ENI CON AIOM E FAVO PER UN PROGETTO PILOTA AL LAVORO DOPO IL TUMORE, 3 SU 4 VOGLIONO TORNARE

AL LAVORO DOPO IL TUMORE, 3 SU 4 VOGLIONO TORNARE

(AGI) – Milano, 9 ott. – Due milioni di italiani hanno superato un tumore, di questi ben 690.000 sono in eta’ produttiva (tra i 20 e i 64 anni) e il 72% vuole continuare o riassumere il proprio impiego. Ma non sempre ci riesce. Un’indagine dell’Associazione italiana di Oncologia Medica (AIOM) sul cancro del seno dimostra che il 40% delle donne ricomincia a lavorare a due mesi dalla diagnosi, soprattutto se svolge un lavoro d’ufficio. A due anni dalla malattia la percentuale si alza al 74%. Il 35% pero’ si sente discriminato e il 25% deve adattarsi a mansioni diverse. “Abbiamo raggiunto importanti traguardi grazie agli screening e alle terapie biologiche mirate”, afferma il professor Carmelo Iacono, presidente dell’AIOM, “Stiamo ora assistendo a una vera e propria cronicizzazione della malattia: con il cancro si vive meglio e piu’ a lungo. Il progressivo aumento della sopravvivenza, in tutto il vecchio continente, apre nuove sfide per l’oncologo e per l’intero sistema, che deve essere ripensato, a partire dalle aziende”. Il nostro Paese, grazie alla collaborazione fra AIOM e associazioni dei pazienti, possiede una speciale sensibilita’ ed esperienza e, al Congresso europeo di Oncologia, in corso a Milano fino al 12 ottobre, presenta un’esperienza pilota. “Abbiamo costruito con una delle piu’ importanti realta’ italiane, l’ENI, un progetto che ha coinvolto 3.000 persone”, ha spiegato il professor Francesco De Lorenzo, presidente della Federazione italiana delle Associazioni di Volontariato in Oncologia (FAVO), “Il primo obiettivo e’ distruggere il pregiudizio secondo cui il cancro e’ un male incurabile. Poi partira’ la fase formativa sui fattori di rischio, i diritti di pazienti e familiari e i comportamenti piu’ idonei da mantenere per favorire la piena integrazione. Fino alla costituzione di un ‘Disability Management Team’ permanente per la migliore gestione del reinserimento in azienda. Il sostegno socio-assistenziale e la tutela del lavoro sono aspetti riabilitativi di fondamentale importanza per il ritorno alla vita dopo una diagnosi di tumore”. Un altro tema centrale e’ la salvaguardia della fertilita’, su cui l’Italia e’ capofila a livello internazionale. “Nel nostro Paese, per la prima volta al mondo, e’ stata sperimentata una tecnica per “mettere” a riposo l’ovaio, con un analogo dell’Lhrh, riducendo cosi’ l’effetto tossico dei farmaci chemioterapici”, ha spiegato il professor Marco Venturini, presidente eletto dell’AIOM, “Si tratta di un problema sempre piu’ attuale, perche’ l’eta’ di insorgenza del tumore del seno si sta riducendo: circa il 4% dei casi compare prima dei 40 anni, 1.500 donne ogni anno in Italia. Di queste, il 33% non ha figli. Prestare attenzione a questo aspetto e’ fondamentale nella messa punto della terapia”. Al tema della vita con e dopo il cancro e’ dedicato ampio spazio al Congresso dove il modello italiano e’ protagonista. I casi di pazienti oncologici che giungono a una ripresa completa crescono in tutta Europa e il numero di persone guarite aumenta di circa l’uno per cento ogni anno. Dai dati emerge che l’Italia e’ tra i Paesi europei con il migliore tasso di guarigioni e sopravvivenza. Per il tumore del colon-retto, a esempio, la sopravivenza e’ minima in Polonia, Repubblica Ceca e Slovenia (30%), massima (49%) in Francia e in Italia e’ del 43,1 %. Bene anche per il cancro del seno, 69,9%, dietro solo a Finlandia, Francia, Spagna e Svezia, con circa il 73%. “Sia il paziente guarito sia quello cronico, in cui le terapie riescono a controllare a lungo la malattia senza pero’ eliminarla completamente, esprimono il desiderio di tornare a una vita “normale”, ha aggiunto Iacono, “La cura del malato oncologico deve essere a tutto tondo, rivolta con uguale impegno sia agli aspetti di efficacia che a quelli di umanita’ e attenzione. Ad esempio, la sfera della sessualita’ rientra nei bisogni a volte inespressi, nel ‘non detto’, che il medico deve cercare di cogliere”. Tra i compiti delle associazioni rientra invece l’informazione sui propri diritti e, in Italia, AIMAC (Associazione Italiana malati di Cancro, parenti e amici) e FAVO rappresentano il punto di riferimento privilegiato. “Da tempo collaboriamo con AIOM nella convinzione che la sinergia medico paziente sia fondamentale”, ha commentato l’avvocato Elisabetta Iannelli, vice-presidente AIMaC, “In passato ci siamo concentrati soprattutto sull’accesso alle prestazioni e ai servizi, ottenendo risultati importanti. Il prossimo obiettivo e’ la riabilitazione, nel suo significato piu’ ampio, per favorire il piu’ completo e rapido ritorno alla vita di prima”. Fra i punti centrali anche la gestione degli effetti collaterali delle terapie. “Quelle biologiche sono meno invasive rispetto alla chemioterapia, ma anche in questo caso si aprono nuovi scenari”, ha concluso Venturini, “Siamo sempre piu’ impegnati a garantire ai nostri pazienti molecole sicure, efficaci e meglio tollerate”. Al Congresso ESMO e’ dedicato ampio spazio ai pazienti, con un vero proprio seminario, l’VIII in sede europea, presieduto dal professor De Lorenzo. .

ENI CON AIOM E FAVO PER UN PROGETTO PILOTA AL LAVORO DOPO IL TUMORE, 3 SU 4 VOGLIONO TORNAREultima modifica: 2010-10-09T14:16:09+02:00da weefvvgbggf
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