DIETA: Una corretta alimentazione può prevenire le malattie tumorali. Ecco i consigli dell’esperto

PALERMO, 4 MAGGIO 2013 – Negli ultimi vent’anni si è dedicata notevole attenzione al potenziale ruolo di fattori dietetici nell’eziologia e nella prevenzione della malattia tumorale. Secondo molti studi epidemiologici circa il 35% delle morti per cancro possono essere correlate alla dieta.

Al momento attuale, però, non esistono evidenze conclusive che un alimento specifico o un nutriente, di per sé, siano in grado di causare o prevenire il cancro nell’uomo. Piuttosto i ricercatori indicano come responsabile una correlazione tra genetica e fattori ambientali, tra cui la dieta.

Nel 1990 la Società americana di oncologia si è riunita con altre otto organizzazioni di volontari e governative ed ha pubblicato un rapporto sulla relazione tra dieta e malattie nella speranza che queste linee guida potessero essere d’aiuto nel ridurre l’incidenza del cancro così come i rischi di malattia cardiaca, di ictus e di malattia diabetica.

Le “raccomandazioni” sono rivolte agli adulti in buona salute e non possono essere applicate indiscriminatamente a bambini, donne in gravidanza, pazienti durante la convalescenza o anziani che hanno specifiche necessità nutrizionali.

Queste, in sintesi, le indicazioni.
Raggiungere e mantenere un peso corporeo normale. Un’eccessiva introduzione calorica e l’obesità sono state poste in relazione con un’aumentata mortalità per alcune neoplasie umane, tra le quali il tumore della mammella, dell’utero, del colon, della colecisti e della prostata. La prevalenza di questi tumori aumenta con il grado di obesità.

Variare la dieta. Dato l’alto numero dei componenti “nutrizionali e non” di ciascun cibo in una dieta media e le complesse interazioni tra questi, è difficile isolare fattori che possono causare o prevenire il cancro. Per esempio, diete ricche in fibre contengono meno grassi, minori calorie e solitamente più verdura e frutta che contengono vitamine e minerali. Per questo è difficile separare gli effetti delle fibre dagli effetti disturbanti dei grassi, delle calorie, delle vitamine e dei minerali. Un totale cambiamento delle abitudini alimentari verso una dieta varia, con quantità moderate, offre la miglior speranza per abbassare il rischio di cancro.

Includere frutta e verdure varie nella dieta giornaliera. Il consumo di verdura e frutta è associato a un minor rischio di cancro del polmone, della prostata, della vescica, dell’esofago e dello stomaco. Questi cibi contengono vitamine, minerali, fibre e componenti non nutritivi che da soli o insieme possono essere fattori della riduzione del rischio di cancro. Mangiare più alimenti ricchi in fibre come cereali integrali, farina integrale, legumi, vegetali e frutta. L’incidenza del cancro del colon è bassa nelle popolazioni che utilizzano diete ricche in fibre. Sono stati proposti diversi meccanismi che ipottzzano il ruolo preventivo delle fibre. Queste potrebbero esercitare i loro effetti diluendo la concentrazione dei carcinogeni nel colon, riducendone il tempo di contatto mediante un accelerazione del transito o riducendone la formazione con l’alterazione della flora batterica intestinale. Un’altra teoria ipotizza che una dieta ricca in fibre di cereali, di frutta e di verdura possa agire indirettamente sostituendo alimenti altamente calorici e ricchi di grassi.

Riduzione dell’assunzione totale di grassi. Tra tutti i fattori dietetici con possibili effetti sulla malattia neoplastica i grassi sono stati i più studiati. Sostanziali evidenze hanno suggerito che un’eccessiva introduzione di grassi aumenta il rischio di sviluppo di cancro della mammella, del colon e della prostata.

Limitare il consumo di bevande alcooliche qualora assunte. I forti bevitori hanno un elevato rischio di sviluppare diversi tumori del cavo orale, della laringe e dell’esofago. Questi rischi sono estremamente più alti nei fumatori. L’alcool è stato inoltre implicato nello sviluppo del cancro del fegato, del pancreas. del colon e più recentemente della mammella. Tuttavia queste correlazioni non sono state ancora tutte ben chiarite.

*dietista, consigliere regionale dell’Associazione Italiana di dietologia e nutrizione clinica

Il cibo spazzatura crea una dipendenza simile a quella da nicotina e droga e invecchia il cervello

IL CIBO SPAZZATURA CREA UNA DIPENDENZA SIMILE A QUELLA DA NICOTINA E DROGA E INVECCHIA IL CERVELLO


HAMBURGER PATATINE FRITTE MERENDINE DOLCI
Ossia il cibo-spazzatura, crea una dipendenza simile a quella da nicotina e droga.È quanto ha scoperto un’équipe di ricercatori Usa che ha rivelato su ‘Nature Neuroscience’ i meccanismi che danno vita al vincolo e a vere e proprie crisi di astinenza quando si cerca di smettere di mangiare i piatti più saporiti ma meno salutari.Gli autori della ricerca, Paul Johnson e Paul Kenny, dell’Istituto Scripps a Jupiter in Florida, lo hanno dimostrato trasformando ratti di laboratorio in consumatori compulsivi di cibi-spazzatura. Hanno osservato così che, come nella dipendenza da fumo e droga, anche in quella dal cibo-spazzatura si indebolisce l’attivazione dei circuiti cerebrali della ricompensa, che in condizioni normali scattano immediatamente quando si vive un’esperienza piacevole.

 


HANNO DATO ALLE CAVIE BACON SALSICCE DOLCI E CIOCCOLATO
Gli animali hanno così gradito il nuovo cibo che sono rapidamente ingrassati. In poco tempo è precipitata la loro sensibilità alla ricompensa, proprio come avviene in chi è dipendente da droghe. I ricercatori hanno anche appurato che nei ratti come nell’uomo, la dipendenza impedisce di interrompere l’assunzione di una sostanza anche quando è chiaro che questa è pericolosa per la salute.Hanno così associato il consumo dei cibi ipercalorici alla comparsa di un segnale luminoso e a un dolore ad una zampa: non appena si accendeva la luce i ratti normali rinunciavano volentieri allo stuzzichino pur di non provare dolore, mentre i ratti obesi e dipendenti continuavano a mangiare.
Fonte: salute.agi.it

UNK FOOD : IL CIBO SPAZZATURA INVECCHIA IL CERVELLO !!

CHE IL CIBO SPAZZATURA FACCIA MALE E’ UNA COSA ORMAI ASSODATA

Ma i ricercatori dell’Oregon Health & Science University di Portland (Usa) hanno anche scoperto che assumendo grassi trans (ovvero i grassi nocivi di cui sono pieni i cibi spazzatura) il nostro cervello tende ad invecchiare molto prima.I grassi trans sono grassi idrogenati a livello industriale durante il processo di raffinazione e che hanno un particolare catena molecolare, sono presenti perlopiù nei cibi preconfezionati, in quelli prodotti dai fast food, nelle fritture e nei piatti pronti: tutti questi cibi se mangiati in eccesso possono danneggiare gravemente il nostro cervello favorendo malattie degenerative come l’Alzheimer.

I RICERCATORI HANNO DIMOSTRATO QUESTA TESI

Osservando e studiando le diete 104 ottantenni scoprendo che quelli che avevano assunto nella dieta più grassi trans erano risultati meno “elastici” intellettualmente nei test cognitivi e nella risonanza magnetica il loro cervello risultava più piccolo. Il cibo spazzatura quindi invecchia prima il cervello, lo rende meno “forte” e favorisce la degenerazione dei neuroni e soprattutto la perdita di memoria. Lo studio, pubblicato sulla rivista specialistica Neurology, ha rilevato che per contrastare ciò è fondamentale una dieta sana, costituita da acidi grassi Omega 3, quelli “buoni”, dal pesce, più vitamine antiossidanti, C ed E da frutta e verdura, più vitamina D, ancora una volta dal pesce. Difatti è risultato che un alto contenuto di Omega 3 e vitamine, migliora nel 37% dei casi la grandezza del cervello e nel 17% migliora la memoria.Gene Bowman, autore dello studio ha dichiarato: «Questi risultati devono essere confermati ma ovviamente è molto eccitante pensare che le persone potrebbero fermare il restringimento del loro cervello e tenerlo vivo, regolando la dieta».

 

 

Fonte : 2duerighe.com – tratto da ilfattaccio.org

 

Tratto da Eco(R)esistenza FB 

Cannella, la nuova droga dei giovani. E’ boom di intossicazioni La sfida della cannella consiste nell’inghiottire un cucchiaio di questa spezia senz’acqua. Il sapore rende quasi impossibile deglutire, e provoca attacchi di tossest

cannella 367Fonte: creative commons
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Tra gli adolescenti americani e’ sempre più in voga una sfida che consiste nell’ingoiare un cucchiaio di cannella in polvere in meno di un minuto senza bere acqua. Lo afferma uno studio pubblicato dalla rivista Pediatrics, secondo cui la pratica avrebbe dei rischi seri per la salute. Nel 2012, scrivono gli autori dell’universita’ del Michigan, ci sono stati molti ricoveri causati dall’intossicazione da cannella: “I rischi per la salute – scrivono gli autori –  vanno dai problemi respiratori all’infiammazione dei polmoni agli attacchi d’asma. Quello che stiamo scoprendo e’ che il gioco non solo puo’ dare problemi acuti, ma sul lungo periodo potrebbe essere associato a malattie croniche”.

I giovani americani non sono nuovi a mode strsne e dannose. L’ultima era quella delle ustioni causate da  sale e ghiaccio. Il gioco della cannella è diventato popolare anche grazie a YouTube, dove i video delle varie “prove di coraggio” vengono pubblicati tra commenti e risate di chi guarda.

Medici e pediatri a stelle e strisce hanno lanciato l’allarme dopo che, negli ultimi dodici mesi, una trentina di adolescenti sono stati ricoverati dopo aver accettato la sfida. In vertiginoso aumento anche le chiamate ai centri anti-veleni: nel 2011 51 persone hanno chiesto un consulto dopo aver inghiottito un cucchiaio di cannella. Nel 2012 le telefonate sono state 222. “Le persone che soffrono d’asma o di altre patologie respiratorie hanno un rischio maggiore di non riuscire più a respirare bene dopo la sfida” – si legge sul sito della American Association of Poison Control Centers, che mette in guarda i ragazzi dall’accettare di prestarsi a simili bravate.

Parte della spezia finisce nei polmoni, causando irritazioni e lesioni permanenti. “La cannella è ricavata dalla corteccia di un albero – spiega Steven E. Lipshultz, pediatra della Miami Miller School of Medicine – Le fibre della cellulosa non si dissolvono tanto in fretta”. Una storia su tutte: lo scorso febbraio, racconta l’Huffington Post, Dejah Reed ha accettato la sfida per far compagnia a un amico che non voleva farlo da solo. Era la quarta volta che Dejah lo faceva: “Stavo ridendo, ho tossito, e ho mandato la cannella nei polmoni – racconta la ragazza – non riuscivo più a respirare. Il padre l’ha trovata con il viso bluastro. È stata ricoverata quattro giorni e da allora deve usare un inalatore tutte le volte che le manca il fiato dopo una corsa o se parla troppo in fretta. Non ha mai avuto problemi di asma. Ora sa che fare una cosa del genere “non è figo, è pericoloso”.

(Affaritaliani.it)

Una tazzina di caffè contro il cancro Ottime proprietà antiossidanti e un valido aiuto alla lotta contro il cancro: la rivincita del caffè

Il caffè è stato spesso demonizzato e vietato da medici e salutisti e ora per la bevanda più amata dagli italiani è il momento della riscossa

Secondo una recente ricerca scientifica condotta dall’Irccs – Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano – il caffè 
oltre ad avere ottime proprietà antiossidanti è un valido aiuto nella lotta contro il cancro. Grazie al contenuto di polifenoli, il caffè riesce ad accellerare il processo che elimina le tossine responsabili dell’insorgere di neoplasie, ed essere ottimo aiuto a prevenire l’insorgenza di molti tumori.

Lo studio è stato condotto su alcune donne che consumavano caffèregolarmente e sulle quali si è registrata una minore probabilità di ammalarsi di cancro del seno

Tre o quattro tazzine al giorno
 sono la dose, raccomandata per chi gode di buona salute e non soffre di ipertensione o malattie vascolari, che riesce a raddoppiare la quantità di antiossidanti nel nostro organismo.

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CALABRIA: LE CIPOLLE DI TROPEA RICETTE BENEFICI E CURIOSITÀ


Un mare di cipolle a Tropea

Un mare di cipolle a Tropea

 
 
Gustose e ricche di proprietà, sono un autentico vanto della tradizione agroalimentare della costa calabrese
ELEONORA AUTILIO (NEXTA)
 

P { margin-bottom: 0.21cm; }Introdotta sulla costa mediterranea dai Fenici, la cipolla di Tropea, grazie alla composizione del terreno e alle condizioni climatiche ottimali, ha sviluppato proprietà e caratteristiche uniche che la rendono del tutto differente dalle altre varietà coltivate in Italia. Scopriamo il perchè. 

L’INGREDIENTE Si racconta siano stati niente meno che i Fenici ad introdurre la coltivazione della cipolla sulla costa calabrese. I Greci proseguirono l’opera di diffusione del bulboe , con il passare del tempo, questo prezioso ortaggio divenne protagonista della tradizione agroalimentare della zona acquisendo, grazie alle qualità del terreno ed alle abilità dei suoi coltivatori, le caratteristiche uniche che oggi lo contraddistinguono. Risalgono, infatti, già al XVI secolo diversi testi in cui si fa menzione di particolari cipolle rosse, a dimostrazione di come questo ecotipo vanti una storia molto lunga. Pur non essendo una delle varietà più coltivate in Italia, la Cipolla Rossa di Tropea è, però, la più famosa ed apprezzata, non a caso è stata insignita del prestigioso marchio IGP a dimostrazione dell’unicità delle sue caratteristiche. Queste inconfondibili peculiarità sono il risultato della loro coltivazione su terreni freschi di medio impasto particolarmente adatti al loro sviluppo, caratterizzati da una tessitura poco compatta, una certa componente sabbiosa, e condizioni climatiche ideali derivanti dalla vicinanza al mare che garantisce stagioni miti ed una giusta percentuale di umidità. Il risultato è un prodotto di elevata qualità che ha nel colore rosso il suo tratto distintivo. Una sfumatura conferitagli dall’elevato contenuto di antocianine, appartenenti alla famiglia dei flavonoidi. Se ne coltivano due differenti varietà, classificate in base alla forma: la Tropeana Rossa Tonda, detta anche Calabrese Tonda o Tropeana Tonda e la Tropeana Rossa Lunga o Tropeana Lunga. A queste cultivar sono associati, inoltre, tre diversi ecotipi che si distinguono per forma e periodo di maturazione. La “tonda piatta”, detta primaticcia, viene raccolta tra la metà di aprile e la fine di maggio, la “mezza campana”, o medio precoce, si raccoglie tra la metà di maggio e la metà di giugno, mentre per l’”allungata”, o tardiva, si deve attendere il periodo tra la metà di giugno e la fine di luglio. Le tuniche che formano il bulbo sono di colore rosso violaceo ricoperte esterna,ente da finissime squame, il nucleo si presenta, invece, di colore bianco. La presenza di glucosio, fruttosio e saccarosio, rende il sapore più dolce rispetto a quello delle varietà di cipolla più comuni. 

LA RICETTA Che venga consumata cotta o cruda, al naturale o come prezioso ingrediente di sfiziose ricette, se ne può apprezzare  il gusto delicato e l’elevata digeribilità. Da provare una delle ricette più rappresentative di Tropea, U Testu o Fornu che, in alcune varianti, prevede proprio l’utilizzo della cipolla rossa. Si prepara alternando in una teglia da forno in terracotta (localmente chiamata testu), strati di patate, pomodori e cipolla tagliati fette e di mollica di pane raffermo sbriciolata, insaporita con capperi origano e basilico. Una volta condito con olio di oliva, si inforna per circa un’ora. 

IL SEGRETO  Nota anche per le sue proprietà benefiche, questo ortaggio, oltre ad essere ricco di sostanze nutritive, è particolarmente noto per le sue qualità depurative. Considerato un toccasana per il cuore, si pensa riesca persino a ridurre i rischi di tumore al fegato, al colon, alla laringe e alle ovaie. E’ inoltre efficace per combattere numerosi disturbi e se ne apprezzano le doti cosmetiche ed antibiotiche. Viene utilizzata per la preparazione di mieli e brodi dalle proprietà espettoranti e si dice che grazie all’emanazione di vapori, se tagliata a metà e posta vicino al letto durante il sonno, riesca persino adalleviare i sintomi del raffreddore

IL TERRITORIO Famosa come meta balneare di grande fascino, dalle acque cristalline e le incantevoli spiagge, Tropea custodisce un centro storico di grande valore artistico e culturale dominato dai palazzi nobiliari arroccati sulla rupe a strapiombo sulla spiaggia. Queste antiche dimore, che offrono un colpo d’occhio di notevole impatto, vantano preziosi portali ed alcuni di essi sono dotati di grandi cisterne scavate nella roccia che servivano come magazzini per il grano del Monte Poro che veniva accumulato al loro interno per poi essere riversato, attraverso un sistema di condotte di terracotta, direttamente sulle navi ormeggiate sotto la rupe. Meritano una visita la Cattedrale Normanna del 1.100, così come ilMonastero Francescano. Dal porticciolo turistico è possibile partire per le escursioni alla volta delle Isole Eolie, delle quali Stromboli, con il suo famoso vulcano, risulta spesso visibile dalla costa, in particolare dal suggestivo e panoramico santuario di S. Maria dell’Isola. Per trascorrere, invece, piacevoli giornate di mare, la scelta di lidi e spiagge è davvero notevole. Da segnalare il fascino della Spiaggia della Rotonda, la più caratteristica di Tropea, sovrastata dai palazzi del centro storico arroccati sulla rupe. La spiaggia del Convento e quella di Passo Cavalieri sono, invece le più ampie ed attrezzate, perfette per godere di comodo spazio anche nelle giornate più affollate. La spiaggia ‘a Linguata, invece, è ideale per chi pratica immersioni, grazie alla vicinanza agli scogli e all’Isola Bella che con la sua imponente roccia offre uno spettacolo di grande suggestione. Per chi desiderasse goderne appieno, la soluzione migliore è quella di scegliere la spiaggia di Marina dell’Isola che vi sorge proprio accanto. I bagnanti in cerca di una spiaggetta appartata e poco affollata possono, infine, contare sulla spiaggia del Cannone che si distingue per la sua posizione defilata e poco visibile dietro al molo nord del porto turistico. 

(Nexta) 

“Carne di cani e gatti nei cibi confezionati”. L’allarme della Coldiretti sul cibo olandese

 Carne di cane e gatto nei cibi confezionati. L’allarme parte dalla Coldiretti e ne parla oggi Libero, nell’ambito della richiesta di controlli su 62mila tonnellate di carne importate dal’Olanda:

L’inchiesta è scattata nell’ambito dei controlli sul caso della carne equina spacciata come carne di manzo che ha coinvolto la Findus, l’Ikea, la Nestlè e che è diventata una piaga continentale. Sono sedici i Paesi coinvolti, quattro quelli che indagano: per ora sono stati arrestati solo i tre dirigenti della Farmbox Meats Ltd, aLlandre, nel Galles.Ma con quest’altro allarme partito dall’Olanda ora lo scandalo ha fatto un salto di qualità.

A rivelare che dietro quella dicitura burocratica – «carne non identificata», per l’appunto – potrebbero celarsi cani e gatti è stata la Coldiretti:

…che chiede immediati controlli sulle oltre 62mila tonnellate di carne che l’Olanda ha esportato nel 2012 in Italia. «La decisione dell’autorità arriva dopo l’allarme della Bbc sulla presenza di carne non identificata in cibi da asporto» sottolinea Coldiretti «e soprattutto dopo le voci, non ancora confermate, sull’uso di carne di cane e gatto morti proveniente dalla Spagna e rivenduta in Olanda e forse usata, oltre che per la preparazione di prodotti per l’alimentazione animale, anche per la preparazione di piatti a base di carne macinata come polpette. È uno scandalo senza precedenti, di fronte al quale l’Europa mostra la sua inadeguatezza, e che ha evidenziato la presenza di un giro vorticoso di partite di carne che si spostano da un capo all’altro dell’Europa attraverso intermediazioni poco trasparenti».


Fonte: giornalettismo.com 

Il rimedio contro il melanoma arriva da frutta e verdura

Frutta e verdura contengono una sostanza naturale
che è risultata attiva nel combattere il melanoma:
il temuto cancro della pelle. 
Foto: ©photoxpress.com/Elnur

Una sostanza vegetale è risultata attiva contro il cancro della pelle

 
Frutta e verdura contengono una sostanza che ha dimostrato di essere efficace nel trattare il temuto e mortale cancro della pelle: il melanoma. Lo studio
 

 

LM&SDP – lastampa.it
 
Tra i diversi tipi di cancro della pelle, il melanoma è quello più temuto.
Lo è perché è molto difficile da curare e, spesso, risulta mortale.
Ma oggi c’è una speranza. E questa arriva dalla Natura, sotto forma di frutta e verdura.

Divenuto un problema mondiale e sempre più diffuso, il cancro della pelle è una patologia che necessita di trovare soluzioni efficaci, in particolare per quelle forme più difficili da curare.
A oggi, infatti, secondo l’ACS (l’American Cancer Society) non esiste una cura standard, o singolo agente terapeutico per tutti i melanomi. Questo è un problema se si tiene conto che ogni anno vengono diagnosticati centinaia di migliaia di nuovi casi di tumore della pelle.

Una possibile via per la creazione di un nuovo farmaco o trattamento del melanoma arriva da uno studio pubblicato sulla rivista Molecular Cancer Therapeutics. I ricercatori hanno infatti individuato in una sostanza contenuta nei vegetali un agente anticancro.
Si tratta della Gossypin (o Gossipina) che si trova naturalmente in frutta e verdura. Questa sostanza è risultata attiva nell’inibire due mutazioni comuni nei casi di cancro della pelle, e che sono i bersagli ideali per il trattamento del melanoma.

«I nostri risultati – spiega il dottor Hareesh Nair del Texas Biomedical Research – indicano che gossypin può avere un grande potenziale terapeutico come un inibitore duale di mutazioni chiamate chinasi BRAFV600E e CDK4, che si verificano nella maggior parte dei pazienti affetti da melanoma. Si apre dunque una nuova via per la generazione di una nuova classe di composti per il trattamento del melanoma».

I test di laboratorio, condotti in vitro su cellule di melanoma umano che presentavano le due mutazioni, hanno mostrato l’attività inibitoria della Gossypin. Parimenti, la sostanza naturale, ha inibito la proliferazione delle cellule cancerose.
Oltre a questi test di laboratorio, i ricercatori ne hanno condotti altri su modello animale, scoprendo che nei topi con melanoma a due mutazioni, un trattamento di 10 giorni con Gossypin ha ridotto il volume del cancro e aumentato il tasso di sopravvivenza.

I risultati sono stati promettenti, tuttavia i ricercatori ritengono siano necessari ulteriori studi per comprendere meglio come il corpo umano assorba la Gossypin e come questa sostanza venga poi metabolizzata.



Fonte: http://www.lastampa.it/2013/04/12/scienza/benessere/medicina/il-rimedio-contro-il-melanoma-arriva-da-frutta-e-verdura-bNdlUCes0HpTRfsm8sYyaO/pagina.html 

Cosa succede in un bicchiere di Coca Cola? Un sito lo spiega

23/06/2010 – La compagnia di Atlanta ha rimosso quasi cento anni fa le ultime tracce di cocaina nella ricetta della bevanda. Ecco perchè. The Coca-Cola company avrebbe rimosso già da lunghissimo tempo le tracce di cocaina nella ricetta della più famosa bevanda

La compagnia di Atlanta ha rimosso quasi cento anni fa le ultime tracce di cocaina nella ricetta della bevanda. Ecco perchè.

The Coca-Cola company avrebbe rimosso già da lunghissimo tempo le tracce di cocainanella ricetta della più famosa bevanda al mondo: perchè? Era inutile, “sovrabbondante”, rispetto all’effetto che la bevanda ha sull’organismo anche senza “l’aiutino” della sostanza stupefacente. Ce lo racconta Blisstree, sito di alimentazione e tendenze, che ci spiega passo passo quello che succede nel nostro organismo quando beviamo un bicchiere di Coca Cola.

PRIMI VENTI MINUTI – Bevuto un bel sorso della nostra fresca bevanda, “dieci cucchiaini di zucchero colpiscono il sistema (più o meno il 100% della vostra razione giornaliera consigliata)”. La troppa dolcezza viene neutralizzata dall’acido fosforico contenuto nella bevanda, che “sopprime” il sapore impedendoci di “vomitare all’istante”. Nei successivi dieci minuti tutto questo zucchero finisce nel sangue, causando “una bomba insulinica”; il fegato provvede “convertendo tutto lo zucchero che trova (e ne trova moltissimo) in grasso”.

ENTRO I QUARANTA – Successivamente, si conclude l’assorbimento della caffeina. “Le pupille si dilatano, si alza la pressione arteriosa, e perciò il fegato è costretto a rilasciare altro zucchero nel sangue”. Come risultato, dopo quarantacinque minuti dall’assunzione della Coca-Cola, il corpo “alza la produzione di dopamina, stimolando i recettori del piacere”. E questo è più o meno quello che fa “l’eroina”.

UN’ORA DOPO – Le reazioni chimiche nell’intestino consentono “un’ulteriore accelerazione del metabolismo”; l’alto quantitativo di zucchero e di dolcificanti artificiali stimola anche la produzione di urina, aiutata in questo dall’”azione diuretica della caffeina”. E mentre il “rave party” nel nostro organismo inizia a scemare, il corpo va in shock ipoglicemico, facendoci diventare “irritabili e/o apatici”. Inoltre, a questo punto, abbiamo letteralmente “pisciato via tutta l’acqua contenuta nella coca, andata via insieme a preziosi nutrienti che il nostro corpo avrebbe potuto usare per idratare il sistema o costruire ossa e denti più forti”. Nelle successive ore, chiude il sito, il corpo andrà incontro a un ulteriore crollo caffeinico.

Come ogni giorno veniamo drogati col cibo

Buono da morire: il cibo spazzatura, pieno di grassi, zuccheri e sale crea dipendenza chimica. Grassi per colpa delle aziende alimentari.

  

Il gusto è uno specchio del nostro inconscio. È il frutto dell’interazione di fattori diversi: educazione, influenza dei media, risposta allo stress, formazione culturale. Tuttavia, la colpa di un corpo obeso non è sempre del consumatore.

Ci sono componenti naturali chimici, come zuccheri, grassi e sale, che vengono utilizzati in dosi massicce dalle industrie alimentari, per generare la sensazione di piacere nel consumatore e incrementare la dipendenza da cibo. Così noi mangiamo spazzatura solo per soddisfare gli incassi della grande industria.

 

È la tesi pubblicata dal reporter del New York Times, Michael Moss (premio Pulitzer nel 2009), in un libro inchiesta, uscito lo scorso mese, dal titolo: “Salt, Sugar, Fat: How the Food Giants Hooked” (“Sale, zucchero, grassi: come i Giganti del cibo ci hanno catturato”).

 

Gli americani lo chiamano Junk Food (cibo spazzatura), ma le aziende alimentari preferiscono soprannominarlo Fun Food (cibo divertimento).

Negli Stati Uniti tutto è divertimento, anche il cibo. I cereali a forma di orsacchiotti, i panini giganti, i cartoni di patatine a barchetta, i maxi recipienti di popcorn colorato, i salatini dalle multiformi figure, i bicchieroni di cartone per le bevande gassate: espedienti, questi, che aiutano le mamme a far mangiare i bambini e, dall’altro lato, rendono l’alimentazione una fuga dallo stress quotidiano.

 

Le patatine sono uno degli esempi più calzanti. “Se qualcosa si scioglie velocemente, il cervello pensa che quel cibo non contiene calorie” scrive Moss “Quindi puoi continuare a mangiarlo in eterno”.

 

I produttori di cibo spazzatura hanno perfezionato un processo noto come “sazietà specifica sovvertita sensorialmente“. L’industria alimentare crea, con una strategia specifica, “una tendenza per grandi sapori distinti che sopraffanno il cervello, il quale risponde scoraggiando il vostro desiderio ad averne altri”.

 

Secondo Moss, i successi planetari di Coca-Cola Doritos sono dovuti alle formule complesse che irritano le papille gustative. Essi tuttavia non hanno un sapore distinto e prevalente, tale da dire al cervello di smettere di mangiare.

 

Crimine contro l’umanità

Come le grandi aziende del tabacco – che hanno aumentato, a partire dagli anni ’60, la dose di catrame e ammoniaca nelle sigarette per aumentare la dipendenza – anche le industrie alimentari sono consapevoli di danneggiare la salute dei consumatori e, tuttavia, perseverano nella politica degli “additivi” che arricchiscono solo le loro casse.

 

La beffa nella beffa sono poi i cibi dietetici: prodotti a basso contenuto di sale, di grassi o zuccheri, venduti dalle industrie alimentari per formulare soluzioni ai problemi alimentari da esse stesse creati. Un modo astuto per incrementare ancor di più i forzieri.

 

Moss sostiene che il nostro cervello, sorprendentemente, reagisce in modo molto simile sia allo zucchero che alla cocaina.

 

Quindi, quando dite: “Questo [nome della crema alla nocciola che preferite…] è come la droga!” è un concetto molto più vicino alla realtà di quanto non pensiate.

 http://www.laleggepertutti.it/27425_come-ogni-giorno-veniamo-drogati-col-cibo