cancro al cavo orale, faringe ed esofago rispetto a un astemio; e purtroppo, nel nostro Paese è in aumento il consumo di alcolici, soprattutto tra i giovanissimi: oggi il 44% degli under 25 italiani beve regolarmente fuori dai pasti; erano il 34% dieci anni fa. L’abuso di alcol è, insieme al fumo, una tra le principali cause dei tumori alla laringe, neoplasia dalla quale oggi si può guarire nel 60% dei casi; e addirittura nove volte su dieci se viene diagnosticata allo stadio iniziale. Nei primi anni Novanta, invece, solo la metà dei pazienti riusciva a sconfiggerla.

«Si tratta della più diffusa e frequente forma di tumore della testa-collo. Ogni anno – ricorda Giuseppe Spriano, presidente della Società italiana di otorinolaringologia e chirurgia cervico-facciale (Sioechcf) – queste neoplasie colpiscono 12 mila italiani e il loro numero è in aumento a causa anche di comportamenti scorretti sempre più diffusi».

È possibile prevenire queste forme di cancro intervenendo sugli stili di vita e sottoponendosi a visite dallo specialista. «L’80% dei tumori della testa-collo – precisa il presidente Sioechcf – sono riconducibili ad alcol e sigarette. Per evitare la malattia è fondamentale seguire stili di vita sani e quindi niente fumo, limitare il più possibile gli alcolici, seguire una dieta sana ed equilibrata e svolgere attività fisica tutti i giorni. Un accanito bevitore o un forte fumatore invece dovrebbe sottoporsi a visite otorinolaringoiatriche periodiche, magari una volta l’anno a partire dall’età dei 50 anni in su».

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Tumore della laringe: 6 pazienti su 10 superano la malattia

tumore laringeIn Italia il 60% dei pazienti con cancro alla laringe guarisce dalla malattia. E la percentuale sale a oltre il 90% se la patologia viene diagnosticata allo stadio iniziale. All’inizio degli anni ’90, invece, solo il 50% dei malati sconfiggeva la neoplasia. “Si tratta della più diffusa e frequente forma di tumore della testa-collo – afferma il prof. Giuseppe Spriano Presidente nazionale della Società Italiana di Otorinolaringologia e Chirurgia Cervico-Facciale (SIOeChCf) in un seminario tenutosi oggi -. Ogni anno queste neoplasie colpiscono 12.000 italiani e il loro numero è in aumento a causa anche di comportamenti scorretti sempre più diffusi. Chi assume alcol corre, infatti, un rischio 3 volte maggiore di cancro al cavo orale, faringe ed esofago rispetto ad un astemio. Nel nostro Paese è in aumento il consumo di alcolici, soprattutto tra i giovanissimi. Il 44% degli under 25 italiani beve regolarmente fuori dai pasti, erano “solo” il 34% 10 anni fa”. Il carcinoma alla laringe si manifesta con alterazioni della voce (disfonia). Quando invece è più esteso provoca difficoltà e dolore alla deglutizione, tosse e, a volte, la comparsa di tumefazioni al collo. La diagnosi di sospetto tumore della laringe viene di solito svolta dallo specialista Otorinolaringoiatra con una visita accompagnata da una fibrolaringoscopia. “Si utilizza uno strumento a fibre ottiche sottile che, introdotto nella gola del paziente attraverso il naso, permette di vedere le corde vocali e le altre strutture della laringe – sottolinea il prof. Giuseppe Spriano -. In caso di sospetto clinico si effettuerà una biopsia”. Il bisturi rappresenta in molti casi la soluzione definitiva contro la malattia. “Oggi le operazioni sono meno invasive – prosegue Spriano -. In passato l’unico intervento possibile era la laringectomia totale, cioè l’asportazione completa della laringe che provocava la perdita della voce e la tracheotomia definitiva per la respirazione. Oggi grazie alla chirurgia endoscopica è possibile rimuovere tumori poco estesi, utilizzando il laser attraverso la bocca. Nelle neoplasie di media grandezza si svolgono laringectomie parziali. In questo caso viene asportata solo una parte della laringe in modo da permettere al paziente di parlare, respirare e deglutire normalmente. Negli ultimi due anni è stata introdotta anche la chirurgia robotica, che permette di eliminare il cancro inserendo due piccole mani chirurgiche attraverso la bocca del paziente. Queste replicano i movimenti dello specialista che si trova invece ad una consolle operatoria distante dal paziente”. E’ possibile prevenire queste forme di cancro intervenendo sugli stili di vita e sottoponendosi a visite dallo specialista. “L’80% dei tumori della testa-collo sono riconducibili ad alcol e sigarette – conclude il Presidente degli otorini -. Per evitare la malattia è fondamentale seguire stili di vita sani e quindi niente fumo, limitare il più possibile gli alcolici, seguire una dieta sana ed equilibrata e svolgere attività fisica tutti i giorni. Un accanito bevitore o un forte fumatore invece dovrebbe sottoporsi a visite otorinolaringoiatriche periodiche, magari una volta l’anno a partire dall’età dei 50 anni in su”.

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REFLUSSO LARINGO-FARINGEO E TOSSE

14 settembre

Da oltre 30 anni la malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE) è considerata come una delle cause più comuni di tosse cronica. L’esperienza clinica, in alcuni casi, purtroppo, ci mette davanti al fallimento delle terapie con farmaci che sopprimono la produzione di acido e suggerisce di tentare nuovi approcci per il trattamento della tosse legata al reflusso. Per capire l’associazione tra MRGE e tosse bisogna riferirsi ai possibili meccanismi di collegamento tra queste condizioni e identificare le strategie più adeguate di gestione e opzioni di trattamento per questi pazienti. I possibili meccanismi di connessione tra tosse e reflusso possono essere diretti e/o indiretti: la stimolazione diretta delle terminazioni nervose responsabili di evocare la tosse sia nella laringe (reflusso laringo-faringeo) che nei bronchi (microaspirazione); la stimolazione indiretta attraverso l’attivazione di percorsi neurali che collegano l’esofago alle vie respiratorie (riflesso esofago-bronchiale). Non è semplice constatare l’effettiva presenza di acido in laringe e faringe. Per accedere alla laringe e faringe, il materiale refluito deve prima attraversare la lunghezza dell’esofago e lo sfintere esofageo superiore. Recenti lavori suggeriscono essere scarse le evidenze a sostegno della provocazione diretta di tosse da parte del reflusso con stimolazione di faringe e/o laringe e delle vie respiratorie. Gli studi che misurano il numero di eventi di reflusso che si estendono all’esofago prossimale o alla faringe suggeriscono che in realtà si verificano pochi di questi eventi. Si punta, invece, sull’azione di meccanismi indiretti. L’innervazione vagale condivisa dell’esofago e dalle vie respiratorie e la convergenza delle afferenze vagali nel tronco encefalico forniscono un mezzo attraverso il quale gli eventi di reflusso confinati all’esofago possono provocare reazioni delle vie aeree in forma di broncocostrizione e tosse. Un crescente numero di studi suggeriscono che in un numero significativo di pazienti con episodi di tosse, questi sembrano essere temporalmente legati agli episodi di reflusso. Questi studi hanno dimostrato che una percentuale di pazienti che si aggira tra il 20% e il 48% ha una probabilità di associazione positiva reflusso-tosse: gli eventi sono collegati se si verificano 2 minuti l’uno dall’altro. In altri studi, addirittura, la percentuale si avvicina al 71%. In questi pazienti aumenta, inoltre, la possibilità di un ciclo di mantenimento di tosse cronica. In sintesi, numerosi studi hanno trovato una associazione temporale statisticamente significativa, suggerendo che la tosse segua gli eventi di reflusso. La spiegazione più probabile per queste associazioni è l’interferenza tra vie aeree e afferenze esofagee al loro sito di convergenza nel tronco encefalico, suggerendo, in questi pazienti, che meccanismi del sistema nervoso centrale siano responsabili della tosse cronica. Quali sono le implicazioni per il trattamento del reflusso gastro-esofageo in pazienti con tosse cronica? Dopo una approfondita anamnesi e una diagnosi, sono necessari un regime di dosaggio dei farmaci e una durata del trattamento appropriati, come primo passo. Necessari, poi, follow-up frequenti per verificare l’andamento dell’approccio terapeutico. Notevoli progressi sono stati compiuti negli ultimi anni verso una migliore comprensione dei processi che possono consentire che gli eventi di reflusso gastro-esofageo influenzino la comparsa di tosse. Un lavoro simile è necessario in altre patologie respiratorie se vogliamo veramente cominciare a capire se la malattia da reflusso abbia una influenza significativa. Attualmente le evidenze scientifiche sostengono il concetto che una interferenza neuronale tra l’esofago e vie respiratorie spinge la correlazione tra reflusso gastroesofageo-tosse. Tuttavia le tecnologie attuali limitano la nostra capacità di precisione nel rilevare come il materiale refluito possa raggiungere la laringe, la faringe e le vie respiratorie. Si auspica che strategie future per il trattamento di pazienti

che presentano una associazione tosse-reflusso conducano a terapie per modulare il numero di eventi di reflusso e/o la sottostante ipersensibilità neuronale, per arrivare, in ogni caso, al miglioramento della qualità di vita di ciascun individuo.

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Tumori di testa e collo: sintomi sottovalutati, ma il tempo è prezioso

La malattia cresce in fretta, ma troppo spesso si perdono mesi prima di iniziare le terapie. Servono centri specializzati e riabilitazione. Un’App dà voce a chi non l’ha

di Vera Martinella

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Si perde troppo tempo tra la diagnosi e l’inizio delle cure e poi di nuovo passano troppe settimane tra l’intervento chirurgico e la prima seduta di radioterapia. E’ ancora scarsa la conoscenza dei sintomi che devono allarmare e c’è un numero, impressionante, che non è ben chiaro a molti: l’85 per cento dei tumori di testa e collo è riconducibile al tabacco. Le forme di cancro che interessano naso, labbra, lingua, interno della bocca, ghiandole salivari, laringe e faringe colpiscono ogni anno in Italia oltre 10mila uomini e quasi 2mila donne. «La diagnosi precoce, ancora una volta, può salvare la vita – ricorda Lisa Licitra, responsabile della Struttura di Oncologia Medica dei Tumori Testa e Collo all’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, durante un incontro organizzato a Milano per presentare nuove iniziative a favore dei pazienti -: se s’interviene negli stadi iniziali di malattia oltre l’80 per cento dei pazienti è vivo dopo i cinque anni dalla diagnosi, ma queste probabilità calano drammaticamente al 50 per cento quando la neoplasia viene individuata in fase avanzata».

 

Il tempo è prezioso: «Sono tumori che crescono in fretta»

«Secondo i dati raccolti per l’Italia da una recente indagine europea – continua Licitra – il 42 per cento dei pazienti con una neoplasia di testa e collo impiega oltre un mese a passare dalla diagnosi al primo trattamento. Per un tumore del seno questo accade solo al 17 per cento delle malate. Inoltre nel 75 per cento dei casi servono poi più di sei settimane per iniziare la radioterapia dopo l’operazione. Si perde troppo tempo e, quel che è peggio, spesso queste malattie crescono rapidamente». Il tempo è prezioso anche in fase diagnostica: «Bisogna sensibilizzare di più le persone e anche i medici di famiglia – aggiunge Renzo Corvò, presidente dell’Associazione Italiana di Oncologia Cervico Cefalica -. Male alla gola, raucedine persistente, bruciore alla lingua, deglutizione faticosa o dolorosa, ulcere o placche rosse o bianche in bocca, naso chiuso da una narice o sangue da naso: in presenza uno di questi sintomi da tre o più settimane è bene andare dal medico e approfondire se si tratta di qualcosa di passeggero o meno. In caso di sospetti rivolgersi a un otorinolaringoiatra».

 

 

 

Medici specializzati che lavorano in team e riabilitazione: così si è curati meglio

A fare la differenza è anche la struttura in cui si viene curati: «Servono equipe multidisciplinari in cui i vari specialisti per questi tumori prendano decisioni confrontandosi – prosegue Corvò, che è anche responsabile dell’Oncologia Radioterapica al San Martino-Istituto Nazionale per la Ricerca sul Cancro di Genova -. Chirurghi, oncologi e radioterapisti devono lavorare al fianco di nutrizionisti e riabilitatori (logopedista o esperti di deglutizione, fonetica, recupero di olfatto e gusto) perché dopo le cure per un tumore del distretto testa-collo i pazienti devono spesso affrontare cambiamenti importanti dal punto di vista fisico e psicologico, ma attraverso informazione e sostegno adeguati le barriere si possono superare ed è possibile molto spesso tornare a una vita normale». Trattandosi di tumori che colpiscono il volto e organi importanti e decisivi per la qualità della vita, l’impatto estetico e psicologico non è secondario e la riabilitazione è un fatto essenziale: «Permettere la riacquisizione di funzioni cruciali dopo interventi molto faticosi è cruciale per migliorare la vita dei malati – sottolinea Maurizio Magnani, ex paziente direttore del reparto di Otorinolaringoiatria all’ospedale di Cremona e presidente nazionale di Ailar (Associazione Italiana Laringectomizzati) e Fialpo (Federazione Italiana delle Associazioni di Laringectomizzati e dei Pazienti Oncologici della testa e del collo) -. C’è moltissimo da fare su questo fronte: i centri in grado di offrire l’aiuto necessario ai pazienti sono pochi, così troppo spesso s’allungano i soggiorni in ospedale oppure la riabilitazione è affidata esclusivamente alle associazioni di pazienti e a volontari».

 

Iniziative che aiutano i malati: una App che dà voce a chi non l’ha

Nell’incontro milanese sono state presentate nuove iniziative, realizzate da Merck Serono con il patrocinio di Aiocc, dedicate ai malati con un tumore testa e collo: due libretti informativi che saranno distribuiti presso i centri di radioterapia di tutta Italia con indicazioni utili sulla patologia e sulla gestione degli effetti indesiderati (in particolare le tossicità cutanee). Inoltre, è stata perfezionata e aggiornata, a un anno dal lancio , la App La mia voce, pensata appositamente per aiutare i pazienti colpiti da tumore della testa e del collo ad affrontare la temporanea o permanente mancanza di voce. Funziona su tablet e smartphone e, in pratica, sostituisce l’uso di carta e penna o di vari tipi di lavagne su cui le persone scrivono per comunicare. Ci sono oltre 130 icone e di frasi pre-registrate, studiate per le esigenze più comuni: dalle frasi tipiche di una conversazione a tavola, agli stati d’animo, agli Sos che possono essere utili per strada («Non ho voce, non mi sento bene, mi chiama un taxi per favore?» recita un icona con il taxi) o in ospedale («Posso avere un antidolorifico, per favore?», ad esempio). E’ poi possibile creare nuove icone personalizzate e inserire testi, che vengono riprodotti da un sintetizzatore vocale.

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Come Riconoscere i Sintomi del Cancro alla Gola

Se hai paura di avere un cancro alla gola è importante conoscere i diversi segni da cercare e ricordare che non tutti sintomi qui riportati sono presenti in chiunque abbia un cancro alla gola. Se pensi di averlo, parla subito con il tuo medico. Per conoscere i diversi sintomi vai al primo passaggio.

Metodo 1 di 3: Riconoscere i Sintomi Generali
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    Stai attento alle ulcere orali che non guariscono. Queste infiammazioni possono colpire le mucose (parti morbide della carne, come l’interno delle guance) della tua bocca. Molte possono essere le cause di queste infiammazioni, compresi traumi (per aver mangiato qualcosa di duro), mancanza di vitamine o stress. Le afte causate da questi fattori guariscono in una settimana, ma se hai un’infiammazione che persiste e si trasforma in ulcera, si indurisce, si allarga e non guarisce in una settimana, dovresti contattare il tuo dottore.[1]

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      Fai caso a ogni dolore persistente nella tua bocca. Escludendo il mal di denti, si devono tenere in considerazione dolori all’interno delle guance, sul palato (anche quello molle situato più indietro) e vicino le gengive.[2]

      • Dovresti andare dal medico se il dolore dura più di una settimana o se hai bisogno di usare farmaci che non richiedono la prescrizione (Tachipirina o Brufen) per alleviare il dolore.
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      Stai attento a ogni segno di sanguinamento. Quando si ha un tumore alla gola si formano continuamente nuovi tessuti e per nutrirli il corpo può creare dei nuovi vasi sanguigni che sono molto delicati e possono rompersi. Se noti sangue o macchie scure come lividi nella bocca o in gola, sfoghi sulla lingua, nelle guance o sul palato, contatta il medico.[3]

      • Dovresti fare attenzione anche a ogni improvvisa fuoriuscita di sangue dal naso. Gli stessi vasi sanguigni che possono causarti sanguinamenti in bocca possono provocarli anche nel naso.
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      Fai attenzione a qualsiasi cambiamento della voce. Alcuni pazienti con il cancro alla gola hanno notato la loro voce diventare più rauca e debole. Questo è causato da un’infiammazione delle corde vocali. La voce che diventa rauca, senza un motivo particolare e peggiora con il tempo, può essere un segno di un cancro alla gola o ai polmoni. È molto importante parlare con il medico se la voce diventa rauca senza motivo.[4]

      • A chiunque succede di avere la voce più rauca a causa della febbre o dopo aver strillato o aver parlato forte a lungo. In questi casi passa in pochi giorni.
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      Tieni conto dei mal di gola che sembrano non andar via. Un mal di gola è definito come un’irritazione dolorosa della gola (faringe). Spesso questa è causata da infezioni virali come la faringite. In ogni caso se non hai altri sintomi influenzali che normalmente accompagnano il mal di gola e l’irritazione persiste per più di una settimana, dovresti avvertire il medico.

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      Fai attenzione a ogni difficoltà che hai nel deglutire e nel masticare. Se provi dolore e non hai fatto nessuna operazione ai denti recentemente, dovresti chiamare il dottore perché questo dolore potrebbe essere un segno di un’ulcera alla bocca o di un cancro alla gola o all’esofago.[5]

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      Controlla se hai dei bozzi sul collo. Escrescenze e bozzi sul collo e sulla parte alta del torace possono essere spesso causati da linfonodi ingrossati e si parla in questo caso di linfoadenopatia; possono anche essere sintomo di un’infezione o di un cancro: il tumore si diffonde nel corpo perché le cellule malate si staccano da esso e, viaggiando attraverso il liquido linfatico, si attaccano alle pareti del linfonodo, punto che si ingrossa.[6]

      • Linfonodi situati davanti, di lato o sul retro del collo e sopra le clavicole, se ingrossati e doloranti possono essere sintomi di un cancro alla gola.
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      Fai caso a ogni inspiegabile perdita di peso. Se hai notato che negli ultimi sei mesi sei dimagrito molto senza fare nessuna dieta, dovresti sapere che le persone con il cancro sviluppano un maggiore indice metabolico basale che gli causa una perdita di peso rapida. Dovresti anche far attenzione a: [7]:

      • Mancanza di appetito.
      • Perdita di massa muscolare e grasso causato da un aumento del metabolismo attribuibile all’attività di cellule tumorali.
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      Fai attenzione all’alito cattivo. Se hai notato che la tua alitosi persiste per quanto collutorio o dentifricio usi, vai dal medico. Potrebbe essere causato da molte cose, una di queste potrebbe essere il cancro poiché il tessuto colpito dal tumore inizia a putrefarsi causando un alito cattivo cronico.[8]

    Metodo 2 di 3: Riconoscere i Sintomi del Cancro alla Faringe

    Mentre alcuni sintomi del cancro alla faringe sono gli stessi elencati nella prima sezione, ce ne sono alcuni specifici per questo tipo di tumore.

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      Fai attenzione se hai dolore alla mascella o alle orecchie. La gola è connessa all’orecchio medio, una cavità compresa fra l’osso temporale, il condotto uditivo e l’orecchio interno, tramite la tromba di Eustachio. Se hai un tumore alla faringe, l’infezione potrebbe espandersi, attraverso di essa, all’orecchio o arrivare anche alla mascella causando, in ambedue, dolore.

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      Fai caso se senti un ronzio nelle orecchie. La sensazione di fischio nelle orecchie è data da un’irritazione dei nervi dell’orecchio. Quando si sviluppa un cancro alla faringe, le cellule malate dalla gola possono raggiungere le orecchie, causando l’irritazione che compare sotto forma di ronzii.[9]

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      Monitora la sinusite. La sinusite è un’infiammazione dei seni paranasali, cavità che si trovano nel massiccio facciale. Il cancro potrebbe bloccare le vie dei seni paranasali: i batteri dal tessuto infettato potrebbero arrivare in queste cavità bloccandole, infettandole e congestionando la zona, causandoti un’emicrania cronica e una sensazione di pesantezza alla testa.

    Metodo 3 di 3: Riconoscere i Sintomi del Cancro alla Laringe

    Il cancro laringeo è il tumore che colpisce la laringe, un condotto dove sono situate le corde vocali che è chiamato la “scatola della voce”, esso contribuisce sia alla produzione dei suoni che al passaggio dell’aria.

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      Stai attento a un mal di gola persistente. Le cellule tumorali possono essere fonte di irritazioni croniche al centro della tosse, responsabile del riflesso della tosse, quando inizia a irritarsi si sviluppa una tosse cronica.

      • Una tosse cronica si può sviluppare anche perché il corpo produce una gran quantità di muco, a causa del tumore alla gola, che irrita il centro della tosse.
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      Monitora il tuo respiro. Se ti accorgi che hai difficoltà a respirare, dovresti parlarne al tuo medico. Con il cancro alla laringe, una massa di cellule tumorali può crescere e ostruire le vie respiratorie nella gola.[10]

      • Le cellule cancerose possono colpire l’epiglottide, una membrana che impedisce al cibo di entrare nella trachea, e la trachea stessa: se il tumore attaccasse una di queste due, avresti difficoltà a respirare.
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      Chiama il dottore se tossisci sangue. Il cancro alla laringe può provocare un anormale sanguinamento in questo condotto, causandoti fuoriuscite di sangue quando tossisci.

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      Controlla la produzione di muco. Se sviluppi lesioni nell’apparato respiratorio a causa del tumore, il tuo corpo per combattere l’irritazione, reagirà producendo molto muco che passerà poi per la tua bocca. Se noti molto muco, ma non hai né la sinusite né la febbre, chiama il dottore.

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      Fai attenzione a ogni dolore che senti nella tua gola perché potrebbe essere causato dalle fibre nervose irritate dal tumore.[11]

    6. Tieni a mente che se la lesione avviene in un’area con poche terminazioni nervose, sentirai meno il dolore.

Avvertenze
Se hai notato uno o più di questi sintomi, chiama subito il tuo medico.

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Ricerca choc: tanto colluttorio aumenta il rischio di tumore a bocca e gola

colluttorioA ciascuno di noi è stato insegnato che una buona igiene oralepassa sia per il corretto utilizzo dello spazzolino sia per l’uso di un dentifricio dalle ottime proprietà benefiche. E chi vuole, può anche scegliere di concludere il lavaggio dei denti con un colluttorio che elimini i batteri sui quali lo spazzolino non è riuscito ad intervenire e che doni quella gustosa sensazione di freschezza!

Ma una ricerca condotta dall’Università di Glasgow e successivamente pubblicata su Oral Oncology, ha ritenuto opportuno mettere in guardia circa l’utilizzo del colluttorio: chi ne utilizza in quantità eccessive e per più volte al giorno corre il rischio di contrarre un tumore alla bocca e alla gola.

Più in particolare, come specificato da David Conway, principale fautore di questa ricerca: “Non suggerirei l’utilizzo abitudinario del colluttorio. Ci sono occasioni o persino patologie per cui un dentista può prescriverlo, ad esempio nel caso in cui il paziente abbia una salivazione bassa dovuta all’assunzione di determinati farmaci. Ma per me, tutto ciò che serve è spazzolarsi i denti con una certa frequenza e con un dentifricio al fluoro, nonché farsi controllare regolarmente dal proprio dentista.”

Probabilmente molti altri ricercatori e professionisti del settore riterranno questa ipotesi un po’ troppo estrema, quindi, come del resto vale per ogni altra cosa, possiamo affermare con certezza che quella della moderazione sia la via più giusta da intraprendere! Non è dunque necessario utilizzare il colluttorio ad ogni lavaggio dei denti (per chi ne esegue più di uno al giorno): basta più semplicemente farne ricorso nell’ultimo round della giornata!

E chi proprio è rimasto “fulminato” dalle dichiarazioni di David Conway, può pur sempre fare affidamento alla moltitudine di colluttori a base di erbe naturali facilmente reperibili inerboristeria o realizzabili in totale autonomia con pochi e semplici passi.
http://fotomuseo.it/ricerca-choc-colluttorio-aumenta-rischio-tumore-bocca-gola/

Ryuichi Sakamoto ha annullato i suoi impegni: un cancro alla gola ha colpito il compositore

 

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Sakamoto, 62 anni, intende sottoporsi alle cure a New York, ma non ha comunicato stadio della malattia e il tipo di cura cui si sottoporrà

Un cancro alla gola, alla faringe, che necessita di trattamento: l’annuncio di Ryuichi Sakamoto dopo che il grande compositore giapponese ha annullato tutti gli impegni del 2014 con una lunga lettera dedicata ai fan e ai collaboratori. Sakamoto scusandosi chiede di avere “pazienza” in seguito ai risultati medici ottenuti a New York su quello che appariva come “semplice fastidio” alla gola. Sakamoto, 62 anni, intende sottoporsi alle cure a New York, ma non ha comunicato stadio della malattia e il tipo di cura cui si sottoporrà, anche se circolano indiscrezioni sulla sua piena contrarieta’ ad accettare le sedute di chemioterapia.

“Sono profondamente dispiaciuto di causare tanti disagi a così tante persone. La prima ricchezza, tuttavia, è la salute e questa doveva essere la mia decisione. Ritornerò con un corpo di nuovo sano”, scrive il compositore della colonna sonora de L’ultimo imperatore (premiata con un Oscar e un Grammy) e de Il tè nel deserto, due grandi lavori di Bernardo Bertolucci, nonchè di Merry Christmas, Mr.Lawrence, diretto dal giapponese Nagisa Oshima in cui interpretò il giovane capitano Yonoi, in un film con David Bowie, Takeshi Kitano e Tom Conti.

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