L’INTERVISTA «I casi di mesotelioma aumenteranno per almeno dieci anni. La normalità tra 60 anni»

L’epidemiologo Corrado Magnani espone le stime. Tempi di latenza di vent’anni. L’asbestosi è cronica, non esistono cure

«I casi di mesotelioma collegati all’amianto aumenteranno per almeno 10 anni. Poi, dal 2020 la curva comincerà a stabilizzarsi e successivamente a decrescere. Torneremo ai livelli normali non prima di 50-60 anni», riporta le stime Corrado Magnani, epidemiologo dei tumori presso il centro di prevenzione oncologica piemontese, da 30 anni impegnato in ricerche sugli effetti del minerale che ha minato la serenità degli abitanti di Casale Monferrato. Nonostante la legge che nel ’92 ha vietato l’impiego di amianto come materiale edilizio il pericolo resta, tanto che in un recente documento il ministro della Salute, Renato Balduzzi, ha parlato di un problema nazionale, da affrontare globalmente.

 

Quando si potrà abbassare la guardia?
«Esistono grosse quantità di amianto nei luoghi di lavoro e di vita dunque dobbiamo aspettarci un ulteriore aumento della frequenza di casi. La frequenza normale in una popolazione non esposta è di 1-2 per milione di abitanti, a Casale ne sono stati contati oltre 20 per 100mila a causa dell’Eternit».

Quali tipi di tumore sono collegati all’amianto?
«Il mesotelioma non è l’unica patologia il cui nesso causale con l’amianto è provato. L’origine del 10% dei tumori polmonari è da attribuire all’amianto le cui fibre possono colpire, in misura minore, anche laringe, peritoneo e ovaio. Sono gli organi più esposti alla degenerazione».

Il rischio di sviluppare un tumore è proporzionale al grado di esposizione alla sostanza cancerogena?
«Non c’è un livello di esposizione minimo al di sotto del quale sentirci esenti. Di sicuro l’aumento del rischio è proporzionale alla dose dell’esposizione e questo vale in particolare per il mesotelioma».

Quali sono le modalità di penetrazione dell’amianto nell’organismo umano?
«Le fibre di amianto si introducono nell’organismo con la respirazione, se disperse nella polvere oppure attraverso l’acqua contaminata. Tra le patologie la cui insorgenza è dovuta all’amianto non dimentichiamo l’asbestosi, da asbesto, il nome con cui viene indicato il minerale. E’ una malattia polmonare che, come le altre, non si cura. Ha un andamento cronico ma non esiste una terapia efficace».

Quanto tempo passa tra il momento di esposizione all’amianto e la nascita del tumore?
«I tempi di latenza possono anche essere superiori a 20 anni. Le vittime di oggi sono bambini che allora hanno giocato inconsapevoli su pavimenti contaminati».

Come difendersi?
«Non certo con l’uso di mascherine, non servono a niente. Le fibre attraversano la barriera sottile. Se per disavventura scopriamo di vivere o lavorare in ambienti che potrebbero contenere muri, tetti o tubi con amianto l’unico provvedimento è la rimozione. Bisogna però avvalersi della valutazione di un tecnico. Che proporrà la soluzione sulla base del rischio. Se il pannello incriminato ad esempio è bene incapsulato si potrebbe anche lasciare. Non agire mai autonomamente».

Margherita De Bac

FONTE

L’INTERVISTA «I casi di mesotelioma aumenteranno per almeno dieci anni. La normalità tra 60 anni»ultima modifica: 2012-02-15T10:25:18+01:00da admin
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