Super teste nell’inchiesta Quirra: ecco come si inquinava l’acqua L’ipotesi dei pm: fatti brillare anche 800 chili esplosivo giorno, i residui forse finiti anche nelle condutture potabili

Cagliari, 19 mag. (TMNews) – Tonnellate di armifatte esplodere in un poligono militare, con possibili gravissime conseguenze sulla salute dei cittadini che inconsapevolmente respiravano i fumiprovocati dalle detonazioni. E’ l’ipotesi al centro dell’indagine aperta dalla procura di Lanusei, in Sardegna, che vede coinvolto il poligono militaredel Salto di Quirra. “Così per anni e anni abbiamo fatto esplodere 800 chili di esplosivo al giorno nel poligono di Perdasdefogu, dopo aver scavatobuche larghe trenta metri e profonde anche venti. Brillamenti capaci di sprigionare nubi nere e bianche, che raggiungevano Quirra o Escalaplano a seconda del vento. In quelle buche poi si raccoglieva l’acqua delle piogge, si abbeverava il bestiame, e poi i veleni filtravano nelle falde sotterranee”. E’ la testimonianza, rilasciata all’Unione Sarda, del supertestimone del procedimento che indaga sull’eventuale rapporto tra attività del poligono e l’insorgenza di malformazioni e tumori nella zona.

Si tratta di un ex-militare, un sottufficiale, che ha lavorato al brillamento delle armi da smaltire in tutta Italia e che è già sentito dagli uomini della Squadra Mobile di Nuoro. “Speciali convogli ferroviari trasportavano gli armamenti sino al porto di Genova, poi il viaggio in una nave speciale sino a Porto Torres, quindi sino al deposito di Serrenti – ha raccontato l’uomo – le campagne di brillamenti aPerdasdefogu duravano venti giorni al mese per intere stagioni. C’era tutta una procedura per realizzare le buche, per far esplodere le munizioni. No, non sono un artificiere, non sono in grado di dire quali tipi di munizioni o bombe venivano distrutte a Perdasdefogu. Di sicuro dovevamo rifugiarcidentro i camion dopo il botto per evitare di respirare le polveri nere o bianche o grigie che oscuravano il sole. Un mio collega si è ammalato ed è morto di tumore. In quei terreni poi pioveva, si creavano pozze dove si abbeveravano gli animali. Tutto ciò avveniva a Perdasdefogu e anche a Capo Frasca, dove ho lavorato ugualmente per tanti anni. e dove ho assistito alla malattie di tanti amici, tanti colleghi, tanti lavoratori”.

Secondo il procuratore della Repubblica di Lanusei, Domenico Fiordalisi, queste attività potrebbero aver avvelenato suoli e falde acquifere del Salto di Quirra. L’ipotesi è che un piccolo impianto di potabilizzazione abbia mandato l’acqua contaminata sino ai rubinetti delle case di Quirra, soprattutto di una parte della frazione, quella dove si è registrato il più alto numero di tumori.

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Super teste nell’inchiesta Quirra: ecco come si inquinava l’acqua L’ipotesi dei pm: fatti brillare anche 800 chili esplosivo giorno, i residui forse finiti anche nelle condutture potabiliultima modifica: 2011-05-20T06:38:17+02:00da admin
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