IL CANCRO E’ COMUNISTA parte III

Il piccolo treno riparte e pomeriggio torna con un ventilatore a colonna il 15 agosto ha trovato un ventilatore,senza macchina,spostandosi con i mezzi,l’ha trovato e me lo ha portato;Simone non c’è ho insistito io per fargli onorare una serata in Calabria,mi pare,mia moglie l’ho fatta rimanere a casa,dove va?Con quel fiatone,coi mezzi con quel caldo,dove va,meglio saperla a casa,che dovermi preoccupare sapendola in giro,tanto io non ho grandi problemi,se al limite mi servisse un aiuto,c’è Ilaria,mia sorella,poi a me che mi può servire,non posso mangiare e vengo alimentato con le flebo

Per cui non mi deve imboccare nessuno,ho il catetere per cui non mi serve il pappagallo,si è vero un po’ mi annoio,però non ho voglia ne di televisione,ne di leggere,mi sento vuoto,spossato e mi chiedo se avrò e dove troverò la forza per affrontare questa ennesima prova mi chiedo perché io che

ho fatto di tanto grave per dover scontare condanne così severe,certo di colpe ne ho,chi nel corso di una vita non ha qualcosa di cui si dovrebbe vergognare.Poi quasi a voler scuotermi da questo attacco di autocommiserazione mi viene un pensiero che quasi mi fa sorridere,il cancro è comunista infatti non rispetta la classi sociali,lui non fa differenze,a chi tocca,tocca,senza meriti,senza colpe,senza cattiveria,senza buonismo,come se una moltitudine stesse sotto un palazzo da cui si stacca una tegola,a chi tocca tocca,la testa che si rompe può appartenere ad un santo,ad un diavolo,ad un ricco ,ad un povero,tutti sullo stesso piano,si il cancro è comunista.Passa la visita tutti sorridenti,tutti contenti del buon lavoro fatto,mi sfasciano la ferita,controllano premono guardano i drenaggi,si congratulano tra di loro,mi disinfettano,mi rifasciano stringendo il più possibile per accontentare il chirurgo estetico che ha ricucito la ferita.Mi lasciano avvertendomi che dall’indomani le visite consisteranno nelle medicazioni fatte in medicheria poiché le stesse verranno fatte dai chirurghi stessi,finalmente qualcuno mi dice qualcosa inerente alla mia degenza,sono curioso di sapere in cosa cambierà la mia vita,ma nessuno me ne ha parlato prima e non me ne stanno parlando nemmeno ora,quello che so me lo sono andato a leggere su internet.Il trenino è ripartito e questa mattina si è presentata esausta con uno scatolone più grande di lei,dentro c’è un televisore ed una antenna portatile oltre al decoder,ora in questa stanzetta c’è una miriade di fili e spine che sembra più una centrale che una stanza d’ospedale.Sotto gli scantinati dell’ospedale Forlanini c’è una sorta di laghetto sotterraneo e la veridicità di questa storia è testimoniata dai nugoli di zanzare pronte a trasformarti in un’unica bolla pruriginosa,non bastava come stavo messo.

Ho sete ma mi è vietato deglutire,è strano ma non ho fame,mi hanno detto che tra un paio di giorni potrò alimentarmi dal tubo che mi esce dal naso,cosi potranno limitare le flebo,anche perche a forza di dover cambiare vena le ho quasi finite,un paio sono già flebitiche,Questa mattina mi sono potuto alzare,mi hanno tolto il catetere,per cui trascinando con me il bastone della flebo ho iniziato ad azzardare qualche passo seguito dal bidone hippy che si sbrodolava in complimenti sulla mia capacità di reazione,sono andato in bagno ed ho potuto specchiarmi in uno specchio grande abbastanza da poter avere una veduta d’insieme,lo spettacolo non è dei migliori,ancora gonfio anzi ugualmente gonfio ai lati del viso,quasi avessi un attacco gigante di orecchioni,un tubo nel naso,il cerotto per tenere il tubo,il collo tutto incerottato,la mancanza della protesi dentale,non sono davvero un bel vedere,ma sono in piedi,il vecchio guerriero è in piedi,stringo forte il bastone della flebo quasi fosse la lancia di uno spartano,prendo il fiato a tutti polmoni gonfio il petto e penso:”si ricomincia,la guerra continua”Mia figlia mi guarda con sorriso dolce felice di questo passaggio,il suo gigante buono è di nuovo in piedi.Torna Simone ,vuole per forza farmi la notte,vuole rendersi utile,vuole in tutti i modi farmi sentire il suo affetto,io non vorrei,anche perché non ne vedo l’utilità,Simone è un artista,è sempre un po’ fuori dal presente,in caso di effettivo bisogno si perderebbe,l’ansia lo bloccherebbe,ma per accontentarlo dico di si,pur sapendo che una volta soli dovrò controllarmi sapendo che se facessi una qualsiasi piccola smorfia,lui andrebbe nel panico.

FONTE

continua

IL CANCRO E’ COMUNISTA parte IIIultima modifica: 2012-02-15T11:09:00+01:00da admin
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