La voce (seconda parte)

Ennio De Felice

Cominceremo con questo capitolo ad affrontare la discussione sulle patologie della laringe.
Il sintomo dominante è la “Disfonia” ovverosia l’alterazione della voce. Raucedine è un termine molto usato ed anche corretto ma in medicina è più tecnico parlare di disfonia.
Altri sintomi spesso connessi con le varie malattie che possono interessare la laringe sono la disfagia (alterazione della deglutizione) e la dispnea (alterazione della respirazione).
Inizieremo col valutare quelle forme che vanno sotto il nome di “disfonie funzionali o disfunzionali”.
Sono chiamate così perché manca una vera e propria malattia d’organo ma la disfonia è legata a maluso o abuso della voce. In genere si riconosce in esse un’alterata impostazione della voce che viene ad essere prodotta non sfruttando la pressione della colonna d’aria proveniente dalla cassa toracica tramite l’ausilio del diaframma ma usando la laringe non solo per modulare l’emissione della voce ma anche per produrla. Si crea così una sofferenza dei muscoli laringei in genere e delle corde vocali in particolare. Importanza rivestono anche le ipotonie o ipertonie congenite od acquisite dei muscoli laringei stessi.
Si distinguono due gruppi: disfonie funzionali ipocinetiche e ipercinetiche.
Nelle prime si configura appunto una ipotonia di uno o più muscoli principali delle corde vocali. Ricordo che la zona di laringe in cui sono comprese le corde vocali vere si chiama “glottide”. Si potrà configurare dal punto di vista obiettivo, a seconda dei muscoli interessati, una glottide “ovalare” in cui il contatto maggiore è solo nei punti più anteriore e più posteriore, oppure “a clessidra” in cui il contatto è più o meno al centro delle corde o, infine, un “difetto di accostamento posteriore” in cui le corde si accostano solo nei due terzi anteriori lasciando ampio spazio posteriormente.
Nelle forme ipercinetiche le corde sono fortemente accostate tra loro fino quasi a sovrapporsi con l’associazione di un avvicinamento mediano anche delle false corde che normalmente partecipano in piccolissima parte al movimento durante la fonazione.
A seconda della gravità del difetto, la voce sarà più o meno rauca, è intuitivo che nella glottide ovalare ci saranno i maggiori problemi. Molti dei pazienti affetti da queste forme di disfonia hanno più difficoltà nel parlare che nel cantare o urlare anche se dopo sforzo vocale pagano il conto con un netto peggioramento della voce. Spesso si associano alla disfonia dolore muscolare a tutto il collo a causa del coinvolgimento di muscoli estrinseci alla laringe, sensazione di “groppo in gola”, blanda ma costante secrezione catarrale e, talvolta, dispnea lieve.
Con il passare del tempo ed in assenza di idonea terapia si potranno manifestare lesioni d’organo come i noduli, i polipi o l’edema delle corde vocali vere. I più frequentemente rappresentati sono i noduli cosiddetti “kissing” ovverosia che si baciano poiché sono posti uno di fronte all’altro nel punto di maggiore contatto delle corde che normalmente cade tra il terzo anteriore e quello medio. I noduli, che vanno considerati solo e sempre come “calli” e non come tumori neanche benigni, possono ridursi fino a sparire con la terapia ma, di contro, se non trattati per tempo andranno incontro a fibrosi e necessiteranno di asportazione chirurgica in microlaringoscopia poi la terapia sarà comunque necessaria altrimenti, negli anni, tenderanno a ripresentarsi.
Dei noduli, dei polipi e dell’edema riparleremo nei prossimi capitoli.
Una forma particolare di disfonia funzionale è quella che riguarda i bambini e viene chiamata “disfonia funzionale ipercinetica infantile”. 
Essa si manifesta tra i 5 e i 12 anni circa ed è appannaggio di quei bambini con forte carattere e che, pertanto, tendono ad alzare molto il tono di voce per “imporsi” nei confronti degli altri. Anche in questi casi si potranno formare noduli o edema che in genere, però, tendono a migliorare con l’età. È difficile fare terapia riabilitativa sui bambini per cui si preferisce una terapia medica nei momenti di disfonia più marcata aspettando la cosiddetta “muta vocale” periodo di passaggio tra la voce infantile e quella da adulto che corrisponderà quasi sempre con un netto miglioramento della voce. Tentare di non farli urlare è doveroso ma difficile da ottenere.
La terapia delle disfonie funzionali è essenzialmente di tipo riabilitativo, bisognerà cioè ricorrere, affidandosi a centri specializzati, ad alcune sedute di cosiddetta “ortofonologoterapia” al fine di migliorare l’impostazione della voce ed il coordinamento fono-respiratorio. La terapia medica, mediante l’uso di antinfiammatori, sarà utile per alleviare i fastidi ed il dolore muscolare associato. Difficilmente la sola terapia medica potrà risolvere il problema se non per brevi periodi di tempo.

Cordialmente

La voce (seconda parte)

Ennio De Felice – ennio.defelice@gmail.com

La voce (seconda parte)ultima modifica: 2010-07-12T20:25:56+02:00da weefvvgbggf
Reposta per primo quest’articolo