Biografia e Curriculum del Prof. Luigi Di Bella, scritta da Adolfo Di Bella

Biografia

 

Il Prof. Luigi Di Bella al microscopio nel suo laboratorio di Modena.

Ultimo maschio dei tredici figli di Giuseppe Di Bella e Carmela Tornatore, tre dei quali prematuramente scomparsi, Luigi Di Bella nasce il 17 luglio 1912 a Linguaglossa, cittadina in provincia di Catania, sulle pendici dell’Etna. L’estrema povertà della famiglia dissemina di stenti l’infanzia e l’adolescenza, senza peraltro riuscire a prevalere sulla sua determinazione e sulla passione per lo studio ed il sapere. D’ingegno assai precoce, nel 1916, ad appena quattro anni, impara da solo a leggere e scrivere.

L’ingresso della casa natale a Linguaglossa, con la targa-ricordo apposta dal Comune nel dicembre 2006.

Nel 1930, conseguita la maturità scientifica a Messina, si iscrive alla facoltà di Medicina presso l’Ateneo della stessa città, rendendosi economicamente indipendente grazie ad un premio vinto in un concorso nazionale. Presto acquista ampia notorietà fra il corpo docente per la profonda preparazione e per l’abitudine di preparare le materie d’esame su impegnativi e ponderosi trattati, oltre che sui testi prescritti. Ne rimane particolarmentecolpito il Prof. Pietro Tullio – epigono della gloriosa tradizione medica italiana rappresentata da Augusto Murri e Pietro Albertoni, candidato al Premio Nobel nel 1930 e nel 1932 e considerato il massimo fisiologo del tempo – che, nonostante il giovane sia studente del I anno, lo vuole come assistente, richiedendolo quale allievo interno.

Nel 1932, ancora diciannovenne, pubblica sul Bollettino della Società Italiana di Biologia Sperimentale (Vol. VII) il suo primo lavoro:“Eccitazione neuromuscolare mediante campi elettrici variabili”, del Prof. Pietro Tullio e di Luigi Di Bella, allievo interno. Ancora studente, seguiranno altri 9 lavori tra il 1932 ed il 1935, pubblicati su Boll. SIBS e Arch. Sc. Biologiche in collaborazione con il Prof. Tullio. Nel 1934-35-36 vince tre borse di studio di lire 5.000 ciascuna per studenti meritevoli e bisognosi; nel 1935 uno dei 21 “Premi Littorio” della Società Italiana per il progresso delle Scienze, nel 1936 la Borsa di studio “G.B. Queirolo” presso l’Università di Pisa. Nel 1937 riceve un premio dall’allora presidente del CNR, Guglielmo Marconi, rimasto colpito da un suo lavoro.

Il 14 luglio 1936 si laurea in Medicina con il massimo dei voti e la lode, dopo avere sostenuto 12 esami in più di quelli previsti.

La ricerca si affianca alla sua attività clinica e didattica: per 46 anni beneficiano del suoi insegnamenti generazioni di medici, farmacisti, biologi, medici specializzandi. Nel 1966, migliorate le condizioni di lavoro all’interno dell’Istituto di Fisiologia, svolge la ricerca anche presso gli Istituti Biologici dell’Università di Modena, dedicandosi in particolare al campo ematologico ed oncologico. Già dal 1939 ritiene infatti che strutture del sistema nervoso centrale svolgano funzioni essenziali sia sulla crasi ematica che, per il tramite di fattori di crescita e relativi inibitori, sulla genesi e le fasi biologiche delle cellule neoplastiche. Nel 1969, servendosi di un vecchio apparato stereotassico di Horsley-Clarke, stimola elettricamente le Habenulae – formazioni nervose localizzate nell’epitalamo – osserva un aumento delle piastrine in circolo fino al 300%, e dimostra che tale fenomeno dipende dalla provocata increzione di Melatonina, sostanza fino allora ritenuta una “curiosità fisiologica” e della quale sono ignoti i possibili effetti terapeutici. I risultati delle ricerche vengono comunicati al Congresso di Alghero della S.I.B.S., Società Italiana di BiologiaSperimentale (Ruolo del sistema abenulo-epifisario nella regolazione deltasso piastrinemico), destando vivo interesse, in particolare nel Prof. Giuseppe Moruzzi, eminente Fisiologo di fama internazionale e suo estimatore. Mentre amplia ed approfondisce le ricerche, comunicando in diversi congressi scientifici nazionali, con il pieno appoggio e la collaborazione del Prof. EdoardoStorti, luminare dell’ematologia italiana, inizia a curare alcuni casi di leucemia, piastrinopenia, morbo di Werlhof. I risultati, particolarmente clamorosi perchè ottenuti in pazienti in uno stadio avanzato di malattia e dichiarati non più suscettibili di trattamento, vengono comunicati a Bologna, presso la sede della Società Medico Chirurgica di Bologna, su invito del Prof. Domenico Campanacci. L’eminente clinico già conosce lo scienziato, sia perché, a metà degli anni trenta, lo ha incontrato a Bologna, dove Luigi Di Bella aveva eseguito ricerche presso il locale Ateneo, sia per la comune provenienza dalla gloriosa scuola medico-scientifica bolognese. E’ il figlio Dr. Giuseppe Di Bella, allora giovane assistente presso la clinica Otorinolaringoiatrica dell’Ospedale Maggiore di Bologna, ad incontrare per primo il Prof. Campanacci, a riferigli delle ricerche e dei risultati terapeutici conseguiti dal padre e proporre una conferenza presso la Sala dell’Archiginnasio. Domenico Campanacci accetta con entusiasmo e – come si può ascoltare dalla registrazione audio a suo tempo fatta e la cui ‘sbobinatura’ è stata recentemente coperta da copyright – alla fine della conferenza manifesta tutta la sua ammirazione per il rigoroso lavoro sperimentale che ha preceduto l’applicazione clinica. La notizia della comunicazione viene ripresa da molti dei più importanti quotidiani italiani e da alcuni giornali esteri, ma da parte degli ambienti medico-accademici giungono soltanto gravi intimidazioni e minacce. Nell’autunno del 1974 Luigi DiBella, sulla base di ulteriori dati sperimentali e clinici, comunica al XXVI Congresso Internazionale di Fisiologia di Nuova Delhi. Il suo intervento è accolto da un lungo applauso e, al ritorno in Italia, lo scienziato è destinatario di numerosa corrispondenza, ancora oggi disponibile, da parte dei ricercatori presenti al congresso. In quel tempo il suo Metodo, arricchito e formulato per l’applicazione in numerose patologie neoplastiche, si basa principalmente, oltre che sulla Melatonina, anche su RetinoidiBromocriptinaVit. D3Acth ed inibitori dell’ormone della crescita. Impiega infatti – primo al mondo – anche laSomatostatina e riferisce in merito alla comunità scientifica nazionale ed internazionale: nel 1977 viene pubblicato sul bollettino Sibs il lavoro “Effetti della Somatostatina sulla funzione del midollo osseo”, nel novembre 1978, al First Colloquium of the European Pineal Study Group – Amsterdam, comunica sui risultati riscontrati con l’adozione del suo Metodo – arricchito dalla somatostatina (precedentemente ricorreva alp-oxypropiophenon) – in numerosi casi di tumori polmonari, dell’apparato digerente, della mammella, nei linfomi, nei sarcomi.

 

Modena Istituto di Fisiologia, 1970

 

Nel giugno 1981, ad Atene, comunica più particolareggiatamente sull’impiego della Somatostatina in campo oncologico (“Somatostatin in cancer therapy”: 2nd International Symposium of somatostatin). Ricerca, lavori e comunicazioni in congressi nazionali ed internazionali, proseguono dopo il pensionamento. Rifiuterà di attingere ai fondi universitari riservati alla ricerca, sostenendo sempre personalmente ogni onere, compreso quello dei viaggi. Complessivamente comunicherà in oltre un centinaio di congressi, quaranta dei quali internazionali. Parecchie migliaia di pazienti affetti da tumori solidi o liquidi continuano a rivolgersi a lui, attraverso un meccanismo di passaparola, ed innumerevoli prescrizioni affluiscono ad ospedali, a cliniche, al ministero della sanità, senza che questo spinga ambienti sanitari o istituzionali a stabilire contatti, chiedere chiarimenti, o formulare proposte di collaborazione. Nel 1988 ad Hong Kong, al “Symposium on Melatonin and the Pineal Gland”, nel corso della sua comunicazione (Melatonin in cancer therapy), definisce il suo Metodo “Terapia Biologica dei Tumori“. Il clima di ostentato disinteresse prosegue, nonostante alcune indignate prese di posizione a suo favore da parte di ricercatori di fama internazionale (Russel Reiter) e insistenti indiscrezioni su una sua candidatura al premio Nobel nel 1989. Nel gennaio 1990 viene insignito dal Procuratore della Repubblica di Modena, su iniziativa di un ente religioso, del Premio della Bontà, per l’opera umanitaria svolta intutta la sua vita a favore dei malati, che ha sempre visitato gratuitamente. Nel 1993 a Glasgow (XXXII Congress of the International Union of Physiological Sciences) presenta un lavoro relativo a ricerche sul Neuropeptide Y – Influence of neuropeptide y on bone marrow megacariocytes blood platelet count and blood glucose level – che consentirebbero, qualora opportunamente supportate sotto il profilo economico, di disporre in breve tempo di ulteriori supporti farmacologici per la risoluzione di gravi patologie ematologiche. Nel 1995 l’irrefrenabile interesse che tutto il mondo manifesta per la melatonina, determina l’infrangersi della “consegna del silenzio” instaurata da ambienti economico-sanitari ed il nome del Prof. Luigi Di Bella acquista vasta notorietà.

Sitges (Barcellona), fine marzo 1996

All’infrangersi di questo imposto anonimato sembra potersi ascrivere un oscuro episodio, verificatosi nell’aprile del 1996, quando lo scienziato viene colpito al capo e perde i sensi, riportando un trauma cranico seguito da commozione cerebrale e dalla perdita parziale dell’udito: nonostante una formale denuncia, seguita da una deposizione presso l’autorità di Polizia, non verranno mai rintracciati gli autori del vile gesto. Lo stesso anno i pazienti si organizzano, dando vita ad alcune associazioni di volontariato, che nel mese di luglio prendono contatto con esponenti del Ministero della Sanità. A questi contatti, nonostante iniziali assicurazioni, seguono atteggiamenti di aperta ostilità, quali pronunce negative e prive di supporto scientifico, da parte di commissioni ministeriali ed un doloso aumento del prezzo della somatostatina, lievitato a 516.000 lire a confezione nonostante il prezzo industriale di circa 3.000 lire: quest’ultimo evento determina l’impossibilità per migliaia di pazienti di pagarsi la cura, originando manifestazioni spontanee di protesta – moderate e faticosamente controllate da esponenti delle associazioni – ed un palese appoggio di alcune importanti testate giornalistiche e reti televisive. Il sistema sanitario ed accademico nazionale vacillano e l’intero apparato governativo si trova nell’impossibilità di reprimere diffusione e pratica della terapia, di fronte ad innumerevoli testimonianze di remissioni ed a un’opinione pubblica schierata, in larghissima maggioranza, a favore dello scienziato: stretto tra forti pressioni esterne da una parte, da una crescente impopolarità dall’altra, il dicastero della sanità trova una possibile soluzione del problema Di Bella proponendo, all’inizio del 1998, una “sperimentazione” del Metodo Di Bella; termine, quello di sperimentazione, fuori luogo, visto che il Mdb contempla farmaci perfettamente conosciuti, testati, supportati da una copiosa letteratura scientifica e regolarmente reperibili nelle farmacie. Il Prof. Luigi Di Bella, al quale, a parole, vengono assicurate massima correttezza e possibilità di controllo, pur assai scettico sulla sincerità dei propositi ministeriali e contrario sotto il profilo scientifico, ritiene di non potersi esimere dall’accogliere la proposta, per motivazioni di ordine sociale ed umanitario. Viene invitato dal Parlamento Europeo a tenere una conferenza sulla sua concezione scientifica e diviene oggetto di continui ed innumerevoli riconoscimenti da parte di enti ed istituzioni. Peraltro, sulla base di parecchi concordanti elementi, denuncia numerosi arbìtri ed irregolarità, contestando correttezza e attendibilità della sperimentazione e da questa prendendo decisamente le distanze fin dall’inizio.

Insieme ai figli Adolfo e Giuseppe (marzo 1998)

 

Nel novembre del 1998 la prova si conclude con una dichiarazione scontatamente negativa da parte del Ministero della Sanità. Numerose denunce presentate dalle associazioni sono archiviate, mentre altre, dopo repentini trasferimenti di procedimenti dalle originarie sedi giudiziarie ad altre, proprio nell’imminenza dell’invio di alcuni avvisi di garanzia, rimarranno inerti in attesa che si compiano i termini di prescrizione. Luigi Di Bella viene invitato a tenere conferenze in alcuni paesi esteri e si reca in Argentina, Brasile, Usa e Canada, ricevendo importanti riconoscimenti. La letteratura scientifica internazionale, che già all’inizio degli anni novanta, con centinaia di lavori, aveva sancito l’attività antineoplastica di tutti i principi attivi contemplati da decenni dal Mdb, si concentra su retinoidi, melatonina, somatostatina ed analoghi, bromocriptina, cabergolina, vit. D3 ecc.: nel giro di qualche anno vengono pubblicate decine di migliaia di lavori, che implicitamente, ma incontestabilmente, sconfessano le dichiarazioni critiche ufficiali. Luigi Di Bella continua nella sua attività clinica e di ricerca, diretta questa ad ampliare e potenziare, anche nelle più difficili ed avanzate situazioni, l’efficacia delle metodologie da lui create: approfondisce infatti i suoi studi sulle citocalasine, sulle quali ha già riferito a Pietroburgo nel 1997, comunicando sull’argomento ad Amburgo e ad Oxford.

All’ingresso del suo Laboratorio nel 1999.

Lo scienziato, provato da un’attività incessante che lo ha portato a dedicare alle visite, allo studio ed alla ricerca anche diciotto ore giornaliere, dall’inizio del 2000 è afflitto da un netto calo della vista. Affronta anche questa prova crudele, che gli lesina una delle poche consolazioni della sua vita travagliata, lo studio quotidiano, al quale tuttavia continua a dedicarsi con l’aiuto di speciali occhiali e di un visore, o facendosi ingrandire dal figlio Adolfo articoli e testi scientifici. Tiene numerose conferenze a Modena, Fanano, Trento, Pordenone, Padova, Milano, Torino, Arezzo, Grosseto, Roma, Mentana, Catania, organizzate spesso con la collaborazione delle Associazioni di volontariato aderenti alla Federazione Nazionale delle Associazioni, organismo da lui ideato per garantire ai pazienti un’informazione più affidabile ed una migliore assistenza. Nel maggio 2002 viene ricoverato con un edema polmonare da insufficienza cardiaca ed in pericolo di vita, in una clinica privata di Modena e sottoposto all’implantazione di un peace maker. Ripresosi, le sue condizioni di salute peggiorano nell’autunno dello stesso anno. Dopo un ulteriore ricovero, Luigi Di Bella, pur obbligato ad un ridimensionamento della sua attività, continua a visitare pazienti e prosegue la ricerca: in dicembre viene pubblicato sulla rivista Medical Science Monitor il suo ultimo lavoro (Melatonin effects onmegakaryocyte membrane patch-clamp outward K+current). Nel febbraio del 2003 le sue condizioni si aggravano, provocandogli estenuanti sofferenze affrontate con rassegnazione cristiana. La notte del 26 maggio viene ricoverato all’Ospedale Estense di Modena. Dopo che un’apparente ripresa sembra riaccendere le speranze, il suo stato di salute peggiora. La sera di domenica 8 giugno, consapevole della fine imminente, dopo un lungo ed amorevole colloquio benedice i figli Adolfo e Giuseppe. Il suo cuore si arresta alle 10,04 del primo luglio 2003. La sua scomparsa colpisce e commuove tutta l’opinione pubblica e migliaia di telegrammi e di messaggi di cordoglio vengono indirizzati ai figli presso il laboratorio di via Marianini a Modena o presso le rispettive residenze. Tra questi molti portano la firma di rappresentanti delle istituzioni e di personaggi famosi, quali il Ministro della Sanità, il Presidente della Camera dei Deputati, Piero Lardi Ferrari e Luciano Pavarotti, che scrive: “Vi sono molto vicino in questo momento di dolore per la scomparsa del caro Luigi, persona di cui ho sempre ammirato il valore, la professionalità, la dedizione al lavoro e la tenacia dimostrata nel continuare sempre con coraggio la sua missione, pur dovendo superare ostacoli e vie impervie. Il mondo della medicina perde un personaggio unico che per me sarà sempre il vero ed unico vincitore del premio Nobel. – Luciano Pavarotti“.

 

Nel rispetto delle sue ultime volontà, riposa nel cimitero di Fanano, località dell’Appennino modenese che gli era particolarmente cara e dove una moltitudine di pazienti, ex pazienti, estimatori rende costante omaggio alla sua tomba.

Vista dal cimitero di Fanano

Nell’agosto 2006 la prestigiosa rivista internazionaleNeuroendocrinology Letters (classificata, tra le circa 8.000 riviste scientifiche del mondo, al 22° posto) ha pubblicato un lungo lavoro, curato dal biologo Dr. Luciano Gualano – suo collaboratore dal 1975 – compendio delle ricerche trentennali dello scienziato sulla Melatonina. Il 12 dicembre 2006 il Comune di Linguaglossa gli ha dedicato una piazza ed ha posto una targa sulla sua casa natale.

 

Il cippo con la dedica allo scienziato nella piazza “Prof. Luigi Di Bella” a Linguaglossa.

Nel numero di giugno 2007, la citata rivista Neuroendocrinology ha pubblicato in prima pagina un “homage“, sunto della biografia e del curriculum scientifico-accademico di Luigi Di Bella, preceduto dalla sua fotografia
(http://journals.indexcopernicus.com/abstracted.
php?level=5&icid=494999
).

 

Il 30/6/2007, in occasione della commemorazione dello scomparso, ilProf. Peter Fedor-Freybergh – editore e direttore della rivista – è venuto dalla Svezia, mentre la funzione religiosa è stata officiata dal celebre scrittore cattolico Don Alessandro Pronzato, che ha dedicato un capitolo del suo libro, “Stelle sul mio cammino” (edizioni Gribaudi) allo scienziato.

La prima pagina “dell’Homage” dedicato nel giugno 2007 dalla rivista N.E.L. allo scienziato.


Biografia e Curriculum del Prof. Luigi Di Bella, scritta da Adolfo Di Bellaultima modifica: 2010-07-24T07:58:00+02:00da weefvvgbggf
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8 pensieri su “Biografia e Curriculum del Prof. Luigi Di Bella, scritta da Adolfo Di Bella

  1. IL PROF. LUIGI DI BELLA,
    GRANDE SCIENZIATO MA DALLA CLASSE MEDICA ALTO LOCATA MOLTO
    INVIDIATO,MERITA IL GRANDE RISPETTO E RICORDO PER LA SUA
    TENACIA DI NON ARRENDERSI.
    HA PORTATO AVANTI IL SUO METODO DI CURA A SUE SPESE,HA VISITATO TANTISSIMI MALATI E NON HA MAI VOLUTO NE’ ACCETTATO
    SOLDI PERCHE’-DICEVA-SIETE GIA’ SVENTURATI AMMALATI ED IO NON POSSO APPROFITTARE DI VOI, AL CONTRARIO DEI BARONI,SIA DI OGGI CHE DI IERI, CHE SPOGLIANO L’AMMALATO CHIEDENDO TANTI SOLDI.
    ANCHE IO SONO STATO OPERATO -A DICEMBRE DEL 1997 -DI UN K ALL’INTESTINO/SIGMA A ROMA
    PRESSO LE FIGLIE DI SAN CAMILLO IN VIA ACQUA BULLICANTE E POI SONO STATO INVIATO AL DH DELL’H UMBERTO I° A FARE LA CHEMIO.
    SE UN DOMANI DOVESSI AVERE BISOGNO DELLA SUA CURA-SIA IO CHE I MIEI- SENZA INDUGIO MI RIVOLGERO’ AL DR. GIUSEPPE DI BELLA,FIGLIO DEL PROFESSORE SCOMPARSO.
    CORDIALI SALUTI.
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