Storia di una valvola fonatoria 2 parte

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Venerdi sera (a 28 ore dall’operazione) mi è stato tolto il sondino però non ho cominciato a mangiare ma ho aspettato il “pranzo” di mezzogiorno del sabato per mangiare dei frullati salati e formaggi morbidi.(niente di tragico come capite)
Alle 15.00, passate le canoniche 48 ore, sono uscito dall’ospedale e rientrato a casa.
Sinceramente ero molto preoccupato di non riuscire a trovare il “buco” (non ridete sto parlando di cose serie :)) della valvola e invece …
Io mi sono attrezzato con uno specchio tondo e una luce a led, tutte e due comprate per pochissimo all’IKEA, se non ricordo male lo specchio circa 5 € e la luce (fondamentale perchè concentrata come una pila e senza emissione di calore e con un braccio snodato) circa 10 €! a volte basta poco per essere comodi.
Quindi vi assicuro che sono riuscito benissimo a trovare il forellino e a fare una pulizia adeguata! e è bastato questo per togliermi un bel peso dallo stomaco, credetemi.
Lo spazzolino lo sciacquo ogni volta prima e dopo la pulizia (1-2 volte al giorno) con l’acqua corrente ma oggi vado a comprare un prodotto “Nistatina” che diluirò al 50% con acqua e in cui ci immergirerò lo spazzolino prima di inserirlo nella valvola.
Questo liquido dovrebbe servire per una azione antibatterica (a me ricorda un pò, da come me lo hanno descritto, l’Amuchina che però non è certo adatta ad un uso “interno”)
Saprò dirvi di più quando avrò il prodotto in mano.
Nei tre giorni successivi non ho fatto grossi miglioramenti “vocali”, sempre roco e soprattutto non ho ancora imparato a premere bene la chiusura del filtro e quindi una parte dell’aria esce dai bordi e non penetra nella valvola.
La valvola è stata posizionata nella parte alta del fondo stoma (spero capiate ) e inclinata verso l’alto! questo perchè l’aria che la percorre all’uscita è già indirizzata versa la parte alta della faringe dove si formano i suoni e non verso la parte bassa dove va il cibo (non uso un vocabolario adeguato ma spero che voi mi capiate e personate.
Ancora non ho provato ad utilizzare le dita anzichè chiudere il filtro del momento e questa è una prova molto importante che farò sicuramente per due motivi : uno che la mia pelle del collo è delicata, sono un “ex biondo” e quindi cerotti molto adesivi e quindi con una colla “potente” me la irritano, tanto che da sempre alterno il tipo di cerotto per dar riposo alla pelle, due perchè è un giusto test da fare per tutti coloro che non utilizzano i filtri.
Avendo la valvola nella parte alta bisognerà stare attenti a non coprirla quando si utilizzano le dita per chiudere lo stoma. E’ successo quando il chirurgo (è stato gentilissimo, una assistenza totale) giovedi sera ha voluto provare a farmi parlare : ha preso un batuffolo di garza sterile (ero uscito da poco dalla sala operatoria) e con quello mi ha tappato lo stoma, ecco ha fatto fatica a non coprire la valvola perchè il batuffolo tendeva a entrare tutto e allora … penso che con le dita il discorso sia diverso e più facile.
Chiudo questo secondo capitolo con una nota importante :
OGNI CASO FA STORIA A SE’ !! per esempio : io ho uno stoma molto grande (non temo certo che mi si richiuda) mentre so di persone che continuano anche dopo tanto tempo ad usare le cannule (io le ho portate per due mesi e poi basta) e poi il sopra stoma è molto rientrato e questo è un male perchè anche quando portavo i bavaglini, malgrado li stringessi bene al collo, mi rimaneva sempre un foro tra il collo e il bavaglino ed anche per questo la scelta dei filtri è stata azzeccata perchè i polmoni sono più protetti non avendo aria diretta dall’esterno.
Sono tutti piccoli particolari che però fanno di ciascuno di noi una UNICITA’ e di questo bisogna tenerne conto quando si vogliono fare delle scelte.
A presto.

Fabrizio

 

Storia di una valvola fonatoria 1 parte

Il resoconto sulla valvola fonatoria siccome sarà lungo perchè voglio non essere frainteso eo lasciare dubbi in chi legge lo farò in più di un messaggio.
Premessa : la decisione di farmi mettere la valvola è stata lungamente sofferta perchè in merito ci sono pareri contrastanti e tutti detti da bravi medici (anche amici familiari, Dott Pazzaglia, e quindi al di sopra di ogni sospetto) ma alla fine il mio desiderio di essere vicino ai nipoti (la voce è essenziale con i piccoli) ha prevalso e ho deciso per il farlo.
Io sono stato operato a luglio del 2009 e cioè 18 mesi fa e ritengo che sia stato giusto che i medici non me l’abbiano inserita subito (so che in alcuni ospedali viene fatto o almeno viene aperta la fistola per un successivo inserimento) perchè il paziente deve avere il tempo di assorbire il colpo dell’operazione ma soprattutto deve prendere confidenza con il suo stoma! E’ fondamentale.
Io in questo lasso di tempo mi sono abituato al mio stato, ho avuto modo di curarmi anche problemi polmonari e di usufruire dei vantaggi dati dall’utilizzo di “nasi finti” ovvero filtri applicati allo stoma.
Inoltre a dicembre 2010 ho assistito alla sostituzione di una valvola e questo fatto è stato molto importante perchè il toccare/vedere con mano ti toglie tanti dubbi/paure.
Avendo raggiunto uno stato fisico e mentale adeguato ho deciso di fare questo passo essendo anche stato rassicurato (dal Dott Piccin, il chirurgo che mi è più vicino) che in caso di seri problemi è possibile ripristinare la situazione precedente.
Il 13 gennaio mi sono ricoverato al policlinico S.Orsola di Bologna e al pomeriggio alle 14.30 mi hanno portato in sala operatoria (si ricordavano tutti di me! era stata una operazione di 8-9 ore!) e questa volta alle 15.30 era già di nuovo nella mia camera e quindi se si tiene conto dei tempi per l’anestesia, totale, e il risveglio mi sa che l’operazione è durata veramente poco.
Mi avevano inserito il sondino per dare tempo al taglio di rimarginarsi almeno in parte (poi ci vogliono 9-10 gg per una rimarginazione completa).
Il chirurgo mi è venuto a trovare alle 18 e mi ha chiuso lo stoma con una garza e mi ha fatto contare fino a 10 tutto d’un fiato! 
La voce che è uscita era ed è rauca ma parlavo senza difficoltà! per chi mi conosce da tempo sa che io non sono mai riuscito a usare la voce esafogea data la mia incapacità a incamerare e emettere aria (termine volgare “ruttare”).
Il giorno 14 al mattino ho ricevuto la visita di due logopediste, Dott.ssa M.Guidotti e Dott.ssa C.Superchi che hanno cominciato a istruirmi sull’utilizzo pratico e sugli esercizi di rilassamento che devo fare.
Sono state molto gentili e ci siamo dati appuntamento per lunedi prossimo, incontro nel quale io manifesterò i “problemi” che sono emersi e uno scambio di informazioni.
Dolore? nessuno e non mi accorgo nemmeno di averla (pensavo di sentirla come corpo estraneo in gola e invece niente)
Si è manifestata una piccola perdita di sangue tra la fistola e la valvola (il foro è stato praticato e quindi pensandoci bene era immaginabile9 ma tre medici interpellati mi hanno rassicurato che verrà riassorbito.
Il motivo forse è dovuto anche al fatto che da subito ho cominciato a sforzare la parte parlando e invece devo stare tranquillo infatti l’ematomo c’è ed anche un pò gonfio (ripeto che questo “stato” lo vedo allo specchio ma non sento alcun disturbo e forse sarebbe meglio che lo avessi un poco, almeno starei più calmo) 
Cosa è successo nel frattempo?
1 – il filtro a cui io sono tanto affezionato si è dimostrato una palla al piede per due motivi : impedisce l’inserimento dello scovolino per la pulizia quotidiana della valvola (a questo problema per ora ho sopperito con un pò di ingegno piegando la parte finale dello steso e quindi riesco a inserirlo nella valvola anche se poi non riesco a ruotarlo per una maggiore pulizia) e quindi solo quando quando il cerotto porta filtro sono in grado di fare una pulizia accurata), secondo motivo è che non posso utilizzare cerotti porta filtro a minor presa (ne esistono di tre tipi)
perchè quando vado a chiudere il filtro per convogliare l’aria verso la valvola si staccano dalla pelle e l’aria prende quindi la strada di minor resistenza e io non parlo
Credo sia evidente che chi non porta filtri questo problema non lo ha.
Lo stoma attualmente la maggior parte dei portatori di valvola fonatoria lo chiude con due dita! molto facile e quindi anche io farò un utilizzo combinato, infatti l’importante è avere più scelte piuttosto che non averne alcuna.
Ora mi interrompo perchè voglio vedere se viene memorizzato sul sito, non vorrei scrivere ancora!! fatemi sapere se avete letto che vado avanti nella storia. Un abbraccio Fabrizio

 

Parlando con una protesi Provox voce Vega

Ascolta Thomas Müller (Germania)
parlare con Provox Vega, la nuova voce
protesi da Atos Medical. Thomas ha
laringectomia totale, il che significa che la sua
l cavi sono stati rimossi chirurgicamente. Egli ora
ks con un dispositivo in silicone piccolo – una voce
tesi – che si trova tra le
HEA e l’esofago. Egli ora
thes attraverso un foro nel collo (un
heostoma). Il dispositivo si indossa è
ed uno scambiatore di calore e umidità (HME),
HME questo particolare è chiamato Provox
Mani HME che consente all’utente di parlare
, senza dover chiudere manualmente il
tracheostoma

Laringofono

Da Wikipedia, l’enciclopedia libera.

Il laringofono è un tipo di microfono che capta il suono tramite sensori direttamente a contatto con il collo. Data la sua progettazione, è capace di captare la voce in ambienti rumorosi, come su una motocicletta o in una discoteca, dove altri tipi di microfoni non funzionerebbero bene perché la voce sarebbe sovrastata dal rumore ambientale.

Questo tipo di microfono è inoltre capace di captare i sussurri, e funziona bene in ambienti dove bisogna essere silenziosi comunicando con gli altri a distanza, come durante un’operazione militare segreta. I laringofoni furono utilizzati intensamente negli aerei durante la II guerra mondiale, e dagli equipaggi dei carriarmati tedeschi.

Nuovi progetti ad elemento unico sono disponibili, i quali rendono il laringofono molto più comodo da indossare dei vecchi modelli. Inoltre questa nuova generazione di laringofoni fornisce vari outputrisposta in frequenza, per soddisfare una gran varietà di apparecchi di comunicazione, come radio portatili digitali e analogiche, sistemi TetraP25, telefoni cellulari.

I laringofoni sono molto utili in aree molto rumorose o quando è richiesta la protezione respiratoria. Molte maschere full-face SCBA, SAR, SABA PAPR, o le maschere re-breather, non sono predisposte per un microfono interno. Il laringofono può quindi essere usato con sicurezza perché è posizionato al di fuori della maschera, e non compromette la protezione respiratoria, né viola la conformità e la certificazione della maschera stessa.

Colonizzazione batterica e micotica delle protesi fonatorie

– Alterazioni e malfunzionamento della protesi

AA.VV.

Uno dei problemi fonte di maggior preoccupazione per l’Otorinolaringoiatra che si occupa di ripristino vocale con protesi fonatorie a dimora è quello delle colonizzazioni della protesi stessa da parte di miceti e/o batteri. La protesi colonizzata, oltre a divenire una possibile fonte di infezioni, tende a ridurre notevolmente la propria vita sia per le alterazioni prodotte dai microrganismi sul materiale di cui è composta, sia perché le colonie batteriche e micotiche tendono ad interagire con la funzionalità dello sportellino situato sul versante laringeo della valvola, provocando quindi il suo malfunzionamento e, di conseguenza, inalazione di liquidi e solidi nelle vie aeree.
La riduzione della vita media della protesi valvolare rende più frequente la necessità di sostituzione della stessa, con aggravio di disagi per il paziente e costi per il Sistema Sanitario.
Nel 1998 su Acta Otorhinolaryngologica Italica, organo ufficiale della Società Italiana di Otorinolaringoiatria (SIO), è stato pubblicato un lavoro a firma Nazionale, Robbiano, Gaido, Bussi et al., che hanno esaminato i risultati colturali delle protesi fonatorie di 15 pazienti laringectomizzati.
Successivamente gli Autori hanno saggiato la sensibilità dei microrganismi isolati nei confronti dei più comuni antibiotici ed antimicotici, in modo da formulare un protocollo terapeutico ed uno preventivo con cui hanno trattato tutti i soggetti cui veniva impiantata una valvola fonatoria.
In tal modo Nazionale e coll. hanno ottenuto un aumento della vita media delle valvole fonatorie, che è passato da 6 a 9 mesi, dimostrando ancora una volta come durata e funzionalità di una valvola fonatoria siano largamente influenzate dalla velocità della sua colonizzazione micotica e batterica.

Immagini di una valvola fonatoria in silicone tipo Bloom-Singer.

Immagini di una valvola fonatoria in silicone tipo Bloom-Singer.

La protesi  rappresentata in figura consiste in un tubo in gomma siliconica terminante con un lembo a forma discoidale che si sposta sotto l’azione del flusso aereo . Tale disco quindi funge da valvola che discrimina tra flusso di aria ed eventuali riflussi di liquidi o solidi provenienti dall’esofago. Essa infatti viene impiantata tra lo stoma tracheale e l’esofago in modo da mettere in comunicazione le vie aeree con l’interno dell’esofago nel punto migliore per  produrre suoni anche in assenza dell’organo preposto, la laringe,  già asportato per le conseguenze di un’affezione tumorale alle corde vocali. Il funzionamento del dispositivo viene indotto dal paziente che volontariamente ostruisce lo stoma tracheale con un dito e contemporaneamente esercita una pressione d’aria in trachea. Tale situazione consente all’aria in pressione, di aprirsi un varco attraverso l’unica via disponibile verso l’esterno.

 

Progetti

 

Impegno Attuale

 

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Nel suo percorso l’aria apre il dischetto valvolare della protesi e passa in esofago risalendone l’ultimo tratto e raggiungendo la bocca. Durante l’attraversamento delle pliche esofagee l’aria produce suoni più o meno sordi e profondi, ma intelleggibili come parole se ulteriormente modulati da quelle parti anatomiche che hanno conservato, nonostante la laringectomia, la motilità preposta a regolare il flusso dei suoni. L’applicazione della protesi è molto semplice ed il risultato di recupero di espressione fonatoria intelleggibile è molto buono. La protesi deve essere sostituita regolarmente con un’operazione ambulatoriale incruenta ed indolore. Il materiale usato per la costruzione della protesi è gomma siliconica biocompatibile ed impiantabile prodotta dalla Nusil Technology.

La figura a lato mostra la protesi nel suo complesso mentre nei riquadri in basso sono evidenziati i dettagli della valvola preposta alla regolazione del flusso dell’aria. Le dimensioni sono di 5mm, il diametro del corpo e di misure variabili da 15 a 32 mm per la lunghezza totale.

Valvola fonatoria ” a bottone “

A lato è rappresentata una valvola fonatoria detta a bottone  e messa a punto nella mia società nel corso degli anni novanta. La versione definitiva mostrata è stata perfezionata in collaborazione con il suo inventore il prof. Bonelli  ed il dott. Aversa . Anche se l’aspetto della protesi è molto diverso da quello della protesi fonatoria tipo Boom-Singer descritta sopra, il suo impiego e funzionamento è simile nel principio fisico del funzionamento a quello della precedente e di altre valvole di questo tipo. Questo modello si applica attraverso la parete esofagea in modo che la placchetta siliconica (bottone) aderisca alla parete interna del tubo esofageo. Il “bottone”, in questa posizione funge da tappo ermetico nei confronti dei riflussi di liquidi e solidi presenti nel tubo esofageo. La tenuta è poi tanto più efficace quando il paziente esercita una leggera

 

trazione sulla catenella in direzione esterna. La catenella infatti sporge dallo stoma tracheale ed è a disposizione del paziente per questo scopo. Quando il paziente ostruisce con un dito lo stoma tracheale ed esercita una pressione d’aria in trachea, tale pressione produce lo scostamento del disco (bottone)dalla parete aprendosi la strada verso l’esterno attraverso le vie aeree superiori sino alla bocca.

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