Processo Eternit ultimissime, il difensore di Schmidheiny: responsabilità solo dei dirigenti italiani

Maxi processo Eternit: il pm chiede vent'anni per i due imputati

Nella nuova udienza al maxiprocesso Eternit in corso a Torino contro i ‘signori dell’amianto’ ha continuato oggi la sua arringa il difensore del magnate svizzero Stephan Schmidheiny. L’arringa era iniziata nell’udienza di martedì scorso, durante la quale l’avvocato Astolfo Di Amato aveva sostenuto la tesi della non imputabilità dei reati per il suo assistito, in quanto lui aveva sempre gestito l’azienda nel rispetto delle regole della sicurezza per i lavoratori, stanziando anche ingenti somme per garantirla. Il discorso dell’avvocato Alleva, anche lui legale di Schmidheiny, ha seguito questa linea, scaricando l’intera responsabiltà dei gravi fatti accaduti nelle ‘fabbriche della morte’ sui dirigenti italiani.

L’arringa non è piaciuta alle associazioni dei famigliari delle vittime e ai sindacati, che sostengono come questa linea difensiva voglia semplicemente affossare le responsbilità dei due magnati, facendo a scarica barile sui dirigenti italiani che sono già stati processati, nel ’93, e che hanno subito condane estremamente lievi considerata la gravità della situazione, grazie alle attenuanti e allaprescrizione.

Il processo riprenderà lunedì 7 novembre, con la replica della Procura.

Continuano le arringhe della difesa, anche Schmidheiny non è responsabile dei reati imputatigli

Anche il primo dei legali di Stephan Schmidheiny ha pronunciato la sua arringa difensiva; la linea è stata la stessa dell’avvocato del barone belga De Marchienne, ovvero la non colpevolezza del magnate svizzero riguardo ai reati di disastro ambientale doloso e omissione dolosa di cautela nell’ambiente di lavoro. Al contrario, ha sostenuto l’avvocato Astolfo Di Amato, il gruppo svizzero di cui Schmidheiny era a capo avrebbe stanziato 70 miliardi di lire per la sicurezza negli ambienti di lavoro. Tali dichiarazioni hanno suscitato perplessità nei cittadini intervenuti al processo. Lunedì prossimo Di Amato concluderà la sua arringa, cui farà seguito quella dell’avvocato Alleva, anche lui difensore del magnate svizzero, che si concluderà nella giornata di martedì.

Nel frattempo resta sempre vivo l’impegno dei cittadini di Casale Monferrato, città dell’alessandrino sede dello stabilimento Eternit più importante d’Italia, nella lotta contro l’amianto: una delegazione partita da questa città ha infatti preso parte alla manifestazinoe organizzata dall’Andeva, l’associazione francese dei famigliari delle vittime dell’amianto, a Saint Quentin, a 170 km da Parigi. La manifestazione chiedeva un processo contro la multinazionale come quello di Torino, e si batteva contro la cancellazione del fondo nazionale per le vittime minacciata dal governo Sarkozy.

L’arringa della difesa, De Marchienne dev’essere assolto

Si è conclusa al maxiprocesso Eternit di Torino l’arringa finale dell’avvocato Cesare Zaccone, legale del barone belga Louis De Cartier De Marchienne, indagato insieme allo svizzero Stephan Schmidheiny per disastro ambientale e omissione volontaria di cautela negli ambienti di lavoro. Secondo il parere dell’avvocato Zaccone, il barone ottantanovenne andrebbe assolto, in quanto ‘non ha commesso il fatto‘, e in ogni caso i reati ascrittigli sono ormai caduti inprescrizione. Il barone, fino al ‘71, era semplicemente amministratore di una società che partecipava con l’Eternit solo in una percentuale del 21%, e non esistono prove a conferma del fatto che avesse, a quel tempo, alcun ruolo gestionale. Quando poi, nello stesso anno, divene effettivamente amministratore della Eternit, ‘era solto un componente del cda che peraltro stava a mille chilometri di distanza‘.

Si attendono, dalla prossima udienza, le arringhe dei difensori di Schmidheiny.

Concluse le richieste di parte civile, si riprende il 29 settembre

All’udienza di stamattina del maxiprocesso contro la multinazionale dell’amianto si sono tenute le ultime conclusioni degli avvocati di parte civile: più di cento legali si sono avvicendati in tre udienze rispettando il limite imposto dal giudice Casalbore di non più di un quarto d’ora per ciascuno. Ritmi rispettati così bene al punto da permettere la sospensione delle udienze per la pausa estiva ventiquattro ore prima del previsto.

L’ultimo avvocato di parte civile a parlare è stato Sergio Bonetto, in un discorso che è stato una sorta di sintesi di tutto ciò di cui si è trattato nelle ultime udienze: l’avvocato ha espresso il concetto che in questo processo le parti civili non sono ‘una componente accessoria. Esse rappresentano simultaneamente le vittime e la prova di questa gigantesca tragedia, e il danno morale da esse patito prescinde dal fatto che abbiano subito o meno un danno concreto‘. Proprio come in un caso di tentato omicidio, dice Bonetto, per il quale non si negherebbero mai i danni morali a chi ha avuto la propria vita in pericolo.

La prossima udienza, dopo la pausa estiva, sarà il 29 settembre, quando inizieranno le arringhe finali degli avvocati della difesa.

Il pm Guariniello chiede 20 anni per Schmidheiny e de Marchienne

Dopo cinquanta udienze dalla sua apertura, il 10 dicembre 2009, oggi al maxi processo Eternita Torino, il pm Raffaele Guariniello ha espresso la richiesta di condanna per i due imputati: 12 anni per lo svizzero Stephan Schmidheiny, 64enne, e 12 anche per l’89enne barone belga Jean Louis Marie Ghislain de Cartier de Marchienne, i padroni della multinazionale che si è resa responsabile della morte di migliaia di persone, non solo lavoratori in fabbrica, a causa del tumore che si sviluppa respirando le sottilissime fibre d’amianto.

Processo Eternit ultimissime: il pm chiede 20 anni per Schmidheiny e de Marchienne

Ai 12 anni chiesti da Guariniello vanno ad aggiungersene ‘automaticamente’ altri 8, poiché il reato è stato continuato nel tempo. In aggiunta ai vent’anni di carcere, il pm ha chiesto per gli imputati l’incapacità per tre anni di trattare con la pubblica amministrazione, la perpetua interdizione dai pubblici uffici e l’interdizione per dieci anni dalla direzione di imprese.

Lunedì prossimo la palla passerà alla difesa.

Processo Eternit ultimissime, il difensore di Schmidheiny: responsabilità solo dei dirigenti italianiultima modifica: 2011-10-25T16:14:00+02:00da admin
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