ROMA – L’abuso di alcol è associato a più alti tassi di mortalità generale, e in particolare per il cancro. Sono i risultati di uno studio al quale ha partecipato anche l’Ispo, l’Istituto per lo studio e la prevenzione oncologica di Firenze, e che nel mese di febbraio verrà pubblicato su «Alcoholism: clinical and experimental research», autorevole rivista scientifica internazionale.
I dati. «Il consumo di alcol causa circa il 4% di tutti i decessi nel mondo, ed è responsabile di circa il 5% di tutte le malattie. L’abuso di alcol può compromettere la struttura e la funzionalità di diversi organi, aumentando la mortalità generale di circa 5 volte – informa il dottor Domenico Palli, responsabile dello studio per l’Ispo – Il nostro studio ha evidenziato che l’abuso di alcol aumenta in modo significativo il rischio di morte per numerose cause in confronto alla popolazione generale, anche in un Paese mediterraneo». Gli alcolisti risultano a maggio rischio di morte per malattie come diabete, infezioni, malattie del sistema nervoso, respiratorio, digestivo e cardiovascoalre, e anche per le cause violente. «Ed emerge in modo evidente – precisa ancora Palli – anche il ruolo dell’alcol come cancerogeno: infatti per i forti bevitori risulta aumentato in modo significativo il rischio di sviluppare alcuni tumori, in particolare quelli a carico della faringe, della cavità orale, della laringe e del fegato. Oltre che per questi tumori, tradizionalmente associati al consumo eccessivo di alcol, si rileva un aumento del rischio anche per alcuni tumori tra i più frequenti nella popolazione generale, come quelli dell’intestino e della mammella nelle donne».
Risultati. I ricercatori dell’Ispo, in collaborazione con i colleghi del Centro alcologico della Asl 10 di Firenze, coordinati dal dottor Gabriele Bardazzi, hanno raccolto i dati di 2.272 alcolisti (1.467 uomini e 805 donne), residenti in Toscana, soprattutto nella provincia di Firenze, con un’età media di 43 anni, trattati presso il Centro alcologico dopo un primo accesso nel periodo aprile 1985-settembre 2001. I risultati dello studio hanno evidenziato che le donne alcoliste hanno tassi di sopravvivenza maggiori rispetto ai maschi alcolisti. Probabilmente – osservano i ricercatori – le donne tendono a beneficiare più degli uomini dei programmi di trattamento, e si rivolgono ai centri alcologici in una fase più precoce rispetto agli alcolisti maschi, che invece si presentano in una fase più avanzata, o quando sono evidenti sintomi clinici più severi. Le alcoliste seguite in questo studio vivono comunque più a lungo degli uomini: un risultato interessante, se si considera l’ipotesi molto diffusa di una maggiore tossicità dell’alcol per il sesso femminile. Dai dati Istat 2009, risulta che in Toscana ci sono 392.000 bevitori a rischio. E dallo studio Edit 2011 sui comportamenti dei giovani tra 14 e 19 anni, il 23,6% dei guidatori abituali ha dichiarato che nei 12 mesi precedenti l’indagine ha guidato almeno una volta dopo aver bevuto troppo. E i giovani bevitori a rischio risultano essere più di 15.000. Nel 2010 gli alcolisti in carico ai servizi pubblici della sanità toscana sono stati 4.822.